MAXMAGNUS E GLI ALTRI PERSONAGGI DEI PRIMI EUREKA

Alla fine del 1967 l’editoreAndrea Cornoe il direttore generaleLuciano Secchi, uniti da parentela perché la sorella del primo ha sposato il secondo, lanciano nelle edicole la rivista mensile“Eureka”.L’Editoriale Cornosi sta arricchendo grazie al successo diKriminal, un tascabile “nero” ispirato a Diabolik, e ora cerca di darsi un tono per entrare nella buona società dell’editoria fumettistica con una rivista realizzata nello stile di “Linus”.Se Kriminal è migliore dell’originale dal punto di vista creativo, Eureka non supererà mai Linus né dal punto di vista qualitativo né per le vendite, ma sarà pur sempre un mensile interessante. La rivista pubblica soprattutto strisce umoristiche di quotidiani americani e inglesi, queste ultime abbastanza rare per l’Italia. Anche il personaggio di bandiera è inglese:Andy CappdiReg Smythe. Curiosa la tendenza tutta britannica di realizzare personaggi fannulloni: l’indolente impiegatoBristow(pubblicato in Italia da Linus), l’operaio scioperatoTommy Wack(che all’inizio la Corno tenterà di inserire come personaggio principale in una rivista simile a Eureka) e, appunto, il disoccupato cronico Andy Capp.Molto probabilmente Bristow e Tommy Wack erano stati lanciati in Inghilterra proprio come conseguenza del successo di Andy Capp, un po’ come gran parte degli attori della commedia italiana degli anni sessanta hanno rifatto il verso ad Alberto Sordi. Presentandolo nella copertina del primo numero, Eureka tenta di sfruttare la notorietà acquisita di Andy Capp attraverso la seguitissima“Settimana Enigmistica”, dove appare con il nome italianizzato di Carlo. La statua di Andy Capp ad Artlepool, città natale di Reg Smythe Oltre ai personaggi comici fissi, Eureka presentauna tantumgli eroi delle strisce avventurose. Inoltre, pubblica articoli scritti dal noiosetto e sempre piuttosto vagoCarlo Della Corte, e del più moderno e puntualeAlfredo Castelli(futuro autore diMartin Mystère), il quale a un certo punto lascerà “Eureka” per diventare la colonna di mensili a fumetti di altri editori dalla breve vita, come “Horror” e “Tilt”, e finire quindi redattore al settimanale “Corriere dei Ragazzi”. Quello che oggi i vecchi lettori ricordano maggiormente di “Eureka” sono forse i continui battibecchi nelle pagine della posta tra il direttore Luciano Secchi (che si firmaMax Bunkerquando fa lo sceneggiatore) e la sua pupilla, la giovaneMaria Grazia Perini. Tempo fa,Andrea Cornomi aveva confidato che non la sopportava. Nella mia analisi del“Corriere della Paura”diretto dalla Perini (vediQUI) ho rilevato diversi limiti nel suo modo di lavorare. Comunque sia, la Perini era un personaggio così ben caratterizzato che in qualche modo si aggiungeva a quelli immaginari delle strip. I lettori vedevano Luciano Secchi come un tipo bulletto che tentava di farsi passare per intellettuale e nella sua vice un’arrampicatrice che ironizzava sul proprio arrivismo. In qualche modo, la coppia “mediaticamente” funzionava. In questo articolo mi limiterò a esaminare i primi cinquanta numeri di Eureka, quindi quelli usciti dal 1967 fino agli inizi del 1971, che hanno visto il completo rinnovamento della rivista rispetto all’impostazione iniziale. Nella rivista dell’Editoriale Corno i fumetti iniziano con le strisce di Andy Capp, alle quali seguono le vignette domenicali. Vediamo qui solo alcune di queste ultime, che saranno successivamente soppresse dal“Daily Mirror”, il quotidiano inglese che le presentava, per pubblicare solo le strisce. Segue una strip davvero poco nota,ChiefdiJoe Dawley, che non durerà molto nelle pagine di Eureka. Come si accenna nella nota introduttiva della redazione che riproduciamo, siamo nell’estetica del segno “semplificato” di Charles Schulz (Peanuts), rielaborato come segno “grezzo” da Johnny Hart (B.c.).Uno stile che si diffonde