SAILOR MOON, I MOTIVI DI UN SUCCESSO

SAILOR MOON, I MOTIVI DI UN SUCCESSO

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Dopo trent’anni (e dopo cinque serie, tre film e qualche special) il primo capitolo dello storico anime diSailor Moondimostra ancora di essere un’opera rimasta nel cuore di molti. Il ritorno in auge dei cartoni giapponesi nel nostro Paese, dopo un periodo di stasi post anni ottanta, è dovuto proprio aSailor Moon:QUItutto il percorso del brand. Si tratta di un anime che ha unito idealmente due generi diversi.Sailor Moon è un’opera dagli ingredienti dosati sapientemente, sin dalla costruzione del manga scritto e disegnato da Naoko Takeuchi che univa la magia dellemajokko, maghette con poteri tipoCreamy, aisuper sentai, ossia i telefilm su squadroni di supereroi in tute colorate (sostanzialmente iPower Rangers). Il manga di Sailor Moon (edizione ricolorata) Rinunciando ad animare il precedente manga della Takeuchi,Codename: Sailor V, la Toei punta tutto su una squadra di combattenti e non su un singolo personaggio. Alla base di Sailor Moon c’era molto diCutie Honey, sexy guerriera del maestro Go Nagai: alcune idee sono simili e la fonte di ispirazione, del resto, è dichiarata. Sailor V nell’anime storico Dunque una storia per ragazze, ma una storia d’azione: la magia diventa una serie di poteri da utilizzare contro i nemici, mostri bizzarri guidati da un nucleo di invasori. Belle ragazze protagoniste per ogni gusto (il meccanismo di costruzione alla base dellegirl bandtipo le successive Spice Girls), ma anche altri piccoli dettagli di forma e di sostanza, riuscirono a garantire il successo a una prima serie pensata per risolversi in poco più di venti puntate e che finì invece per averne 46, risultando la stagione più lunga tra le cinque prodotte negli anni novanta. Con cinque belle ragazze e una buona doseactione trame intriganti (anche se l’apice narrativo verrà raggiunto solo con le altre stagioni) il target iniziale del giovanissimo pubblico femminile si allarga: Sailor Moon piace tanto e piace a tutti, maschi compresi. La serie della Toei segna un prima e un dopo: un punto di rottura (anche simbolicamente femminista) che riattiva l’animazione giapponese, di lì a poco pronta per una nuova invasione universale a partire da questo titolo e tutto il merchandising che ne deriva. Diretta daJunichi Sato,Bishōjo senshi Sailor Moonha dalla sua elementi fondamentali che l’operazione di marketing ha previsto a dovere, più altri accorgimenti probabilmente trovatisi al posto giusto nel momento giusto. Anche il manga originale, pur spesso semplicistico e apparentemente “tirato via”, faceva leva su un vago sentore “new age” con strane e decadenti atmosfere da fine secolo/millennio (QUIun approfondimento sull’esoterismo nell’opera). Questi elementi sono rimasti in parte anche nella serie animata, che guadagna il colore di fondali fiabesco-crepuscolari utili sia dal lato meramente tecnico, sia da quello artistico ed estetico. Uno scenario notturno D’ora in avanti questi elementi saranno un marchio di fabbrica, pur declinati in sfumature diverse, di tutte le stagioni che verranno. Gli scenari diSailor Moon, con le loro tonalità, conferiscono allo spettatore un’esperienza avvolgente e unica. Quelle virate sul rosa sono un perfetto esempio di esteticavaporwaveante litteram. Architetture europee e colori pastello Il mondo imbastito perSailor Moonè alla portata di ragazzi delle medie: sale giochi, corsi di potenziamento scolastico, club sportivi.I coetanei giapponesi delle guerriere Sailor possono facilmente ritrovarcisi, ma il tutto non risulta alieno nemmeno ai ragazzi nel resto del mondo. Questo ancora di più per un’ambientazione sì nipponica ma anche neutra, un po’ occidentale e vagamente incantata. Una sorta di aggiornamento “anni novanta” ai scenaripasteldegli anime del decennio precedente, dal sapore europeo. Vezzi femminili e situazioni persino “snob” (gioielli e gioiellerie, balli in maschera, oggetti costosi, fiori e piante…) provengono dalle passioni dell’autrice, tanto che nel manga risultano sempre in primo piano. Le parti fantasy (il covo dei nemici, o il regno lunare) sono del tutto favolistici, magici e lontani: veri e propri elementi da fiaba europea che contribuiscono a creare un mix accattivante nella messa in scena. Il character design diKazuko Tadanosi adegua perfettamente al tipo di storia, riproducendo in forma più aggraziata (a volte anche eccessivamente morbida) le spigolose linee schizzate della Takeuchi. La protagonistaUsagi(da noiBunny) è la reincarnazione dellaPrincipessa della Luna: il Moon Kingdom è stato attaccato dal Dark Kingdom, che è a caccia del Cristallo d’Argento Illusorio, una pietra dai poteri portentosi.I nemici sono pronti a invadere anche la Terra, così lagatta Lunadona a Usagi il potere di trasformarsi in Sailor Moon. In giro c’è già una guerriera analoga, che aiuta la polizia della metropoli a risolvere i casi più strani:Sailor V.E c’è anche il bel tenebrosoTuxedo Kamen(Milord), anche lui a caccia del Cristallo d’Argento. Tra passato e presente, ma ancora senza una solida base narrativa “dietro” la storia (QUIil riassunto completo), la trama va avanti portando Sailor Moon a incontrare altre guerriere,Mercury,Mars,Jupitere la stessa V, cioèVenus, tra storie quotidiane e scontri con i Quattro Generali nemici. Nonostante la velocità qualche volta raffazzonata del manga originale, proprio nello stesso alcuni risvolti vengono chiariti meglio.Nell’anime sceneggiato daSukehiro Tomitaalcune cose restano vaghe, puntando più sulla vera novità animata: ragazze vestite alla marinara (l’uniforme scolastica giapponese) che vivono avventure anche romantiche e combattono mostri nemici come fossero uno squadrone di Power Rangers. L’approccio funziona e Sailor Moon va avanti puntata dopo puntata, spesso si tratta di episodi filler, pur piacevoli. Alcune cose si complicano (Tuxedo Kamen passa al nemico; Sailor Moon ottiene un potere più grande…) e si arriva quasi ad avere due parti distinte della storia, accelerando di colpo verso il gran finale.Che sarà d’impatto e drammatico, sebbene tutto si risolverà per il meglio. Tra gli episodi memorabili, ricordiamo quelli del debutto delle varie guerriere e quelli della tragica storia d’amore traNaru(Nina) e il cattivoNefrite(Nevius) o il flashback sul passato di Sailor V.Anche il doppio episodio finale, ambientato tra i ghiacci del Polo, è tra i più ricordati dai fan. Nessuno scommetterebbe un centesimo su un protagonista imperfetto, a patto che non si tratti di un’opera comica o satirica.Sailor Moonnon rifugge una certa dose di comicità, ma gli intenti del racconto sono seri. Eppure, Usagi/Bunny è tutt’altro che un personaggio perfetto: debole, frignona, sciocca, superficiale, asina a scuola e ignorante.Ma proprio per questo, umana e semplice.