SWAMP THING, IL MOSTRUOSO EROE “GREEN”

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Un tempo c’erano diverse serie di fumetti ambientate nella “giungla”, come le strisce giornaliere e le tavole domenicali di Tarzan, Tim Tyler’s Luck (Cino e Franco), Jungle Jim (Jim della Giungla) o The Phantom (L’Uomo Mascherato). Da lì e dai successivi epigoni, deriva l’antipatia che ancora oggi nutriamo verso i bracconieri, che erano sempre descritti come individui senza scrupoli, privi di ogni rispetto verso una natura che offendono e saccheggiano spietatamente per pura avidità di denaro. Non sono neanche mancati episodi, relativamente più recenti, come l’albo diTarzann. 218 del 1973 scritto e disegnato daJoe Kubert, in cui l’eroe considera suo nemico, alla stregua del peggior criminale, il tipico cacciatore bianco, ricco e annoiato, che uccide per puro divertimento. Con il graduale diffondersi della sensibilità ecologista è apparso qualche raro eroe dichiaratamente schierato in difesa della natura. A cominciare daKalaar, l’aitante sorvegliante di un parco africano, creato in Spagna nel 1963 dal disegnatoreThomas Marco Nadal, le cui storie si segnalano per la meticolosa accuratezza con cui erano riprodotti gli animali. Più intimista, complesso e filosofico, nel rapporto con la natura, è invece il giovane viaggiatoreJonathan, creato dallo svizzeroCoseynel 1975, un personaggio che alle foreste tropicali preferisce la serenità delle montagne orientali e a cui si ispirò ancheAmbrogio Fogarper il titolo della sua trasmissione dedicata ai viaggi intorno al mondo. Un eroe dei fumetti che sensibilizza esplicitamente i lettori sul tema ecologico, oltre che su quello dei disabili, èConcrete, un uomo prigioniero di un corpo alieno di pietra, creato dall’americanoPaul Chadwicknel 1986, in racconti dalla raffinata narrazione grafica, retrò e moderna al tempo stesso.Legambiente sponsorizzò la prima edizione in italiano degli albi di Concrete, che nel 1997 fu eletto testimonial per “La giornata mondiale della Terra”. Il personaggio “più ecologico” della storia del fumetto è probabilmenteSwamp Thing(La cosa della palude), almeno da quando lo sceneggiatore ingleseAlan Moorerielaborò in senso ecologista quello che fino a quel momento era stato solo uno dei tanti personaggi horror del fumetto statunitense. La prima apparizione di Swamp Thing risale al 1971, sul n. 92 dell’alboHouse of Secretsdella Dc Comics, uno dei tanti racconti brevi e autoconclusivi di quella pubblicazione. Il protagonista è uno scienziato che, dopo essere stato investito da un’esplosione di composti chimici e gettato in una palude, si trasforma irreversibilmente in una mostruosa creatura verde, capace di pensare ma non di parlare come prima. Questa semplice trama ricorda vagamente sia quella di un analogo mostro paludoso informe chiamato The Heap (La Massa), lanciato nel 1942 dalla Hillman, sia Hulk, creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby. Rispetto ai predecessori, l’atmosfera gotica e la qualità stilistica di Swamp Thing ne decretano l’immediato successo: l’albo è il più venduto del mese tra quelli della casa editrice e i lettori chiedono insistentemente nuove storie. Ciò fa sì che nel 1972 sia varata una collana bimestrale regolare degli stessi autori dell’esordio: lo sceneggiatoreLen Wein, che riscrive la storia spostandone l’ambientazione dall’Ottocento al presente, e il disegnatoreBernie Wrightson, che con questa testata diventa uno dei più apprezzati artisti del genere horror. Le prime avventure vedono il mostro “buono” contrapporsi a creature ispirate ai più classici archetipi della letteratura gotica e fantascientifica. La creatura in stile Frankenstein, l’uomo lupo, la caccia alle streghe, i robot, la cosa informe alla Lovecraft, il visitatore alieno sono i personaggi i cui si imbatte e i temi che affronta. Il successo iniziale del personaggio è legato più che alle storie convenzionali al suo realizzatore grafico e quando, dopo un paio d’anni e dieci numeri, Wrightson lascia la serie per collaborare a riviste horror più adulte e raffinate, nonché a successive produzioni di illustrazioni e stampe di altissimo livello, il pur bravo nuovo disegnatore filippinoNestor Redondonon riesce a reggere il confronto. Senza Wrightson viene meno anche l’interesse di Wein, che abbandona con il n. 13 ed è sostituito ai testi daDavid Michelinie. La prima serie di Swamp Thing prosegue stancamente per altri due anni, fino a concludersi con il n. 24 del 1976. Intanto, sempre nel 1971, l’editrice concorrente Marvel ha proposto un mostro della palude molto simile:The Man-Thing(L’Uomo Cosa), creato dagli sceneggiatoriGerry ConwayeRoy Thomase dal disegnatoreGray Morrow. È dubbio quale dei due personaggi abbia ispirato l’altro, visto che Wein e Conway all’epoca erano amici e compagni di stanza (tanto è vero che tra il 1975 e il 1976 Conway scrive anche tre episodi di Swamp Thing). L’Uomo Cosa della Marvel è caratterizzato da un’assoluta ottusità mentale che ne limita il potenziale espressivo. La sua serie regolare, iniziata nel 1974, chiude dopo ventidue numeri, con lo scrittore titolareSteve Gerberche dichiara di non avere più idee per il personaggio. Invece la richiesta di storie di Swamp Thing continua a salire, tanto che già nel 1977 esce la prima ristampa del ciclo di Wein e Wrightson. Per vederne delle nuove storie bisogna aspettare fino al 1982, quando in occasione dell’uscita