Lo dice la legge: ogni 10 prelievi la banca ti ricarica € 2.500 sul conto | Già iniziata la corsa al bancomat

Dopo i prelievi ti danno € 2500 - Giornalepop.it (Fonte foto Canva)
Ormai è legge: ogni 10 prelievi la banca ti ricarica con 2.500 €. Ma cosa sta succedendo davvero? Perché è stata messa in atto una vera e propria corsa al bancomat?
Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione della pubblicazione di articoli precedenti, infatti, negli ultimi anni è cambiato considerevolmente il modo di gestire il proprio denaro. Un esempio pratico e lampante è rappresentato proprio dal bancomat.
Sempre più persone, infatti, amministrano i propri risparmi attraverso gli sportelli ATM, prelevando somme di denaro o utilizzando la carta di credito o di debito per le operazioni quotidiane di qualunque tipo.
Sulla base di tale motivazione, però, è diventato sempre più abituale ritrovarsi davanti agli sportelli automatici e dover fare la fila prima di prelevare, considerando l’aumento consistente di queste operazioni.
Tenendo conto di quanto detto, dunque, si è diffusa la notizia secondo cui ogni 10 prelievi sarebbe possibile ottenere un rimborso di 2.500 €. Ma perché?
Prelevi 10 volte e la banca ti ricarica 2.500 €: cosa sta succedendo?
I fatti in questione sono da ricondurre a quanto riportato dal portale RomaToday.it. In particolare, il quotidiano riferisce che, nel giugno del 2024, un uomo si è visto sottrarre dal proprio conto corrente circa 2.500 €.
L’anziano, infatti, si era recato presso un ATM nei pressi di Piazza Fiume per effettuare un prelievo da 250 €. Successivamente, però, la carta è rimasta bloccata all’interno dello sportello. L’episodio è stato subito segnalato alla filiale, ma nel frattempo sono stati registrati movimenti sospetti: una lunga serie di operazioni che hanno svuotato il conto. La vittima, però, ha ricevuto soltanto tre SMS di alert. A ricostruire la vicenda è stato anche l’avvocato Barbara D’Agostino di Confconsumatori, che ha assistito la vittima.

“Solo tre SMS di alert” | Scattano subito le indagini
Secondo l’avvocato D’Agostino, il monitoraggio della banca non sarebbe stato effettuato correttamente, in quanto non sarebbero stati rispettati “gli indici di anomalia previsti dal decreto ministeriale del 30 aprile 2007“. L’assenza di meccanismi di blocco automatico ha aggravato il danno subito dal cliente.
Per questo motivo, dopo l’intervento legale, l’avvocato si è rivolta all’ABF, ovvero l’Arbitro Bancario Finanziario, che ha riconosciuto al correntista un rimborso parziale di circa 2.500 € dell’importo sottratto: “Si tratta di una vittoria importante per i consumatori, considerando che l’ABF ha ritenuto di attribuire il 40% della responsabilità all’intermediario, nonostante la parziale imprudenza accertata a carico del ricorrente“.