MALISA LONGO NUDA PER TINTO BRASS E BRUCE LEE
Malisa Longo, nata a Venezia nel 1950, a sedici anni si mette a viaggiare in autostop. Si ferma a Milano per fare lago go girl(la cubista di oggi) in una discoteca, poi passa a Roma dove balla al Piper. Siamo nel 1967, nella capitale Malisa muove i primi passi nel mondo dello spettacolo: fa la modella, l’indossatrice, parecchia pubblicità. Il suo fisico prorompente, gli occhi azzurri intensi dal taglio malizioso e aggressivo, lo sguardo felino ne fanno una presenza interessante che il cinema non si lascia sfuggire. Il primo film della giovanissima Malisa Longo è l’hitchcockianoUna sull’altradi Lucio Fulci (1967), un esempio di lesbo triller, ma la sua parte è modesta. Subito dopo, interpretaEat it!(1967), unico film girato dal documentarista Francesco Casaretti, una strampalata commedia con uno ancora sconosciuto Paolo Villaggio nei panni di un primitivo. Il 1968 Malisa lo inizia conNude… si muoredi Antonio Margheriti (1967) con il nome di Anthony M. Dawson. Un thriller progettato da Bava che Margheriti gira con poco entusiasmo (non è un lavoro nelle sue corde), presenta la solita trama del killer scatenato in un collegio femminile. Il film viene girato in inglese, con attori anglofoni come Mark Damon e Michael Rennie, ma fanno parte del cast, oltre a Malisa, anche le italiane Lorenza Guerrieri e Luciana Pigozzi. In questo film la Longo ha un ruolo minore, è una ragazza che muore sotto la doccia, in una delle tante scene allaPsycho(1960) diventate un tormentone per il cinema italiano. Margheriti ha il merito di lanciare la cubista del Piper nel mondo della celluloide e tutto sommato ci vede bene. Sempre nel 1968, Malisa Longo recita due piccole parti in film d’autore comeUna ragazza piuttosto complicatadi Damiano Damiani, accanto a Catherine Spaak, Florinda Bolkan e Gigi Proietti, e inFelliniSatyricondi Federico Fellini (c’è pure Alvaro Vitali). NeIl trapiantodi Steno (1969), Malisa recita con Carlo Giuffrè e Renato Rascel, Nello stesso film c’è pure Gabriella Giorgelli con la quale condividerà moltidecamerotici. Il film è una farsa pecoreccia ispirata ai trapianti di cuore di Barnard, solo che qui si trapianta un membro virile. Zorro marchese di Navarradi Francesco Montemurro (1970) invece è il primo film che la bella attrice veneziana interpreta da protagonista, nonché il primo della serie sul bandito mascherato, il secondo viene nel 1971 ed è lo spagnoloZorro il cavaliere della giustiziadi José Luis Merino. In entrambi i film Malisa Longo è Carmen, la ragazza di Zorro, vestita con costumi stupendi che fanno risaltare la sua bellezza. Il regista spagnolo la guida anche nel suo primo western girato interamente a Madrid:Ancora dollari per i Mc Gregor, protagonista Stelvio Rosi, che adesso vive in Brasile. Il primo film da protagonista assoluta di Malisa Longo èIo Cristiana studentessadegli scandali.Nel cast figurano Rossano Attolico e Glenn Saxon. Il film, che poi è anche il primo erotico di Sergio Bergonzelli (1970), è una storia d’amore tra una studentessa e un professore, ambientato nel periodo della contestazione giovanile. Malisa Longo è una studentessa battagliera, una sessantottina inneggiante all’amore libero, che però alla fine si innamora del professore e per questo motivo viene violentata e beffeggiata dai suoi coetanei. Il finale melodrammatico vede Malisa Longo morire precipitando da un burrone a bordo della motocicletta. Non si comprende bene se è un suicidio oppure se si tratta di un incidente, lo spettatore resta nel dubbio. Oreste Del Buono scrive un gran bene di questo film, definendolo un apologo della contestazione giovanile. La scena cult è quella in cui Malisa Longo sale su una macchina, si toglie il reggiseno e lo esibisce come una bandiera. Il film fa scalpore e incassa molto. Nonostante sia girato con pochi mezzi, il clima di contestazione è molto ben ricostruito, come pure lo spirito dissacrante