LA NIPOTE E L’INFERMIERA DI NELLO ROSSATI

Nello Rossati(Adria, Rovigo 1942 – Roma, 2009) è un regista che merita di essere rivalutato per alcune pellicole interessanti nell’ambito della commedia sexy e dell’erotismo puro. Frequenta l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e comincia a lavorare in teatro prima come aiuto regista di Albertazzi, Zeffirelli, Squarzina e Patroni Griffi, successivamente come attore e regista di opere interpretate da Salvo Randone e Nando Gazzolo. Scopre il cinema nel 1971, prima come sceneggiatore (Il giorno del giudizioeAcquasanta Joe) e infine come regista per girare l’erotico a basso costoBella di giorno, moglie di notteche riscuote grande successo. Si tratta di un dramma di costume con qualche nota satirica che racconta il singolare rapporto tra un marito pubblicitario (Nino Castelnuovo) in crisi economica e una moglie (Eva Czemerys) che arrotonda le entrate facendo la squillo. Il successo del film lo convince a ritentare nel 1972 con una sorta di remake intitolatoLa gatta in calore, che vede protagonista sempre la Czemerys nei panni di una moglie insoddisfatta, affiancata da Silvano Tranquilli come marito noioso e prevedibile. La trama è piuttosto confusa, costruita su flash-back, e corre sul filo di un giallo che non è mai tale. Il finale è sconcertante, ma restano memorabili alcune scene di torbido erotismo tra la moglie e un pittore hippie (Tony Rossati), prima che venga ritrovato cadavere nel giardino della villa. Il film è ancora una volta scritto dal regista, si avvale della fotografia di Aristide Massaccesi, sfida la censura del tempo (che non permette molto) ma non decolla mai e resta un tentativo non riuscito di fare un thriller erotico. Nel 1973 Rossati giraBuona parte di Paolina, con Antonia Santilli nel film della sua vita nei panni di una ragazza che arriva a Roma per fare carriera. La Santilli nello stesso anno interpreta un ruolo rilevante neIl bossdi Fernando di Leo, come inespressiva amante di Silva e figlia degenere di un capo mafia. Non è attrice dotata di talento e se neIl bossrisulta presenza fastidiosa ma marginale, qui naufraga miseramente in un ruolo da protagonista assoluta. Credo che sia uno degli ultimi film interpretati da Antonia Santilli, ma non è certo da ricordare, se non per molte situazioni piccanti che compongono il nerbo della storia. Nello Rossati collabora con Tiziano Longo, altro regista esperto di erotismo torbido. I due film per i quali merita riscoprire Nello Rossati sonoLa nipote(1974) eL’infermiera(1975), due commedie sexy, veri film simbolo di un’epoca. La nipote(1974) è un erotico-campagnolo condito con tanta ironia dagli attori, girato con perizia da Nello Rossati e interpretato da un’ottima attrice comeOrchidea De Santis, che per anni è stata un sogno erotico per milioni di italiani. La De Santis la vedevi spuntare fuori dalle copertine di Blitz e di Epoca, ma pure di Abc, di Gente, riviste di ogni tipo. Lei incarnava il mito della donna bellissima ma raggiungibile, della donna che potevi incontrare per strada o avere per collega d’ufficio. Orchidea De Santis era un sogno erotico rassicurante, in sintonia con i personaggi che portava sul grande schermo.La nipotevede la De Santis nei panni di Doris, serva disinibita di una ricca famiglia padovana. Daniele Vargas è il padrone che non perde occasione per metterle le mani addosso, mentre sua moglie ha una relazione con un amico. Commedia degli intrighi che si spenge di colpo quando la De Santis esce di scena e lascia la ribalta a un’imbranatissimaFrancesca Muzio(che ricordiamo nel pessimoMaternale, 1977). La Muzio è una nipote disinibita che eccita il cugino, si porta a letto lo zio e alla fine diventa padrona di tutto facendo fruttare al meglio le doti fisiche. Ma per quanto la Muzio è sciapita e insulsa (e la protagonista sarebbe lei) la De Santis è sensuale e ironica, intriga gli spettatori ed eccita solo con il sorriso malizioso. Inutile dire che film comeLa nipotesono una diretta filiazione diMaliziadi Salvatore Samperi e che la trama ricalca molte situazioni stereotipate. Se questa pellicola ancora oggi si guarda con piacere è solo per la presenza di Orchidea De Santis e di un ottimo