JURASSIC WORLD 3, AL PEGGIO NON C’È MAI LIMITE

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. I sequel sono ripugnanti a causa del loro corpo freddo, colorito pallido, scheletro cartilaginoso, pelle immonda, aspetto feroce, occhio calcolatore, odore sgradevole, voce stridula, tana squallida e terribile veleno; per questa ragione il Creatore non ha esercitato il suo potere per crearne un franchise. Michael Crichton Saprete di sicuro che in questi giorni esce l’attesissimo (circa) terzo (sesto) episodio della saga diJurassic World(Park). Voci dicono che questo sarà l’ultimo-definitivo-episodio-conclusivo, quello che risolve tutti gli enigmi (perché, c’erano degli enigmi?), ma poi sappiamo che in realtà Malcolm resuscita, che era soltanto “quasi morto” quando i militari passano tutto col napalm, e quindi ci sarà il settimo capitolo, perché tira più un incasso di sequel che un carro di consistenza narrativa. Ci sono varispoileranche se non vi svelo (troppo) la trama. Parte l’effetto flash back… ♫♪ ♫♪ Era l’anno 2001 quando io e l’amico, nonché compagno di università Simone “Dinosauri in Carne e Ossa” Maganuco, andammo al cinema per la prima diJurassic Park 3. Arrivammo al cinema di corsa, perché eravamo in ritardo, e temevamo di non trovare dei posti centrali oppure trovare il cinema pieno… e invece poi scoprimmo che gli spettatori erano sì e no una decina. Ricordo che dopo la visione del film, all’uscita dal cinema, eravamo tra il deluso e il rammaricato, che il film era stato una mezza pacchianata, che qualcosa non quadrava con ciò che ricordavamo essere (o pensavamo fosse) stato un film della serie diJurassic Park. Eravamo entrati al cinema come giovinetti ingenui, vagamente dinomaniacali anche noi, e quel giorno diventammo uomini adulti, disillusi e senza più la luce giocosa degli anni novanta [da leggere tutto con sottofondo tragico, luce crepuscolare, aria sinfonica in ascesa e coro gregoriano]… ♫♪ ♫♪ … effetto di fine flash back. Tre giorni prima della fatidica data, scopro che una grossa catena di multisala operante anche nella Food Valley propone una anteprima più anteprima delle anteprima mondiali, la sera del primo giugno (“ohmioddddio è dopodomani!”) in cui potrai vedere col prezzo (astronomico) di un solo biglietto non uno ma ben due film, e che uno dei due non è altri che il Primo Episodio del Franchise, Billy Park Uno, l’Originale e Inarrivabile, proprio quello che ha generato tutto, quello che conosci a memoria proprio come un dinomaniaco senza vita sociale, quello che hai visto al cinema solo una volta, la prima et virginale volta, nell’ormai mitizzato settembre del 1993, quando non esisteva ancora un Franchise e i dinosauri in CGI erano la novità più incredibile impossible e fantascientificamente figa della storia del genere umano. Mi leggo i dettagli della “Maratona Giurassica” che il cinema mi propone, e concludo chenon posso perdermi questa occasione!E così ieri sera, alle quasi 10 di sera ero in poltrona, in una sala cinematografica con altri cinquanta pazzi assortiti (tra cui almeno una mezza dozzina di persone di varie età con addosso maglietta nerdossissima col logo di Billy Park) a rivedere un film di cui il tuo cervello è assolutamente saturo, ma lo fai perché è una cavolo di operazione nostalgia in cui ci sei cascato come un dinomaniaco brufoloso, e perché è tutto aggratis*, sì, perché il biglietto poi vale anche per la visione di un film di Colino Trevorrovo che dura bendue ore e mezzache parte amezzanotte e dieci. Risultato, sono rientrato a casa alle 3 del mattino come un adolescente che tanto domani è festa nazionale quindi tutti possono sfruttare l’operazione nostalgia. Non nascondo che nei precedenti giorni ho avuto una chiara aspettativa (direi “pregiudizio” se non fosse che due film precedenti hanno fornito la base empirica per il livello di aspettativa): che una volta visto, il film risultasse un giocattolone scemotto tarato sulle aspettative cinematografiche di un ragazzino di 12 anni. Che chiunque abbia un cervello più vecchio di 15 anni e conosca il significato delle parola “sceneggiatura” e “dialogo” sarebbe basito dalla grana minestronica della storia. Che trama e personaggi fossero come la curvatura dello spaziotempo di chi crede che l’Australia non esista, che la grafica dei dinosauri fosse dozzinale e pacchiana, e, soprattutto, che l’accuratezza dei dinosauri fosse ancor meno solida della già traballante iconografia dei precedenti due episodi. Dato che