che porta a smitizzare scuola, educazione e ogni tipo di tabù. Rossano Attolico è un attore meteora che si fa chiamare solo con il nome, un bellone da fotoromanzo molto in voga nel periodo. Due ragazzi da marciapiededi Ramon Fernandez (1970) è una commedia che vede come attori principali Ira Fürstemberg, Annabella Incontrera e Jean Sorel. Malisa Longo fa la parte di un infermiera-segretaria che cura l’affollato studio ginecologico del protagonista. Nel cast, oltre a una serie di belle donne, figura anche uno stilista omosessuale che diventa amico del bel ginecologo. Non è un film di grande interesse. La ragazza di nome Giuliodi Tonino Valerii (1970) è un film importante girato in Veneto da un buon regista, la sceneggiatura è tratta da un romanzo di Milena Milani. Protagonista èSilvia Dionisio(che a sentire Malisa Longo“aveva un po’ la puzza sotto il naso”), ma ci sono anche Riccardo Garrone, Ivano Staccioli, Gianni Macchia, Anna Moffo, Maurizio Degli Esposti, Livio Barbo, Roberto Chevalier e John Steiner.Marco Giusti suStracultlo definisce“un infuocato lesbo-movie con la coppia di culto Anna Moffo – Silvia Dionisio”, ma il Giusti va preso con le molle. Per essere nel 1970 di nudo se ne vede abbastanza, la tematica affrontata è trasgressiva, però non così spinta. Silvia Dionisio ci mostra il seno, mentre il soprano Anna Moffo è completamente nuda accanto a Gianni Macchia. La storia racconta di una donna che con gli uomini non prova niente, però se ne porta a letto diversi. A un certo punto cerca l’amore con le donne, vorrebbe cambiare sesso. Per Mereghetti il tema è trattato con poco stile e soprattutto interpretato da attrici legnose.Malisa Longo è una ragazza che viene assunta in casa della Dionisio, ha un fidanzato che la protagonista cerca di portarle via. In questo film Malisa non si spoglia molt. Malisa Longo conclude il 1970 interpretando il poliziescoTre per uccideredi Ignacio F. Iquino (1971), modesta produzione spagnola. Nel 1971 ha una piccola parte da invitata inRoma benedi Carlo Lizzani, un film che si ricorda soprattutto per il modo folle e sconclusionato con cui viene girato. Citiamo per completezza ancheBlindmandi Ferdinando Baldi, unospaghetti – westernche vede nel cast addirittura il grande Ringo Starr. Malisa Longo alle prese con la cintura di castità: tema classico dei “decamerotici” In questo periodo il genere fondamentale in cui Malisa Longo primeggia, accanto aOrchidea De Santis, Gabriella Giorgelli,Femi Benussiè ildecamerotico.Nel 1972 interpretaLa bella Antoniaprima monica e poi demoniadi Mariano Laurenti, conEdwige Fenechcome protagonista. Malisa Longo interpreta un’ostessa, ma anche se ha un ruolo importante lei e la Fenech non si incontrano mai. La sua parte di Malisa è interessante e, come lei stessa ricorda, ben fotografata da Clemente Santoni. Impresa non difficile, perché la sua bellezza è davvero al culmine. Nello stesso anno Malisa ci mostra le sue grazie più segrete inBeffe, licenze et amori nel Decamerone segretodi Giuseppe Vari,Decameron proibitissimodi Marino Girolami,Il Decamerone proibitodi Carlo Infascelli eLe mille e una notte all’italianadi Carlo Infascelli. Come già abbiamo avuto modo di dire, il sottogenere derivato dal modello colto di Pasolini dura poco per lasciare campo libero alla commedia sexy. Ricordiamo con piacere la bella Malisa Longo protagonista diBeffe, licenze et amori nel Decamerone segretodi Giuseppe Vari (che si fa chiamare Walter Pisani) nei panni di una badessa veneta supersexy. Questo film, strampalato ma originale, ha come protagonista Dado Crostarosa che veste i panni del poeta Cecco Angiolieri e passa da una donna all’altra. La poesiaS’i fossi focoè adattata per musica e utilizzata come sigla iniziale. Le prede principali di Cecco sono una stupenda Orchidea De Santis, moglie di un marito imbranato come Giacomo Rizzo (molto bravo), e la suora Malisa Longo. Le attrici sexy italiane si sono cimentate tutte