SPARTACUS DI JOHN BUSCEMA

La morte a 103 anni dell’attore Kirk Douglas (1916-2020) fa inevitabilmente tornare alla mente i numerosi e bei film che ha interpretato. Nato ad Amsterdam in una famiglia di ebrei bielorussi, si chiamava in realtà Issur Danielovitch. Dopo avere recitato in diversi film importanti a partire dagli anni quaranta, l’età d’oro del cinema americano, Kirk Douglas viene scelto dal regista Stanley Kubrick come protagonista di alcune delle sue prime opere. In particolare lo ricordiamo come protagonista di Spartacus (1960). Un film che si staglia al di sopra delle tante pellicole “anti-romane” tipiche di Hollywood, alle quali pure inevitabilmente assomiglia.
Lo Spartaco storico era un gladiatore che aveva capeggiato una grande rivolta di schiavi durante l’antica Repubblica romana. Catturato, venne giustiziato insieme agli altri ribelli.
Il tema dei gladiatori è sicuramente di grande presa tra il pubblico e ancora da sfruttare appieno.
All’epoca la casa editrice americana Dell, che aveva il suo punto di forza nei fumetti disneyani di Carl Barks, realizzava gli adattamenti dei grandi film d’avventura. Spartacus, anche se è limitativo definirlo una pellicola avventurosa (avendo piuttosto dei significati politici), era comunque assolutamente adatto per una versione a fumetti.
La sceneggiatura di Gaylord Du Bois, basata su quella del film scritta da Dalton Trumbo, è stata disegnata da John Buscema, autore destinato a diventare un famoso disegnatore Marvel.
A quei tempi le cose non andavano molto bene per il futuro disegnatore di Conan il Barbaro, a causa del crollo dei fumetti del 1955 per la caccia alle streghe scatenata dallo psicologo Fredric Wertham. Perso il lavoro alla Atlas in crisi (la futura Marvel), Buscema si arrabattava con piccoli lavori nel campo della pubblicità, qualche fumetto per la Dell ispirato ai film avventurosi e, probabilmente, anche come “negro” per la Dc Comics (se ne parla qui).
Bisogna ammettere che nel fumetto di Spartacus, pubblicato da Four Color Comics n. 1139 del novembre 1960, John Buscema non brilla molto. Sia perché, soprattutto nelle ultime tavole, i disegni sono realizzati in tutta fretta (probabilmente per uscire in tempo con il film), sia perché non sì è ancora confrontato con il “dinamismo creativo” di Jack Kirby.
(A chi fosse interessato all’evoluzione dello stile di questo disegnatore segnaliamo l’articolo “L’espressionismo muscolare di John Buscema”).
Certe pagine sono state inchiostrate da un altro artista.
Ma tutto sommato, sono bei disegni.