Daniele Vargas che interpreta un credibile zio sporcaccione. Orchidea De Santis Tra le scene simbolo citiamo il sensuale rallenty sui titoli di testa con la De Santis che porta il caffè a Vargas e si lascia accarezzare cosce, glutei e seno con profonde e sensuali carezze. La De Santis si sbottona la camicetta e offre i seni al padrone che si avventa su quelle rotondità carnose e le morde al massimo dell’eccitazione. Subito dopo c’è un inseguimento di Vargas alla De Santis per le stanze della villa al grido di:“Se ti chiappo, culona!”, promessa che poi non mantiene perché il padrone è impotente, ama solo guardare e toccare. Una scena che resta emblematica nell’immaginario erotico è in sala da pranzo, quando la De Santis serve il caffè a Vargas e si sente afferrare il sedere con un pizzicotto. Subito dopo le mani del padrone le alzano la gonna, calano le mutandine sino ai piedi e cominciano a carezzare un sedere stupendo che la macchina da presa inquadra con un primissimo piano. La scena raggiunge punte di erotismo che non ha uguali in pellicole simili, il merito è della De Santis che la rende credibile con sguardi imbarazzati e sorrisi maliziosi. Citiamo anche la parte in cui il padrone con un binocolo spia la De Santis che si spoglia in camera e subito dopo va da lei e le fa indossare sul corpo nudo una gonnellina ridottissima. Vargas si eccita a vedere la serva che spolvera, si china per terra a pulire e agita seni nudi e glutei stupendi.In queste sequenze la De Santis è molto nuda, forse sono le scene più piccanti di tutta la sua carriera di attrice, mette in mostra un seno procace e un sedere mozzafiato. Interessante è anche l’incontro con il figlio del padrone che lei riceve alla stazione e dal quale poi si fa portare a casa seduta sulla canna della bicicletta. Le cosce della bella attrice sono in mostra, si intravede pure il seno, il ragazzo si eccita e i due finiscono per cadere a terra in mezzo al campo. Il figlio è distratto dal sedere della De Santis anche a casa mentre finge di studiare, lei lo provoca maliziosa sporgendosi sul lavatoio e alla fine si fa aiutare a scacciare un animale che le è entrato nel vestito. Non è vero niente, ma le mani del ragazzo finiscono per strizzare il seno abbondante della bella serva. A questo punto del film entra in scena Federica Muzio nei panni della nipote e la pellicola non ne guadagna per niente. Restano da citare solo un paio di sequenze con il cugino che la spia e lo zio che equivoca tra lei e Doris e tenta di farsela. Una festa in villa per fare scoprire il sesso al figlio imbranato provoca la cacciata di Doris che se la fa con un ragazzo alle spalle del padrone. Vargas imbestialito spara al malcapitato e licenzia la De Santis che se ne va e ci lascia nelle incapaci mani della inespressiva Muzio. Non è la stessa cosa. Si vede subito quando la Muzio prende il posto della De Santis come serva e lo zio le tasta il sedere durante la cena. La scena non ha niente a che vedere con la sensualità della precedente che vede protagonista la bionda attrice. La Muzio tocca un minimo di sensualità solo in uno strip malizioso e in una scena della scala presa pari pari da Malizia con lo zio che si arrapa alla vista delle sue gambe nude. La nipote provoca la morte dello zio che tenta di possederla ma non regge l’emozione. La serva sposa il cugino imbranato e si ingegna subito per riempirlo di corna. Adesso è lei la padrona di casa e può fare ciò che vuole, pure andare a letto con tutti e vendi- carsi della malvagia zia. Ho vistoLa nipotesu Happy Channel nel 2004 e con grande stupore ho assistito alla proiezione di un film zeppo di inserti porno. Di sicuro era una copia per l’estero, di quelle che al tempo i produttori erano soliti rimaneggiare per rivendere bene su certi mercati, ma è poco rispettoso della dignità degli attori passare copie simili in televisione. Ci sono parti aggiunte di cattivo gusto che fanno credere che la De Santis e la Muzio facciano sul set cose da attrici hard. Nutro forti dubbi sulla legittimità degli inserti hard in una pellicola comico-erotica perché certe sequenze forzate stravolgono il senso della storia. L’infermiera(1975) è il capostipite di tutti i film