LA BANDE DESSINÉE IN BELGIO: LA LINEA CHIARA E LA SCUOLA DI MARCINELLE
Il Belgio ha una grande tradizione nella produzione di fumetti, che riconosce come uno dei gioielli della sua cultura, quasi al pari della birra. Una delle testimonianze principali di questo attaccamento è la creazione delCentre belge de la bande dessinée, uno dei musei più importanti di Bruxelles dal 1989, che accoglie circa 200mila visitatori all’anno, ospitato in uno splendido padiglione art nouveau progettato da Victor Horta. Nel paese, decine sono le mostre e i festival che si tengono ogni anno, le librerie specializzate sono numerose e i muri dellemaison de maîtresono adornate da giganteschimuralesche onorano alcuni eroi della nona arte. Una storia, quella del fumetto belga, lunga e ricchissima di autori e personaggi, che proveremo a raccontare in questo articolo. Il Museo delle bande dessinée a Bruxelles Nei primi decenni del Novecento la produzione di fumetti viene destinata esclusivamente ai bambini. In questa fase il mercato belga è saturo di produzioni francesi. La situazione cambia negli anni venti, quando nella regione belga della Vallonia, di lingua francese, i giornali cristiani decidono di entrare nel settore dei fumetti sfruttando la formidabile rete delle istituzioni cattoliche. Nel 1919 suLe Petit Vingtième(supplemento settimanale per bambini pubblicato dal quotidiano Le Vingtième Siècle) appare per la prima volta il personaggio che diventerà l’emblema del fumetto belga: il reporterTintin, creato daHergé, all’anagrafe Georges Prosper Remi (1907-1983). Le Vingtième Siècle (Il Ventesimo Secolo) è un quotidiano risolutamente cattolico e conservatore, il cui titolo riflette l’intento di celebrare il nuovo secolo. Ha una scuderia di grandi reporter, corrispondenti dall’estero che combinano talento letterario e senso dell’analisi. Questi stessi giornalisti finiscono spesso al centro della notizia, così come lo sarà Tintin. Il 10 gennaio 1929 inizia la carriera di Tintin come reporter in Unione Sovietica. La scelta di questa destinazione non è di Hergé, che era più affascinato dagli Stati Uniti, ma del direttore del giornale Le Vingtième Siècle,padre Wallez, il quale vuole una dura critica al comunismo. Nasce cosìLe avventure di Tintin nel paese dei Soviet. Realizzando la storia a puntate settimana dopo settimana, Hergé prova nuove idee, sperimenta nuove formule influenzato dai fumetti americani, dei quali apprezza l’estrema chiarezza. Tintin nel paese dei Soviet è il primo fumetto del Belgio dove, invece delle didascalie, vengono utilizzate le nuvolette come nei fumetti degli Stati Uniti. Nel 1930, è la colonia belga del Congo a fare da sfondo alle avventure del reporter, sempre su richiesta di padre Wallez, desideroso di promuovere il colonialismo presso i giovani lettori. Infatti, troviamo nelle avventure diTintin in Congotutti i cliché del colonialismo. La storia esce prima a puntate e poi raccolta in un albo in bianco e nero. Il fumetto mostra chiaramente i pregiudizi che gli europei nutrono a quei tempi nei confronti degli africani, descritti come ignoranti, pigri e superstiziosi. Colpisce anche la scarsa considerazione per la fauna selvatica: Tintin macella antilopi, uccide una scimmia per farne una pelliccia, ferisce un elefante, fa esplodere un rinoceronte, azzoppa un bufalo sempre senza problemi. L’albo avrà, per la materia trattata, una vita piuttosto complicata: cadrà in disgrazia con la decolonizzazione, riapparirà su rivista qualche anno più tardi per tornare nelle librerie solo nel 1970. Con il terzo album delle avventure di Tintin, pubblicato in bianco e nero nel 1932, Tintin finalmente va in America. Tintin in Americamostra la condizione in cui sono stati ridotti gli indiani, raffigurati come ingenue vittime di bianchi senza scrupoli. L’albo è anche il pretesto, per il cattolico Hergé, per criticare la società americana, lo