L’UOMO RAGNO CLASSICO DI JOHN ROMITA

Il vero uomo ragno sarà anche quelloinattuale diSteve Ditko, come sostiene il buon Sauro(andiamoci piano con la condiscendenza – NdR), ma è innegabile che fu quello meno ombroso e complicato diJohn Romitaa imporsi nell’immaginario collettivo. Quello di Ditko era semplicemente troppo nevrotico per diventare mainstream(era solo il fumetto più venduto della Marvel – NdR), quello di Romita aveva invece tutte le carte in regola per farlo. John Romita, nato nel 1930 nel distretto di Brooklyn, tornò da Stan Lee verso la metà degli anni sessanta dopo avere collaborato con la Atlas/Marvel nei cinquanta, disegnando, tra l’altro, la sfortunata ripresa diCapitan Americain chiave anticomunista.Romita capita nel periodo più creativo della Casa delle idee, grazie al lavoro svolto da Jack Kirby e dallo stesso Steve Ditko, dopo che per una decina d’anni aveva disegnato storie sentimentali per la Dc Comics con scarsa soddisfazione anche se con innegabile impegno. Stan Lee gli affida, alla fine del 1965, le matite diDaredevildopo l’abbandono diWally Wood. Il ritorno di Romita allo stile supereroistico è veloce: fin dai primi episodi di Devil riesce a disegnare fisici muscolosi anatomicamente corretti e scene dotate di un’invidiabile dinamicità(le sue prime storie di Devil erano state schizzate da Jack Kirby – NdR). Romita dichiara di essersi ispirato a Jack Kirby, ma questo non traspare per nulla(? – NdR)dallo stile del nostro, che appare completamente diverso e già personale fin dall’inizio. Tanto che quando Steve Ditko lascia la Marvel, Stan Lee pensa subito a lui per le matite dell’uomo Ragno. La prova generale era avvenuta nel numero 16 di Devil. Romita la supera a pieni voti, dando vita a uno Spider-Man altrettanto plastico di quello di Ditko, anche se molto più pop e al passo coi tempi(e questo mese ci siamo giocati lo stipendio – NdR). Romita dichiara di essersi ispirato in tutto e per tutto alla versione di Steve Ditko, dalla quale non voleva discostarsi per mantenere una continuità nella impostazione grafica della serie e anche perché nei primi mesi tutti pensano che il creatore del tessiragnatele sarebbe tornato sui suoi passi. Ancora una volta si hanno motivi fondati per dubitare delle parole di Romita Senior, poiché il suo Uomo Ragno fin da subito si discosta notevolmente da quello del predecessore, realizzando una visibile cesura grafica che contribuirà a fare immediatamente di Spider-Man la più venduta tra le testate Marvel(l’ulteriore aumento delle vendite era dovuto alla serie animata trasmessa dalla rete televisiva Abc: un fatto epocale per la Marvel – NdR). La run di John Romita su Spidey non potrebbe iniziare in modo più spettacolare. La storia del numero 39 dell’agosto del 1966 è una vera bomba. Forse per rendere indolore l’abbandono di Ditko, Lee e Romita confezionano un racconto pieno di colpi di scena che resterà negli annali(con gli effettoni a conclusione della saga di Steve Ditko grazie tante – NdR). In primo luogo Stan Lee decide che è l’occasione perfetta per risolvere l’identità di Goblin a suo modo, e non come avrebbe voluto Dikto. Sembra una buona idea farlo subito, dal momento che Ditko avrebbe potuto ancora cambiare idea e tornare. Restava il problema della copertina: come avrebbero reagito i fan quando si fossero accorti che non c’era la mano di Ditko? Soluzione: avrebbero confezionato una copertina cosi shockante che i fan avrebbero afferrato l’albo al volo appena l’avessero visto in edicola, senza badare a chi fosse l’artista. Romita disegna la copertina con Goblin che ha catturato Peter Parker, il cui costume balza all’occhio attraverso i suoi vestiti strappati. E sotto, la scritta“Un altro successo della Marvel: Spidey e Goblin entrambi smascherati!”