LA GRANDE BUFALA DELLA SVASTICA NAZISTA

Date un’occhiata alle seguenti cinque immagini e poi ditemi se non vi sembra di essere stati scaraventati in una realtà ucronica, cioè in un mondo alternativo i cui gli eventi sono diversi da quelli accaduti realmente, come quello narrato nel romanzoLa svastica sul soledi Philip H. Dick. Nel gennaio 2016, in previsione dei Giochi Olimpici che si terranno fra tre anni a Tokyo, in Giappone c’era stata la proposta di togliere dalle mappe turistiche la svastica (che i giapponesi chiamanoManji), utilizzata per segnalare i templi buddisti, e sostituirla con una pagoda stilizzata a tre piani. Secondo gli uffici promozionali turistici del posto, infatti, il Manji viene spesso scambiato dagli stranieri peril simbolo nazista. Naturalmente la proposta ha scatenato feroci polemiche perché il Manji è antichissimo e, da sempre, ha avuto e continua ad avere un ruolo chiave nella religione, nell’arte e nella scrittura giapponesi.Mi auguro che la proposta cada nel nulla e che il Manji resti dov’è e non sparisca a causa dell’ignoranza di chi fa turismo di massa senza informarsi prima sulle usanze e i costumi del paese ospitante, o comunque sulla sua storia. Ai miei occhi, togliere il Manji dalle mappe è, infatti, l’ennesimo attacco di un processo di globalizzazione notoriamente in atto che, invece di esaltare le singole culture come sarebbe logicamente auspicabile, le appiattisce e le dissangua della linfa vitale che le sostiene, sulla base di presupposti opinabili e a senso univoco, come per esempio nel caso della svastica.È già abbastanza imbarazzante, infatti, che un tempo minimo di storia occidentale abbia confuso e oscurato un simbolo basilare che esiste da migliaia di anni oltre a essere comune a quasi tutte le culture. Che questo tempo minimo continui a oscurarlo ancora oggi e addirittura oltrepassi i confini che gli competono (sia fisici che temporali), mi sembra oltremodo contraddittorio, se è vero che in Occidente l’opinione comune circa il nazismo non possiede valenze di periodo felice.Felicitàche, invece, è uno dei significati principali della svastica, simbolo solare per eccellenza. Il manji e la pagoda stilizzata con cui si vorrebbe sostituirlo Da un mio monitoraggio personale, effettuato su social o altre piattaforme, o anche in forma privata, è emerso per la maggior parte che il simbolo della svastica non solo non è conosciuto nel suo significato tradizionale, ma è anche oggetto di pubblico ludibrio; qualcuno ne conosce la simbologia antica, ma crede che quella nazista giri al contrario. Anche questo non è vero.Prendiamo ancora come esempio ilManji. Nella scrittura e nell’arte buddista giapponese ilManjiha il significato letterale di “diecimila Dei” cioè l’Infinito, l’Ordine Universale e il suo continuo mutamento, attraverso il quale vengono rappresentati il Dharma universale, l’armonia, l’equilibrio degli opposti. Se gira a sinistra (卍) viene chiamatoOmote Manjie rappresenta l’amore e la misericordia; quando invece gira a destra è chiamatoUra Manji(卐) e rappresenta la forza e l’intelligenza.L’Omote Manjirappresenta anche il fluire ciclico della vita e dell’energia positiva, cioè il sole che nasce a est e muore a ovest. Anche in Tibet la svastica ha una chiara e doppia valenza a seconda che sia destrogira o sinistrogira: nella forma indiana, cioè quando gira a destra, fa parte del patrimonio simbolico lamaista (il buddismo tibetano), mentre la svastica che gira a sinistra è un segno fondamentale che qualifica il Bön, l’antica religione himalayana e subhimalayana prebuddista che in area tibetana ha accolto in sé influenze dal buddismo e ha trovato la sua espressione ultima.Nell’induismo (la principale religione di area indiana), invece, la svastica rappresenta le due forme di Brahma che definiscono l’eterno ciclo del tempo: i rebbi rivolti a destra si riferiscono all’evoluzione dell’Universo, alla vita, al progresso, al benessere (Pravitti), mentre i rebbi rivolti a sinistra si riferiscono al moto involutivo, alla morte, alla distruzione (Nivritti). La svastica come è rappresentata nella religione Bön Il termine svastica, che in realtà andrebbe declinato al maschile, lo svastica, deriva dal sostantivo maschile sanscrito vedico (la lingua dei Veda, i più antichi testi religiosi indiani)svastikache indica, tra i molteplici significati, una croce greca, cioè questai cui bracci sono piegati ad angolo retto. La parola è traducibile come “è il bene” o “benessere”, oppure “fortunato”, “di buon augurio”. I ritrovamenti più antichi in cui compare la svastica risalgono alNeolitico, e sono stati rinvenuti a Mezin, sul confine tra Russia e Ucraina, dove sono affiorati svariati oggetti di uso quotidiano e rituale, tra cui un monile di avorio di mammut con incisioni di forme geometriche che ricordano la svastica e ilmeandro ellenico. Esempio di decorazione a meandro ellenico Reperto