LE ATTRICI CARNALI DI TINTO BRASS

LE ATTRICI CARNALI DI TINTO BRASS

Nella seconda parte della carriera, caratterizzata dal maggiore riscontro al botteghino e nella quale l’elemento erotico (già presente in precedenza) è diventato preponderante,Tinto Brassha messo le attrici al centro della scena. Questo ha permesso ad alcune di diventare per un certo periodo dei veri e propri idoli sexy. Tinto Brass Ci sarà chi vorrà obiettare che esibire il corpo nudo di un’attrice sino ai“più intimi anfratti”(Manlio Gomarasca, Nocturno Cinema n. 5, Febbraio 1998) non equivale necessariamente a valorizzarne le doti espressive, e se ne può discutere. Altri aggiungeranno che la qualità dei film di Tinto Brass presi in esame (girati tra il 1993 e il 2002) non è tale da poter dare il giusto rilievo alle sue protagoniste, e anche un tale argomento può avere una ragione d’essere.Tuttavia, la prima questione appartiene alla morale, la seconda ha a che vedere con l’estetica cinematografica. Entrambe, nel caso del presente articolo, interessano poco. Qui ci interessa soltanto focalizzare l’attenzione sulle carnali bellezze immortalate dalla macchina da presa del regista veneziano. Basta scorrerne la filmografia per rendersi conto cheStefania Sandrellinon può certamente essere considerata soltanto “un’attrice di Tinto Brass”. Ma è pur vero che conLa chiave, del 1983, il regista ne rilanciò l’immagine grazie all’inaspettato successo del film, in una versione erotica che in certi titoli precedenti era sommessa o risolta in maniera comica. Tanto che la magistratura italiana accusò il film di oscenità. Non va però dimenticato che nel film di Aldo LadoLa disubbidienza, girato due anni prima, la Sandrelli era già immersa in un’atmosfera alquanto sensuale. Nata a Viareggio, Stefania Sandrelli ha cominciato l’attività artistica vincendo il titolo di Miss Cinema nel 1961. Nello stesso anno giunge a Roma per il provino diDivorzio all’italiana. Il regista Pietro Germi non la sceglie subito, così nel frattempo la Sandrelli esordisce come attrice grazie al film di Mario SequiGioventù di notte.Sempre nel 1961 giraIl federale, di Luciano Salce (accanto a Ugo Tognazzi, che di lei disse:“Stefania non è come tutti noi. Vive sempre in uno stato di leggera levitazione”) e finalmente ottiene il ruolo di Angela, la torrida, giovane cugina per cui perde la testa il barone siciliano Ferdinando.D’altronde, in quello stesso periodo il giornalista Alberto Pacifici, in un articolo sulla seducente attrice, scrisse:“A sedici anni, appena arrivata a Roma chiamata da Pietro Germi, fece fare un sobbalzo al Grande Scrittore, che immediatamente si affrettò a scrivere: Mai vista una cosa simile. Questa ragazza spande ondate di sesso per ogni passo che fa, camminando soltanto”. Il grande scrittore a cui si riferiva era Alberto Moravia, ma non è sicuro che abbia davvero pronunciato queste parole. Il primo ruolo da protagonista lo ottiene inLa bella di Lodi(1963, Mario Missiroli) ma è con il successivo film di Germi,Sedotta e abbandonata, del 1964, che si afferma in maniera definitiva. Tanto che la stampa, che in precedenza aveva lodato“il suo acerbo fascino ‘alla Lolita’”, ora vede in lei l’erede di Sophia Loren e Gina Lollobrigida. L’interpretazione offerta dalla Sandrelli nel film di Antonio PietrangeliIo la conoscevo bene, del 1965, è considerata una delle sue migliori. A tal proposito, Paolo Mereghetti ha scritto cheIo la conoscevo bene“sembra impensabile senza la sua attrice protagonista”.Infatti il regista, dopo averle fatto il provino nel 1961, si convinse che solo lei avrebbe potuto rendere credibile il personaggio principale (che in un primo momento era stato proposto a Sandra Milo).Arrivata a Roma dalla provincia per fuggire da un ambiente familiare opprimente, Adriana trova lavoro come parrucchiera e nella pubblicità. Comincia anche a frequentare i più svariati personaggi che ruotano intorno al mondo dello spettacolo, passando da una delusione all’altra. Stefania Sandrelli ha preso parte a due film di Bernardo Bertolucci.Il conformista, del 1971, eNovecento, del 1976. Nel primo, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia e ambientato in Italia nel 1938, interpreta Giulia, fidanzata col protagonista Marcello, un professore di filosofia che, per sentirsi uguale agli altri, accetta senza opporsi l’ideologia del regime.Secondo Giovanni Grazzini,“la qualità eccellente del film (indubbiamente tra i migliori della stagione) è comprovata dalla superba prova degli interpreti (Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli e Dominique Sanda), tutti splendidamente fusi, ciascuno con propri caratteri complementari, in un affresco d’epoca che ricava riverberi struggenti anche dalla fotografia di Vittorio Storaro”. InDelitto d’amore, diretto da Luigi Comencini nel 1973, per Aldo Tassone“la storia di un problematico rapporto fra un operaio milanese e un’emigrata siciliana non riesce a fondersi bene con la denuncia di una società industriale altamente inquietante”.Tuttavia Stefania Sandrelli riesce a rendere memorabile il personaggio di Carmela, che sposa l’anarchico Nullo (Giuliano Gemma). Dei quattro film girati da Stefania Sandrelli con il