PERSEPOLIS: STORIA DI UNA DONNA INDOMITA
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Persepolisè un fumetto scritto (in lingua francese) e disegnato dall’autrice iranianaMarjane Satrapi. Il titolo originale èPersepolis, histoire d’une femme insoumise, cioèPersepolis, storia di una donna indomita.È stato scritto in due parti dal 2000 al 2003. In Italia è stato pubblicato per la prima volta dal 2002 al 2003. Donne iraniane negli anni settanta Persepolis è un’autobiografia ambientata per buona parte inIrane per una piccola parte in Europa, a Vienna.Inizia alla fine degli anni settanta e tratta il periodo della rivoluzione iraniana e la successiva guerra Iran-Iraq. 1979, donne iraniane al mare Negli anni settanta l’Iran era un paese piuttosto libero, dove le donne potevano lavorare fuori casa e indossare quello che credevano. Muhammad Reza Pahlavi, ultimo scià dell’Iran con la sua famiglia Mohamad Reza Palhaviera lo scià, cioè il re dell’Iran. Aveva studiato in Svizzera, era in buoni rapporti con l’Occidente e dichiarava di voler modernizzare l’Iran.Dal 1962 aveva messo in atto una politica di occidentalizzazione. Aveva introdotto il voto per le donne e il diritto al divorzio. Festeggiamenti nel 1971 per i 2500 anni della monarchia persiana Lo scià amava le cerimonie celebrative.L’Iran era un grande produttore di petrolio, ma il popolo non viveva nella ricchezza. “Ho compreso la vostra rivolta”, dice lo scià in televisione, “cercheremo tutti insieme di marciare verso la democrazia” In Iran molti non amavano lo scià, ritenevano che avesse la colpa di tutto e volevano che se ne andasse. I supermercati iraniani espongono poca merce sugli scaffali Alla fine degli anni settanta scoppiano manifestazioni di protesta che spesso degenerano nel sangue. Antiamericanismo e povertà degli iraniani Una parte della popolazione considerava lo scià un traditore venduto all’Occidente e agli americani. Manifestazioni a Teheran a favore e contro il velo. La madre di Marjane va a una manifestazione dove viene fotografata. La foto è diffusa in Europa e lei teme per la propria vita Gli integralisti islamici, contro il processo di laicizzazione dello scià, esigono il velo tradizionale per le donne. L’obbligo del velo diventa uno dei motivi di scontri di piazza a Teheran. 7 marzo 1980, imposizione del velo alle donne iraniane La prima vignetta a sinistra:“Questa sono io quando avevo 10 anni. Questo succedeva nel 1980”.Seconda vignetta a destra:“Questa è la foto di classe. Io sono seduta all’estrema sinistra così tu non puoi vedermi. Da sinistra a destra: Golnaz, Mahshd, Narine, Minna”. 10 dicembre 1978, manifestazione a Teheran che inneggia al ritorno di Komeyni, leader degli integralisti, dall’esilio a Parigi Nel libroPersepolisleggiamo che Marjane aveva dieci anni quando scoppiò la rivoluzione in Iran. Poi venne l’anno 1980: il primo anno in cui portare il velo divenne obbligatorio a scuola Durante la rivoluzione komeinista i ceti più conservatori della società si erano alleati con gli integralisti religiosi. I comunisti, che pure avevano partecipato alla rivoluzione, furono tolti di mezzo dai sostenitori di Komeyni. Il 7 marzo 1979 la legge impose il velo alle donne. L’imposizione del velo fu giustificata dall’applicazione di un precetto religioso. Questa è lasura(nome dei 114 capitoli in cui è diviso il Corano) a cui si ispirano coloro che vogliono imporre il velo alle donne. E dì alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne.Corano– Sura XXIV, 31 Quando io ero bambina, cioè negli anni cinquanta, in chiesa le donne dovevano indossare il velo. Era un velo leggero, di pizzo, come quelli nella foto. Io vivevo in una città del Nord dove sicuramente il controllo era meno stringente. Donne in chiesa a capo velato Una mia cara amica che proveniva da un paesino della Sardegna mi aveva detto che negli anni sessanta una ragazza che non frequentasse regolarmente la chiesa non aveva possibilità di sposarsi. La Chiesa imponeva il velo alle donne rifacendosi alla prima lettera ai Corinzi di San Paolo. “L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza… “Prima lettera ai Corinzi 11,7 (epistola di San Paolo)