erotico-infermieristici, interpretato daUrsula Andress, Duilio Del Prete, Mario Pisu, Daniele Vargas, Carla Romanelli, Attilio Duse, Stefano Sabelli, Marina Confalone, Lino Toffolo, Luciana Paluzzi e Jack Palance. Nello Rossati scrive il soggetto e lo sceneggia con la collaborazione di Paolo Vitali, Claudia Florio e Roberto Gianviti. Ennio Guarnieri realizza una suggestiva fotografia della campagna veneta, completata dalle ottime scenografie di Tony Rossati. Gianfranco Plenizio è l’autore di un’efficace colonna sonora, mentre il montaggio (non sempre serrato) è di Amedeo Gallitti. Produce addiritturaCarlo Pontiche non lesina sul budget. Mereghetti stroncaL’infermieracome variopinto quadro delle meschinità dell’Italia piccolo-borghese sprecato da una regia nulla. Non concordo. L’infermiera è una pellicola che realizza una critica sociale della famiglia italiana piccolo borghese e non si limita a mostrare le forme provocanti di Ursula Andress. La regia di Rossati riproduce molte sequenze sexy ispirate aMalizia, sfrutta il dialetto veneto e si avvale di un cast composto da attori esperti. Da questa pellicola nasce il sottogenere con un malato da accudire e una sexy infermiera dalla bellezza prorompente che lo seduce. Ricordiamo qualche titolo.L’infermiera di mio padre(1975) di Ma- rio Bianchi ricalca pedissequamente il film di Rossati con la sola variante di Daniela Giordano al posto della Andress.La clinica dell’amore(1976) di Renato Cadueri con Ria De Simone è più porno che erotico.L’infermiera nella corsia dei militari(1979) diMariano Laurentisi affida al mitico fondoschiena di Nadia Cassini.L’infermiera di campagnadi Mario Bianchi conLaura Gemserè una pellicola da dimenticare. Un buon film originale èL’infermiera di notte(1978) di Mariano Laurenti, conGloria Guidaprotagonista. Ursula Andress è una stupenda caposcuola, dopo di lei il diluvio di Nadie Cassini nelle corsie dei militari, di infermiere di mio padre, di infermiere nere e chi più ne ha più ne metta. La Andress ha un fisico perfetto, statuario, i tratti del volto non sono teneri e angelici come quelli di Gloria Guida, ma in camice bianco è credibile. Il film è un classico della commedia all’italiana, grazie anche ad attori come Mario Pisu e Duilio Del Prete. La trama si racconta in poche battute. Un’intera famiglia assolda la bella Ursula Andress per fare da infermiera allo zio malato di cuore. Il suo compito è quello di eccitarlo, andare a letto con lui e farlo morire, così da far ereditare l’azienda vinicola ai parenti superstiti. Duilio Del Prete ha già trovato un compratore americano (interpretato da Jack Palance) e attende l’ora fatidica per incassare. L’infermiera accetta il ruolo di complice, ma poi se ne pente e smaschera il complotto con l’aiuto del nipotino. Il finale vede la Andress sposare il vecchio zio che dopo la prima notte di nozze muore tra le sue braccia. L’azienda vinicola viene ereditata dalla bella infermiera e la scena conclusiva si svolge al cimitero davanti alla tomba del marito. Un dialogo surreale tra Mario Pisu e la prima moglie dalle rispettive lapidi chiude un film divertente. Ursula Andress Marco Giusti suStracultparla di una bella ambientazione veneta e di una fotografia curata, ma secondo lui il film non funziona del tutto e risulta molto più stravaccato delle commedie di Laurenti. Giusti ritiene che Rossati non riesca a manovrare la materia, tutto risulta eccessivo, un po’ sgradevole e forse troppo realistico. Rincara la dose: Ursula Andress è un’infermiera un po’ troppo mignotta, Pisu sembra malato davvero, Del Prete fuori parte. Salva soltanto Daniele Vargas, Luciana Paluzzi e Marina Confalone, ma non digerisce Jack Palance come compratore americano. InveceL’infermieraè una commedia divertente, ambientata in modo esemplare nella campagna veneta e ben interpretata da un buon cast. Ursula Andress sprizza sensualità e la sua bellezza buca lo schermo sin dalla prima apparizione come infermiera svizzera, vecchia fiamma di Del Prete. Ricordiamo molte sequenze sexy a base di spogliarelli e diverse scene ad alta gradazione erotica sotto le lenzuola. Un rapporto sessuale tra la Andress e Del Prete, un sexy bagno in piscina con il nipotino che la spia, palpate di sedere da parte del malato, furtive carezze sulle gambe, un sensuale strip in camera del nipotino e la prima notte di nozze che fa morire lo zio alla vista di tanta bellezza. Mariano Laurenti prende ad esempio per Gloria Guida la mise da infermiera vestita di bianco, giarrettiere, biancheria intima e calze bianche. Daniele Vargas è bravo come sempre a interpretare un ex militare che si eccita soltanto sotto il fuoco dei bombardamenti e mentre vede film di guerra.