regista Ettore Scola,C’eravamo tanto amati(1974) è quello che ha ottenuto i maggiori riconoscimenti critici e che ancora oggi è apprezzato da una larga fascia di spettatori.Una commedia malinconica che racconta trent’anni di storia italiana attraverso l’esistenza di tre uomini e una donna, l’aspirante vedette Luciana. Dopo essersi presa per qualche anno una pausa di riflessione, tanto che un noto critico la definisce“la grande occasione perduta del cinema italiano”, nel 1976 Stefania Sandrelli torna su un set cinematografico per recitare accanto ad Alberto Sordi nell’episodioL’ascensore, diretto da Luigi Comencini, del filmQuelle strane occasioni.Nel mese di agosto, in una Roma deserta, Donatella sta per recarsi dal fidanzato, con cui deve partire per il mare. Ma resta bloccata nell’ascensore con un prelato, monsignor Ascanio. L’episodio è un esempio, a cui si accennava in precedenza, di come la sensualità di Stefania Sandrelli venisse sottolineata già prima del film di Tinto Brass, ma sotto forma di commedia. Prima e dopo l’esperienza erotica con Tinto Brass, Stefania Sandrelli gira due film comici a episodi. Il primo è uno dei più grandi successi commerciali del periodo,Eccezzziunale… veramente(1982), diCarlo Vanzina.“Un film sul calcio e sui tifosi”, ha spiegato il regista.“In molti ci avevano sconsigliato questo argomento, poiché ci dicevano che il calcio al cinema non funzionava. Non gli demmo ascolto”.I tre tifosi sono Donato, ultrà milanista, Franco, tifoso dell’Inter, e Tirzan, un camionista pugliese sfegatato juventino. Come ha scritto Alberto Tulli (Steno e i Vanzina – L’infinita commedia, ANCCI, 2003),“il più riuscito dei tre è senz’altro l’episodio che ha per protagonista Donato, maggiormente articolato nel racconto e in certa misura ingentilito dai toni teneri e garbati su cui si gioca la storia d’amore tra il protagonista e Loredana (una splendida Stefania Sandrelli)”. Sempre della famiglia Vanzina, ma del padre Stefano (in arteSteno) èMi faccia causa, del 1984.Con il suo penultimo film, il regista gira in sostanza il rifacimento moderno di uno dei suoi primi lavori,Un giorno in pretura(1953).Vari casi si succedono nell’aula giudiziaria presieduta dal pretore Giovanni Pennisi (Christian De Sica). Uno di essi riguarda l’impiegata Rosanna Bianchini, che ha querelato un settimanale per un articolo nel quale viene descritta come una prostituta. Serena Grandi(vero nome Serena Faggioli) è nata a Bologna, dopo essersi diplomata come analista chimica lavora per qualche anno in un laboratorio, ma il suo desiderio è quello di fare l’attrice. Così un giorno parte per Roma con un book fotografico e trova lavoro in una televisione locale, grazie al quale comincia a farsi notare (tanto che viene definita“la sirenetta delle tv private”).Nello stesso tempo gira l’Italia con uno spettacolo nel quale balla e canta. Alla fine degli anni settanta ottiene i primi ruoli cinematografici, per esempio nel film di un regista importante come Alberto Lattuada, che tra i tante qualità ha avuto indubbiamente quella, tutt’altro che marginale, di saper trovare e lanciare le giovani attrici capaci di bucare lo schermo.InLa cicala, uscito nel 1980 (e sequestrato nell’agosto dello stesso anno) interpreta una segretaria. Sempre nel 1980 escono altri cinque film che vedono Serena Grandi nel cast, anche se con piccole parti. Abbastanza corposa è la sua apparizione nella curiosa, ma non certo memorabile, commedia sexyLa compagna di viaggio(regia di Ferdinando Baldi), in cui un ladro progetta un furto su un treno ma gli va male.La vicenda è comunque un pretesto, ciò che conta sono le storie dei viaggiatori, che offrono l’occasione per spogliare in più di un’occasione Serena Grandi e le altre attrici, tante e notevoli:Anna Maria Rizzoli,Marisa Mell,Marina Frajesee una Annie Belle (vero nome: Annie Brilland) agli esordi, qui davvero incantevole. Il ladro è interpretato da Gastone Moschin, mentre il comico di turno è lo stralunato Raf Luca. Sempre del 1980 è un film del terrore estremamente sanguinoso,Antropophagus, diJoe D’Amato(Aristide Massaccesi). Un gruppo di turisti in vacanza sul mare Egeo si ferma in un’isola greca, la stessa dove, nel prologo, sono stati massacrati da un misterioso assassino due giovani tedeschi.Quasi tutti i componenti della comitiva vengono uccisi, finché si scopre che il maniaco è un uomo che tempo prima impazzì in seguito a un naufragio. Durante il quale era stato costretto a cibarsi dei cadaveri della moglie e del figlioletto.Il maniaco viene sventrato da uno dei turisti e, nel finale, lo vediamo nutrirsi delle sue stesse interiora. Alcune scene di Antropophagus sono entrate di diritto nella storia del cinema estremo e in una di queste compare Serena Grandi: è una donna incinta a cui il cannibale estrae il feto dal ventre, divorandolo. Del 1983 èAcapulco, prima spiaggia… a sinistra, una commedia diSergio Martinoabbastanza divertente, tutta incentrata sui tentativi fallimentari di due amici bolognesi (Andrea Roncato e Gigi Sammarchi) di abbordare belle donne sulla spiaggia di Cesenatico.Tra le attrici, oltre a Serena Grandi, che interpreta la maschera di un cinema a luci rosse, troviamo Anna Kanakis.