LA GRANDE DIFFUSIONE DEL GOSSIP

LA GRANDE DIFFUSIONE DEL GOSSIP

Una passione che accomuna in modo trasversale molte persone, a prescindere dal sesso o dall’età, è quella per il gossip, termine inglese che in Italia corrisponde all’incirca alla parola ‘pettegolezzo’.
Il gossip mette in relazione due adagi in contraddizione tra loro tra loro: il primo sostiene che “se non hai niente di bello da dire, non dire niente”. Il che non è affatto vero nel gossip, dove spesso l’obiettivo è quello di sparlare. L’altro adagio recita: “bene o male purchè se ne parli”. L’importante è fare notizia, apparire sulle pagine dei giornali, a prescindere dal motivo.
La radicata passione per il gossip è una proiezione della vita quotidiana delle persone. Nelle chiacchiere sul posto di lavoro, nella condivisione delle notizie di famiglia e nei messaggi di tra gli amici c’è sempre un grande interesse per la vita degli altri.
Spesso si pensa che il pettegolezzo sia sinonimo di voci maliziose, critiche o della propagazione di uno scoop scandalistico. Ma i ricercatori lo definiscono in modo più ampio: è come parlare di persone che non sono presenti, una cosa che viene molto naturale.

 

Le notizie di gossip

Negli ultimi anni la tendenza si è diffusa soprattutto nell’informazione: merito, si fa per dire, della Rete e delle tecnologie multimediali, che hanno aperto una mondo parallelo nel quale le news di gossip trovano terreno fertile e risultano spesso tra le più ricercate.
Entrare nella vita dei cosiddetti vip, i personaggi famosi, accende l’interesse da sempre. E oggi la voglia di questo tipo di notizie è amplificata dai social: una finestra all’interno della quale è facile affacciarsi e guardare in casa di altri, anche dei personaggi famosi.
Dall’analisi delle notizie maggiormente ricercate sul web, sappiamo che le principali sono quelle di carattere rosa (flirt, amori, storie finite) e le cattive notizie (malefatte e disgrazie) delle celebrità. Curiosità che, nel concreto, porta solo acqua al mulino dei vip, che con la diffusione di queste storie riescono a rimanere sempre nel centro dell’attenzione.

 

 

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1 commento

  1. La prendo da lontano: secondo molti, l’invidia è socialmente “utile” (sic!) giacché spinge ad emulare le persone invidiate, dunque crea nuovi bisogni voluttuari e fa vendere prodotti (molte pubblicità, cosiddetti “consigli per gli acquisti”, dietro al semi-finto scopo di informare su nuovi prodotti, non fanno altro che cercare di far sentire inadeguato lo spettatore affinché, volendo emulare chi si può permettere di acquistare tutti gli oggetti che vuole, cerchi di fare lo stesso). Il gossip ha anch’esso l’invidia come componente irrinunciabile: non importa tanto il racconto “innocente” dei fatti dei vip; il gossip punta, più o meno occultamente, a comunicare a chi segue riviste e programmi tv di gossip, “che cosa è riuscito a permettersi quello/a o quell’altro/a”, le estrosità che la sua condizione di vip gli consente di fare, ecc. ecc. Ovvero, punta a farlo invidiare, e magari emulare (come si può…). Trovo che presentare l’invidia come un tratto “positivo” della nostra società sia davvero mistificatorio ed ipocrita.

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