STIPENDIO MINIMO, ora c’è la legge, € 2.200 al mese per questa categoria | Era il lavoro che nessuno voleva fare

L'eterno dibattito sul salario minimo in Italia - Giornalepop.it (Foto X)
È da sempre uno dei temi più dibattuti nella politica italiana: svelato a chi i 9 euro all’ora di stipendio garantito cambierebbero la vita.
Se non ne state sentendo parlare da qualche tempo, non preoccupatevi. Non vi siete distratti troppo dalla vita politica, semplicemente in questo momento storico il tema in questione non è d’attualità.
Già, perché il dibattito sul salario minimo rappresenta di fatto qualcosa di stagionale, dove con questo termine non ci si riferisce all’alternarsi di caldo e freddo, bensì a un altro tipo di “stagione”.
Quale? Quella della campagna elettorale, of course. Quando la chiamata alle urne è imminente ecco che l’argomento torna come d’incanto a occupare i primi titoli dei tg e le prime pagine dei giornali. Un po’ come la creazione di nuovi posti di lavoro.
Inevitabile che sia così, poi magari non troppo giusto e neppure etico, perché il tema è scottante e tale resta anche quando l’Esecutivo gode di ottima salute e le nostre schede elettorali se ne stanno tranquillamente nello scaffale.
Se Governo e sindacati concordano: il no comune al salario minimo
Eppure che si tratti di un tema divisivo non ci sono dubbi e la conferma arriva dal fatto che Governo e sindacati sono sulla medesima posizione. Non proprio un fatto comune. I sindacati di base non sono contrari al salario minimo, preferendo però affidarsi alla contrattazione collettiva per fissare le retribuzioni, in nome della sua flessibilità.
Di contro Giorgia Meloni è più volte tornata sull’argomento, esprimendo un punto di vista simile, basato sul fatto che la maggior parte dei lavoratori italiani opera nel privato ed è quindi già coperta da contratti collettivi nazionali che prevedono una forma di minimo salariale. Più logico, secondo la maggioranza, sarebbe puntare sull’abbassamento della tassazione sul lavoro.

Salario minimo, la legge è pronta: ecco per chi la vita può cambiare in un attimo
Fatto sta che un salario minimo a 9 euro l’ora sarebbe il sogno di ogni categoria di occupati. Per alcuni settori questo piccolo, ma fondamentale, passo in avanti rappresenterebbe un punto di svolta sul piano economico, ma anche pratico, scacciando del tutto l’incubo dello sfruttamento. Stiamo parlando, ad esempio, del lavoro domestico, del settore turistico-ricettivo e del commercio al dettaglio, quindi di badanti, commesse e lavoratori del commercio.
Per evitare conflitti con i sindacati, che potrebbero vedere ridimensionato il proprio peso in sede di contrattazione collettiva, la soluzione ideale sarebbe quella di continuare a far valere i CCNL adeguando tuttavia i salari ai nuovi accordi e alla fatidica soglia dei 9 euro. Si pensi al solo settore domestico, nel quale in base al CCNL di categoria valido nel 2025 l’applicazione del salario minimo garantirebbe ad una badante impiegata per 10 ore al giorno dal lunedì al venerdì circa 450 euro a settimana, ovvero oltre 2.200 euro al mese. Tutta un’altra vita e tutto un altro riconoscimento, anche umano, della fatica impiegata.