. Non si poteva non acquistarlo, e cosi è. I toni amari ed esasperati della precedente gestione scompaiono quasi del tutto. Esordiscono nuovi supercattivi come Rhino e Shocker. Ritornano antagonisti noti come Lizard e Kraven, stupisce il nuovo avvoltoio Blackie Drago. In pochi numeri la serie perde gran parte dei suoi elementi di conflitto. Flash Thompson parte per il Vietnam, mentre Peter inizia a condividere l’appartamento con il coetaneo Harry (il figlio ignaro di Goblin). Peter incontra per la prima volta Mary Jane Watson, che pronuncia la famosa frase:“Di la verità, tigrotto, hai appena vinto alla lotteria!”. All’inizio Peter subisce il fascino di Mary Jane e si dà dello stupido per averla evitata così tanto tempo quando l’amica della zia voleva presentargliela. La presenta alla compagnia degli amici che la trovano fantastica (tranne Gwen Stacy, che si ingelosisce). Per un po’ le due ragazze sembrano avere lo stesso peso nella vita di Peter, un po’ come Betty e Vernica perArchie. In questo periodo i lettori tifano per Mary Jane e le lettere che arrivano in redazione irritano Stan Lee, che invece preferisce Gwen. Stan decide allora di far apparire Mary Jane più frivola, anche attraverso una nuova capigliatura, per renderla meno simpatica. Dopo il primo periodo di infatuazione, Peter comincia a considerare Mary Jane troppo iperattiva per i suoi gusti mentre inizia a provare qualcosa per Gwen. Comunque sia, si tratta di due tra le donne più belle e sexy della storia del fumetto: la rossa Mary Jane e la bionda Gwen Stacy. Romita le disegna con grande passione e consumata esperienza di ex disegnatore di storie sentimentali per ragazze, dedica loro le attenzioni di uno stilista verso le proprie modelle o di un regista alle prese con due dive, consapevole di far sognare migliaia di lettori. I volti e i corpi di queste sinuose protagoniste sono una esplosione di glamour. Questo numero del 1967 è diventato un grande classico senza tempo, una delle storie preferite dai lettori. Presenta la copertina più iconica dell’intera serie e contiene unasplash pagetra le più incisive fra quelle disegnate da John Romita. Peter Parker smette di essere Spider-Man perché non si sente rispettato dalla gente, non importa quante persone salvi. Mentre Peter si sta godendo la vita non essendo più Spider-Man, un nuovo signore del crimine chiamatoKingpinentra in scena.“L’unica cosa che faceva dal 1966 al 1972”, ricorderà Romita a proposito di Stan Lee,“era entrare nel mio ufficio per lasciarmi una nota sul tavolo da disegno che diceva, per esempio: Il mese prossimo Rhino”. “Questo è tutto, non voleva dirmi troppe cose: sostanzialmente mi lasciava libero”(veramente faceva così con tutti i disegnatori – NdR).“Un giorno disse:The Kingpin. Allora mi accollai l’incarico di dare un look distintivo al nuovo personaggio. Se doveva essere il re del crimine non potevo disegnarlo come un malvivente qualsiasi”. “Creai un bestione di duecento chili, l’ho reso calvo, gli ho messo la spilla e gli ho dato quel tipo di aspetto da magnate. Per le sembianze del volto l’ho modellato su due attori:Edward Arnold, un tizio sovrappeso con una grande faccia larga e un naso adunco che era una specie di stella negli anni trenta e quaranta, e un altro tizio di nomeRobert Middleton, che era calvo”. “Ho preso quei due tizi e li ho messi insieme”. In questo periodo fa la comparsa una delle creazioni più importanti di John Romita: il capocronaca del Daily BugleJoe “Robbie” Robertson, ideato inizialmente con un background da pugile e ispirato all’attore Sidney Poitier. “Quando