L’ESORDIO ITALIANO DI MILTON CANIFF CON TERRY E I PIRATI

L’ESORDIO ITALIANO DI MILTON CANIFF CON TERRY E I PIRATI

In unprecedente articoloabbiamo visto il lancio sottotono deLa Risata, una testata della Casa Editrice Moderna dei fratelliDel Duca(la futuraCasa Editrice Universo), nel novembre del 1934. Settimanale nato povero per la mancanza del colore e modesto per i fumetti presentati, anche se in seguito arrivano, come abbiamo visto, personaggi di primo piano come Red Barry e, come vedremo in questo articolo, Terry e i pirati di Milton Caniff. Jim il Rosso (Red Barry di Will Gould) non è il solo nuovo fumetto americano ad apparire sul fatidico numero 37. Un altro èL’allegro Jack, traduzione letterale diSmilin’ JackdiZack Mosley. Stavolta l’editoreCino Del Duca, o chi per lui, non sceglie nel gruppo deicomicsdistribuiti dal King Feauture Syndacate (Kfs), in cui finora hanno pescato i “tre grandi” dell’editoria a fumetti.Smilin’ Jackappartiene infatti alla scuderia diJoe Patterson(il capitanoJoseph Medill Patterson) ovvero alChicago TribuneSyndicate. Vedremo molto presto quali altre gemme conservi quel forziere… Intanto, il sottotitolo de La Risata diventa“Settimanale di storie comiche e avventurose”. Smilin’ Jackè un fumetto scritto e disegnato con uno stile originale, quasi beffardo, con alcune caratterizzazioni che, probabilmente non a caso, ricordano i personaggi “estremi” delDick TracydiChester Gould: altra serie fortemente voluta da Patterson, genialetalent scout. Bisogna riconoscere a Cino Del Duca (o a chiunque decida le scelte del settimanale: forse gli altri due fratelli, che hanno notevoli contatti all’estero?) il merito di sganciarsi dal “monopolio” del Kfs diWilliam R. Hearst, rappresentato in Italia, come abbiamo più volte detto, daGuglielmo Emanuel. Ma la rarità assoluta che appare sul n. 37 de La Risata, èTrottolino, ovvero le tavole domenicali diThe GumpsdiSidney Smith, ancora © Chicago Tribune. Si tratta in realtà di un caso tipico dispin-off:Trottolinoè il figlio di Andy Gump, titolare della serie, le cui gesta domestiche appaiono sulle strisce giornaliere, inedite in Italia. A metà degli anni trenta, il ragazzino vive favolose avventure come questa, ambientate in vari esotici scenari. L’importanza storica della serie è notevole. Si tratta infatti (anche se queste tavole sono tarde, appartenendo alla produzione del 1935) di uno dei primissimi fumetti americani “d’avventura”, o più correttamente a cavallo fra “pupazzettismo” e dramma a tutto tondo. Grazie al contributo diFortunato Latella, autore dell’interessantissimo blogLa testa nelle nuvolette, possiamo confrontare la tavola precedente con quellaoriginale, tratta dai supplementi domenicali americani. Notiamo alcune cose. Intanto, a parte l’assenza della quadricromia, la tavola originale è proposta in forma sostanzialmente integrale. Manca il logo The Gumps, sostituito da Trottolino, e il titolo della singola tavola domenicale, un uso tipicamente statunitense (anche ognidaily strip, per molti anni, ha avuto un titolo separato, diverso da quello “complessivo” dell’episodio). Sono stati cancellati anche la firma di Sidney Smith e l’indicazione del copyright.La traduzione è corretta e, cosa niente affatto comune negli anni trenta, scritta in un ottimo italiano. È un po’ abbreviata: sia forse con l’intento di facilitare la lettura, sia perché l’inglese, rispetto al nostro idioma, occupa meno spazio all’interno deiballoon. Il traduttore, come mi ha fatto notare Fortunato, nella vignetta-titolo si è lasciato sfuggire il nome originale del protagonista, ovveroChester.Manca, infine, qualsiasi tentativo di rendere, come nell’originale, le frasi “urlate” con un corpo più grande rispetto a quello normale. Trottolino, per le tematiche avventurose realizzate con uno stile non realistico, assomiglia aWash TubbsdiRoy Cranee aPhil HardydiGeorge Storm(anche a Tintin di Hergé – NdR). Nessuno, in Italia, ha mai più visto Trottolino/The Gumps: nemmeno in versione ad “albo”.Questa parte de La Risata è dunque decisamente preziosa, quale pressoché unica documentazione di alcune delle serie oggi meno conosciute dellacomic artamericana. Non è finita qui. In attesa dell’esplosiva novità che apparirà sul numero 50, la tarda estate del 1935 riserva ai lettori altre sorprese. Un’altra serie già uscita altrove (sulTopolino Supplementodel 