PUMPKINHEAD, UN BEL FILM MAI DISTRIBUITO

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Pumpkinhead, film del 1988, è la prova del fatto che se uno è bravo e ha talento non c’è limite a quello che può fare.Due altri film, sempre di anni fa, comeSpawneVirus, pur molto diversi tra loro, sono accomunati da alcuni elementi. Per esempio, entrambi sono trasposizioni di una serie a fumetti. Oppure dal fatto che tutti e due fecero abbastanza schifo. Tanto per dire, eh. Quest’ultima, è probabilmente la diretta conseguenza del fatto che dietro la macchina da presa c’erano Mark A.Z. Dippé e John Bruno. Per carità, entrambi grandissimi professionisti nel campo degli effetti speciali (soprattutto Bruno). Tuttavia rivelatisi totalmente inadatti nei panni da regista. Sempre durante gli anni novanta, anche Tom Savini provò a cimentarsi come film maker con il remake deLa notte dei morti viventicon risultati non proprio brillanti… Insomma, se tanto mi dà tanto, pare che laregolasia che se sei bravo in una cosa dovresti limitarti a quella. Ora, prima di Savini, Dippé e Bruno, ci ha provato il leggendarioStan Winston. È l’uomo che negli anni ha dato vita,tanto per dirne alcuni, ai dinosauri diJurassic Park, ai cyborg diTerminatore agli xenomorphi diAliens.Nel 1988, Winston si mise sulla sedia da regista e giròPumpkinhead. Il suomostro personale, primo realizzato non su commissione. Nonché l’eccezione che conferma la “regola”. Pumpkinheadinizia con un flashback. Nel 1957, in una zona piuttosto rustica degli Stati Uniti, un certoHarleysi affretta a mettere al riparo gli animali della sua fattoria e poi torna di corsa in casa. Qui ci sono la moglie e il piccoloEd, suo figlio.In generale, sembrano tutti alquanto spaventati. Nel frattempo un uomo corre tra i boschi, apparentemente inseguito da qualcosa. Nella fuga, si trova proprio davanti casa di Harley: batte disperatamente alla porta invocando aiuto.Il contadino lo caccia in malo modo facendogli presente che è già “condannato”, e che se non si fosse allontanato immediatamente gli avrebbe sparato. Senza speranza di ricevere aiuto, l’uomo lascia la fattoria. Subito dopo viene raggiunto dal misterioso inseguitore e fatto a pezzi.Il piccolo Ed, alzatosi di nascosto, guarda dalla finestra l’intera scena.Pumpkinhead ha compiuto il suo “dovere”. Trascorrono gli anni e siamo nel presente (del film).Ed(Lance Henriksen), ormai adulto, vive insieme al figliolettoBilly(Matthew Hurley) nella fattoria di famiglia. È legatissimo al figlio, che non lascia un momento da quando la moglie è morta. Si fa persino aiutare da lui a gestire una piccola stazione di rifornimento. Un giorno si palesa l’incubo di ogni campagnolo: un gruppo dei adolescenti provenienti dalla città. I ragazzi si fermano algrocery store. Ed è costretto ad assentarsi per sbrigare alcune commissioni, lasciando Billy da solo per pochi minuti.I minuti bastano aJoel(John D’Aquino) per mettersi a fare casino con la motoretta da cross, sfrecciando sulle collinette lì intorno. Investe in pieno Billy, uccidendolo sul colpo. L’unico a restare accanto a Billy èSteve(Joel Hoffman). Gli altri, convinti da Joel, tra l’altro in libertà vigilata proprio perché non molto tempo prima aveva combinato un disastro analogo, si dileguano.Subito dopo, Ed ritorna trovandosi davanti il cadavere dell’amato figlio. E viene letteralmente accecato dalla rabbia e dall’odio. Come impazzito, Ed si reca dai suoi “vicini”. Tutti conoscono la leggenda di Pumpkinhead, ma sono pochi a crederci realmente. Ancora meno sanno dove sia la capanna dellamegera. La quale, si dice, sappia come invocare Pumpkinhead. Però lui sa bene che il demone delle zucche è reale, avendolo visto quella notte di trent’anni prima. Cosicché convinceBunt(Brian Bremer), uno dei ragazzi della zona, a farsi dire la strada per la capanna della strega. Si dirige lì con il cadavere del piccolo