mi ha chiesto di disegnare Robertson penso di aver deciso io di farlo un uomo di colore, anche se non posso giurarlo … Nell’abbozzo iniziale il personaggio aveva un orecchio gonfio, perché volevo fosse un ex campione dei Golden Gloves cresciuto nella strada per diventare poi il direttore della edizione pomeridiana del Daily Bugle”. “Scrissi una lunga traccia familiare su di lui che usammo in seguito, con un figlio ribelle e una moglie bellissima”, ricorda Romita. Intanto muore da eroe il giornalista del Bugle Frederik Foswell, in una splendida avventura su due albi che ha come protagonista Kingpin. Ritorna il dottor Octopus, che non si vedeva dal numero 33 di Steve Ditko (“Il capitolo finale”) in una maxiavventura di quattro albi. Fa la sua apparizione il mitico locale in stileHappy Days(telefilm che doveva ancora essere trasmesso), ilCoffee Bean. Entra in scena il capitanoGeorge Stacy, padre di Gwen, ispirato all’attoreCharles Bickford. In questi albi del 1968, John Romita viene aiutato daDon Heck. Il disegno perde un po’ la fluidità tipica del segno di Romita e mostra qua e là le spigolosità che caratterizzano il tratto di Heck. Le storie, tutte un po’ deboli, propongono uno scontro conKa-Zar, un robot antiragno pilotato dal solito Jameson, il ritorno di Kingpin e soprattutto l’epica battaglia contro i due Avvoltoi: l’originale anziano e quello giovane che vuole soppiantarlo. In questi numeri Romita torna a occuparsi completamente delle matite. Si inizia con un combattimento contro l’Avvoltoio, alla fine del quale l’Uomo Ragno, esausto, semplicemente sviene in mezzo alla strada, dove viene preso in custodia dalla polizia, ma George Stacy si assicura che la maschera dell’Uomo Ragno non venga rimossa. Una stravagante forma di rispetto, dato che sarebbe obbligatorio identificare ogni arrestato. Spider-Man, sempre mascherato, viene trasportato nella prigione locale e messo in infermeria per essere interrogato quando si riprenderà. Questo non accade perché proprio in quel momento i prigionieri si rivoltano e prendono in ostaggio il capitano George Stacy. Spider-Man si riprende e affronta i detenuti in rivolta liberando il capitano. Stacy cerca di convincere Spider-Man a farsi interrogare, rivelare la propria identità e provare a dimostrare di non essere un criminale. Spidey rifiuta a causa della sua preoccupazione per la sicurezza di suazia May, se la sua identità dovesse diventare di dominio pubblico. Con questi numeri le tematiche delle storie cominciano a prendere degli spunti dalla situazione sociale reale (in questo caso si affronta il problema carcerario, costellato di rivolte nel periodo della Contestazione).La propensione per il realismo nelle storie dell’Uomo Ragno da parte di Stan Lee e John Romita si afferma definitivamente(purtroppo – NdR)all’inizio degli anni settanta. L’albo The Amazing Spider-Man affronta in rapida successione temi delicati come il rapporto tra genitori e figli, la corruzione politica, il terrorismo, l’inquinamento, la droga, la condizione delle carceri, il razzismo, laGuerra del Vietnam. Ritratti indelebili di un’epoca turbolenta che contribuiscono al successo della testata e alla vertiginosa crescita di popolarità del personaggio tra i giovani, che arrivano persino a scandirne il nome durante le manifestazioni studentesche(mah – NdR). Stan Lee, sensibile ai fermenti studenteschi, comincia a tenere conferenze nei campus universitari per promuovere la filosofia Marvel e i suoi eroi, primo fra tutti Spidey, anch’esso studente. Il personaggio, da oggettivista reazionario(qualunque cosa voglia dire – NdR), diventa unliberaldi larghe vedute e comincia a sponsorizzare le rivendicazioni