almeno una volta nel ruolo della monaca svestita e concupita, e la Longo, con i suoi occhi espressivi, caratterizza molto bene questa badessa di Sangimignano. La scena cult del film è quella in cui Crostarosa porta la monaca in un bordello e la convince che si tratta di un convento. Ovvio che qui ne accadono di tutti colori e la bella Malisa finisce nuda con gli stupendi seni in bella vista. La badessa riesce a scappare e arriva al convento vestita solo di un telo, tanto che non viene creduta ed è messa in cella di rigore. Crostarosa continua a tormentare la badessa andando al convento vestito da suora per cercare di portarsela a letto, ma non ci riesce. L’occasione è buona per ammirare ancora una volta il prorompente corpo di Malisa Longo senza veli. I capelli neri, tagliati corti, e lo sguardo ingenuo ma allo stesso tempo malizioso, con gli stupendi occhi d’un azzurro intenso, quasi colore dell’acqua, completano il quadro d’una bellezza selvaggia, quasi animalesca, da pantera. Vestita da suora la Longo è davvero provocante. Nel film fa la sua parte anche Orchidea De Santis, moglie insoddisfatta del saltimbanco Rizzo, che inventa le peggiori malattie infettive pur di scopare con Crostarosa. La De Santis mostra con generosità le sue grazie in un paio di focosi amplessi con l’amante. C’è pure un incontro tra Malisa Longo e Orchidea De Santis, avviene quando quest’ultima decide di andare in convento per nascondere una gravidanza indesiderata. Pure la De Santis vestita da novizia non è male e fa la sua figura. Come nella scena nella quale spinge il marito a un rapido amplesso per addebitargli un figlio che invece è dell’amante. Tutto il film è condito da una grande dose di ironia e le scene di sesso si inseriscono bene in una cornice fondamentalmente comica. Ricordiamo nella parte del podestà anche l’ottimo Renzo Rinaldi che per l’occasione interpreta un marito cornuto. Il cliché è quello tipico deldecamerotico, non è certo un capolavoro, ma non me la sento di definirlo “ignobile” come fa Pino Farinotti. Il film lo produce Carlo Infascelli che poi girerà altri duedecameroticidella Longo, la regia è di un buon mestierante come Giusepe Vari che lo realizza in un paio di settimane. La formula è diversa dal solito, perché non abbiamo unapochadea episodi ma un personaggio di raccordo (Cecco Angiolieri) che imperversa per tutto il film. In ogni caso se la storia è unica sono diverse le avventure erotiche del protagonista che danno sale alla trama del film. Decameron proibitissimoè di Marino Girolami (si fa chiamare Francesco Martinelli), un regista importante della futura commedia sexy. Tra gli interpreti ci sono anche Maurizio Merli e la bella ma sfortunata meteora Christa Nell. Malisa Longo non ha un bel ricordo di Merli, da quanto leggiamo nell’intervista rilasciata a Manlio Gomarasca e Davide Pulici: lo definisce“montato, poco simpatico, uno che pensava d’essere un grande attore…”. Christa Nell invece è morta molto giovane di leucemia. Era la compagna di Ettore Manni che dopo la sua scomparsa non si è più ripreso e si è suicidato. Malisa Longo la definisce una ragazza deliziosa e simpatica. Il film è noto pure con il sottotitolo molto indicativo diBoccaccio mio stattezitto…, forse per parafrasare un modo di dire televisivo lanciato da Raffaele Pisu con il pupazzo Provolino.Si tratta di un film a episodi scritto dalla premiata coppia Corbucci e Amendola che vede la Longo coinvolta soltanto nel sesto episodio, nei panni di una baronessa che tradisce il marito (Gianni Musy) con Maurizio Merli (Raniero). I due ultimidecameroticidi Malisa Longo sono di Carlo Infascelli e meritano un breve cenno. Il Decamerone proibito(sottotitolo:Le altrenovelle) è un film corale a episodi concatenati nel quale ogni attrice ha un momento importante. La Longo è la moglie di Giacomo Rizzo, ma ci sono pure Gabriella Giorgeli e Orchidea De Santis, vero volto deldecamerotico(pure se lei confida