LA SERIE TV PERFETTA DI HIGHLANDER
Il franchisediHighlanderandrebbe studiato nelle scuole di cinema. Se i due sequel sono l’esempio di comenonandrebbe fatto un seguito, la serie tv è invece un modello di continuazione perfetta. Infatti, seHighlander 2falliva perché stravolgeva le premesse del capostipite e (all’estremo opposto)Highlander 3le riproponeva stancamente, la serie televisiva le riprende e le sviluppa, portando avanti il discorso. Facciamo prima un passo indietro.Il primoHighlanderandò bene in Europa, ma fu un flop al botteghino Usa. Motivo per cui nessun network a stelle e strisce volle saperne di trarne un telefilm, ma i testardi produttoriPeter DaviseWilliam Panzer, associatisi con i colleghi televisiviGary GoodmaneBarry Rosen(quelli della serie tv diZorrodegli anni novanta), riuscirono comunque a finanziarlo con fondi franco-canadesi, tanto più che il telefilm è girato principalmente tra Vancouver e Parigi. William Panzer (1942-2007) e Peter Davis Davis e Panzer erano pronti a scommettere sull’esistenza di una vasta fascia di pubblico disposto ad appassionarsi a un prodotto sì fantastico, ma che usasse lo spunto immaginario per parlare di argomenti universali come la vita, la morte, il destino, la giustizia, l’amore, la lealtà, il tradimento, il perdono, la redenzione eccetera. Spesso avendo il coraggio di scegliere le soluzioni più pessimiste e meno rincuoranti. È questo che intendevo con “portare avanti il discorso”: se il film presentava gli immortali e spiegava lo scopo della loro esistenza (lottare affinché l’ultimo rimasto consegua una conoscenza suprema con cui influenzare il destino dell’umanità), la serie narra come ciascun immortale fa i conti con la propria condizione. C’è chi se ne frega delle leggi dei mortali e vive solo per il potere. L’eremita che si isola dalla civiltà. L’uomo di legge che, constatata la relatività della morale, vive solo per far rispettare le regole dimenticando la compassione. Chi ha l’unico scopo di far sopravvivere le tradizioni del passato. L’artista devastato dal fatto che gente più talentuosa di lui sia morta troppo giovane…E i conflitti tra gli immortali nascono più dallo scontro tra queste diverse filosofie che dalla semplice lotta per lareminiscenza. È questo che ha conquistato i fan: in fondo, è una grande metafora della vita.Non serve essere immortale, basta crescere, divenire adulti e invecchiare per rendersi conto che l’esistenza è un continuo susseguirsi di incontri e addii, di amicizie e battaglie, divertimenti e rimorsi. Ognuno di noi, con il proprio bagaglio di esperienze e insegnamenti, è l’unico punto fermo che può dare un significato a questo continuo mutamento di persone, luoghi e oggetti che chiamiamo vita. Sta di fatto che la scommessa di Davis e Panzer fu vinta:Highlandernon è stato solamente la miglior serie tv tratta da un film, ma anche uno dei telefilm più lunghi e avvincenti del suo tempo, con 119 episodi prodotti dal 1992 al 1998. Il telefilm racconta la vita e le avventure diDuncan McLeod(l’anglo-toscanoAdrian Paul), lontano cugino e allievo diConnor(l’eroe interpretato al cinema daChristopher Lambert), come lui nato nel Cinquecento tra i verdi altipiani scozzesi. Adrian Paul, protagonista della serie televisiva di Highlander, scherza con Christopher Lambert, protagonista della serie cinematografica Il telefilm si apre con Duncan e la sua fidanzata, l’antiquariaTessa Noel(l’attrice belgaAlexandara Vandernoot), che decidono di prendersi cura del ladruncolo dal cuore teneroRichie Ryan(Stan Kirsch). La convivenza funziona, i tre diventano come una vera famiglia. Ma in uno dei primi episodi della seconda stagione, la donna e il ragazzo vengono feriti da un balordo drogato armato di pistola. Tessa muore, Richie si risveglia scoprendosi immortale. Da allora inizia la sua strada, tornando spesso a far visita al suo amico e mentore. Da questo momento il cast subisce numerosi cambiamenti, con l’entrata in scena di nuovi personaggi e l’uscita (a volte la morte) di altri.Amanda Darieuxè una ladra immortale bella, simpatica e molto furba innamorata da secoli di Duncan (lui la chiama“la mia cattiva abitudine”). La interpretaElizabeth Gracen, Miss America ’82 e (a quanto si èvociferato) uno dei tanti flirt di Bill Clinton.Joe Dawson(Jim Byrnes, attore invalido come il suo personaggio) è un veterano del