IL VERO UOMO RAGNO È L’INATTUALE STEVE DITKO

IL VERO UOMO RAGNO È L’INATTUALE STEVE DITKO

L’Uomo Ragno è un supereroe creato nel 1962 da Stan Lee e Steve Ditko, nel periodo formativo della Marvel. Poi il personaggio è passato in molte altre mani, che ne hanno profondamente cambiato il carattere. Se Batman è stato il primo fumetto che ho letto da bambino, l’Uomo Ragno di Lee e Ditko è stato l’unico personaggio a coinvolgermi fino in fondo. Batman ha come compito proteggere la città di Gotham City dai criminali, l’Uomo Ragno esiste solo per salvare zia May. Dopo che lo zio Ben è morto indirettamente a causa dell’Uomo Ragno, Peter Parker, l’alter ego del supereroe, vive nel terrore che la stessa sorte possa capitare all’adorata zietta. La vignetta sotto dà un’idea di come Peter prenda seriamente la cosa. La storia più appassionante della saga è, credo a giudizio unanime, quella dell’Uomo Ragno n. 27 (Editoriale Corno). Dopo essere stato travolto da alcuni pesantissimi macchinari, pagina dopo pagina l’Uomo Ragno raccoglie tutte le forze per liberarsi: deve assolutamente portare un farmaco sperimentale per salvare zia May, ricoverata in gravi condizioni! (La sequenza, come in tutti gli albi Marvel della Corno, presenta alternativamente due pagine a colori e due in bianco e nero). I testi delle storie sono firmati da Stan Lee, il direttore della Marvel, ma l’Uomo Ragno è sostanzialmente una creatura del disegnatore Steve Ditko. Stan Lee accennava in modo generico i soggetti ai suoi due disegnatori di punta, Jack Kirby e Steve Ditko. Poi loro stessi li sceneggiavano mentre disegnavano. Alla fine, Stan Lee scriveva i dialoghi seguendo quelli che i disegnatori avevano appuntato a matita nei margini delle vignette. In sostanza, l’apporto di Stan Lee non era creativo (non è riuscito a ideare un solo personaggio dopo la separazione da Kirby e Ditko), pur essendo comunque fondamentale perché dava un’anima ai personaggi. Cosa che né Ditko né Kirby erano lontanamente capaci di fare da soli. Ecco come avveniva il procedimento. Nella quinta vignetta della tavola sopra si parla di un “copione”, cioè di una sceneggiatura, ma questa parola non compare nel testo originale.Concludiamo la lettura… Nel 1999 Steve Ditko spiega il “metodo Lee” in questa tavola. Per la creazione dell’Uomo Ragno, Stan Lee scrisse solo una o due pagine di soggetto (che è già tanto rispetto alle storie successive). Poi ha riscritto i dialoghi dopo che Ditko aveva sceneggiato e disegnato la storia. Del resto, Lee ammette senza problemi che Ditko è l’autore delle storie in una intervista all’Herald Tribune (“non so mai come finiranno”), anche se al contempo lo irride dicendo che si ritiene un grande genio. Il ritratto di Steve Ditko basato su una fotografia a opera dell’illustratore Drew Friedman. Steve Ditko, nato nel 1927, era attivo dagli anni cinquanta come disegnatore e co-sceneggiatore di storie brevi del terrore e sul tipo dei telefilm “Ai confini della realtà”. Presentiamo per intero una di queste storie. Si tratta di uno dei primi fumetti Marvel pubblicati in Italia, nel n. 10 degli “Albi del Secolo” del 1962. La storia, evidentemente ispirata all’episodio “Time enough at last” del telefilm Twilight Zone del 1959, è uscita in America con il titolo “Inside the Fallout shelter” su Tales of Suspense n. 30 del 1962. Nell’edizione italiana, le vignette di Ditko sono state rimontate per adattarle al formato tascabile. Negli anni sessanta, Steve Ditko divide lo studio con Eric Stanton (Ernest Stanzoni), un disegnatore di fumetti “bondage” e “fetish” venduti per corrispondenza, perché troppo hard per l’epoca. A volte, come nei casi che vediamo sotto, Ditko inchiostra i disegni erotici a matita di Stanton. L’occasione per Ditko arriva nel 1962, quando Stan Lee gli commissiona un nuovo supereroe. Lo aveva già chiesto a Kirby, il quale, però, aveva disegnato un Uomo Ragno con il costume che ricordava troppo un personaggio della concorrenza. In seguito, quando Kirby si attribuì l’ideazione