sviluppo capitalista, le città paralizzate dal traffico automobilistico, la società dei consumi e il crimine organizzato. Il quinto albo di Tintin,Il Loto Blu(1936), è considerato uno dei migliori. Nasce dall’incontro di Hergé con Chang, un cinese di 27 anni che studia scultura all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles. Fino ad allora i Paesi esotici in cui Tintin aveva viaggiato e le loro popolazioni avevano rispecchiato l’immagine caricaturale che gli europei hanno degli stranieri. Dopo l’incontro con Chang, sarà tutto diverso. Le lunghe discussioni con il suo giovane amico danno a Hergé un’idea diversa della Cina rispetto a quella proposta dai giornali dell’epoca. Ricordando quel periodo, dirà:“È stato da quel momento che ho iniziato a (…) interessarmi davvero alle persone e ai Paesi in cui ho inviato Tintin (…)”. Chang apre gli occhi a Hergé sulla situazione politica in Estremo Oriente e sulle ambizioni espansioniste del Giappone. Per la prima volta negli albi di Tintin le notizie e la politica giocano un ruolo importante nella trama. Hergé prende una posizione politica e critica apertamente il Giappone per la sua politica imperialista. Successivamente l’attualità continua a svolgere un ruolo importante nella trama, come neL’orecchio spezzato(1937), il primo albo ambientato in Sud America, dove si denunciano i governi militari, l’ingerenza delle superpotenze, l’alta finanza internazionale e il commercio delle armi, anche se in genere Hergé tende a camuffare i paesi coinvolti dando loro un nome di fantasia.NeLo scettro di Ottokar(1939), Hergé racconta l’invasione di un paese dittatoriale a spese della Slavovia, descrivendo, in realtà, l’annessione dell’Austria e della Cecoslovacchia da parte della Germania di Hitler. Durante la guerra, gli episodi delle avventure di Tintin vengono pubblicati a puntate da Le Soir, grande quotidiano posto sotto il controllo dell’invasore tedesco. La scelta di Hergé di lavorare in un tale contesto sarà duramente criticata alla fine della guerra, quando gli si sarà rivolta l’accusa di collaborazionismo. In questo periodo pubblicaIl granchio d’oro(1941), l’ultimo albo in bianco e nero, nel quale appare un nuovo personaggio: ilCapitano Haddock. Il quale, con il suo carattere difficile, da questo momento in poi fa da contraltare al razionale e ardimentosoTintin. Costretto forse a causa dell’occupazione tedesca a non attenersi più alla cronaca, neLa stella misteriosa(1942), tuttavia, Hergé non rinuncia a rispecchiare l’umore prevalente nel Belgio occupato.Nelle prime pagine vediamo topi in preda al panico che escono dalle fogne, le ruote delle auto esplodono, profeti vagano per le strade annunciando sventura… in breve, un’atmosfera apocalittica. Si tratta della più inquietante tra le avventure di Tintin(analizzata inquesto articolodi Giornale POP – NdR). Nei due albi che seguono l’atmosfera sarà ben diversa. ConIl Segreto del Liocorno(1943), episodio che Hergé considererà a lungo il suo più grande successo, e nella seconda parte,Il tesoro di Rakam il Rosso(1944), in cui compare per la prima volta il personaggio delprofessor Tornasole, ispirato dal geniale fisico e inventore svizzero Auguste Picard, Hergé immerge sapientemente il lettore in un clima di caccia al tesoro.Invece nell’albo che inizia a disegnare nel dicembre 1943,Le 7 sfere di cristallo, ricompare quel velo di tristezza che corrisponde al contesto del tempo: la Seconda guerra mondiale non è finita e il Belgio è ancora un campo di battaglia. Altri album seguiranno fino alla morte di Hergé, avvenuta nel 1983. Nel testamento, Hergè decreta la fine del suo personaggio: nessuno potrà continuare la serie, perché, dice,“Tintin c’est moi”(Tintin sono io). A partire dalla creazione di Tintin si sviluppa in Belgio un’intera industria del fumetto, labande dessinée. Il fumetto belga è una corazzata fino agli anni sessanta, nel