all’inizio degli anni sessanta e che oggi ha monopolizzato le strisce americane (anche perché difficilmente uno sceneggiatore è anche un buon disegnatore, e viceversa). SniffydiGeorge Fettnon mi ha mai fatto ridere, per fortuna neppure questa striscia è durata a lungo nelle pagine di Eureka. SoliloquydiHügoè realizzata nello stile di Jules Feiffer, ma in maniera molto meno sofisticata. Pure questa dalla breve vita. Le strisce non autoconclusive, come l’ingleseCringe DetectivediMaddocks, venivano pubblicate con molte pagine per presentare storie complete. D’altra parte, venivano alternate con molti altri personaggi “avventurosi” e di conseguenza si vedevano poco nei numeri della rivista. SordellodiCarlo Santachiaraè l’unica striscia italiana, per fortuna di breve durata. Arcibaldo, stando ai sondaggi di Eureka non piaceva quasi a nessuno: l’ottimo disegno e l’umorismo ben confezionato facevano schifo ai giovani yè yè degli anni sessanta (figuriamoci a quelli di oggi). Accusavano il grandissimoGeo McManusdi essere un “matusa” uscito dal Corriere dei Piccoli vecchio stile. Mel Lazarus, più noto per la striscia di Momma (pubblicata in Italia dalla gigantesca rivista mondadoriana “Il Mago” nei primi anni settanta), propone su Eureka la maestraMiss Peach.Stan Lee cercò di imitare questo stile di “strip con un’unica vignetta” in uno dei suoi tanti infruttuosi tentativi di sfondare come autore per i quotidiani negli anni cinquanta. Striscia di alto livello èPiccolo RediOtto Soglow, ex vignettista del raffinato settimanale “New Yorker” (dove faceva un personaggio simile).Pure questa serie viene marchiata come vecchiume dai lettori di Eureka. Come si diceva, la striscia avventurosa prende molte pagine. Questa,una tantum, è l’ingleseGarth, non nella famosa versione di Peter O’Donnell e Frank Bellamy, ma in quella originaria scritta daSteve Dowlinge disegnata daGordon Boshell(i quotidiani inglesi scrivevano solo il nome dello sceneggiatore: il contrario di quello che facevano gli americani, che agli inizi mettevano solo quello dei disegnatore). Tranne Andy Capp, tutti i personaggi del primo numero di Eureka verranno soppressi per lo scarso interesse dimostrato nei loro confronti dal pubblico. La selezione iniziale della redazione, in effetti, è pessima.Le strisce sono state scelte a caso da persone che non le conoscevano: se la rivista ha resistito comunque in edicola è solo perché in quel periodo c’era una grande fame di fumetti. Alla fine degli anni sessanta stava iniziandol’epoca d’orodelle nuvolette in Italia durata poco più di un decennio. ArrivaColtdiTom K. Ryan, e la qualità comincia decisamente ad alzarsi, anche se questa striscia è stata sempre sottovalutata qui come in America (malgrado la lunghissima vita editoriale). Grande sorpresa: esordisce l’irresistibile saga diMaxmagnus, ovvero il primo riuscito tentativo della coppiaMax BunkereMagnusin campo umoristico. Le brevi storie non fanno tanto ridere per i testi, pur buoni: sono le caratterizzazioni di Magnus a renderle esplosive. Vengono presentati i risultati del sondaggio tra i lettori… … segue il solito articolo fumettologico diAlfredo Castelli. Il primo articolo diMaria Grazia Perinicredo sia questo.L’esile tema sono le modeste caricature dei candidati alla presidenza americana delle elezioni del 1968 realizzate daBob Kane, l’uomo che rubò aBill Fingerl’idea definitiva diBatman. Mr. MumdiPhillipssfrutta un tema suggestivo come quello del bizzarro, anche se non sempre ben risolto dall’autore. Alley OopdiVincent Hamlinappare sin dall’inizio su Eureka, ma solo in questo numero viene presentata una storia vecchia: una delle più divertenti in assoluto.Ditemi voi se non sembra scritta da Al Capp, l’autore di Li’l Abner: qui l’omone delle caverne prende il posto del ragazzone di campagna. The Spiritdel grandeWill Eisnerdiventa una presenza fissa.