ad Amarcord che “cercavano soltanto un culo… altro che volto!”). Il cast che comprende anche Dado Crostarosa, un giovane convinto con buoni argomenti dalla De Santis a non farsi frate, e Mario Maranzana. Le mille e una notte all’italianaè un titolo infelice per il solitodecameroticoambientato in Italia che serve il solito menù di mariti cornuti, mogli fedifraghe e frati goderecci. Ildecameroticonon poteva durare di più, in pochi anni aveva esaurito il poco che aveva da dire. In questo film Malisa Longo è protagonista con Maurizio Merli. Un bel personaggio ce l’ha anche Orchidea De Santis, un ruolo interessante lo riveste pure Maria Pia Giancaro (attuale principessa Ruspoli), mentre tra gli uomini, oltre Merli, ci sono Giacomo Rizzo ed Elio Crovetto. Nel 1972 incontriamo Malisa Longo sul set del bel poliziescoAfyon oppiodi Ferdinando Baldi, nei panni di una siciliana figlia d’un boss mafioso e lavora a fianco di Ben Gazzara e Silvia Monti.Altri suoi film del 1972 sono i modestipaellaespaghetti-westernI bandoleros della dodicesima oradi Alfonso Balcazar Granda eC’era una volta questo pazzo, pazzo westdi Vincenzo Matassi (con Dada Gallotti). Le guerriere dal seno nudo(1972) è un film di Terence Young (quello dei primi 007 con Sean Connery) che doveva segnare la rinascita del peplum erotico all’italiana, ma fu un fallimento (anche perché gli rubarono il titolo giusto,Le amazzoni, utilizzato da Alfonso Brescia per un lavoro concorrente uscito prima). Il film uscì fuori tempo e a niente valse aver scritturato trentacinque stupende ragazze.Tra le attrici si ricordano per bellezza, scene maliziose e sexy Alena Johnston, Sabine Sun, Luciana Paluzzi e Malisa Longo. Ci sono alcune sequenze di amore lesbico appena accennate che nella versione televisiva non figurano perché tagliate. Angelo Infanti interpreta Teseo e fa innamorare la regina delle amazzoni (Antiope -Johnston) durante l’annuale inseminazione.Malisa Longo finisce nel cast perché il regista le aveva fatto un provino per unBenvenuto Cellinimai girato, e ne era rimasto ben impressionato. Racconta Malisa a Gomarasca e Pulici che in Sardegna (dove si faceva l’allenamento per la preparazione atletica per il film) c’erano queste trentacinque ragazze stupende che facevano vita spartana in un albergo meraviglioso di Porto Cervo, tra ginnastica sulla spiaggia, equitazione, lotta greco-romana, tiro con l’arco e con il giavellotto, lezioni di inglese e di recitazione. Il film viene girato in Spagna. L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidentedi Bruce Lee (1973) è un film di importanza epocale per la carriera di Malisa Longo che si vede dirigere dal mito del kung-fu, pure interprete della pellicola.Il film è ambientato in set internazionali dato che un Bruce Lee è all’apice della notorietà: le parti di pura azione sono eccezionali. Si tratta dell’unico film che Bruce Lee gira in Italia, ne cura la produzione Riccardo Billi, il marito di Malisa Longo. Bruce Lee alloggia all’Hotel Flora dove ogni giorno si allena, è sensibile al fascino femminile ma non ammette volgarità verso una donna. Malisa Longo ricorda nell’intervista citata che una sera Bruce Lee prese le sue difese contro una persona che aveva fatto un commento salace sui suoi hot-paints. Sequenza tagliata del nudo di Malisa Longo nel film di Bruce Lee girato a RomaUn tizio con la faccia strana ti cerca per uccidertidi Tullio Demicheli conclude il 1973. Non è un pellicola di particolare interesse, anche se nel cast figurano Chris Mitchum, Arthur Kennedy e Barbara Bouchet. Adolescenza perversadi Josef Benazeraf (1973) è il primo di una serie di film che la Longo interpreta in Francia. Anche questo è erotico e di un certo interesse, realizzato tra Francia e Italia (a Perugia) da un ottimo regista poi passato al porno. Un film drammatico su una professoressa di matematica che dopo un matrimonio fallito odia gli uomini, ciononostante si innamora di un proprio