Lavoro, passata la legge che ti permette di spiare il tuo collega | Se ti porta in tribunale vinci sicuro

Spiare i colleghi a lavoro è legale - Giornalepop.it (Fonte foto Canva)
Notizia dell’ultima ora: è ufficialmente passata la legge che ti permette di spiare i propri colleghi durante l’orario di lavoro. Ecco di cosa si tratta nello specifico e perché dovete prestare moltissima attenzione.
Nel corso degli anni la giurisprudenza nel campo del diritto del lavoro è cambiata considerevolmente, nel tentativo di adattarsi a tutte le situazioni quotidiane che richiedono l’intervento giurisdizionale.
Basti pensare alle tante opportunità che sono state fornite ai lavoratori, così come ai datori di lavoro, nel caso in cui ci siano problematiche all’interno dell’ufficio. Un esempio pratico e lampante per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dalle cause per licenziamento legittimo, quando viene meno il patto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente.
Questa volta, però, facciamo riferimento a una situazione completamente diversa: la legge ci mette nelle condizioni di spiare il nostro collega di lavoro, ma solo in alcuni casi specifici.
Questo vi permetterà, dunque, di poter vivere serenamente durante l’orario lavorativo e fare in modo che ogni diritto venga rispettato.
Passa la legge: puoi spiare il tuo collega al lavoro
Ebbene sì, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli anni senza dubbio la giurisprudenza italiana è intervenuta con vari cambiamenti riguardanti le condizioni di vita quotidiana, comprese anche quelle in ambito lavorativo. Un esempio pratico lampante per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dalla registrazione di conversazioni all’insaputa dei presenti.
Solitamente registrare all’insaputa di un collega o di qualunque altra persona rappresenterebbe un reato, ma in questo caso specifico invece si trasforma in una vera e propria tutela. Stiamo parlando dell’articolo 2712 del codice civile, dove viene ammessa con piena efficacia probatoria la produzione di determinate prove, quindi anche registrazioni che non possono essere contestate dalla controparte.

Tieni con te un registratore, il tuo collega non avrà scampo!
Così come riferisce anche il sito Brocardi.it, tenendo conto dell’articolo del codice civile indicato precedentemente, il giudice può accogliere positivamente una registrazione anche se fatta all’insaputa del protagonista della questione. In questi casi specifici, però, deve essere confermata la presenza di mobbing, discriminazione, minacce o altre violazioni contrattuali tra i due protagonisti del contenzioso.
Trattandosi di una tutela ben specifica, dunque, la registrazione può attestare la sussistenza del reato e quindi permettere al giudice di poter procedere tenendo conto di quanto dice la legge. In caso contrario, però, ci si può imbattere anche in rischi concreti come il licenziamento e altre conseguenze penali. Sulla base di tale motivazione, per preservare il bilanciamento tra diritto alla prova e diritto alla riservatezza, è sempre bene consultare un legale esperto che vi aiuterà a capire quali prove sono ammissibili nell’ambito di un processo e quali no.