LE PREFAZIONI DEI LIBRI A FUMETTI SONO NECESSARIE?

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. La cronaca giudiziaria, tendenzialmente triste, e il fumetto, considerato allegro, sembrano duemondi con pochi punti di contatto. Eppure la realtà a volte supera la fantasia. Può capitare,addirittura, che un autore di fumetti sia arrestato per omicidio.Il caso più noto forse è quello dell’editor edisegnatore americanoBob Wood, che nel 1942, insieme a Charles Biro, ideò l’alboCrime Does Not Pay(“ilcrimine non paga”),caposaldo del fumetto violento e grande successo di vendite).Qualche tempo dopo la chiusura dell’albo che dirigeva, a causa delle nuove censure delComics Code Authority, annebbiato dall’alcol uccise una prostituta a New York nel1958. In Italia, dove pure è accaduto che un importante autore delle storie Disney sia stato arrestato per concussione, eun noto editore indagato per corruzione, non sembrano esserci precedenti così gravi.Eppure,in questo 2022, per un attimo il mondo giudiziario e quello del fumetto sono sembrati in contatto.Premessa per chi non segue la cronacanera. La bancaMonte dei Paschi di Siena, considerata la piùantica al mondo perché discendente daunanticoistitutofondato nel 1472, versa da anni in una grave crisi,tanto da dover essere salvata da unintervento dello Stato, che oggi ne è l’azionista dimaggioranza.Diverse indagini hanno ipotizzato reati finanziari a carico dei dirigenti, e molti processisono ancora in corso.Un dirigente non indagato,David Rossi, vienetrovato mortonellastrada su cui si affacciail suoufficioil 6 marzo 2013. Sembra un suicidio, dato che nella stanzaci sonoanche dei messaggi diaddio. Malgrado la conclusione di due diverse inchieste della magistratura, i misteri proseguono e laCamera dei deputati, l’11 marzo2021, delibera l’istituzione di una commissione d’inchiesta che eseguevarie audizioni.Il 16 febbraio 2022 viene sentito l’avvocatoGiuseppe Mussari, ai tempi Presidente della banca. Sebbene parte dell’audizione sia stata svolta in forma secretata,i giornali danno conto di alcunipassaggi delle sue dichiarazioni, e il video è disponibile sul sito ufficiale della Camera. In particolare,quando gli si chiede se riconosce lo stile del povero Rossi in una mail ritrovata sul suo computer(«stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!!!»), l’avvocatoMussaririsponde così:«Lei prenda una delletante prefazioni che ho firmato, e in parte scritto, nelle pubblicazioni del Monte dei Paschi. Prendaquella che abbiamo fatto insieme per la mostra di Corto Maltese,e si dia una risposta da solo. Leiha bisogno però che io le certifichi che quella introduzione è stata scritta quantomeno a quattromani e quindi è opera anche di David Rossi. Lei guarderà lo stile di quello scritto, lo stile dello scrittoche lei ha testè letto, lo paragonerà, e ne trarrà la conclusione».Lo stesso Mussari chiariscepoi chei due stili non collimano affatto.Insomma, la prefazione a una pubblicazione suCorto Maltese, il celebre eroe dei fumetti creatoda Hugo Pratt, finisce negli attidi una inchiesta parlamentare. Ma di che cosa si tratta esattamente?Di mostre dedicate all’arte di Hugo Pratt ne sono state allestite parecchie, e una è tuttora in corsoal Palazzo Ducale di Genova. Maciò acui si fa riferimento nel verbale parlamentare non può che essere quella tenuta a Siena dal24 marzo al 28 agosto 2005, promossa dalla Fondazione Monte dei Paschi, il cui catalogo,edito da Lizard sotto il titolo “Periplo immaginario”, reca appunto la prefazione di Giuseppe Mussari,che ora apprendiamo essere stata scritta da David Rossi (quest’ultimo esplicitamente citato neiringraziamenti, in mezzo a tanti nomi anche del mondo del fumetto come