QUANDO JACK KIRBY LASCIÒ LA MARVEL PER LA DC

QUANDO JACK KIRBY LASCIÒ LA MARVEL PER LA DC

Jack KirbyeCarmine Infantinoerano due veterani dell’industria del fumetto, si conoscevano da anni e il fratello di Infantino, Jimmy, aveva anche lavorato nello studio di Kirby per un breve periodo negli anni cinquanta. Jack Kirby (1917-1994) Verso la fine del 1969 Infantino, da un paio d’anni direttore della Dc Comics, si trovò in California per lavoro, così telefonò a Kirby (che si era trasferito da New York in California all’inizio dell’anno) per invitarlo a cena.Kirby mostrò a Infantino tre copertine di altrettante nuove serie di fumetti interconnesse: Forever People, New Gods e Mister Miracle.“Sono sensazionali”, disse Infantino,“quando li farà uscire la Marvel?”.“Sono mie creazioni e non voglio farle per la Marvel”, rispose Kirby,“perché non mi fai tu un’offerta?”. Carmine Infantino (1925-2013) Non dovette ripetere la domanda. In breve venne stipulato un contratto che avrebbe riconosciuto a Jack Kirby più di quanto guadagnasse alla Marvel. Soprattutto, oltre a disegnare le storie, le avrebbe anche scritte in completa libertà. Era quello che cercava. Kirby avrebbe prodotto quindici pagine a settimana, una quantità impossibile per la maggior parte dei disegnatori, ma non per lui. Quando Kirby comunicò la notizia, Stan Lee rimase sconcertato.“Mi chiedevo perché se ne fosse andato”, raccontò Lee nel 1993,“l’unica cosa che mi aveva detto è che era stufo di non essere accreditato come autore delle storie. Penso che volesse dimostrare quanto fosse bravo anche senza di me”. Da tempo Kirby era scontento alla Marvel, dato che la casa editrice non gli riconosceva i diritti delle sue creazioni si era rifiutato di inventare personaggi nuovi. Stava allontanandosi sempre più da Stan Lee, l’uomo che nei primi anni quaranta era stato il suo fattorino era ormai da tempo il suo capo e si stava prendendo tutto il merito del successo della Marvel. La notizia della dipartita lasciò sconcertati un po’ tutti alla Marvel,JollyJack era da sempre considerato il cuore pulsante della casa delle idee. Cosa sarebbe successo ora? Quale fu il primo lavoro di Jack Kirby per la Dc Comics? Secondo Kirby, Infantino inizialmente gli avrebbe chiesto di rilanciare il titolo di punta della Dc,Superman. La testata vendeva oltre mezzo milione di copie al mese: non certo poche, anche se in calo. Lui rifiutò temendo che qualcuno avrebbe perso il lavoro per lasciargli il posto. Secondo Carmine Infantino, invece, Kirby fece pressioni perché voleva a tutti i costi subentrare su Superman, ma il direttore della Dc era titubante nel dargli subito un lavoro di così alto profilo. Voleva farlo entrare gradatamente nel pool dei personaggi. Alla fine Kirby esordì su una testata minore: Superman’s Pal Jimmy Olsen (Jimmy Olsen amico di Superman). Kirby disse poi di averla scelta perché era quella che vendeva meno e voleva far vedere di essere in grado di rilanciarla. Secondo Infantino, perché semplicemente in quel momento la testata non aveva autori che potevano seguirla. E non era quella che vendeva meno. Alla Dc molti tra i pezzi grossi non amavano lo stile di Jack Kirby. Non amavano le stilizzazioni, dato che avevano avuto a lungo come riferimento Dan Barry e ora stavano guardandoNeal Adamscon interesse: due disegnatori realistici.Sol Harrison, il responsabile della produzione, continuava a ripetere provocatoriamente a chiunque incontrasse:“Puoi dire a Jack di smettere di disegnare le dita quadrate?”