“Il cannone non spara più”, afferma Pisu.“Si guardano sempre questi film pornografici”, ironizza Toffolo davanti a una pellicola bellica che scatena l’eccitazione di Vargas. La parte sexy del film è realizzata anche con l’esibizione delle grazie diFrancesca Paluzzi(moglie di Del Prete) e diCarla Romanelli(cameriera), che si danno un gran da fare come comprimarie di lusso. Duilio Del Prete non è l’attore migliore che avrebbe potuto interpretare la parte del nipote maneggione, ma se la cava abbastanza bene. Jack Palance recita con la sua voce la parte dell’americano, ma si vede poco ed è sottoutilizzato. Lino Toffolo è molto bravo nella consueta caratterizzazione dell’ubriaco e interpreta alcuni siparietti comico erotici insieme alla Romanelli. Non ci sono docce in questa commedia sexy, ma non mancano le consuete scene di visioni rubate e l’immedesimazione con lo spettatore si realizza attraverso interes- santi soggettive. Vargas spia la cameriera, il nipotino osserva la Andress in piscina, la vede pure amoreggiare con Del Prete, toccate furtive sotto tavoli e poltrone completano il quadro. Una parte molto divertente vede Duilio Del Prete ironizzare sulla commedia sexy mentre insegna alla Andress come eccitare il malato.“Non hai mai visto un film sexy?”, domanda. La scena cult del film resta lo spogliarello di Ursula Andress in camera del ragazzino che ha ispirato analoghe situazioni di pellicole successive. Lo strip è molto sensuale, l’infermiera sfila calze bianche, scarpe, slip, resta nuda ed entra nel letto, mentre il ragazzino tenta di spegnere la luce ma lei accende ancora. Il nipotino cerca di calmarsi recitando le formazioni di calcio ma alla fine cede di fronte alla bellezza travolgente della Andress. Un’altra sequenza molto ben fatta è quando sembra che la Andress pratichi una fellatio al vecchio zio e invece sta solo pulendo le scarpe. I figli non si toccano(1978) è un film minore di Nello Rossati, che dopo il successo deL’infermierasi prende un paio di anni di pausa prima di tornare a fare cinema. La pellicola è firmata con lo pseudonimo di Nello Ferrarese ed è atipica nella produzione di Rossati, che per una volta abbandona l’erotico e si dedica a un film sulla camorra.I figli non si toccanoè una sorta di sceneggiata napoletana che porta alla ribalta un boss buono (Pino Mauro) che cerca di salvare il figlio avuto dalla ex moglie (Anna Melita) rapito da un perfido bandito. Il film è piaciuto a Giovanni Buttafava che parla di ironia popolana e intelligente esempio di trasposizione al cinema della sceneggiata napoletana (Il patologo). Nello Rossati torna al dramma erotico sullo stileBella di giorno moglie di notteeLa gatta in caloreconLe mani di una donna sola(1979), che si avvale dell’interpretazione soft diMarina Frajesepoco prima del lancio nel circuito a luci rosse.La Frajese interpreta una contessa lesbica che ospita nel suo albergo uno scrittore in crisi (Vanni Materassi) e sua moglie (Bibi Cassinelli). La serva (Cristiana Borghi) è l’amante della contessa, ma al tempo stesso si diverte a provocare sessualmente i malati di mente di una vicina clinica. La pellicola è molto spinta, alcune scene sono ai limiti dell’hard, soprattutto il rapporto lesbico iniziale tra la Frajese e la Borghi. Assistiamo a una scena di doppia masturbazione che non ha eguali in altri film erotici e che non troviamo mai nella commedia sexy. La Borghi si supera in una nuova sequenza torrida con un matto in camicia di forza, quando resta nuda e si fa praticare un prolungato cunnilingus. In un’altra parte fa l’amore con il matto cavalcandolo dopo avergli afferrato il sesso. Cristiana Borghi Lo scrittore è in crisi perché la moglie non vuole avere rapporti sessuali