tutti questi pregiudizi si sono rivelati perfettamente azzeccati, non perderò tempo e vi confermo che, sì, tutto è stato confermato. Insomma, il film è effettivamente un giocattolone scemotto tarato sul cervello di un bambino, la trama è ridicola e sconclusionata in cui eventi a caso sono inseriti senza un vero filo narrativo, i dialoghi sono da strapparsi il cuoio capelluto, sulla resa grafica faccio una annotazione contingente qui sotto, e i dinosauri… beh, alla fine sono un paleontologo quindi un qualche commento sulle bestie lo dovrò fare. Ora, riavvolgiamo il nastro e ritorniamo a ieri, all’arrivo al cinema. Tutto questo miscuglio di aspettative negative sarebbe già sufficiente per azzerare qualsiasi pretesa di emozione e divertimento in chi sia nato prima dell’anno 2010, ma sarei stato comunque ancora disposto a spegnere tutti i filtri cognitivi colti, paleontologici, cinefili e post-adolescenziali e a buttarla tutto in trash puro, se 10 giorni fa non avessi visto la paleo-docufictionPrehistoric Planet(nota bene: io evito di usare la parola “documentario” per una serie di animazioni digitali, non importa quanto belle e accurate). Ormai, qualsiasi illusione di trovare la pagliuzzetta di piacere anche nel puro trash di questo franchise è stata completamente cancellata dalla visione di quella serie. Il confronto tra le due produzioni è inevitabile. Il mio cervello finisce sempre lì, non è nemmeno colpa mia:Prehistoric Planetha creato un nuovo standard per chiunque voglia proporre qualcosa di anche solo vagamente dinosauriano a livello iconografico. E non importa se uno è un film di avventura e fantascienza (annacquatissima) e l’altro è un prodotto divulgativo (annacquatissimo nella forma di una fiction iperrealistica), non è su quel banale distinguo che affonda il tarlo nel mio cervello. Da 10 giorni tutto è ormai diventato una questione puramente estetica, a prescindere dal contesto: è una lotta impari tra il gusto per il bello (Prehistoric Planet) ed il gusto per far soldi (Il Franchise Jurassico). Quindi, sì, non avevo alcuna anche solo remota illusione che il film fosse interessante o piacevole. Con zero aspettative, mi sono seduto in poltrona due ore e mezza prima di effettivamente vedere Billy Mundo Trino. Quando il film è partito, non vi nascondo che mi sale l’adrenalina a mille! Con l’introduzione tonante, e l’avvio subito d’azione, non nascondo che avevo un’espressione da ragazzetto idiota carica di emozioni, trovarmi seduto in poltrona, al cinema, a vedere questo… Sto parlando del primo film visto,Jurassic Park. Ok, andiamo avanti di due ore. Mezzanotte e spicci, parteJurassic World Tre. Ora, presumo che chi legge questo post abbia già visto il film. No, non me ne frega molto di evitarti degli spoiler, quelli sono problemi tuoi, è che se davvero hai già visto il film è più agevole andare direttamente ai vari punti su cui questo post può dire qualcosa di “meritevole” (ahahahahah! ma veramente?) senza dilungarmi in mero racconto del plot. Ho quindi selezionato i seguenti argomenti, senza perdermi troppo nel dire cosa e come e perché avvengono. Il vero motivo per cui esisteJurassic World 3, ed anche la sola cosa che accomuna me e il regista, è per inventare una qualunque scusa per fare un primo piano alla protagonista femminile, la rossa figlia di Ron Howard. Il film avrà almeno una quarantina di momenti in cui il bel faccione lentigginoso della figlia di Ricky Cunningham appare in primissimo piano, che al cinema significa una ampiezza zigomatica di una dozzina di metri. La vediamo accigliarsi nel suo ruolo di mamma di clone. Sbarrare gli occhi verdi suoi mentre cade nel vuoto. Immergersi lentamente in un pantano paludoso. Ok, va benissimo, è tanto caruccia che io non mi lamento. Per me si poteva fare tutto il film così e avrebbe guadagnato qualche punto. Ma Trevorrow, secondo me, ha un qualche feticismo nei suoi confronti. Questo film è figlio della sua numerazione. Al sesto episodio, il bidone giurassico è stato raschiato fino al contatto tra crosta e mantello terrestre. Non è colpa di nessuno, tranne di chi si ostina a pensare di essere originale con i dinosauri di Hammond. E così, a Hollywood hanno pensato che si poteva trasformare un film improntato su una tradizione di location climatico-geografica standard e sulla ristrettezza di spostamenti (capisaldi di quell’universo immaginifico) in una brutta copia di unBond Movie. Ecco quindi che si scelgono delle location fighe e patinate, dotate (almeno per l’americano medio) di connotazioni esotiche ben diverse dal clima costaricano. Ecco quindi le scene alla 007 a Malta e le scene cyber-fighetto-prendoperilculoApple ambientate… beh, ora non riesco a dirlo, gli devo dedicare un paragrafo apposta, beh, sono ambientate in unalocationmoltocoolin una zona dell’Europa continentale. Ma pensare di fare un Bond Movie coi dinosauri è ridicolo, e difatti il risultato è la scena in assoluto più stupida e ridicola dell’intera storia del franchise (la descrivo sotto perché non si può far finta che non sia avvenuto un simile oltraggio all’intelligenza dello spettatore). No, aver rimosso la calura sudaticcia centroamericana, che è un marchio ambientale del mondo jurassicparkiano, sostituendola con la neve, il sole mediterraneo o l’altra ambientazione europea non hanno per niente convinto. Non funziona. Ma davvero, il mercato nero dei dinosauri in qualche scantinato di Malta è una cosa che non solo fa ridere, ma è anche stonata. Qui non si parla di realismo o meno (evitate i commenti“ma non è un documentario su Malta!”), bensì di intonare oppure stonare all’interno dell’universo narrativo già esistente che fa da base a un sesto episodio. I dinosauri per le vie di Malta sono come ambientare un episodio diGuerre Stellaridentro la Stazione Spaziale Internazionale. Bellissimalocation, sia chiaro, sempre fantascienza spaziale è, ma la coerenza con il resto del contesto narrativo originario va un po’ a farsi benedire. Collegato al punto precedente è l’altro tentativo fallito del film, ovvero di salire di corsa sulfilone di film emanato dal carrozzone dell’universo cinematografico della Marvelper sperare di fare una versione analoga con il Franchise Giurassico. Ma illudersi di metamorfosare un franchise maturo nelle forme di una altro franchise maturo è analogo al voler trasformare una cellula di un organo in una cellula di un altro organo senza passare per le staminali. Non funziona. Sì, abbiamo Starlord come protagonista, e questi è, confrontato con i suoi predecessori (per giunta di 30 anni più anziani, poveracci loro) un supereroe capace di fare cose sovrumane, ma il fatto è che se c’è un connotato antropologico imprescindibile del mondo giurassico è che i suoi protagonisti sono persone normali, forse con personalità eclettiche (Malcom) o competenze inusuali (Grant), ma pur sempre uomini normali, che se la fanno sotto quando vedono unTyrannosaurus, che non sono capaci di domare un raptor a mani nude e che non inseguono i dinosauri in motocicletta. Ma non solo i protagonisti giurassici non sono marveliani, ma non lo sono nemmeno i loro caratteri. Sì, sono sarcastici, sono disillusi, ma non sono marveliani. Scimmiottando modi e psicologie da supereroe Marvel non si salva un tipo di film, semplicemente si vuole negare la morte della serie. Regola numero uno di ogni buon film:evita come la morte gli spiegoni. Lo spiegone (una scena non funzionale alla vicenda, in cui una voce, interna o narrante, spiega antefatti o retroscena al fine esplicito di informare gli spettatori per accelerare la comprensione degli eventi in arrivo) è la dimostrazione della incapacità dell’autore di rendere la vicenda coerente, consistente, ovvero, un mondo funzionante e dotato di autonomia narrativa. Lo spiegone è il più becero espediente di chi vorrebbe farti entrare in una storia cinematografica ma non ci riesce con i metodi giusti, vuoi perché è un pessimo narratore, vuoi perché ha messo già troppa carne al fuoco, vuoi perché non è bravo a modulare i diversi livelli del plot. In questo caso, il film si apre con un “reportage giornalistico” del tutto slegato dal successivo svolgimento dei fatti, ma durante il quale una voce fuori campo ci informa che i dinosauri negli ultimi anni della storia interna, successivi all’episodio precedente, hanno fatto questo e quello, che il nuovo cattivo si chiama tizio caio e sta facendo questo e quello, e che ora nella storia si sono accumulati vari problemi interni alla vicenda che fanno da base per il nuovo episodio. Ecco, se devi affidarti a questo espediente narrativo per far funzionare il tuo film, allora devi cambiare mestiere. Fai lo scrittore di dialoghi, ma non fare il regista o lo sceneggiatore serio. Un film ben fatto sa spiegarti la vicenda con le sue stesse scene, in modo “epifenomenico”, con le azioni in svolgimento, con un plot sufficientemente articolato da rendere palese ciò che non puoi (per tempo o estetica) esplicitare in modo didascalico.