IL SOTTOVALUTATO SAL BUSCEMA

IL SOTTOVALUTATO SAL BUSCEMA

Sal Buscema era un vero e proprio stakanovista del tavolo da disegno. Un disegnatore che difficilmente viene menzionato nella hall of fame, ma che fa parte in tutto e per tutto della storia del fumetto americano.

Nato a Brooklyn il 26 gennaio 1936, Sal Buscema ha avuto il torto di essere il fratello minore di una vera e propria leggenda del fumetti: il mitico John, con il quale, nonostante fosse più giovane di otto anni, ha condiviso passioni e lavoro.

Nel corso della sua lunghissima carriera, Sal ha legato a doppio filo il suo nome a quello della Marvel, per la quale ha disegnato praticamente tutti i personaggi. Durante la sua collaborazione ha adottato molti stili, passando da quello realistico del fratello, che ne caratterizzò gli inizi della carriera, al tratto più stilizzato e nervoso adottato per i lunghi cicli narrativi su Hulk, Thor e Rom, fino a quello crepuscolare e ruvido utilizzato per la sua lunghissima run sull’albo Peter Parker the Spectacular Spider-Man.


Dosegnatore essenziale, del tutto privo di fronzoli, più abile del fratello nello storytelling e, soprattutto, velocissimo, Sal Buscema rimane a tutt’oggi poco considerato. Il motivo principale è che la sua capacità di realizzare tavole a tempo di record lo ha spesso costretto a interpretare il ruolo del tappabuchi, sostenendo il lavoro dei suoi colleghi più lenti (e magari più appariscenti) per garantire alle pubblicazioni della Marvel la puntualità dell’appuntamento con le edicole.

Ripercorriamo velocemente i punti salienti della sua carriera ricordando le serie più significative a cui ha lavorato.

Avengers (28 numeri)

Dopo l’abbandono della testata da parte di John Buscema nel marzo del 1969, i Vendicatori trascorrono un periodo di confusione. Per tre numeri le matite passano a Gene Colan, che con il suo stile ombroso non entusiasma i lettori. Poi per due numeri ci prova Barry Smith, ma a quanto pare risulta troppo sofisticato.
Con il n. 68 arriva Sal Buscema che viene accettato perché il suo stile è molto simile a quello del fratello. Disegna un primo ciclo di cinque numeri, dove fa esordire lo Squadrone Sinistro: la copertina in cui rappresenta per la prima volta questo supergruppo è una delle preferite dai fans.

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Due anni dopo realizza i primi quattro numeri della mitica Guerra Kree-Skrull, prima di cedere le matite a Neal Adams. In questo fantastico ciclo si confronta con Capitan Marvel, Annihilus, la zona negativa, la Suprema Intelligenza, Ronan l’Accusatore e la sentinella Sentry.
Successivamente riprende a disegnare i Vendicatori nel 1974 su testi di Steve Englehart, in questo periodo non realizza matite definite ma semplici schizzi e il risultato finale è tutt’altro che memorabile. Riprende il titolo a più riprese nel 1977, 1978, 1980 e nel 1983, senza mai destare una grande impressione.

Sub-Mariner (11 numeri)

Sal Buscema subentra al fratello John sulle pagine di Sub-Mariner con il n. 25. Siccome sono entrambi inchiostrati da Jim Mooney è più facile cogliere le differenze tra gli stili. Quello di Sal è affidabile, energico ma meno appariscente di quello del fratello maggiore.
Il Sub-Mariner di John è di una nobiltà inarrivabile, quello di Sal ha spesso lo sguardo con gli occhi spalancati e la bocca aperta, che è una specie di suo marchio di fabbrica.