del primo film sul personaggio, diretto daWes Craven, Len Wein spinge per una seconda serie mensile, intitolata inizialmenteThe Saga of the Swamp Thing, di cui assume la supervisione. I primi numeri contengono storie scritte daMartin Paskoe disegnate daTom Yeates, in cui il principale nemico del protagonista è il sinistro generale Sunderland, capo di un’organizzazione paramilitare che lavora per un’agenzia governativa segreta. Iniziano così a intravedersi temi politici e antimilitaristi accanto a quelli horror. Anche se Yeates continua a disegnare le copertine fino al n. 24, con il n. 16 i disegni passano agli esordientiStephen BissetteeJohn Totleben, provenienti dalla scuola del fumetto di Joe Kubert. I due disegnatori avviano un’affascinante serie di raffinate sperimentazioni grafiche, mettendo a punto uno stile meticoloso e dai tratteggi graffianti, spietato nella sua realistica crudezza ma anche surreale e lisergico, perfetto per rendere nel modo più inquietante le atmosfere horror della serie. Sfruttando queste immagini, ricche di ambigue mostruosità degne dei racconti di Lovecraft, Pasko recupera il più vecchio e terribile nemico di Swamp Thing, il folle e perverso negromante Anton Arcane, che aveva esordito nella seconda avventura del personaggio e che ogni volta torna dalla morte con un corpo sempre più inumano e grottesco. Con lui fa riapparire anche i comprimari della prima serie: la sua innocente nipoteAbigaile il detective Matthew Cable, ora sposato con lei ma ridotto a un alcolizzato. Martin Pasko però non può proseguire la serie per impegni televisivi e, per sostituirlo, Len Wein scova in Inghilterra un promettente sceneggiatore,Alan Moore, il primo di una lunga serie di scrittori britannici che negli anni successivi avrebbero rinnovato e fatto evolvere in senso più adulto il fumetto americano. Nel primo episodio di Swamp Thing scritto da Moore, il n. 20 del gennaio 1984, intitolato“Loose Ends”(Residui pendenti), Moore chiude tutte le sottotrame rimaste in sospeso e fa apparentemente morire il mostro in un violento scontro a fuoco contro gli uomini di Sunderland.È uno stratagemma per ripartire da zero e reinventare il personaggio. Come aveva già fatto in Gran Bretagna con il supereroeMarvelman, modifica alle radici le origini stesse di Swamp Thing, senza contraddire i fatti raccontati in precedenza, ma “solo” l’interpretazione che ne era stata data. Sul n. 21,“The Anatomy Lesson”(La lezione di anatomia), una storia magistrale per montaggio e introspezione psicologica, Alan Moore rimette in discussione tutto ciò che si credeva di sapere sul mostro della palude, mentre i personaggi scoprono la verità insieme ai lettori. I colpi d’arma da fuoco non lo hanno ucciso perché il mostro non è ciò che sembrava. Come il suo aspetto avrebbe dovuto dirci, il suo non è il corpo dello scienziato Alec Holland, anzi non è per nulla un corpo umano, né lo era mai stato. Swamp Thing è una creatura composta dalla vegetazione della palude, che aveva solo creduto di essere Holland. Da quando aveva assorbito il corpo e lo spirito morente dello scienziato gli aveva trasmesso la propria coscienza e i propri ricordi. Così tutto assume un nuovo senso, suscettibile di molteplici implicazioni che si delineano ad ogni numero, mentre i raffinati disegni di Bissette e Totleben, grazie anche ai suggerimenti artistici di Moore, accompagnano l’alta qualità letteraria dei testi con composizioni sempre più innovative, giungendo a vette di sperimentazione mai tentate prima in un albo statunitense, assecondate dalla sensibilità dell’abile coloristaTatjana Wood. Dal n. 22,“Another Green World”(Un altro Mondo Verde), è sempre più centrale il personaggio della giovaneAbigail “Abby” Arcane, la prima amica e confidente di Swamp Thing, che si prodiga per stimolarlo a vivere e agire. Il mostro vegetale, venuto a conoscenza di ciò che è, cede all’impulso di immergersi definitivamente nel Verde a cui ora sa di appartenere, annullando ogni pensiero, come un asceta che abbia placato ogni sua ansia ed emozione in un immobile nirvana di tessuti linfatici radicati al suolo. Ma la sua mente “umana” lo perseguita con sogni che non gli permettono di rimanere in quella condizione: il verde che lo circonda, e di cui fa parte, ha bisogno di lui per difendersi dalla rossa aggressività degli esseri di carne. Riemerge dal suo stato per affrontare uno scienziato folle, che vuole sopprimere tutti gli uomini e gli animali in modo da preservare le piante, rischiando invece di condurre i due regni naturali alla distruzione reciproca. Così, mentre Abby si impegna come assistente sociale in una scuola per bambini con handicap, un risorto Swamp Thing si dedica alla difesa della natura da ogni minaccia esterna o interna. Una missione a cui scoprirà di essere predestinato, in quanto creato dal verde a tale scopo. Nel n. 33, che ristampa il primissimo episodio del 1971, si rivela che Swamp Thing è solo l’ultimo di una lunga serie di creature analoghe esistite in passato. Mentre nel n. 47 incontriamo nel profondo della foresta amazzonica il “Parlamento degli alberi”, il luogo in cui riposano, radicati al suolo, i suoi predecessori. Le cui “menti” sono fuse in un costante contatto telepatico. Ma prima ancora che ne acquisti piena coscienza, le facoltà del personaggio sono già infinitamente amplificate dalla sua condizione di “spirito elementale della terra”, compreso un uso più fluente della parola.