L’ULTIMO (E MIGLIORE) SPIRIT DI WILL EISNER

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Nella prima parte dell’articolo (cliccaqui), abbiamo visto la creazione diThe Spiritda parte diWill Eisner, ed esaminato gli episodi fino a quando l’autore è stato arruolato per partecipare alla Seconda guerra mondiale. Congedato verso la fine del 1945, Will Eisner tornò a lavorare alle storie di Spirit, sempre pubblicate ogni domenica da alcuni quotidiani. Ne risolleva rapidamente la qualità arrivando a livelli ancora più alti di prima, in quella che si può considerare come la prima vera resurrezione di un eroe nato appositamente per morire e poi rinascere.Fu ben presto chiaro che l’autore non intendeva ripetersi, operando accurate scelte su cosa cambiare o conservare del periodo precedente. Recuperò innanzitutto certe piccole tradizioni che si erano perse durante la sua assenza, come l’abitudine che aveva cercato di introdurre tra il 1940 e il 1941 di dedicare gli episodi prossimi al 25 dicembre allo Spirito del Natale e quelli vicini al 31 ottobre ad Halloween. Spirit ad Halloween (1941) Riprese in mano la serie proprio con una storia natalizia, di quelle alla Dickens in cui infondeva umanità e speranza facendo intenerire anche i peggiori criminali davanti alla sorte dei più sfortunati. Spirit nella “section” n. 311 (1946), con i colori degli anni ottanta Nell’ultima storia del 1945 raccolse alcuni vecchi nemici di Spirit che non si vedevano dal 1942, compreso l’arcinemico Squid, e dopo averli fatti riapparire, se ne sbarazzò, come per salutarli e voltare pagina. In questo suo secondo ciclo Eisner riprese a sperimentare soluzioni sempre più originali nella composizione delle tavole, soprattutto nelle grandi vignette d’apertura che fungevano da “copertine” degli inserti di Spirit, in cui la grafica del nome dell’eroe è parte integrante delle scene disegnate e cambia ogni volta senza una posizione fissa. Anche se lesplash pageintroduttive non sono state inventate da lui, Will Eisner è stato colui che più di ogni altro ne ha dimostrato le potenzialità espressive. Ma l’originalità grafica delle prime pagine di Spirit, che non si ripetevano mai, era un’altra tradizione che nei tre anni della sua assenza aveva finito per essere risolta troppo frettolosamente, se non del tutto tralasciata. Prima pagina di Spirit 341 (1946) in versione originale, sia pure con nuovi colori, e quella in bianco e nero dell’italiana Editoriale Corno (1972) Spirit 474 (1949) Spirit 411 (1948) con o colori “europei” della rivista Comic Art n. 31 Spirit 489 con i colori originali del 1949 e ricostruiti per le ristampe de “Gli archivi di Spirit” Nella seconda storia del 1946, Will Eisner rinarrò le origini dell’eroe dal punto di vista del commissario Dolan, dando ora più spazio al piccolo tassista Ebony, che nella prima versione era quasi assente. Ciò rese chiaro che si trattava di un nuovo inizio. Lo stile dei disegni più morbido, caricaturale e grottesco e un montaggio basato sull’alternanza di lunghi dialoghi e azioni visive mute, tagliando varie scene e passaggi della storia originale, preannunciavano in piccola parte quello che sarebbe stato il nuovo corso della serie. Il commissario Dolan racconta l’origine di Spirit nella “section” 294 (1946) Nell’episodio successivo riapparve dopo alcuni anni l’ex spiaSatin, ora investigatrice di una compagnia assicurativa e madre di una bambina, ma sempre in amichevole competizione con Spirit. Reintrodurre uno dei personaggi dalla psicologia più complessa indicava, pur nel cambiamento, l’ideale continuità con le migliori storie del passato. Il ritorno di Satin in Spirit 295 (1946), colori degli anni ottanta Aumentando i toni umoristici e accentuando la contaminazione tra i generi, Will Eisner iniziò a rappresentare con maggiore autoironia il proprio eroe. Questi, in realtà, non aveva mai preso troppo sul serio i terribili pericoli che affrontava, ma ora, invece di rimanere sempre impeccabile nel suo completo blu, finiva spesso malconcio e con gli abiti a brandelli. Da Spirit 303: colori originali (1946) e versione Kitchen Sink (1984) L’autore si occupò ancora di più degli aspetti umani delle storie e dei personaggi secondari: il burbero commissario Dolan che si oppone a politicanti e affaristi senza scrupoli, sua figlia Ellen che cerca di far cambiar vita a Spirit e farsi sposare e il piccolo aiutante Ebony, che rivaleggia con il suo capo come detective. In parte Will Eisner provò anche a rimediare alla caratterizzazione vagamente razzista diEbony, aggravata dagli autori che lo avevano sostituito negli anni precedenti. Così dal febbraio al maggio 1946 Ebony fu mandato a scuola fuori città, per fargli almeno imparare a parlare un inglese meno sgrammaticato. Nel frattempo il ruolo di spalla comica dell’eroe fu assunto dal piccolo eschimeseBlubber, incontrato da Spirit al Polo Nord in una delle sue tante missioni in trasferta. Spirit e Blubber nella section 300 (1946) I personaggi fissi della serie in Spirit 330 (1946) Dopo il ritorno di Ebony l’autore gli diede più spazio, approfondendone la psicologia e facendone il primo personaggio afroamericano protagonista di interi episodi a fumetti, pur senza essere titolare della serie. Ma nonostante il maggior rispetto con cui lo usò, tanto da ricevere i complimenti di lettori neri per l’umanità del personaggio, non seppe o non volle modificarne molto l’aspetto fisico stereotipato. Dal 1949 al 1952 finirà per aggirare il problema escludendolo dalle storie di Spirit e sostituendolo con ragazzini bianchi… per il buffo aspetto dei quali nessuno si offenderà mai. Ebony White nel 1948 Per le situazioni umoristiche, dal maggio 1946 Will Eisner riutilizzò abbastanza spesso anchei fratelli Tidewater, chiamandoli in modi diversi. L’occhialuto Bertram fu ribattezzato Brain (Cervello) per l’aria intellettuale e il piccolo Algernon divenne prima Kilroy (come i soldati Usa chiamavano gli eventi bellici assurdi e beffardi), soprannome scelto tra quelli suggeriti da un sondaggio tra i lettori, e infine P. S., perché dal 1946 fu usato da Eisner anche come protagonista di una striscia comica aggiuntiva a fondo pagina con questo titolo (nel senso, quindi, diPost Scriptum). Ebony chiede ai lettori di suggerire il nuovo nome di Algernon (1946)