alunno. La professoressa è Femi Benussi, tra le due belle attrici non scattano particolari rivalità e il lavoro procede in perfetta sintonia. Quasi nello stesso periodo la Longo gira a Dauville, in Normandia, un ruolo (non erotico) in un film tutto francese. Il regista è Claude Pierson e il film è intitolatoA propos d’une femme. Superuomini, superdonne, superbottedi Alfonso Brescia (1973), che si firma Al Bradley, è un pasticcio inqualificabile a metà tra cavernicolo, amazzonico e kung-fu. Forse Brescia sceglie la Longo perché ha lavorato con Bruce Lee e in un film di amazzoni. In ogni caso questa pellicola è importante perché segna l’inizio di una lunga collaborazione tra il regista e la bella attrice veneziana. Nel film c’è Aldo Canti che si fa chiamare Nick Jordan, famoso cascatore ai tempi dei tre Supermen, un malavitoso in seguito ucciso a colpi di pistola, bravissimo come cascatore, era uno che si buttava da trenta piani senza paura. Prenez la queu comme tout le monde eIl clubdel piacere,sono gli altri film erotici-brillanti che Malisa Longo fa in Francia. La regia di entrambi è di Jean-Françoise Davy (1973). L’attrice spicca come unica italiana in cast transalpini. Nel primo la Longo recita la parte di una delle tre donne che ricevono da uno stesso uomo la promessa di matrimonio e come le altre partecipa a una terribile vendetta, nel secondo è la proprietaria di un elegante albergo sull’orlo della chiusura, innamorata di un fidanzato fin troppo intraprendente. L’uomo la convince a trasformare l’albergo in un club del piacere per sole per donne. La critica francese ne parla bene, e i film hanno molto successo. Mentre in Italia escono con poca visibilità, senza pubblicità, inseriti nelle programmazioni estive. Nonostante questo, per Malisa è un momento professionale felice. Malisa Longo viene nominata Miss Cinema e comincia a imporsi insieme a Ornella Muti, Eleonora Giorgi e altre attrici come volto nuovo del cinema italiano. Quando la sua stella comincia a brillare davvero, un terribile incidente d’auto compromette la carriera dell’attrice. Le vengono applicati centocinquanta punti sul volto, ma per fortuna Malisa si riprende quasi subito. Dopo numerosi interventi, la sua bellezza ritorna pressoché come prima, anche se tornare a lavorare si presenta più difficile che mai. Chi le dà fiducia e Luigi Filippo D’Amico, che la vuole a tutti i costi nel suo film:Il domestico (1974), un lavoro che ottiene un grande successo di pubblico. Protagonista è un lanciatissimo Lando Buzzanca. Malisa non è la prima donna del cast, il suo ruolo è secondario rispetto a Femi Benussi, Martine Brochard e Silvia Monti, ma per lei è lo stesso un successo. L’adolescentedi Alfonso Brescia (1975) non è un film ritagliato su Malisa Longo, che ha la parte secondaria di frau Marlene. Le bellezze che fanno la pellicola sono Daniela Giordano, Sonia Viviani (la nipotina tutta pepe) e Dagmar Lassander. La parte del leone, da ragazzina perversa, alla Gloria Guida deLa minorenneo deLaragazzina, la interpretaSonia Vivianiche non è bella e provocante come il modello di riferimento, però se la cava. La Viviani sconvolge ilmenagea base di corna tra Tuccio Musumeci e Daniela Giordano (che ha per amante Raffaele Sparanero, il fratello di Franco Nero) e punta a dividere la copia per mettere mano sull’eredità. In questo periodo Malisa Longo la troviamo sempre più sul fronte del cinema erotico che la impegna in Italia e all’estero.Afrika eroticadi Ken Dixon (1975) è una buona produzione statunitense con Eva Carson, Larry Casey, Colette Descombes, Dan Harrison, Malisa Longo e Paola Maiolini.Il film prende le mosse da un sogno di un ragazzo che si vede naufrago su di un’isola africana abitata da amazzoni primitive e cannibali. Le selvagge non si mangiano il nuovo venuto, ma lo sottopongono a un vero e propriotour de forceerotico. Per Malisa Longo è un’esperienza strana perché Ken Dixon riprende a tutti i piedi