History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Come per molti ragazzini che avevano iniziato a leggere i supereroi Marvel dal loro apparire nel 1970, anche per me la chiusura della miticaEditoriale Cornonei primi anni ottanta coincise con la fine dell’adolescenza e con il diminuire dell’interesse per i fumetti. La passione però, sotto le ceneri, rimase e mi spinse a scoprire che l’Editoriale Corno esisteva anche prima dell’avvento dei supereroi. Per tutti gli anni sessanta era stata una casa editrice dinamica che aveva alternato molti flop a pochi, ma significativi, successi, segnando in qualche modo la storia del fumetto italiano.Le testate edite durante il primo decennio di vita furono molte, speriamo di essercele ricordate tutte… Viva! (1960) Negli anni cinquantaAndrea Cornoera un giovane dipendente della Banca Popolare di Milano che condivideva con il cognatoLuciano Secchila passione per i fumetti. Insieme ebbero l’idea di pubblicare i loro personaggi preferiti. Nel 1960 Andrea Corno, con la editrice Serpente Volante, diede alle stampe la rivista antologicaViva!Su Viva apparvero fumetti americani classici delle strip quotidiane come (Flash) Gordon, Rip Kirby, Agente segreto X-9 e il “Principe Valentino” (Prince Valiant). Erano stati tutti tradotti dall’inglese da Secchi che, per pagarsi gli studi universitari, lavorava, fra l’altro, come traduttore. La rivista, dall’aspetto dilettantesco, durò solo due numeri. L’Ardimentoso (1960) Chiusa Viva!, il creativo Luciano Secchi e l’amministrativo Andrea Corno non si diedero per vinti e pubblicarono una seconda rivista dall’impostazione simile:L’Ardimentoso. Questa pubblicazione ebbe maggior fortuna e arrivò fino al numero 14,anche se la grafica continuava a essere approssimativa. Gordon (1960) Preso atto che il personaggio che tirava di più tra quelli che avevano presentato era Flash Gordon, la giovane azienda pensò di dedicargli una serie intera. La Corno si assunse dunque il compito di pubblicare le avventure di Flash Gordon tra il 1960 e il 1963, ovvero tra l’agonia terminale della casa editrice Nerbini e il successivo nuovo fortunato ciclo dei Fratelli Spada.L’Editoriale Corno (che fino al n. 6 si chiamava ancora Serpente Volante) pubblicò per 31 mesi la produzione giornaliera diDan Barryuscita in America dal 1956 al 1961. Un piccolo successo dopo le due meteore precedenti. Maschera Nera (1962) Se la casa editrice aveva pubblicato fino a questo momento solo personaggi esteri per risparmiare, il successo arrivò con il primo eroe made in Italy che l’Editoriale Corno, ormai sicura di sé, si decise a mettere in cantiere. Si tratta diMaschera Nera, scritto da “Ellesse” (dalle iniziali di Luciano Secchi) e disegnato daPaolo Piffarerio. I personaggi sono un pistolero mascherato tipo Zorro e Lone Ranger. Secchi si fa notare grazie alle sceneggiature ricche di trovate, con dosi massicce di humour e di violenza, mentre Piffarerio si distingue per le sue contorsioni anatomiche sempre al limite del verosimile. Kansas Kid (1963) Visto il successo di Maschera Nera, l’Editoriale Corno decide di continuare con il western. Ristampa le avventure del primo eroe meticcio del fumetto western italiano,Kansas Kid, figlio del pistolero Wild Bill Hickock e di una principessa sioux, realizzato dal 1948 daCarlo SaccarelloeCarlo Cossioper la Collana Sparviero dell’editrice Cremona. Kansas Kid era stato riproposto dall’editrice Zenit nel 1952 e dall’editrice Selene nel 1955.La ristampa della Corno si articolò su tre serie per un totale di 55 numeri. Bill Ranger (1963) La Corno continua a spingere sul western, che del resto era il genere più diffuso tra i fumetti di quegli anni, editando una serie di nove albi a strisce di produzione spagnola, disegnati daCueto. Le copertine, inedite, erano di Enzo Carretti (E. Car) e Raffaele Cormio (R. Fante).La serie proseguirà con la testata “Rodeo” e dopo tre numeri cambierà formato da striscia ad albo. Red Rock (1963) Altra serie di nove fumetti a strisce contenente fumetti western di produzione spagnola con protagonista il biondoRed Rock, di José Luis De La Ziente.Come la serie precedente anche questa cambierà nome, in “Carovana”, e passerà al formato albo. Capitan Audax (1963) Ellesse ritorna con un nuovo western. Le avventure della giovane giubba rossa Dan Larson detto Audax (un omaggio al celebre King of Royal Mounted di Grey e Dean) per i disegni diSergio