LE DONNE SENSUALI DI JEAN-LUC GODARD

LE DONNE SENSUALI DI JEAN-LUC GODARD

Jean-Luc Godard, nato a Parigi nel 1930, è uno dei registi più importanti della Nouvelle Vague e uno dei più conosciuti del cinema mondiale.Con i suoi numerosi film ha apportato innovazioni significative nel linguaggio cinematografico. La presentazione, fuori concorso, alla 76^ Mostra del cinema di Venezia del filmSeberg(diretto da Benedict Andrews e interpretato da Kirsten Stewart), ha riacceso, forse, l’interesse sull’attrice americana.Jean Sebergè stata lanciata nel cinema dal regista Otto Preminger alla fine degli anni cinquanta nei filmSanta GiovannaeBonjour Tristesse. La sua immagine è però ancora oggi indissolubilmente legata al capolavoro di Jean-Luc GodardFino all’ultimo respiro, del 1959, opera simbolo della Nouvelle Vague. Nato da un soggetto di François Truffaut, il film che elaborò un nuovo modo di fare cinema ha una storia solo apparentemente piuttosto semplice, quella“di un ragazzo che pensa alla morte e di una ragazza che non ci pensa”(J. L. Godard, dal libro di Antoine de Baecque e Serge Toubiana «François Truffaut», Editions Gallimard). La ragazza si chiama Patricia Franchini, è un’aspirante giornalista che vende l’Herald Tribune per le strade di Parigi e ha, appunto, le splendide fattezze di Jean Seberg. Il ragazzo, Michel Poiccard (Jean-Paul Belmondo), guidando le dice:“Amo una ragazza con un collo bellissimo, dei seni bellissimi, una voce bellissima, dei polsi bellissimi, una fronte bellissima, dei ginocchi bellissimi”. Nel 1963 Jean Seberg, sempre con Godard, gira l’episodioLe Grand Escroc, che però non viene inserito nel filmLe più belle truffe del mondo. Il suo personaggio, una giornalista televisiva, si chiama Patricia come inFino all’ultimo respiro. Godard ha sempre rivolto un’attenzione particolare ai personaggi femminili e di conseguenza alle attrici che li interpretano. Le donne nei suoi film non sono mai figure collaterali, anche quando non sono protagoniste assolute. Sotto questo profilo non sembra superfluo aggiungere alle innumerevoli analisi dell’opera del regista una postilla di carattere estetico: nella quasi totalità della sua filmografia si può notare un gusto per la bellezza femminile tutt’altro che irrilevante. Anna Karina(Hanna Karin Blarke Bayer) inizia l’attività in campo artistico come modella interpretando alcune pubblicità, tra cui quella per ilsapone Palmolive. Nel 1959 l’aspirante attrice danese si presenta al provino per interpretare un ruolo secondario inFino all’ultimo respiro, ma non viene scelta. L’anno successivo Godard gira il suo secondo film,Le petit soldat, ambientato nel 1958 durante la guerra d’Algeria. Un fotoreporter, Bruno Forestier, riceve da un’organizzazione d’estrema destra l’incarico di uccidere un giornalista filo-algerino. Questa volta Anna Karina ottiene la parte della modella Veronica (il cognome è cinematograficamente importante: Dreyer, come il grande regista danese), che in realtà fa parte di un gruppo terroristico algerino. Bruno si innamora di lei e in una delle scene più belle del film, mentre la fotografa, la descrive così:“Il fascino di Veronica era lei stessa: la curva delle spalle, l’inquietudine dello sguardo, il segreto del suo sorriso”.Nel 1961 l’attrice diviene poi la protagonista di un altro film di Godard,La donna è donnache, come scrisse Alberto Farassino (Il Castoro Cinema, 1978),“è stato giudicato da molti, più che una storia o un film di finzione, un documentario su Anna Karina”. Successivamente Godard e Anna Karina si sposano e restano insieme per quattro anni, durante i quali girano altri cinque film.Questa è la mia vita(1962),Bande à part(1964),Il bandito delle 11eAgente Lemmy Caution, missione Alphaville(entrambi del 1965). Quest’ultimo è ambientato in una città di un’altra galassia, dominata da un cervello elettronico, Alpha 8, che proibisce agli umani ogni forma d’amore. L’ultimo film èMade in Usa, uscito nel 1966, le cui riprese sanciscono di fatto la fine del rapporto artistico e sentimentale tra Godard e Anna Karina. Lo spunto iniziale del film lo spiegò lo stesso Godard:“Ho letto un romanzo poliziesco della «Série Noir» che mi ha interessato. Dato che avevo appena rivisto Il grande sonno con Humphrey Bogart, mi è venuta l’idea di una parte