POCHI FILM SULLA FORMULA 1

formula 1

Continua a essere uno degli sport più seguiti al mondo, nonostante le recenti modifiche ai regolamenti abbiano allontanato diversi appassionati. È sinonimo di azione, velocità, coraggio e pericolo.
Eppure… eppure il grande cinema ha praticamente ignorato il mondo della Formula 1.

Sì, va bene, Rush lo abbiamo in mente tutti, ma il film del 2013 diretto da Ron Howard è l’eccezione che conferma la regola, visto che ci sono pochissime altre pellicole che raccontino la classe regina delle monoposto mondiali. Non delle corse automobilistiche, che infatti sono state protagoniste diverse volte, ma proprio della Formula 1 in sé.

Da una rapida ricerca, oltre al summenzionato Rush, per quanto riguarda la fiction, i lungometraggi dedicati risultano Driven (Harlin, 2001), Gran Prix (Frankeimer, 1966), La Passione (John Hobbs, 1996), Un attimo, una vita (Sydney Pollack, 1977), oltre naturalmente a un nutrito gruppo di documentari.

Un numero veramente esiguo, dunque. Ed è un peccato, perché la Formula 1 avrebbe tutto per poter essere protagonista sui grandi schermi delle sale cinematografiche, oltre che su quelli piccoli delle mura domestiche. Prima di tutto per la natura stessa dello sport, fatta di persone folli che si lanciano a velocità ancora più folli, di rombi assordanti, di scontri plastici che rappresentano il filo sottile teso tra la vita e la morte, di incendi drammatici e così via.

Certo, è giusto sottolineare come non siano più i tempi di Alberto Ascari o di James Hunt, dove salire su una monoposto significava non avere certezza di finire la gara. Tuttavia anche oggi la Formula 1 resta uno sport adrenalitico.

Proprio per questo, il mondo della classe regina è ricco di storie che meriterebbero di essere approfondite e divulgate. A cominciare il campionato 1984, quando, dopo che per un biennio si era ritirato, Niki Lauda tornò in pista e a bordo di una McLaren vinse il suo terzo titolo mondiale, staccando Alain Prost di solo mezzo punto nel Gran Premio decisivo del Principato di Monaco.

Il francese fu a sua volta risarcito dalla sorte (e non solo…) quando nel 1988, in Giappone, la sua McLaren incocciò in quella del compagno Ayrton Senna, quest’ultimo riprese la gara, Prost fece ricorso e i giudici gli diedero ragione consegnandogli il titolo che “sul campo” era invece andato al compagno.

Vent’anni esatti dopo, la storia di Felipe Massa campione del mondo per soli otto secondi, prima che Lewis Hamilton si aggiudicasse una competizione che, nel suo svolgimento, era stata condita dal crashgate della Renault prima e della spy story McLaren-Ferrari poi.

Da raccontare non ci sarebbero solo i campionati, ma anche i loro protagonisti. Magic Senna, il Barone Rosso Schumacher, il Leone Mansell, Iceman Raikkonen, il Maestro Fangio sono solo alcuni dei personaggi che meriterebbero un biopic (vista anche la recente riscoperta del genere). Questo non solo per la loro straordinarietà di sportivi quanto, soprattutto, per le emozioni che hanno saputo regalare al grande pubblico. Ovvero ciò che, più ancora dell’argenteria in bacheca, ha reso tali campioni immortali.


2 commenti

  1. Tutto vero, ma… su quale sport si fanno molti film? Non me ne viene in mente neanche uno.

  2. Istintivamente direi il pugilato, un classico che viene periodicamente riproposto al cinema, anche con risultati degni di nota.
    Per quanto riguarda gli altri sport, si trovano vari film interessanti, ma effettivamente non sembra che ci siano discipline prevalenti. Inoltre spesso si tratta di sport con un appeal relativo in Italia.
    A proposito della Formila 1, mi sembra che la spy story McLaren-Ferrari citata nell’articolo risalga all’anno precedente, quando Raikkonen vinse l’ultimo titolo della Ferrari.

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