. Avevano ingaggiato il più grande disegnatore di comic book e volevano insegnargli il mestiere. Ci furono problemi fin da subito con la rappresentazione di Superman nel primo numero di Jimmy Olsen da lui curato, il 133 dell’ottobre 1970. Kirby lo disegnava alla sua maniera un po’ spigolosa, ma la Dc non era disposta ad accettare la minima deviazione dal modello standard diCurt Swan. Dopo che i dirigenti Dc ebbero sfogliato le prime prove di Kirby su Superman, ordinarono adAl Plastinodi correggere tutti i volti dell’uomo d’acciaio per farli assomigliare alla versione di Swan. Diversamente dalla graficamente rivoluzionaria Marvel, aperta alle più diverse interpretazione dei personaggi, alla Dc si ragionava ancora per “stampini”. Ma le cose sarebbero presto cambiate anche lì.Nonostante ciò la serie di Jimmy Olsen, fino a quel momento piuttosto modesta, propose un numero incredibile di idee e trovate per tutti i 15 numeri realizzati da Kirby. Jack Kirby da parte sua non se la prese molto, dopotutto non doveva disegnare l’albo di Superman. Voleva solo essere libero di sviluppare concetti originali, che avrebbero confermato la sua fertile immaginazione. Nella primavera del 1971 il primo dei nuovissimi fumetti di Kirby comparve nelle edicole. Il cosiddettoQuarto mondoera un’ambiziosa saga cosmica composta da tre titoli collegati, ma con personaggi diversi. Cominciò con iForever Peoplee iNew Gods, entrambi del marzo 1971, e proseguì il mese dopo conMister Miracle. Le tre serie raccontavano di una battaglia tra esseri divini che abitavano due pianeti gemelli formatisi dopo la distruzione di un mondo:New Genesis, un fertile pianeta utopico che rappresentava il bene, eApokolips, un distopico mondo industriale che rappresentava il male. L’animosità di Kirby verso Stan Lee cominciò a manifestarsi all’interno dei suoi fumetti. In Mister Miracle n. 6, l’eroe si imbatte in un personaggio di nomeFunky Flashman, che è una parodia del Sorridente con barba, parrucchino e battute sferzanti. Flashman ha un ossequioso aiutante, Houseroy, che è chiaramente la caricatura dell’allora numero due di Lee alla Marvel,Roy Thomas. Ci furono problemi anche con l’inchiostratore di Kirby: il controversoVince Colletta. Costui si vantava di riuscire a inchiostrare un lavoro per il quale normalmente ci sarebbero voluti dieci giorni in soli tre giorni. Peccato che lo facesse cancellando gli sfondi e riempendo di nero le figure in secondo piano. Un giorno, mentreMark Evanier, l’assistente di Kirby, era in visita a New York, si recò agli uffici della Marvel. Lì vide delle fotocopie di pagine non ancora pubblicate del numero 1 di New Gods di Kirby appese al muro. Era sbalordito. Quelle pagine erano state tenute sotto chiave con tutte le precauzioni, cosa ci facevano li?“Quando sono tornato a Los Angeles ho chiamato Jack”, racconta Evanier,“e gli ho detto: non ti piacerà, ma New Gods n. 1 è nell’ufficio della Marvel”. Jack rispose:“Lo so. Ho appena ricevuto una lettera di congratulazioni da Marie Severin, che lavora alla Marvel”. Il trafugamento delle fotocopie fece infuriare Kirby, che incolpò l’amico Vince Colletta, l’unico che aveva accesso al suo lavoro e avrebbe potuto portarlo alla Marvel.Fu così che dai numeri 5 di New Gods e di Mister Miracle, e dal numero 6 di Forever People le chine passarono al più fedele, in tutti i sensi,Mike Royer. Quando la Dc ebbe i primi dati sulle vendite li trovò poco esaltanti. Il lavoro di Kirby era eccezionale, pieno di idee grafiche, ma aveva disperatamente bisogno di uno sceneggiatore che gli mettesse a posto i dialoghi e di un supervisore che gli strutturasse il lavoro. C’era bisogno di Stan Lee! Detto fatto, nel 1972 la proprietà della Dc contattò ripetutamente Stan Lee offrendogli il posto di direttore generale. Non se ne fece niente, perché la proprietà della Marvel rilanciò nominando Lee editore al posto diMartin Goodman(il quale aveva venduto la propria compagnia nel 1968, pur conservando il vecchio ruolo). Dopo