TUTTI I COSTUMI (O QUASI) DI WOLVERINE E LA LORO ORIGINE

Ecco un articolo con tutti i costumi diWolverine l’immortale,l’Arma X,Logano, come conosciuto in tempi più recenti,James Howlett. Come glieli indossi, alla fine tutto si riduce sempre nello stesso personaggio. Breve premessaWolverine è il nome inglese delghiottone. Un mammifero carnivoro che sembra l’incrocio tra una mangusta e un orso in miniatura. È un animale piccolo, tozzo, forte e anche piuttosto furbo. Nonché solitario, aggressivissimo e testardo, tanto da portarlo a scontri con animali molto più grossi di lui.Nell’era mesozoica pre-internet stai sicuro che ci voleva qualcosina in più di tre secondi come oggi, per sapere una qualunque stramaledettissima cosa. A me ci so’ voluti anni per sapere cosa diavolo fosse un “wolverine”. Perciò… prego. Mi è venuta la voglia di tirare giù due righe, in amicizia, sui varioutfitdi un personaggio le cui storie ho letto per anni. Essenzialmente sì: sto mettendo le mani avanti. Sono costretto a farlo, proprio perché siamo su internet. Sapete com’è, no? C’è sempre qualcuno che scende dal castello incantato sulle nuvole in groppa al suo magico unicorno fatato, per scass… infastidire il prossimo. Questa, tengo a precisare, non è una pagina di Wikipedia. A fronte dei circa 12.500.000 risultati disponibili su Google digitandoWolverine all costumes, che trattano, chi più chi meno, tutti lo stesso argomento a cui sto andando ad aggiungermi pure io, sicuro ci trovate tutto quello che vi interessa. Per il resto, questi sono Com’è noto, la prima comparsa in assoluto diWolverineavviene sul numero centottanta deL’incredibile Hulk, forse per tastare le potenzialità del personaggio. La prima apparizionedi Wolverine consisteva in una rivelazione drammatica sulla pagina finale, prima che entrasse effettivamente in azione nel n. 181 de L’incredibile Hulk. Come si può evincere dall’immagine, il personaggio scritto daLen Weine disegnato daHerb Trimpe, su spunto diRoy Thomase schizzi diJohn Romita Sr.(all’epoca l’art director), viene da subito chiamato siaArma XsiaWolverine. Il costume presenta tutti gli elementi caratteristici che lo hanno reso immediatamente riconoscibile negli anni. Fatta eccezione per le punte della maschera, gli spallacci e quella specie di “baffetti” disegnati sulla maschera che lo fanno somigliare a una foca con l’epatite. Dopo il tentativo di fermareHulke l’altrettanto mostruosoWendigo, Wolverine viene mandato al cesso per circa un anno e mezzo. Nel frattempo, degliX-Mennon sbatteva più una beata mazza di niente a nessuno, andando avanti a botta di ristampe. Fino a quando, nel tentativo di rilanciarli in qualche modo,Len Wein(per poco) eChris Claremont(per molto) divennero sceneggiatori degli X-Men. Ciò portò aGiant-Size X-Men n. 1del 1975. In cui lo sceneggiatoreLen Weine il non accreditato soggettistaChris Claremont, insieme al disegnatoreDave Cockrum, crearono un nuovo gruppo di eroi per rimpiazzare i vecchi X-Men. Per non doversi inventare tutto ilrosterandarono a ripescare Wolverine dal cassone. Dal disegno qui sopra si può notare che il costume è, essenzialmente, uguale a quello precedente. Tranne per piccoli dettagli e, soprattutto, la maschera. La leggenda narra che il disegnatoreGil Kanesemplificò di brutto mentre disegnava la copertina di Giant-Size X-Men n. 1, dando così un aspetto un po’ alla Batman a Wolverine. Pare che a Dave Cockrum, bravo costumista per conto suo (come si era visto alla Dc Comics nella sua lunga run sulla Legione dei Supereroi), piacque la versione già pronta della copertina e perciò continuò a disegnarlo in questo modo nelle pagine interne dell’albo. Passano un paio d’anni e fondamentalmente di Wolverine, delle sue origini intendo, non si sa ancora una beata mazza di niente. A ogni modo, gli X-Men si prendono a schiaffi conla Guardia imperiale Shi’ar. Il costume di Wolverine viene distrutto nello scontro e perciò, per non restare con il dondolino al vento, dopo aver ammazzato il cattivoFangmolto elegantemente