proveniente da Mezin La si trova anche in numerosi altri siti dell’Asia Centrale, dove è raffigurata da sola oppure dentro un cerchio a simbolizzare il sole: a volte con i bracci diritti, a volte uncinati. È certo, comunque, che fosse utilizzata fin dal Paleolitico come simbolo di fertilità.Mentre nel successivo periodo indoeuropeo è per lo più legata al culto solare. Secondo le ultime teorie maggiormente accettate, in accordo agli studi e alle scoperte archeologiche di Marija Gimbutas, gli Indoeuropei occuparono il territorio che va dall’Europa occidentale all’India. Giara del periodo neolitico Reperto proveniente da Samarra (Irak), VI millennio a.C. Nell’area indomediterranea si sono trovate testimonianze di svastica a Susa, l’antica capitale dell’Elam(area corrispondente all’attuale Iran occidentale, nelle regioni del Khuzistan e del Fars), risalenti al tardo Neolitico, 4000 a. C. circa. Con l’Età del Ferro si è diffusa ancor di più, e si sono trovati reperti che la raffigurano su ceramiche dell’Elam, su alcune figure-idolo femminili dellaTroade(in Asia Minore), su oggetti di varia natura nellaregione danubiana, sui vasi di stile geometrico del Dipylon (Atene) e su statue femminili a Micene (Grecia, dove veniva chiamatatetragammadion), su statuette dellaBeoziae su vasi dipinti diRodi, su reperti rinvenuti aCreta, sui vasi cinerari e sulle urne a capanna del periodo villanoviano inItaliae, più tardi, fu ritrovata raffigurata anche dagliEtruschie daiRomani(che la denominavanocrux gammata). E dopo ancora, i primicristianispesso usarono apporla sulle catacombe come simbolo della chiesa del Cristo, ma anche per camuffare la loro croce. Collana iraniana proveniente da Marlik, Iran, I millennio a.C. (Museo Nazionale dell’Iran, Teheran) Monile etrusco con decorazione a svastiche rinvenuto a Bolsena, VII secolo a.C. (Parigi, Museo del Louvre) Vaso cinerario proveniente da Montescudaio, civiltà etrusca, V sec. a.C. Antico elmo macedone, 350-325 a.C. raffigurante una svastica sulla sommità, ritrovato a Ercolano Moneta greca d’argento proveniente da Cnosso, Creta Disco in oro sbalzato, Grecia, VIII secolo a.C. Anfora greca proveniente da Atene, 900-850 a.C. Pavimentazione a mosaico, Ercolano, prima del 79 d.C. Sudario funerario egizio del Periodo Romano, II o III secolo d.C. Anello tribale germanico, bronzo, 400-600 d.C. circa Resti di chiesa bizantina in Israele Reticella per capelli medievale, trovata a Sint-Truiden (Belgio), circa 1200-1400 d.C. Chiesa parrocchiale di Rosazza (Piemonte), architettura neoromanica, circa 1850 La svastica è stata anche ritrovata nella scrittura utilizzata dallaCultura di Vinča(VI-III millennio a.C.) che fiorì nellapenisola balcanica. Altri reperti dell’Età del Bronzo furono ritrovati nella zona di Sintashta (Russia) e altri dell’Età del Ferro nelCaucasosettentrionale e inAzerbaigian. Frammento di antica stoffa russa (Vologda), XIX secolo È di poco tempo fa lo straordinario ritrovamento di un frammento in ceramica che risale perlomeno a oltre 5000 anni fa, emerso durante gli scavi in corso a Riben, nella zona nord-occidentale dellaBulgaria. Il cantiere era stato aperto per esaminare una fortificazione romana del III secolo d. C., ma ha portato in superficie anche una locazione molto più antica databile al periodo neolitico, cioè risalente fino a oltre settemila anni fa.Secondo un esperto, Peter Banov, potrebbe trattarsi della più antica raffigurazione della svastica, conosciuta fino ad oggi. Riben, Bulgaria, reperto risalente al periodo neolitico Dovunque, più che un motivo ornamentale, la svastica sembra essere un simbolo religioso solare e/o con poteri soprannaturali e magici. Poteri che, infatti, gli antichi attribuivano al Sole. Era conosciuta daiMesopotami, dagliEgizi, daiCelti. Nell’antica tradizione norrena deipopoli scandinavila svastica era identificata col martello del dio Thor. E naturalmente era ed è conosciuta inIndia(è ricorrente nelle religioni giainista, buddista e induista) e inCina, inTibete inMongolia. Pietra sacerdotale celtica, Irlanda, IV secolo d.C. Croce nestoriana proveniente dalla Mongolia Fibbia ostrogota in oro e granato, con cerchio in cristallo, decorata da una svastica portatrice di buona fortuna e benessere, VI secolo d.C. Antichi sigilli provenienti da Harappa, Pakistan Emblema della religione giainista, India Antiche monete provenienti dallo Sri Lanka Le svastiche che corrono lungo il muro del labirinto al vecchio Palazzo d’estate di Pechino Budda La svastica compare nell’America del Nord e del Sudfin dall’epoca precolombiana, Alaska compresa. Nel manoscritto precolombiano chiamatoCodex Borgia, proveniente dall’altopiano messicano (oggi visibile nel British Museum), si vede la bella svastica che segue, finemente decorata. Manoscritto precolombiano noto come Codex Borgia In Perù, in una piramide a Huaca Rajada, è stato ritrovato questo vaso precolombiano.