che le tre serie dalle intenzioni grandiose del cosiddetto Quarto mondo furono cancellate, Kirby cercò altri concetti per riuscire a fare breccia in un mercato del fumetto sempre più instabile a causa della politica dimoltiplicazione degli albidi Marvel e Dc.In quegli anni l’interesse generale per il soprannaturale stava aumentando, con libri e film che esploravano l’ignoto in modi nuovi e avvincenti. I fumetti horror tornarono a uscire dalla fine degli anni sessanta, grazie all’allentamento della censura delComics Code, un ente privato voluto dagli stessi editori nel 1955 proprio per eliminare il genere horror che tanto aveva scandalizzato il pubblico. Con la maggior parte delle sue nuove proposte fraintese, ignorate o rifiutate dalla Dc, Kirby dovette optare per qualcosa di più tradizionale. Inchiostrato da Mike Royer, il primo numero diThe Demonesce nell’agosto 1972. Il nuovo personaggio è un mostro che parla in rima modellato graficamente su una sequenza diPrince Valiantrealizzata da Hal Foster nel 1939. Nonostante gli sforzi di Kirby, nemmeno The Demon fu un grande successo e chiuse con il numero 16. Malgrado non mancasse l’immaginazione, Jack Kirby dopo le prime storie aveva dato segni di stanchezza perché le sue nuove serie per la Dc avevano sempre pochi lettori e pure questi tendevano a diminuire. Kamandi, invece, ebbe un certo successo. Almeno nei primi anni. La serie racconta di un figlio del dopobomba ispirata al film “Il pianeta delle scimmie”, a cominciare dalla Statua della libertà ricoperta dalle acque sulla prima splash page e al mondo governato dagli animali. Kamandi esordì nel 1972 e durò fino al 1978, Kirby se ne occupò fino al 1975. Per tre anni Kirby scrisse, disegnò e supervisionò Kamandi da solo. Prima di lasciare la Dc, Kirby si adoperò per fare in modo che la serie potesse sopravvivergli. Dal n. 34 lasciò il ruolo dieditora Gerry Conway, continuando a occuparsi delle storie fino al n. 38 e delle matite fino al n. 40(a meno che tutto ciò non fosse stato deciso dalla Dc, come anche l’inserimento diJoe Kubertcome copertinista – NdR). Nonostante Kirby preferisse le serie del Quarto mondo, Kamandi è il suo personaggio più valido, rappresenta l’incarnazione di una gioventù selvaggia e innocente alla ricerca della propria indipendenza. La condizione decaduta dei simili di Kamandi allo stato animale riempie Kamandi di tristezza e spesso di rabbia, una rabbia rivolta tanto verso di loro che si lasciano dominare quanto agli animali che li dominano. Kamandi vive in una specie di terra di mezzo, il suo stesso aspetto, con pantaloncini logori e la criniera di capelli lunghi e spettinati, ne mette in mostra la sostanziale indeterminatezza: non è né uomo né animale.Soprattutto, l’ambientazione del mondo degli animali antropomorfi è ben definita e credibile. Per coprire le 60 pagine al mese che Kirby doveva fare per contratto, Kirby necessitava di una nuova pubblicazione. Riprese allora alcune sue vecchie idee mai approvate da Stan lee per un rilancio di Capitan America, e le applicò aOmac, un personaggio dal look immediatamente riconoscibile. Ad Omac affiancò una un satellite artificiale senziente come spirito guida, che lo osserva e guida dallo spazio, e confezionò il tutto con unconceptfantascientifico originale. Nelle pagine di Omac l’immaginazione di Kirby si dispiega profetica, combinando fantascienza con azione e satira sociale. L’autore attinge a H.G. Wells, Aldous Huxley e George Orwell, dipingendo le sue visioni su un’ampia tela che sembra trovare echi in film successivi comeTerminatoreBlade Runner. Anche se, a differenza di questi film, non sembra mettere in discussione la realtà futuribile delle megacorporazioni che rappresenta. La dà semplicemente per scontata.