e fa dettagli di mani, mentre i volti gli interessano poco. Il film viene girato in Italia nella tenuta di Fogliano, un posto così bello che pare d’essere in Africa per davvero, ci sono pure le palme. Lei ricorda la pellicola come“una cosa assolutamente demenziale”. Giochi erotici di una famiglia perbenedi Francesco Degli Espinosa (1975) è un erotico-drammatico con Erika Blanc, Malisa Longo, Maria D’Incoronato e Donald O’Brien.Una serie di delitti familiari sono il filo conduttore del film firmato Vincenzo Matassi (pseudonimo di Degli Espinosa) che risente di un assurda sceneggiatura di Renato Polselli.Malisa Longo è la moglie traditrice che viene avvelenata da Donald O’Brien e gettata nel lago, ma non è morta, torna per vendicarsi del marito (che se la fa con la nipotina) insieme alla Blanc che si traveste da uomo. Finisce in una mattanza generale. Un film alla Polselli, autore che si ama o si odia, per me va bene la seconda. Salon Kittydi Tinto Brass (1976) è il suo film più importante e a mio giudizio un film capolavoro per il regista veneziano. Per parlare di questo film servirebbe un capitolo intero e forse non basterebbe, diciamo solo che per la Longo segna l’inizio di una fruttuosa collaborazione con il più importante regista di cinema erotico italiano. Il film gode di una straordinaria ambientazione e la storia delle ragazze naziste che fanno le prostituite per scoprire i segreti dei soldati che frequentano la casa di Kitty è ben sceneggiata.Teresa Ann Savoyè perfetta nella parte della ragazzina convinta dei principi nazisti che alla fine si sente usata e fa arrestare il suo capo. Malisa Longo si trova molto bene con Brass e conferma che nel film molti attori non protagonisti hanno recitato vere scene di sesso. DaSalon Kittyderivano tutti inazi-eroticiitaliani, pure se questa è opera d’autore interessante e non si può confondere con tanti prodotti di infimo livello. Brass non riconosce come sua la versione del film che circola per le sale, visto che viene rimontata dal produttore Giulio Sbarigia per evitare il sequestro. Il film scandalizza abbastanza pure così, ma passa al vaglio della censura e circola con un divieto ai minori di anni diciotto (in ogni caso io l’ho visto che ne avevo quindici barando sull’età). Un film folle e sensazionale per certe scene di rapporti con monchi, nani, depravati ed esseri mostruosi (Salvatore Baccaro su tutti) che sono il piatto forte della recitazione.Il cast è eccezionale: Helmut Berger (l’ufficiale nazista), Ingrid Thulin (Kitty), l’efebica e perversa Teresa Ann Savoy, John Steiner, Sara Sperati, Rosemarie Lindt,Paola Senatore, John Ireland, Tina Aumont, Stefano Satta Flores e molti altri.Paola Senatore deve fare sesso con un nano, in una scena molto forte che anticipa quella di Debora Caprioglio inPaprika(1990). Emanuelle bianca e neradi Mario Pinzauti (1976) viene girato in contemporanea all’altrettanto folleMandinga(sempre di Pinzauti), risposta italiana molto dissociata alMandingo(1975) americano.Malisa Longo recita accanto ad Antonio Gismondi, Rita Manna e Percy Hogan. Per ricordare la Louisiana, il film viene girato su un set allestito a Sabaudia. La bella veneziana è Emanuelle bianca, la proprietaria di una tenuta che ha dei rapporti con uno dei propri schiavi. Emanuelle nera è una delle schiave. Il film è pessimo, uno dei peggiori Emanuelle italiani, manca la mano di un Joe D’Amato. DuepoliziotteschicomeC’è una spianel mio lettodi Luigi Petrini (1976) eMark colpisce ancoradi Stelvio Massi (1976) sono i film successivi di Malisa e meritano solo un rapido cenno.Taxi love:servizio per signoradi Sergio Bergonzelli (1976) segna il ritorno all’erotico per Malisa Longo. La storia racconta di un gruppo di tassisti pescaresi che forniscono alle straniere in vacanza ogni tipo di prestazione, soprattutto di natura sessuale.Tra le presenze femminili segnaliamo una giovanissima Marina Pierro,Marisa Mell, Bianca Estrada, Barbara