Billy. Una volta raggiunta, la strega dice a Ed che non è possibile riportare in vita il bambino. Ma piuttosto di un miracolo, l’uomo cerca vendetta. E per questa la soluzione c’è. Perciò, come da indicazioni, Ed si reca in un vecchio cimitero per riesumare il cadavere di un tizio sfigurato. Una volta portato alla strega, tramite il sangue di Ed mischiato a quello della carcassa, dà vita a un essere demoniaco: Pumpkinhead, il demone delle zucche.Il suo compito è vendicare i torti subiti da chiunque l’abbia invocato. Naturalmente uccide coloro che li hanno commessi. Ancor più ovvio, poi, è l’enorme prezzo che il demone richiede nell’applicare questo particolare concetto digiustizia. Non credo sia il caso di continuare oltre con la storia, pertanto, arriviamo a“La Domanda”: com’èPumpkinhead? Allora, si diceva che il film è opera di Stan Winston. Uno tra i nomi più importanti di tutta Hollywood e dintorni. Arrivato a un certo punto (magari per mettersi alla prova o forse per noia) decise di calarsi nei panni del regista, tirando fuori questoPumpkinhead.Sicuramente qualchesbavaturaqua è là ci sarà pure, eh. Ricordiamoci sempre che non stiamo parlando di un regista vero e proprio. Ciò non toglie chePumpkinheadè un film veramente, ma veramente riuscito. Non voglio perdere tempo a parlare della creatura e di come sia stata realizzata, perché il lavoro di Winston e del suo staff è sempre stato splendido e ineccepibile. Quindi anchePumpkinheadè magnifico e imponente.Solido e realistico nonostante i più di trent’anni che si porta addosso. Insomma, un vero schiaffone in faccia ai supermilioni spesi per la cgi di oggi, che dopo un paio d’anni assume quell’aspetto da videogioco vintage che fa tanto tenerezza.Al massimo, proprio a cercare il pelo nell’uovo, si nota forse una somiglianza un po’ troppo accentuata con lo xenomorfo di Alien. Ma tant’è,chissenein fondo. Per dire, in questo video potete vedere la sequenza della “nascita” di Pumpkinhead. Ciò che mi ha colpito maggiormente nel riguardare il film è la suatragicità.Pumpkinhead è un film horror solido. Ha un’atmosfera magnifica, suggestiva, e uno stile altrettanto bello. Il contrasto dei toni blu usati per le esterne con l’arancione caldo degli interni mi infogna malamente. Solo queste cose basterebbero a elevarePumpkinheadal di sopra della media dei b-movie. Ma si diceva della storia, no? Ecco, a un livello superficiale si tratta del classico “schemarevenge”: uno fa qualcosa di brutto e l’altro si deve vendicare.Un tema più che consolidato nel genere horror, sfruttato dai peggioslashersdi serie z ai migliori orrori gotici. Sotto questo aspetto, quindi,Pumpkinheadnon è niente di eclatante. Ciò che sorprende è il senso di tristezza. Di suo, è già abbastanza triste veder morire il piccolo Billy. Anche se la vendetta è la molla che mette in motoPumpkinhead, il film non ti porta mai a parteggiare per lui, trasformandolo in una specie di antieroe. Perché la morte del bambino, in fondo, è stata una fatalità. Com’è tragica la morte di Billy così è altrettanto tragico il fatto che dei ragazzi innocenti paghino con la vita l’errore commesso da uno di loro. Così com’è tragico che Ed, accecato dalla rabbia, venda la propria anima per vendicarsi.Alla fine l’unica cosa che viene fuori è che non ci sono vincitori, solo dolore e morte. A ogni modo, conPumpkinheadStan Winston è riuscito a creare un personaggio, unamaschera, molto potente. In grado di collocarsi nell’immaginario collettivo e andarsi a fissare nella nicchia dedicata agli idoli senza tempo.In virtù di questo, è quantomeno singolare che questo film da noi non sia arrivato. Ancor più strano, poi, che generò una serie di seguiti e due di questi (il terzo e il quarto, mi pare) siano invece stati tradotti e distribuiti qui da noi. Ma tant’è. Ebbene, detto questo credo che sia tutto. Stay Tuned, ma soprattuttoStay Retro.