normali, si fa penetrare solo con un fallo d’avorio e rifiuta il coito vaginale. Tutto perché il marito l’ha costretta ad abortire un figlio che sarebbe nato malato. Lo scrittore si fa irretire dalla cameriera, fa l’amore con lei sopra una sedia, ma la moglie si vendica e va a letto con la contessa. Lo scrittore si sblocca e comincia a scrivere un nuovo romanzo che parla della sua vita, dei problemi coniugali e dei matti che ogni giorno vede sulla spiaggia vicina. A un certo punto obbliga la moglie ad avere un rapporto sessuale ed è la medicina giusta per guarirla, come aveva consigliato un amico medico. Il finale è drammatico e a tratti ricorda un thriller orrifico. La contessa litiga con la serva, la fa cadere dal balcone sui sassi della spiaggia, la crede morta, ma non è così, sarà un matto innamorato di lei a risvegliarla. I malati di mente scappano dall’ospedale, entrano in casa della contessa e in una macabra scena finale le tagliano le mani a colpi d’accetta. Le mani di una donna solaè un buon film ricco di sequenze erotiche eccessive e condito di perversa malizia. I dialoghi non sono il massimo, soprattutto quando un medico tenta di spiegare come nascono i bambini “subnormali” e quando la Frajese e la Cassinelli discettano sulla differenza tra erotismo e pornografia. L’interpretazione degli attori non è così pessima come dicono alcuni critici. Marina Frajese è credibile nelle sequenze omosessuali e in alcune parti di masturbazione. Cristiana Borghi è molto sensuale e maliziosa. Vanni Materassi è un credibile scrittore in crisi. Bibi Cassinelli fa il suo dovere come moglie traumatizzata. La pel- licola è ambiziosa, costruita con una sceneggiatura complessa, ma affronta con intelligenza tematiche difficili. I malati di mente sono esseri allucinati che ridono, giocano, si eccitano e si lasciano andare alla violenza come bambini feriti nella loro intimità più profonda. I rapporti erotici tra coppie che si sconvolgono nella quiete di un albergo sul mare sono analizzati bene da Rossati che non lascia niente in superficie. Una donna di notte(1979) è una pellicola erotica scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Roberto Gianviti e Paolo Vidali. Sandro Mancori realizza una fotografia flou con numerosi parti oniriche e Gianfranco Plenizio compone una suggestiva colonna sonora. Tony Rossati non sbaglia niente come scenografo e costumista, mentre Adalberto Ceccarelli cura a dovere il montaggio. La pellicola è il trionfo diLorraine De Sellecome sensuale protagonista che irretisce un diligente Otello Belardi, che veste i panni dello scrittore in crisi. Daniele Vargas è un credibile editore tiranno che obbliga il suo autore a scrivere per la collana erotica “I libri che si leggono con una mano sola”. Nel cast c’è pure il transessuale Ajita Wilson che si fa notare in una bella parte onirica con Lorraine De Selle. Lo scrittore si ispira costruendo una doppia vita alla affascinante vicina di casa che spia dalla finestra del suo appartamento. Lorraine De Selle esce ogni giorno alle nove e trenta e presta il fianco alle fantasie dello scrittore che immagina per lei incontri di vario tipo. La protagonista delle sue avventure è guidata da una bestia immonda che la spinge a provare ogni tipo di rapporto erotico. Ricordiamo una De Selle molto sensuale con colbacco bianco, irretita da Ajita Wilson che balla nuda e si destreggia in un’intensa scena lesbica. Sono tutte fantasie oniriche dello scrittore che immagina un uomo insoddisfatto tra le due donne e subito dopo un nano con un pene mostruoso. Il film è strutturato su un continuo alternarsi di realtà e fantasia, ben riuscito, recitato con ironia e spesso divertente. Il protagonista è ancora una volta uno scrittore in crisi, ma siamo ben lontani dalle atmosfere cupe e angoscianti deLe mani di una donna sola. Lo scrittore deve finire il lavoro in pochi giorni, manda via persino la puttana che riceve una volta a settimana, perché ha poco tempo. Rossati ironizza sull’erotismo, genere che pratica come regista, lo fa definire zozzeria dalla prostituta.“Ho cambiato genere perché devo magiare”, si difende lo scrittore, che si è fatto venire l’ulcera perché non scrive le cose che vorrebbe.