giovanili, appoggiando le lotte per i diritti civili e osteggiando la guerra nel Vietnam. La tematica della contestazione giovanile viene affrontata direttamente nella saga della “tavoletta antica” che inizia nel numero 68, dal 1969. L’antico manufatto reca nelle iscrizioni il segreto dell’eterna giovinezza, per questo è oggetto delle brame di pezzi grossi del crimine come Kingpin e lanew entrySilvermane. Ciò procura all’Uomo Ragno guai in serie convillaindi ogni tipo. Parallelamente alla vicenda ragnesca, nella vita quotidiana crescono le inquietudini degli studenti universitari, stanchi di non essere interpellati nelle decisioni che li coinvolgono.Per la realizzazione delle matite John Romita ora è coadiuvato dal veteranoJim Mooney, disegnatore considerato un po’ scialbo dai più. Stan Lee stava cercando qualcuno che assistesse John Romita su The Amazing Spider-Man, l’albo portabandiera della Marvel, per questo aveva chiesto a Mooney se fosse interessato.“Quando Stan mi offrì la possibilità di lavorare su Spider-Man mi esaltai”, ricorderà anni dopo Jim Mooney.“Mi occupavo principalmente nella rifinitura. La rifinitura consiste nello sviluppare più nel dettaglio le tavole che John Romita aveva abbozzato. Alcuni particolari erano disegnati in modo abbastanza approssimativo, altri, soprattutto Gwen e Mary Jane, in modo più preciso”.L’esecuzione era piuttosto complessa.“Non disegnavo direttamente, lavoravo prima su carta da lucido e poi con il tavolo luminoso riportavo tutto su un foglio. Altrimenti, il mio disegno a matita sarebbe stato piuttosto disordinato e difficile da inchiostrare”. Per questi albi John Romita realizza le matite con l’aiuto del grandeJohn Buscema, il cui lavoro sull’Uomo Ragno è di qualità inferiore ai suoi standard. Nei primi due numeri prosegue la saga della tavoletta antica con l’Uomo Ragno che affronta prima Shocker e poi Silvermane. Negli altri due numeri assistiamo al ritorno di Kingpin e al suo rapporto con Schemer. Tra questi albi spicca l’episodio in due parti“Vendetta dal Vietnam”, che costituisce uno degli apici dell’arte di Romita, il quale qui sfoggia un tratto estremamente libero, fluido e naturale che riesce a unire personaggi e ambientazione in modo inestricabile. Vedendo Flash Thompson portato in auto da alcuni militari, l’Uomo Ragno decide di seguirli. L’auto viene attaccata dai seguaci dei Mistici della Luce e dal loro leader il Gigante. L’Uomo Ragno si mette in mezzo e riesce a sconfiggerli tutti, tuttavia il Gigante riesce a fuggire. Flash racconta all’Uomo Ragno il motivo per cui i seguaci dei Monaci della Luce lo hanno seguito: mentre combatteva in Vietnam era stato ferito e poi curato in un tempio nascosto. Una volta tornato alla sua unità, aveva appreso che i militari stavano pianificando di bombardare il settore in cui si trovava il tempio. Flash era corso ad avvertire gli amici del tempio senza riuscire convincerli a fuggire: apparentemente i monaci erano periti a causa dell’attacco aereo. Flash era stato ritenuto colpevole del bombardamento e minacciato dagli strani individui… la situazione richiede l’intervento dell’altro eroe creato da Steve Ditko, il Dr. Strange. John Romita, non Steve Ditko (che pure anni dopo tornerà alla Marvel per occuparsi d’altro), rimarrà il riferimento dei successivi disegnatori dell’Uomo Ragno per tutti gli anni settanta. Se non altro per la vigilanza dello stesso Romita, diventato art director della casa editrice. Se Romita lascia l’albo dell’Uomo Ragno, dal 1977 al 1981 ne disegna lastriscia giornalierascritta da Stan Lee (insieme aghost writercome Len Wein e Jim Shooter), portandola alla considerevole diffusione di 500 quotidiani.