mercato di lingua francese. Dopo la Seconda guerra mondiale le leggi francesi sulle pubblicazioni per i giovani, che limitano la libertà di espressione dei creatori, favoriscono gli autori belgi, formatisi su giornali cattolici e quindi abituati a ciò che è “moralmente corretto” (d’altra parte, essendo considerato in Francia un prodotto estero di importazione, pure il fumetto belga avrà delle grane con la burocrazia). La produzione belga può essere divisa in due tendenze principali: laligne claire(linea chiara) e l’École de Marcinelle(la scuola di Marcinelle). LaLinea chiaraè incarnata da Hergé e dalsettimanale Tintin, fondato nel 1946, pubblicato dalle edizioniCasterman. Hergé si circonda di una squadra impressionante, in cui troviamoEdgard Pierre Jacobs(1904-1987), che crea i personaggi diBlake and Mortimer, e il disegnatoreBob De Moor(1925-1992) ideatore, tra l’altro, delle serieBarellieCori il marinaio. AncheWilly Vandersteen(1913-1990), creatore diBob e Bobettee di altre serie tra cuiRobert e Bertrand. Un altro collaboratore della rivista Tintin èRaymond Macherot(1924-2008), autore della serieMignolino e Clorofilla. La linea chiara è caratterizzata da una elevata stilizzazione attraverso l’utilizzo di colori netti e linee di contorno dei personaggi ben definite. La serieBlake and Mortimerdi Jacobs presenta due protagonisti, Sir Francis Blake, un soldato regolare della Royal Air Force a disposizione del servizio segreto britannico di controspionaggio militare MI5, e il suo amico professor Philip Mortimer, uno specialista in fisica nucleare. I due spesso si trovano a fronteggiare come nemico il colonnello Olrik. Gli autori deL’Ecole de Marcinellesono pubblicati dal settimanaleSpiroudelle edizioniDupuis. Nel 1938, l’editore Jean Dupuis lanciaLe Journal de Spirou. Assume il vignettista francese Robert Velter, noto comeRob-Vel, per dare vita al personaggio che dà il titolo al giornale. Rob-Vel decide di utilizzare un personaggio che ha usato episodicamente per manifesti pubblicitari, un giovane fattorino dal capellino rosso, e lo mette in scena al Moustic Hotel. Il nomeSpirouin dialetto vallone significa sia “scoiattolo” (l’animale che Spirou si porta appresso) sia “comportarsi in modo vivace e malizioso”, infatti, all’inizio le storie vertono sulle sue burle ai danni del personale dell’hotel. Gaston Lagaffe, l’indolente personaggio di André Franquin che crea sempre guai con le sue invenzioni strampalate La Scuola di Marcinelle è però incarnata daAndré Franquin(1924-1997). Autore, in particolare, diSpirou e Fantasio, serie in cui appare nel 1952 ilMarsupilami, animale immaginario alto circa un metro, giallo con macchie nere, dotato di forza erculea e coda pensile esagerata. Franquin è anche il creatore dei personaggi diGaston Lagaffe(Gastone in Italia) eModeste et Pompon, e della serieLe idee nere.Il suo stile, tipico della scuola di Marcinelle, è molto diverso dalla linea chiara, dato che le linee non sono nette e il disegno è ipermovimentato. Il settimanale Spirou negli anni del dopoguerra acquisisce fama grazie a un’impressionante numero di grandi autori:Jijé(1914-1980), disegnatore della serieJean Valhardisu sceneggiatura diJean Doisy(1899 -1955);Morris(1923-2001), padre diLucky Luke;Maurice Tillieux(1921-1978), creatore diGil Jourdan;Jean Roba(1930-2006), cui si deveBoule et Bill;Peyo(1928-1992), padre dei famosiPuffi,Johan e PirlouitePoldino Spaccaferro;Dupa(1945-2000), creatore diCubitus; eFrançois Walthéry(1946), creatore della hostessNatacha. Il dualismo stilistico tra la linea chiara di Bruxssels e la scuola di Marcinelle caratterizzerà il fumetto in Belgio dal 1939 al 1975, ma in seguito tenderà a svanire. A differenza di Tintin, molte altre serie che hanno reso famosa la scuola belga, come Lucky Luke, Spirou e Fantasio o Schtroumphfs (I Puffi), continuano oggi a essere prodotte dopo la scomparsa del loro creatore.