alla Humphrey Bogart interpretata da una donna, in questo caso Anna Karina”(da «Grazie a Henry Langlois», in «Il cinema è il cinema»). Tra i film interpretati successivamente da Anna Karina particolarmente interessante risultaL’invenzione di Morel, diretto nel 1974 da Emidio Greco, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares. Nel 1963 Godard conIl disprezzotrasferisce sul grande schermo il romanzo omonimo di Alberto Moravia. Il film è, come disse il regista,“l’unico film classico che ho avuto occasione di fare, all’interno del sistema”. Infatti, la protagonista femminile è la diva francese per eccellenza, Brigitte Bardot. Il disprezzonon è il miglior Godard ma, secondo Chris Strooder («Swingin’ Chicks of the ’60s», Cedco Publishing Company), Brigitte Bardot fornisce“una delle sue interpretazioni più versatili”. L’attrice torna poi a lavorare con Godard nel 1966 inIl maschio e la femmina, anche se compare solo per pochi minuti nel ruolo di se stessa. La francese di origine russaMarina Vlady(Marina Catherine Poljakova), è una delle attrici che in quegli anni risplendevano in grandi film d’autore. Si divideva, per esempio, tra i set di Orson Welles (Falstaff, del 1964) e Marco Ferreri, che la dirige inUna storia moderna – L’ape regina(1962), accanto a Ugo Tognazzi. Nel 1966 Marina Vlady viene scelta da Godard come protagonista diDue o tre cose che so di lei. Il lei del titolo tuttavia non si riferisce al suo personaggio, Juliette, ma a Parigi, città nella quale è ambientato il film. La seconda metà degli anni sessanta segna per Godard la ricerca di nuove forme espressive e concettuali, nonché l’incontro con una nuova musa,Anne Wiazemsky. L’esordio cinematografico dell’attrice avviene nel 1966, poco più che diciottenne, grazie al bellissimoAu Hasard Balthazar, di Robert Bresson. Con la regia di Godard, Anne Wiazemsky ha interpretato sette film a cominciare daLa cinese, del 1967 (nell’agosto dello stesso anni i due si sposano). Il suo personaggio è Véronique Supervielle,“una studentessa di filosofia che vorrebbe porre fine alla falsità accademica”(Lino Miccichè, «Il nuovo cinema degli anni ’60»). I titoli successivi girati dalla coppia Godard/Wiazemsky sono:Week-End, un uomo e una donna dal sabato alla domenica(1967),Sympathy for the Devil/One plus One e One American Movie(1968),Lotte in ItaliaeVento dell’Est(1969). Quest’ultimo è un “western politico” che di fatto rappresenta un capitolo fondamentale dell’intenzione, sempre più praticata da Godard a partire dalla fine degli anni sessanta, di fare anti-cinema. La caratterizzazione ben poco definita dei personaggi va in questa direzione: la Wiazemsky infatti è una non meglio precisata prostituta. Per quel che riguarda i film interpretati da Anne Wiazemsky diretti da altri registi, è da segnalare il fantascientifico sui generisIl seme dell’uomo(1969), di Marco Ferreri. Nel quale un ragazzo e una ragazza sono tra i pochi sopravvissuti in un mondo devastato dalla guerra atomica. La collaborazione tra Anne Wiazemsky e Godard (parallelamente alla fine del loro matrimonio) si conclude con la partecipazione dell’attrice aCrepa padrone, tutto va bene, del 1972, forse il miglior film mai girato sulla condizione operaia. Il ruolo femminile principale diCrepa padrone, tutto va bene, una giornalista radiofonica americana che cerca quando può di far passare messaggi a favore della sinistra rivoluzionaria, viene affidato alla starJane Fonda. Jane Fonda diventa, seppure indirettamente, anche la protagonista del mediometraggioLetter to Jane – An Investigation about a Still, sempre del 1972. Realizzato da Godard insieme a Jean Pierre Gorin (con cui aveva fondato il gruppo Dziga Vertov), è incentrato sull’attenta analisi di una celebre fotografia dell’attrice ad Hanoi, dove si era recata per protestare contro la ripresa dei bombardamenti americani. Jane Fonda ad Hanoi durante la guerra del Vietnam L’attrice francese di origine russaMacha Méril(Maria-Magdalena Vladimírovna Gagárina) è Charlotte in uno dei film più belli di Godard,Una donna sposata. All’inizio la vediamo con l’amante (vari dettagli del suo corpo), poi con il marito, al lavoro nella redazione di una rivista femminile, dal medico, eccetera. Il regista definìUna donna sposata“una specie di «depliant» sulla donna”.