gli frega il costume. Questo outfit, magari pure caruccio per l’epoca, durerà comunque pochissimo. Presumo che mettersi a disegnare ogni volta tutte quelle collanine con i dentini fosse una gran rottura. Ilbrown and tanappare inUncanny X-Men n. 139del 1980. AJohn Byrne, che sostituì Cockrum come disegnatore (intervenendo anche nella scrittura delle storie di Claremont), si deve il merito di queste poche, semplici, ma fondamentali modifiche. In generale, gli elementi del costume originale restano intatti. Dopo la parentesi Fang, tornano il cinturone anti-ernia, gli stivaloni a punta dadrag queene l’iconica maschera simil-Batman. Vengono invece eliminati gli spallacci, le strisce tigrate e, soprattutto, quei pacchianissimi colori giallo-canarino e celeste-puffo. Alla fine, la palette di colori del Wolverine anni ottanta era solo leggermente più scura, ma decisamente più sobria e in sintonia con la personalità del personaggio. Poche modifiche che hanno fatto una differenza enorme sul look generale. Tra l’altro, apro e chiudo parentesi, questo è stato il costume più longevo in assoluto. Nel 1982 uscìWolverine. Una miniserie diChris ClaremonteFrank Millerdedicata a Logan che, come personaggio, iniziava a macinare sempre più consensi e popolarità tra i lettori degli X-Men. A quel punto si sapeva che gli artigli erano parte di lui, che il suo scheletro era di adamantio e del fattore rigenerante. Anche se quest’ultimo concetto rimaneva abbastanza fumoso. La miniserie aggiunge altri elementi al suo background, che cominciava ad ampliarsi sempre più. Tipo l’educazione bushido e il suo rapporto col Giappone. Gli scontri con la yakuza, il clan ninja deLa Mano,Silver Samuraie, il grandelove interest,Mariko Yashida. Tuttavia solo nel 1988 venne dedicata una testata regolare a Wolverine. QuiJohn Buscemaha dato a Logan un pratico e delizioso completo body-tutù nero. Non era male, anche se faceva un po’ “Flashdance”. E quella mascherina tipo calza a rete in faccia, poi… Ma tutto sommato, era un costume abbastanza carino nella sua semplicità. Sobrio, pratico e funzionale. Ok, questo non è un vero e proprio costume. Quando Wolverine si mette a fare su e giù per la violenta metropoli orientale diMadripoorha bisogno di restare sotto copertura. Perciò, si fa chiamarePatch(cioè Guercio) e il suo travestimento consiste in… be’, sì… una benda sull’occhio. Ché poi, capelli e basettoni passano inosservati, proprio. Comunque questo look alla James Bond-Rick Blaine mi ha sempre infognato da morire. Credo anche sia uno dei momenti top di tutta la sua storia editoriale. ConJim Leeagli X-Men, in un modo o nell’altro, Wolverine torna ai consueti e sobrissimi colori giallo e blu. L’idea era quella di dare agli X-Men un aspetto uniforme, facendogli indossare una divisa d’ordinanza. Mai piaciuto più di tanto, né l’idea né i costumi. Tra l’altro da qui inizia a profilarsi all’orizzonte l’alba di un’epoca buia. Un’epoca fatta di tasche, taschette e taschettine. ‘Na roba semplicemente agghiacciante, ma questo è un altro discorso. PerArma Xvale quanto detto più su per il Guercio: anche questo non è un costume. Scritto e disegnato dal grandeBarry Windsor-Smith, Arma X è, praticamente, l’apogeo di Wolverine. Certo, non tutti i nodi sulle sue origini vengono al pettine. Alcune questioni resteranno irrisolte ma, in linea di massima, Arma X rimane un punto fermo della storia di Wolverine. Nella sua semplicità, nella sua essenzialità, quell’aria da Frankenstein retrofuturista è, in una sola parola, magnifica. IlClassic Yellow II, come si può facilmente notare, è quasi identico alClassic Yellowdel 1975. Quando Chris Claremont lasciò i testi dei mutanti, Jim Lee, tra una taschetta e l’altra, decise di restituire a Wolverine il suo costume originale. Cambia giusto qualche piccolezza, tipo la forma degli spallacci e il cinturone per l’ernia. Nonostante, come detto, il costume più longevo di Wolverine fosse stato ilBrown and Tan, ilClassic Yellow IIrimane il più… identificativo, reso anche celebre