MontipòeBirago Balzano.La periodicità era mensile, le pagine 48 e il formato un “gigantesco” 19,5 X 24 cm.: ne uscirono 17 albi. La Primula Verde (1964) Per questa incursione nel genere cappa e spada Luciano Secchi utilizza lo pseudonimo diSimplex. I disegni sono diSaverio Micheloni(Mike Saver) e le copertine diEnzo Carretti(E. Car) eLuigi Corteggi(Cortez). La periodicità era mensile, le pagine 48 e il formato 17 X 24. Ne verranno pubblicati 10 numeri. I Classici del suspense (1964) Mediocre ma al tempo stesso interessante rivista antologica dedicata al genere giallo-fantastico (sconfinante nel paranormale e nell’occulto) realizzata da vari autori spagnoli.La periodicità era mensile, le pagine 128 e il formato era 12 X 17 cm. Ne vennero pubblicati 16 numeri. Kriminal (1964) Molto pragmaticamente l’Editoriale Corno si era buttata all’inizio sul genere western, che era di moda dagli anni cinquanta. Negli anni sessanta un nuovo genere si era affacciato alla ribalta con successo: quello delfumetto nero, che aveva come capostipite Diabolik. Secchi cambia ancora pseudonimo, diventaMax Bunker, e accoglie in redazione quello che diventerà forse il miglior disegnatore italiano di sempre:Magnus(Roberto Raviola). L’alchimia tra i due fu immediata e la piccola casa editrice potè finalmente spiccare il volo conKriminal, uno dei fumetti più iconici degli anni sessanta. Ebbe talmente successo che da mesile passò a settimanale. Satanik (1964) Se ci si pensa bene, la bella Satanik è un personaggio ancora più innovativo di Kriminal, che tutto sommato deriva dal modello del criminale mascherato lanciato da Diabolik. Il formato è sempre quello tascabile, che identifica il fumetto per adulti. Inquadrata nel generico genere “nero”, Satanik anticipa due generi che ancora non esistono nel panorama fumettistico italiano: l’horror e l’erotico. Di questo si accorse ben presto anche la censura, in particolar modo il pretore di Lodi che per un certo periodo sequestrava praticamente ogni numero. Agente SS018 Dennis Cobb (1965) Sempre alla ricerca di nuovi generi fumettistici, Luciano Secchi e Andrea Corno guardano al cinema e non possono ignorare l’enorme successo di James Bond, il personaggio di Ian Fleming che veniva dai successi plurimiliardari diGoldfingereThunderball. SS018 risulta però una copia troppo simile all’originale.Un fumetto con poco da dire che non andrà oltre il numero 41, anche per la scarsa attenzione che gli poté prestare Magnus, coinvolto maggiormente su Kriminal e Satanik. Guerra d’Eroi (1965) ConGuerra d’eroil’Editoriale Corno cerca di inserirsi nel genere bellico sfruttando l’onda del successo di Supereroica della Dardo, che pubblicava storie a fumetti prodotte dall’editrice inglese Fleetway, realizzate anche da disegnatori italiani come Rino Albertarelli, Renzo Calegari e Hugo Pratt. La collana settimanale della Corno invece pubblica materiale della casa editrice scozzese D.C. Thompson e ha un successo moderato ma costante che le permette di arrivare fino al numero 784. Guerra di spie (1965) L’Editoriale Corno cerca di bissare il successo di Guerra d’eroi pubblicando questoGuerra di spie, rivista mensile di 128 pagine formato 12 x 17 Si tratta di un’antologia di fumetti di genere spionistico realizzati da autori spagnoli. La collana durerà solo 6 numeri per poi proseguire con la testata Marines per altri 36 numeri. Zorak (1965) Con Zorak, Luciano Secchi torna a firmarsi Ellesse (pseudonimo indirizzato ai fumetti per ragazzi) e si cimenta per la prima volta nella sua carriera con i “tarzanidi”. La parte grafica fu affidata aErminio Ardigò, mentre le copertine erano opera di Enzo Carretti (E.CAR). Si tratta di un mensile di sole 32 pagine in formato 17 x 24 cm. El Gringo (1965) Luciano Secchi torna al western con più sicurezza e consapevolezza di quando aveva realizzato Maschera Nera, firmandosi nuovamente Max Bunker.El Gringo, disegnato daPaolo Piffarerio, rappresenta l’ennesimo tentativo da parte dell’editore di inseguire la moda del momento, in questo caso gli spaghetti-western. El Gringo, infatti, ricorda il Clint Eastwood della trilogia del dollaro, ma ricorda anche Kriminal per gli elementi trasgressivi che fanno di questo tascabile una serie ancora oggi apprezzata dai lettori. Dura 35 numeri. Tanks (1965) Quindicinale di 96 pagine in formato 11,4 x 16,6 cm. che pubblica racconti di guerra realizzati dalla D.C. Thompson. La collana dura sette albi.