dell’Uomo Ragno, Ditko fece un disegno per spiegare che, secondo lui, quel personaggio era del tutto diverso perché ricordava Capitan America. L’ultimo ad avere visto la storia disegnata da Kirby è stato Jim Shooter, poi è scomparsa.Per creare i Fantastici Quattro, Jack Kirby aveva riproposto il concetto degli Challengers of the Unknown realizzati nel 1957 per la Dc Comics. Sempre Kirby, aveva ripreso The Fly (La Mosca), creato nel 1959 per la Archie Comics quando gli è venuto in mente l’Uomo Ragno. In questo senso, l’idea dell’Uomo Ragno è sua (come detto, Stan Lee non ha mai inventato niente). E proprio perché troppo somigliante a The Fly si è preferito accantonarlo per evitare noie legali. The Fly è sicuramente un personaggio piuttosto simile, almeno nei poteri, all’Uomo Ragno. E il suo nemico principale è… The Spider! Quanto a Ditko, ha scopiazzato il costume dell’Uomo Ragno da un catalogo. Dalla scritta cucita sulla testa del bambino ha preso pure il nome di Spider-Man. La prima storia dell’Uomo Ragno esce su “Amazing Fantasy”, una testata che chiuderà per scarse vendite proprio in quel numero. La copertina disegnata da Ditko viene scartata da Lee perché decisamente brutta. Ecco come sarebbe risultata, se fosse uscita. La copertina viene completamente rifatta da Jack Kirby, mentre Ditko si limita a inchiostrarla. Ecco il risultato definitivo. L’anno successivo, il 1963, la seconda storia esce in un albo interamente dedicato all’aracnide umano: “The Amazing Spiderman”. La presenza dei Fantastici Quattro, i personaggi Marvel allora più venduti, serve per attirare l’attenzione del potenziale lettore. Il personaggio è un supereroe particolarmente azzeccato, perché New York si presta bene a fare da scenografia a un tizio che si muove come un ragno.Dagli altri eroi, l’Uomo Ragno si distingue perché durante la battaglia è una fonte inesauribile di battute: di questo il merito è del solo Stan Lee.La differenza maggiore, rispetto ad altri personaggi dei   fumetti, si vede quando l’Uomo Ragno torna a casa. Non si tratta di una base fantascientifica come quella dei Fantastici Quattro, ma di una modesta casetta del Queens.Dentro lo aspetta zia May, sempre preoccupata quando il ragazzo fa tardi: in fondo Peter è solo uno studente delle superiori. Questi elementi, e quelli che seguiranno, sono tutti farina del sacco di Steve Ditko. Non è facile fare l’Uomo Ragno di nascosto dalla persona che vive con te. Una anziana, tra l’altro, che ha orrore di quello strano essere.Peter ama profondamente May, ma la convivenza crea mille problemi. Può un supereroe che si rispetti assumere un’espressione così disperata a causa della propria zia?A scuola non potrebbe andare peggio. Tutti gli studenti ronzano attorno al muscoloso Flash Thompson, compresa Liz Allan, la bella della classe. Peter è il classico emarginato: gli altri non lo vogliono, ma neppure lui intende mescolarsi con quegli stupidotti. Se i ragazzi isolano Peter, lui isola loro. Come Steve Ditko, non ama la folla. Liz, diventando più matura, si rende conto che Flash umilia senza motivo Peter, ma non ha il coraggio di frapporsi tra i due. La prima, e per me unica, fidanzata di Peter è Betty Brant. Una ragazza carina, anche se apparentemente insignificante. Betty è la segretaria di J. Jonah Jameson, il direttore-proprietario del tabloid “Daily Bugle”. Quando Peter si rende conto che Betty ha paura dell’Uomo Ragno, decide di interrompere la relazione per proteggerla da se stesso. Nooo! Non farlo! Rimasti amici, Peter continua a vederla quando vende al giornale le foto dell’Uomo Ragno che si scatta da solo: J.J.J. le usa per sparare titoloni contro il supereroe, accusandolo ingiustamente di ogni crimine. Peter è costretto a questa attività autolesionista per pagare l’affitto di casa, dato che la povera zia May ha impegnato i propri averi. Al confronto, lo scrittore Charles Dickens era un dilettante! Dopo l’abbandono di Betty, arriva un’altra ragazza: la sofisticata e apparentemente pericolosa Gwen Stacy.