1934) èFrank MerriwelldiJack WilhelmeWilliam Ritt, quest’ultimo autore dei testi del ben più famosoBrick Bradford. Qui il personaggio si chiamaFrancoe la produzione presentata appartiene alle tavole domenicali. Questa de La Risata è l’unica apparizione italiana dellesunday: ancora una rarità assoluta. La Risata è il primo settimanale a fumetti italiano stampato in rotocalco. Purtroppo, se tale tecnica di stampa, rispetto ai sistemi tradizionali, permette di rendere i mezzi toni con molte più sfumature, i tempi non sono maturi per avere una qualità ottimale. Dal numero 48, c’è un evidente cambio tipografico. A prima vista è un miglioramento. Ma in poche settimane, le nuove tecniche di stampa porteranno La Risata allo sfacelo, quanto meno temporaneamente: e ciò proprio nel momento in cui, con tanta ottima carne al fuoco, il giornale potrebbe finalmente decollare. Purtroppo, come vedremo più avanti, il crollo tipografico avviene quasi in concomitanza dell’arrivo di un gigante immortale del fumetto americano, con cui si chiude in modo clamoroso il 1935. Sul numero 50 de La Risata del 29 ottobre 1935, appareTerry ed i pirati, ovveroTerry And The PiratesdiMilton Caniff. Sarebbe questa una data memorabile per il fumetto in Italia. È inutile che rimarchi qui l’enorme importanza storica, artistica, perfino sociologica di questa serie a fumetti. Caniff, conTerry, realizza il primofumetto adulto, con temi realistici che investono anche la sfera sessuale, e allo stesso tempo crea (in realtà mutuandone gli stilemi daNoel Sickles) la scuola “realistica” del Fumetto americano, che in pochi anni cambierà le carte in tavola e susciterà un esercito di allievi e imitatori in tutto il mondo. Su queste tavole si formaHugo Pratt, che citerà Terry neGli scorpioni del deserto(scontato, è vero, marepetita juvant). Il quale, oltre quarant’anni dopo, firmerà come curatore, insieme aRinaldo Traini, la serie di ristampe di Terry e i pirati della Comic Art. Ma perché ho detto che il 29 ottobre 1935sarebbeuna data storica? Per una serie di ragioni Terry e i Pirati non riesce ad attecchire in Italia. Il primo motivo della men che tiepida reazione dei lettori è la sede stessa della sua pubblicazione. La Risata pubblica Terry, come vediamo da queste immagini, in modo sostanzialmente corretto, benché in una malinconica bicromia. Ma dopo poche settimane il giornale è investito dalla catastrofe tipografica che penalizza soprattutto il fumetto di Caniff. Nonostante le novità che propone con frequenza notevole, il periodico non riesce mai a decollare. La Risata, giornale amato da generazioni di “addetti ai lavori” più che dai semplici appassionati e dagli stessi collezionisti, ha un altro grande difetto: pubblica serie a fumetti di grande valore, ma poi le interrompe in modo a volte inspiegabile. L’arrivo di Terry, per esempio, ci fa abbandonareBaldo, a cui ci eravamo appena affezionati: dovremmo avere i dati esatti di produzione dell’effimera serie, per stabilire se La Risata abbia pubblicato o meno tutte le tavole originali, ma ne dubito. Quella che segue è l’ultima: notate la firma diDarrell McClure, forse lasciata di proposito dai redattori. Ho parlato di “catastrofe”, riferendomi al netto peggioramento della stampa de La Risata, sul finire del 1935. Credo che il motivo sia l’impossibilità di rendere leggibile il tratto dei disegni originali con i nuovi macchinari rotocalcografici: molto probabilmente, il problema viene aggirato con una brutale “lucidatura” (un ricalco) che interessa, purtroppo, soprattutto Terry e i Pirati di Milton Caniff. Lo scadimento drammatico della qualità di riproduzione è ancora più evidente mettendo a confronto diretto una pagina de La Risata con la corrispondente tavola originale di Terry And The Pirates (tratta dall’edizione Nbm degli anni ottanta). Va solo un po’ meglio con Jim il Rosso (Red Barry di Will Gould), pubblicato nell’ultima pagina. È chiaro che il problema affligge soprattutto i fumetti stampati in bicolore. Appena migliore è la resa dei fumetti pubblicati nelle pagine interne, per quanto i mezzi toni tendano ad impastare le vignette, e le pagine risultino piuttosto cupe.  Ecco Trottolino/The Gumps di Sidney Smith e un paio di storie italiane di modestissimo livello artistico e assai derivative rispetto ai modelli americani (si tratta di maldestri cloni raymondiani).