dalla serie animata degli anni novanta. Age of Apocalypse, del 1995, era una bella storia distopica. Un arco pomposo ed esagerato che mostrava un mondo in cui il Professor X non era mai esistito. Con tutte le catastrofi del caso annesse e connesse. In tale contesto, pure il costume di Wolverine sarebbe dovuto essere qualcosa di davvero unico. Invece non è nulla di particolarmente originale. L’accostamento dei colori blu scuro e rosso mi piace parecchio, ma alla fine Apocalypse Wolverine indossa giusto una versionemash-uppiuttosto misera delclassic yellowdi Dave Cockrum e il body-tutù di John Buscema. Il massimo dell’estro creativo si raggiunge con quelle inutili striscette in fronte. Si poteva (doveva) fare decisamente di più. Poi va be’, il concetto di “fare di più” è stato accolto. Per il verso sbagliato, però.Feral Wolverineè una delle pagine più buie della storia editoriale di Logan. Una porcata fulminante da restarci secchi in 1,8 secondi netti. InWolverine n. 100del 1996,Magnetostrappa l’adamantio dalle ossa di Wolverine. Ok, un risvolto interessante se avesse avuto uno sviluppo. A ‘sto punto si scopre che gli artigli non erano un surplus del progetto Arma X. No, gli artigli sono ossei, in tutto e per tutto parte dello scheletro di Logan. E fin qui, ancora ancora… Il problema sta in quello che è venuto dopo. In qualche modo, la perdita dell’adamantio manda inoverdriveil fattore rigenerante e ‘sta cosa fa regredire Wolverine a uno stato sempre più animalesco. Fisicamente e mentalmente. In altre parole, Logan è diventato una bamboletta troll in ben due varianti. Una con capelli e basette impazzite, ché si faceva lo shampoo con il Cif e la retina per i piatti. Un’altra con una pezza a mo’ di bandana, tipica degli ubriaconi molesti. Per fortuna dopo poco venne staccata la spina a ‘sta robaccia. O di “tasche, taschette e taschettine parte seconda”. Il concetto di base lo trovo anche comprensibile: dare ai personaggi un aspetto più “solido”. Duro. Compatto. Magari più serio rispetto alle tutine aderenti tipiche dei supereroi. Valutando la situazione in termini di versatilità, ripeto, è comprensibile. Tuttavia, l’approccio tasca su tasca è tutto fuorché questo. L’aspetto di Wolverine Team X è l’esatto opposto del memorabile. Argh!È l’unica cosa che riesco a dire. Ché la versione diGrant MorrisoneFrank Quitelydei costumi ispirati al film per la serie del 2001New X-Menè pacchiana come poche. Il Wolverine agricoltore moldavo in vacanza, fin troppo appassionato dei Village People, non si può vedere. Pantaloni di pellefetish, giacchetta in pelle abbinata su torso nudo per mostrare con mascolina fierezza l’esubero di pelo, e guantone con X giallo-arancio shock-fluo. Mancava solo il padre Pio gigante in oro da tre kg che affonda nei peli del petto per raggiungere la perfezione. Wolverine: The End, è uno dei millemilaWhat ifdella Marvel. Che fa parte di una linea di fumetti, appunto chiamati “The End”, in cui vengono mostrati diversi possibili “finali” di vari personaggi in là nel futuro. Questo fa il paio conWolverine: Origin, uscito nel 2001. In cui si scopre che il vero nome di Wolverine, fino a quel momento chiamatoLogan, in realtà èJames Howlett, nato in Canada nel 1880. In The End, come detto ambientato nel futuro, Wolverine solo alla fine indossa ‘sto costumino nero aderente, stiloso ed elegante. Lo cito perché, in fondo, è pure carino. Per il resto, tutta l’avventura la passa indossando le vesti di vecchio straccione. IlBrown and Tanera e rimane il mio costume preferito di Wolverine in assoluto. Seguito a ruota da questo diAstonishing X-MendiJoss WhedoneJohn Cassaday. L’intero look si basa sull’original yellowdel 1974, che qui viene ripreso e aggiornato al XXI secolo. Via i baffi da foca con l’epatite e lo slippino mare blu-fantabosco. Sostituito da un elegante body giallo a un pezzo, inframezzato dalle iconiche strisce blu. Che se fossero state dello stesso colore di stivali e guanti sarebbe stato perfetto. Ma fa niente, va bene uguale pure così.