Sergio Bonelli, Piero Dami,Vincenzo Mollica).Ecco, qui sotto, il testo in questione. Rileggere lo scritto di qualcuno che non c’è più, soprattutto se morto in circostanze tragiche econtroverse, induce sempre qualche emozione. In questo caso, può indurre forse i possessori dellibro a leggere per la prima volta questo testo.Perché, occorre ammetterlo, nella maggior parte deicataloghi di mostre, le prefazioni sono firmate da illustri Autorità (sindaci, assessori, presidenti dienti) nella cui competenza fumettistica è difficile riporre una qualche fiducia.Non sono pochi, quindi, i lettori che preferiscono saltare a piè pari queste pagine “di circostanza”e iniziare direttamente a sfogliare il volume, o a leggere i testi redatti da professionisti del settoreo soggetti più o meno competenti.Che cosa può dire di nuovo, per esempio, su Hugo Pratt, un Massimo Cacciari, un tempo filosofo,poisindaco di Venezia e ora profeta televisivonovax? Avrà utilizzato anche lui, come il presidente dellabanca senese, unghost writer? Sua, apparentemente, è l’introduzione a “Il viaggiatore incantato”,catalogodella mostra tenuta a Venezia dal 23 aprile al 14 luglio 1996. Ecco il testo che l’allora primocittadino lagunare distillò per l’occasione. Se i cataloghi di mostre (non solo quelle dedicate al fumetto, ma anche quelle d’arte nel sensotradizionalmenteinteso: pittura, architettura, fotografia eccetera) continuano per prassi a presentareinutili introduzioni “presidenziali”, ben più interessanti possono essere le introduzioni che a volteimpreziosiscono i libri a fumetti e che possono diventare delle chicche per collezionisti, o fare daapripista, da presentazione, per autori che si affacciano per la prima volta sul mercato delle librerie.Qualche esempio?Rimanendo nel campo delle opere di Hugo Pratt, il semiologoUmberto Ecofirma una dottaintroduzione alla riedizione del 1999 de “Una ballata del mare salato”, la prima storia conprotagonista Corto Maltese. L’edizione postuma di “Sandokan”, un fumetto inedito scritto da MinoMilani che si riteneva perduto, la firmaAlfredo Castelli, creatore del personaggioMartin Mystére,che fu anche lo riscopritore delle tavole inedite. L’edizione, altrettanto postuma, di “Elcacique blanco”, reca la prestigiosa firma diJosé Muñoz, altro maestro del fumetto, creatore, incoppia con lo sceneggiatoreCarlos Sampayo, del personaggio diAlack Sinner.Dino Buzzati, giornalista, romanziere, autore nel 1969delgraphic novel ante litteram “Poema afumetti”, realizza una prefazione d’autore per l’Oscar Mondadori del 1968 intitolato“Vita e dollaridi Paperon de’ Paperoni”.Questo il celebre incipit:«Colleghi e amici, quando per caso vengono asapere che io leggo volentieri le storie di Paperino, ridono di me, quasi fossi rimbambito. Ridanopure. Personalmente sono convinto che si tratta di una delle piùgrandi invenzioni narrative deitempi moderni». Buzzati non aveva timore di esporsi, tanto da ripetere quasi uguale lo stesso attacco nella prefazionealla ristampa di “Tarzan delle scimmie”, nel 1971:«Gliamicimi danno spesso dello scemo perchémidiverto a leggere certi libri di avventure che di solito leggono soltanto i ragazzi, perché leggo lestorie di Paperino, perché leggo i fumetti del brivido e dell’orrore. Mi daranno ancora dello scemoperché mi sono divertito a leggere i primi due libri diTarzan?». Un autore di fumetti a volte accusato di egolatria,Luciano Secchi, ideatore diKriminal, Alan Fordealtri personaggi che hanno fatto la storia del fumetto italiano, nel 1975 introdusse un volumededicato a Bonvi con insolita umiltà e qualcheimpaccio lessicale:«Il prefazionare del librosolitamente serve ad un autore per avere una sorta di introduzione qualificativa, un imprimatur diriconoscimento che renda più accessibile la volgarizzazione del prodotto e che, di riflesso, fruiscadella luce del suo mèntore. Non è così con Bonvi, anzi il discorso va esattamente capovolto in quantoè proprio chi propone l’introduzione ad acquisire una più specifica notorietà, quanto meno comeanalizzatore del fenomeno Bonvi».