Lay e Karin Well (Wilma Truccolo).Malisa Longo è l’amante del tassista Maximo Valverde, ma tra gli uomini vanno citati Tiberio Murgia e Alfredo D’Ippolito. Chi ha visto almeno un film di Bergonzelli, pure non addizionato con scene hard, sa cosa l’aspetta. Amori, letti e tradimentidi Alfonso Brescia (1976) è ben definito da Marco Giusti suStracultcome “un erotico-burino” e infatti il film è decisamente pessimo, ma ha un suo fascino per via del cast che va da Marisa Mell a Don Backy, passando per le affascinanti Sonia Viviani e Malisa Longo. Fa tutto Mauro Righi, lo scrive e lo produce, il resto è opera di Brescia e quel che ne viene fuori è una cosa orribile. La calda bestia di Spilbergdi Alain Garnier (1977) è unnazi-eroticosulla scia di Salon Kitty, pare che esista una versione francese hard nella quale però la Longo non gira le scene incriminate. Il suo ruolo è quello della capitana delle SS, un’aguzzina che ne combina di tutti i colori alle sue prigioniere. Questo tipo di personaggio la vedrà impegnata in altre pellicole di fine anni Settanta. El machodi Marcello Andrei (1977) vede Malisa Longo accanto al campione di pugilato Carlos Monzon, che si era conquistato una buona fama battendo Nino Benvenuti. Si tratta di unospaghetti-westerndi poche pretese, a base di avventura, bari e banditi che però, vista la fama di Monzon, poteva essere una buona carta da giocare per la produzione. Si inventa pure una storia d’amore inesistente tra la Longo e Monzon, un giornale sportivo esce con una foto della Longo vestita da amazzone a mezza pagina e il titolone in grassetto: “Monzon tiene il titolo e cambia donna”. Non serve a niente. Tra l’altro Monzon ha una compagna molto gelosa, Susana Jimenez, che frequenta il set perché ha una parte nel film, spesso i due se le danno di santa ragione. Produttore del film è il marito della Longo e Andrei la tratta male per tutto il periodo di lavorazione solo per questo motivo. Non è un grande regista Andrei e non è neppure una persona di grande sensibilità. Fraulein Kittydi Patrice Romme (1977) riporta la Longo in un altronazi-eroticoche la vede insieme a Patrizia Gori e Claudine Baccarie. L’immagine di Malisa Longo come personaggio crudele e spietato nasce conSalon Kittye prosegue per molti film del genere. Le appiccicano un’etichetta dibad womanche la Longo accetta, pure se ci tiene a specificare che non ha mai girato scene porno, dato che qualche produttore scorretto ha aggiunto scene hard in alcune pellicole. Il cliché dellabad womanviene fuori a causa del suo fisico prorompente e della personalità aggressiva. Malisa Longo afferma:“In questi ruoli mi divertivo un mondo perché intimamente io mi sentivo all’opposto”. Californiadi Michele Lupo (1977) è un film che tratta la guerra di secessione americana. I protagonisti sono Giuliano Gemma e Miguel Bosè. La Longo interpreta un cammeo accanto a Gemma. Il ruolo femminile in questi lavori è sempre sacrificato. A questo punto segnaliamo ben sei film consecutivi girati con Alfonso Brescia che in passato aveva già utilizzato la Longo per due pellicole. In tutto fanno otto lavori che indicano la bella veneziana come attrice feticcio di Brescia:Anno zero: guerra nello spazio(1977),Zanna Bianca e il cacciatoresolitario(1978),Cosmo 2000: battaglie negli spazi stellari(1978),La guerra dei robot(1978),Sette uomini d’oro nellospazio(1978),Il Mammasantissima(1978). Zanna Bianca e il cacciatore solitarioè un avventuroso di poche pretese ricalcato sul film originale di Lucio Fulci del 1973 e sul sequel di Tonino Ricci dello stesso anno (Zanna Bianca alla riscossa). Zanna Bianca è un personaggio per ragazzini, che impazziscono per le gesta dell’eroico canelupo. La pellicola viene girata nel cuneese, in pieno inverno con un freddo allucinante. Il cane è molto bravo e ben addestrato, forse le sue qualità di recitazione sono superiori a quelle di attori come Robert Wood, Pedro Sanchez e Franco Lantieri.