TOPOGON: FOTOGRAFARE IL PASSATO

TOPOGON: FOTOGRAFARE IL PASSATO

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. L’uomo ha sempre sognato di tornare nel passato per poter vedere dal vivo e verificare eventi, personaggi e fatti che ha appreso o dai libri o dai racconti dei parenti o dalle epopee storiche. La Chiesa, basandosi sulla Bibbia, ha espressamente vietato l’evocazione degli spiriti  e tutte le pratiche divinatorie. L’insegnamento della Chiesa si basa suDeuteronomio 18:10-14. 10Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, 11né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, 12perché il Signore detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche abominevoli, il Signore, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni dinanzi a te. 13Tu sarai integro verso il Signore, Dio tuo; 14poiché quelle nazioni, che tu spodesterai, danno ascolto agli astrologi e agli indovini. A te, invece, il Signore, il tuo Dio, non lo permette. Tuttavia le teorie di Albert Einstein, secondo il quale il tempo non sarebbe una realtà immutabile, in alcuni hanno risvegliato un interesse sulla fantasiosa possibilità se non di viaggiare nel tempo almeno di raccogliere immagini del passato. Padre Pellegrino Ernetti fu un monaco benedettino che visse nell’isola di San Giorgio Maggiore, nella laguna veneta. Morì nel 1994. Si dice che avesse costruito uncronovisore, cioè un apparecchio simile a un televisore che trasmetteva immagini dal passato. Ma poiché la Chiesa era assolutamente contraria a questi esperimenti, che avrebbero potuto scandalizzare i fedeli, il cronovisore sarebbe stato portato in Vaticano dove si troverebbe tuttora. Ritorno al futuro, il film del 1985 diretto daRobert Zemeckise interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd, tratta i viaggi nel tempo. Uno scienziato, amico del protagonista, è il grado di far viaggiare un’autoDeLorean Dmc-12nel tempo. Per una serie di disguidi, Marty, il protagonista, finirà nel 1955 dove potrà aiutare il suo imbranatissimo padre.In seguito al grande successo del film ne furono prodotti altri due. All’epoca della trilogia diRitorno al futurofrequentavo tutti i sabati la biblioteca di C., in provincia di Torino. C. è una cittadina ricca di tradizioni, sede di un ramo cadetto dei Savoia. La biblioteca era all’epoca ospitata nell’ex palazzo comunale. Aveva un notevole fondo storico costituito da opere non più in circolazione, donate dai cittadini. In quel fondo io e mio figlio adolescente, che mi accompagnava, scovavamo chicche, libri di viaggio, biografie, libri di fantascienza, opere di Isaac Asimov.Il bibliotecario si fidava di noi, forse perché aveva costatato che non intendevamo sottrarre nulla, e ci permetteva di consultare i volumi in sua custodia. Dopo il grande successo della serie diRitorno al futurosi parlava molto della possibilità dei viaggi nel tempo.Io e mio figlio eravamo scettici, anche se grandi fan della trilogia. Pensavamo che anche il bibliotecario fosse incredulo e si divertisse nel vedere che cosa leggevamo. Il bibliotecario di C. era un uomo tranquillo. Cercava di non farsi notare perché sapeva che l’originalità è pericolosa e che gli uomini tendono a schiacciare chi è diverso.Aveva raccontato a me e a mio figlio di essere un gran lettore di biografie. Le sue letture lo avevano convinto che, sotto pressione, tutti gli uomini dimenticano le loro qualità e anche i più degni diventano spregevoli. Navigava sottovento e non prendeva mai nulla di petto. Aveva assunto il posto di lavoro di bibliotecario a C. dopo aver collaborato con una azienda che mappava il territorio per un’importante multinazionale. Lui faceva un lavoro di ufficio ma, a un certo punto, si era offerto per le missioni in volo.Aveva colpito una collega insopportabile in un accesso d’ira e temeva di essere licenziato. Pensava di farsi qualche benemerenza accettando i lavori in missione. Tuttavia partiva sempre malvolentieri perché amava la sua casa. Era un maniaco dell’ordine, odiava la carlinga piena di strumentazione buttata alla rinfusa. Le apparecchiature le toccava solo lui. Le spolverava, soffiava via anche il più piccolo granellino di polvere. Sapeva che non mancava molto al giorno in cui non sarebbe più riuscito a staccarsi da terra e ne approfittava per missioni in paesi stranieri, anche se ormai solo in Europa. L’ultimo viaggio, quello di cui stiamo parlando, sarebbe stato in Germania e in Polonia. Avrebbe dormito qualche notte fuori casa perché non ne poteva fare a meno.Quando arrivò a Monaco era ancora giorno pieno