ROMANZI INFERNALI PRIMA DI DAN BROWN

ROMANZI INFERNALI PRIMA DI DAN BROWN

Il successo del romanzo di Dan Brown “Inferno” e della sua versione cinematografica hanno riportato all’attenzione del pubblico Dante Alighieri, il poeta fiorentino di cui giusto l’anno scorso si sono celebrati i 750 anni dalla nascita. Ma il lavoro dello scrittore di Exeter non è stato certo il primo a mettere la Divina Commedia al centro di un romanzo o usare il “ghibellin fuggiasco” come protagonista di un libro.

Il primo a fare del Sommo Poeta il protagonista di opere letterarie è stato Dante stesso, prima nella “Vita Nuova” e poi nella sua “Commedia” al fianco di Virgilio e Beatrice. Da quei lontani anni a cavallo tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, per quanto ne so, nessuno ha più utilizzato l’Alighieri come protagonista di poemi o romanzi. Solo sul finire del XX secolo io e Giulio Leoni, ignari l’uno dell’altro, abbiamo avuto probabilmente in contemporanea l’idea di fare di Dante Alighieri un investigatore ante litteram. Leoni, più o meno mio coetaneo, ha terminato per primo il suo lavoro, presentando “Dante Alighieri e i delitti della Medusa” nei primi mesi del 2000 al concorso per il Premio Tedeschi del Giallo Mondadori, di cui è risultato vincitore. Io ho terminato il mio “S’i’ fosse morte…” solo nell’estate di quell’anno, condannandomi all’inevitabile posizione di secondo arrivato!

Leoni ha scritto finora altri tre romanzi con Dante protagonista. Io mi sono fermato al primo che ha visto la luce editoriale solo nel 2009 per i tipi di Cartoon Club ed è attualmente disponibile anche in versione eBook. Se l’idea di partenza è la stessa, i risultati sono ovviamente abbastanza diversi. Leoni mette in scena un Dante piuttosto incazzoso, inquadrato nel periodo in cui era priore di Firenze, con linguaggio e tematiche abbastanza “moderni”. Io ho optato per un Dante più giovane, appena ventunenne, nonché più riflessivo e taciturno, anche se con il suo bel caratterino. Dovendo poi citare alcune opere sia di Dante che del coprotagonista Cecco Angiolieri, per evitare che il linguaggio trecentesco di quelle stridesse con il normale parlato dei personaggi, ho scelto di scrivere i dialoghi in un simil-volgare a metà tra la “Vita nuova” e i film di Brancaleone, e anche la scrittura ha inevitabilmente una cadenza abbastanza classica.

Dal 2000 in poi, i romanzi con Dante protagonista si sono moltiplicati. Non un diluvio, ma una discreta pioggia. Del 2002 è “La mano di Dante” (“In the Hand of Dante”) di Nick Tosches, Mondadori, 18.00 euro. La vicenda si svolge su due piani temporali. In quello odierno, in chiave noir, lo stesso Tosches è protagonista della vicenda, in veste di malavitoso che entra in possesso di poco plausibili manoscritti danteschi e cerca di venderli a collezionisti privati. In quello storico, un Dante quanto mai insoddisfatto e tormentato va “a lezione” di vita da un “maestro” giudeo, mentre sua moglie Gemma vive problematiche romantico-femministe. Un’idea dell’Alighieri e della sua famiglia abbastanza “da americani”, se posso dire. I personaggi tratteggiati da Tosches mi sembrano decisamente poco veritieri e alcuni elementi biografici addirittura errati, almeno da quel che posso giudicare in base alle biografie dantesche che ho letto per scrivere il mio romanzo e “La vita” di Dante a fumetti. A cominciare da quella di Giampaolo Dossena (“Dante”, Longanesi, 1995, Lit. 30.000), che consiglio caldamente a tutti gli interessati. Un vero spasso intellettuale. Il libro di Tosches, poi, vive di una varietà di stili: dal giallo, al pamphlet, al saggio storico-religioso, a non so che altro. Presi ognuno a sé, tutti godibilissimi (la lettera del Tosches scrittore al suo editore è da antologia), ma nell’insieme fanno un pastone poco digeribile. Comunque la Infinitum Nihil, società di produzione cinematografica fondata da Johnny Depp, ne ha acquistato i diritti per trarne un film con lo stesso Depp nei panni di Tosches, perciò forse ne risentiremo parlare.

Del 2006 è “Stella cadente” di Alberto Costantini, opera vincitrice del Premio Urania, apparso su Urania n. 1516. Si tratta di un’indagine su un misterioso oggetto sprofondato in una palude del padovano. Anche questo romanzo, ovviamente fantascientifico, si svolge su più piani temporali. Nel primo, della spedizione inviata nel 1303 da Bartolomeo della Scala a indagare sull’accaduto fa parte anche un certo Durante da Firenze. L’idea dell’autore è che, da quel “viaggio” nelle profondità del suolo e all’interno del manufatto alieno, Durante (nome anagrafico di Dante) abbia tratto spunto per l’Inferno della sua Commedia. La scrittura è scorrevole, la lettura gradevole.

Del 2008 è poi “Il tradimento del templare” di Franco Cuomo (Baldini Castoldi Dalai editore, 17.50 euro), romanzo che vede Dante Alighieri operare al fianco del templare Esquieu de Floryan detto Squinn. L’autore si rifà alla poco verificabile tradizione che vuole Dante appartenente alla eretica setta dei Fedeli d’Amore. Cuomo lo immagina addirittura Gran Maestro della setta. Poco amante come sono della mistica frammassonica, paratemplare o settaria in genere, dalla lettura di questo tomo mi sono astenuto.

Per chiudere vale la pena di citare “Il circolo Dante” (“The Dante club”, 2003, Rizzoli) di Matthew Pearl, anche se non ha per protagonista Dante ma la sua “Commedia”. La vicenda, ambientata a Boston nel 1865, è incentrata su un assassino che per uccidere le sue vittime si ispira alle punizioni infernali secondo la legge del contrappasso codificata da Dante. Sulle tracce del criminale, al fianco del poliziotto nero Nicholas Rey, c’è il gruppo dei traduttori americani ottocenteschi della “Divina Commedia” capitanati dal poeta Henry Wadsworth Longfellow. L’idea è decisamente bella. La trama che l’autore ne ha tirato fuori risulta invece a tratti un po’ farraginosa, e la scrittura (o la traduzione, non so) non sempre scorrevole. Meglio, da questi punti di vista, la seconda opera di Pearl “L’ombra di Edgar” (“The Poe shadow”, 2006, Rizzoli), che si occupa invece del mistero che circondò la morte dell’autore de “I delitti della via Morgue”.

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