È interessante notare che, nel medesimo volume, Bonvi in persona cita, tra le fonti ispiratrici dellasua serie più famosa,Sturmtruppen, il romanzo “Il deserto dei tartari” del già citato Buzzati, adimostrazione che tutto si tiene, e che tra tutti i fili della cultura, nelle sue milleramificazioni, èsempre possibile trovare dei collegamenti, solo che si abbia voglia di cercarli.Tornando a Luciano Secchi, questi ha a sua volta goduto di prefazioni illustri: il suo romanzo (non afumetti) “Nove battute per una piece” è introdotto daOreste Del Buono, altro nume tutelare delfumetto italiano, curatore per molti anni della rivistaLinus. Può una prefazione contenere delle balle colossali? Sicuramente sì.Il volume di Francesco Meo“L’Uomo Ragno tra realtà e finzione” si fregia di una introduzione diStan Lee, co–creatore delpersonaggio aracnide, nella quale egli afferma che, mentre era seduto a riflettere su un nuovosupereroe da lanciare, era stato affascinato da un insetto che camminava sul muro.Unanarrazionedel tutto inedita,poiché lo stesso Lee aveva dichiarato di essersi ispiratoper il nomeaThe Spider,un personaggio dei “pulp” noto al pubblico americano sin dal 1933.Ma forse il “Sorridente” volevasolo prendere in giro il lettore erivisitarein chiave ironica la versioneufficiale della nascita diTopolinopropagandata da Walt Disney in persona, quando sosteneva di aver creato Mickey Mouseispirandosi a un roditore che giocava sul suo tavolo da disegno a Kansas City. Esistono prefazioni “musicali”, come quella del cantautore Francesco Guccini per un libro di Vittorio Giardino e diPiero Pelù per il saggio “È tutto un manga manga”; prefazioni cinematografiche, come quella di Carlo Verdoneper Disegni & Caviglia e di Ettore Scola perBobodi Sergio Staino; e anche prefazioni politiche.L’austeroPietro Ingrao, vecchio dirigente del Partito comunista italiano, iniziò coraggiosamente la suaintroduzione aun libro di Sergio Staino con queste parole:«Premetto che non me ne intendo di“strisce”, e temo di essereconsiderato inadatto all’umorismo. Chissà perché, dunque, sono io apresentare questo libro. Chissà perché me l’hanno chiesto».A seguire, tre pagine di riflessioni nonbanali sull’importanza della memoria, sulla storia, sulla nostalgia, sul senso profondodell’ideapoliticain cui aveva creduto.Esistono, infine, le prefazioni “furbe”, deliberatamente affidate a personaggi che non c’entranoassolutamente nulla conciò che devono presentare.In una collana intitolata “I classici del fumetto”,pubblicata dall’editore Rizzoli a fine anni Novanta, furonosperimentatiabbinamentiarditicomeRino Tommasi (telecronista di pugilato) perBraccio di Ferro, Vittorino Andreoli (psichiatra) perSatanik, Sergio Cofferati (politico e sindacalista) perDylan Dog, Luciano De Crescenzo (romanzieree autore televisivo) perMandrake… Giusto? Sbagliato?“Il fumetto ai fumettisti”come“l’America agli americani”del presidenteMonroe?Manon c’è il rischiodi ghettizzare la cosiddetta Nona Arte, di rinchiuderla nell’angustorecinto degli appassionati (come lettori) e del sedicenti esperti (come prefatori)?L’autore di questo pezzo si autodenuncia e confessa di non avere titoli accademici per parlare difumetti,avendo studiatolegge. Come l’avvocato che firmò una prefazione a Corto Maltese, senzasapere che quello scritto sarebbe finito agli atti di una inchiesta parlamentare.