e faceva caldo. Nella camera dell’albergo non riusciva a stare e uscì per strada. Evitava la compagnia dei compagni di lavoro. Era un misantropo, anche se si considerava un uomo affabile e disponibile.Andò a spasso attorno alla piazza, infilandosi nelle stradine che portavano alla cattedrale. Carl Zeiss Topogon 25mm f.4 by RangefinderNotDead Si fermava davanti ai negozi di fotografia e ottica, specialmente quando esponevano qualche vecchio modello di macchina fotografica. Era un grande appassionato e possedeva alcuni esemplari che erano stati di suo nonno.All’angolo di una strada, tra gli ingrandimenti delle foto di matrimonio e le pubblicità, un fotografo esponeva un apparecchio Zeiss. Ne aveva uno simile a casa, nella sua collezione privata. Restò a osservare davanti alla vetrina. Il negoziante si affacciò e gli si rivolse in tedesco. Monaco, la cattedrale Il bibliotecario capiva qualche parola qua e là di quanto il gioviale commerciante gli andava esponendo. Entrò nel negozio e quello prese l’apparecchio dalla vetrina per metterglielo sotto il naso. Smontava e rimontava le varie parti, decantandone le qualità e invitando il cliente all’acquisto. Il prezzo era conveniente anche se apparecchi simili erano stati prodotti in grande quantità, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale, con scopi di rilevazione aerea del territorio.Se fosse stata una Zeiss Ikon prodotta prima del 1945 il suo valore sarebbe stato notevole.Si fece incartare la macchina fotografica. In albergo la posò sul letto, sciolse i nodi dello spago e scartò il pacco. Si era fatto buio e la luce al centro della stanza illuminava scarsamente l’apparecchio. Prese la lampada del comodino e gliela puntò sopra. Era marchiato Zeiss Ikon, ma giravano modelli contraffatti.Smontò qualche pezzo, gli soffiò sopra, lo strofinò con un fazzoletto, lo osservò alla luce. Era un oggetto bellissimo, costruito con cura e, sembrava, perfettamente funzionante.All’interno vide una scritta microscopica. Avvicinò il pezzo alla lampadina, si strofinò gli occhiali e distinse un:Topogono Toporon. Non poteva credere ai suoi occhi. Anche se fosse stata davvero una Topogon, una delle due mitiche Topogon che la Zeiss aveva costruito prima dell’arrivo delle truppe statunitensi nel 1945 e delle cui prestazioni si favoleggiava, forse la scritta, anzi senza dubbio, era falsa, messa per ingannare uno straniero come era lui. La mattina portò la camera per le riprese all’aeroporto. Salì a bordo, si sistemò sul sedile e avviò il computer. Svolgeva una funzione di controllo: la camera per le riprese era sistemata sotto la fusoliera e riprendeva ininterrottamente il territorio sottostante. Il suo compito consisteva nel controllare che il flusso delle immagini non s’interrompesse. La camera aveva un sistema che le consentiva, ruotando sul suo asse, di assumere una posizione parallela al suolo in modo da evitare ogni deformazione dell’immagine. Quando la camera per le riprese cominciò a trasmettere e il computer a incamerare le riprese, il futuro bibliotecario si slacciò la cintura, si alzò in piedi nella carlinga e prese il pacco con la Zeiss, la scartò, si avvicinò all’oblò e incominciò a fotografare. Cercava inquadrature che avrebbe potuto confrontare con quelle della camera digitale per verificare le caratteristiche della presunta Topogon. La Zeiss si era specializzata in apparecchi di grande resa nel grandangolo. Il piccolo aereo era dotato di una camera oscura che, quando ancora si usava la pellicola, serviva a controllare il lavoro fatto nella giornata.Mentre l’aereo tornava alla base, il futuro bibliotecario sviluppò le foto. Aspettando, incominciò a visionare il dischetto con le immagini digitali. Entrata di Auschwitz sotto la neve Aveva ripreso l’area che era stata occupata dal lager diAuschwitz. Si vedeva dall’alto la porta del campo, il museo e la chiesa. Nella bacinella anche le foto si stavano sviluppando. I bordi erano visibili nettamente. Appariva una data: 13 settembre 1944 e il campo diviso in baracche allineate. Un gran fumo si alzava in alto al centro. Foto aerea del campo principale di Auschwitz, 13 settembre 1944 Il fotografo sussultò come se la foto gli avesse morso la mano e la lasciò cadere sul pavimento.Corse al computer, fermò l’immagine sulla cittadina di Oswjecim, ma non trovò traccia di quella fossa comune in cui i cadaveri stavano bruciando. Raccolse la foto da terra, la scannerizzò e procedette a ingrandirla. File di deportati Una lunga fila di prigionieri attendeva il proprio turno di fronte alle camere a gas.