Vietnam, dove ha perso le gambe, un chitarrista blues, ma soprattutto un membro degliOsservatori, una società segreta che spia e registra le imprese degli immortali a loro stessa insaputa. Malgrado la diffidenza iniziale, lui e MacLeod diverranno buoni amici. Darius(Verner Stoker) è un monaco amico e guida di Duncan fin dai tempi di Napoleone. Purtroppo verrà ucciso daHorton(Peter Hudson), genero di Joe e capo di una frangia di Osservatori rinnegati decisi a distruggere gli immortali. Il personaggio uscì bruscamente di scena a causa dell’improvvisa scomparsa di Stoker, stroncato da un tumore al cervello. Charlie DeSalvo(Philip Akin) è un maestro di arti marziali di colore, ma per metà italiano. Duncan diventerà comproprietario della sua palestra finché Charlie non si arruolerà per combattere nei Balcani. Ann Lindsay(Lisa Howard) è una dottoressa con cui McLeod avrà una breve ma intensa storia d’amore. L’ultimo acquisto importante del cast è arrivato alla fine della terza stagione. Enigmatico, ironico e disincantato, dall’alto dei suoi cinquemila anni,Methosè il più anziano immortale vivente. Scende spesso a compromessi per evitare lo scontro, e questo irrita il più cavalleresco MacLeod. Tuttavia Methos non è affatto privo di morale e sentimenti come potrebbe sembrare (tanto che s’innamorerà di una cameriera affetta da un male incurabile) e al momento giusto saprà dimostrarsi un valido amico per Duncan, Richie e Joe.A dargli il volto èPeter Wingfield, attore che avrà un ruolo da protagonista anche in un successivo telefilm della Davis/Panzer, il sottovalutatoLa Regina di Spade. Anche alcunestar della musicahanno vestito i panni degli immortali:Roger DaltreydegliWhoè il simpatico donnaioloHugh Fitzcairn, mentreRoland GiftdeiFine Young Cannibalsè il perfido avvelenatoreXavier St.Cloud. Sono apparsi di sfuggita ancheJoan JetteMartin Kemp, degliSpandau Ballett. Sempre in tema di musica, oltre aPrinces of the UniversedeiQueencome sigla, nella soundtrack sono state utilizzate altre due hit:Bonny PortmorediLoreena McKennitt(già collaudata inHighlander 3), per accompagnare i flashback di Duncan sulla sua giovinezza in Scozia, eDust in the WinddeiKansasper sottolineare quelli legati a Tessa. I motivi che hanno potato un serial originale e ricco di spunti interessanti comeHighlandera un progressivo calo d’ascolti sono stati principalmente tre.Primo: una cattiva collocazione in palinsesto, in patria come in Italia. Da quando Rete Italia smise di co-produrlo, l’interesse di Mediaset per il telefilm andò scemando, e gli ultimi episodi sono stati trasmessi a orari impossibili, come le tre o le quattro del mattino.Secondo: puntate troppo diseguali tra loro. A episodi decisamente cupi e drammatici se ne sono alternati altri decisamente ironici e altri più convenzionali. Questo ha intrigato molti fan, che hanno trovato lo show imprevedibile, ma ha indispettito molti altri, abituati a telefilm dalla continuity serrata e dal tono ben impostato.Terzo: personaggi simpatici e ben costruiti come Amanda, Richie, Joe e Methos bastano da soli a reggere lo show e spesso rubano la scena a Duncan, eroe più classico e convenzionale.Per incrementare l’audience, alla fine della quinta stagione fu introdotta la figura diAhriman, demone mesopotamico che allo scadere d’ogni millennio tenta d’invadere il nostro mondo e deve essere fermato da un campione immortale prescelto dal fato. Beh, sempre meglio degli alieni del secondo film… Questo sottofondo horror-demoniaco traL’EsorcistaeIl Presagionon solo non attirò nuovi fan, ma allontanò parte dei vecchi aficionados. La questione di Ahriman fu così liquidata nei primi episodi della sesta stagione, che si attestò poi sugli standard di sempre, per concludersi in un doppio episodio (“Essere” e “Non Essere“) che riprende il classico canovaccio del filmLa Vita è Meravigliosa(al protagonista, triste e demotivato, viene mostrata come sarebbe stata grama la vita dei suoi cari se lui non fosse esistito). Un finale che, pur tirando le fila della saga, non si è concluso con particolari colpi di scena, lasciando l’amaro in bocca a molti. Questo però non ha affatto sminuito l’affetto e il valore che i fan riconoscono al telefilm. Anzi, continua ad alimentare la voglia di veder proseguire la saga diHighlanderal cinema o in tv. (Immagini trovate su internet © degli aventi diritto).