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In generale, Sal riusciva a cogliere meglio di altri l’attimo subito prima e subito dopo l’azione, quella frazione di secondo in cui nulla sembrava certo.
La run non è memorabile, anche per la scarsa vena dello sceneggiatore Roy Thomas. I numeri più leggibili sono il n. 34 e il n. 35, dove abbiamo una storia che mette assieme Sub-Mariner, Hulk e Silver Surfer a presagire il gruppo dei Difensori.

Captain America (58 numeri)

Sal Buscema inizia a disegnare Capitan America con il n. 146 del febbraio 1972. Con l’arrivo di Steve Englehart ai testi, sul n. 153, inizia il periodo migliore. Il ciclo più memorabile della coppia è quello dell’Impero Segreto, che inizia nel gennaio 1974. In quell’anno l’America era nel pieno dello scandalo Watergate, provocato dalle intercettazioni ordinate dal presidente Richard Nixon per spiare il Partito democratico.
Englehart e  Buscema decisero che un momento così drammatico della storia americana non poteva non finire sulle pagine di Capitan America, l’eroe che da oltre trent’anni rappresentava la coscienza del popolo americano.

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I sentimenti di sfiducia e incertezza che attanagliavano molte persone in quel periodo erano gli stessi provati da Capitan America nello scoprire che il capo della associazione eversiva chiamata Impero Segreto altri non era che… il presidente degli Usa? Non viene detto espressamente, ma viene lasciato intuire. Naturalmente si tratta di una storia molto influenzata dal periodo della contestazione giovanile.
Nel n. 176, Capitan America riflette sulla sua vita passata alla luce della corruzione e decide di abbandonare il costume a stelle e strisce. Sal Buscema saprà rappresentare questo sofferto travaglio interiore grazie alla sua capacità nel realizzare le espressioni facciali.

Defenders (50 numeri)

I Difensori sono un supergruppo che nasce da una necessità editoriale. Dopo che la serie Doctor Strange era stata cancellata nel 1970, lo sceneggiatore Roy Thomas per finire un arco narrativo rimasto a metà dovette farla proseguire sugli altri titoli che stava scrivendo.
Ciò che era iniziato in Doctor Strange n. 183 (novembre 1969) è continuato in Sub-Mariner n. 22 (febbraio 1970) e si è concluso su The Incredible Hulk n. 126 (aprile 1970). In questa storia, i tre valorosi eroi si erano uniti per combattere alcune divinità cosmiche “alla Lovecraft”.

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Il terzetto piacque ai lettori e a partire dal 1972 ebbe una sua testata. Sal Buscema disegna i Difensori sin dal primo numero, producendo le sue cose migliori nei numeri dall’otto all’undici. Sono gli episodi dell’epico scontro tra Difensori e Vendicatori, che Sal Buscema sa rendere epico. In particolare quando illustra in modo molto dinamico la battaglia senza esclusione di colpi tra Thor e Hulk.
Qualitativamente i Difensori erano un prodotto di fascia media, né molto buono né molto cattivo, come la maggior parte dei fumetti Marvel negli anni Settanta, a cui le matite di Sal Buscema hanno donato una patina di nobiltà.  

Thor

Sal Buscema arriva a Thor nel 1973, realizzando alcuni numeri “tappabuchi” quando il titolare della serie era in ritardo con le consegne. Il suo approccio al mondo del Dio del tuono è perfettamente in linea con lo spirito della serie. Gli asgardiani sono nobili e fieri, e la messa in scena non manca di una sua drammaticità.
In questa fase il suo stile è molto simile a quello del fratello maggiore John, dal quale si distingue sempre per una maggior incisività nello storytelling. Poi, dopo una pausa di una decina di anni, riprende in mano Thor nel 1986 quando a scriverlo è l’ottimo Walt Simonson.

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Sal Buscema utilizza per questi numeri uno stile semplificato, dalle linee molto naturali che ricorda vagamente quello di Simonson stesso. L’accoppiata realizza alcuni dei numeri migliori di Thor. In particolare il n. 380 vede il nostro eroe affrontare un nemico apparentemente insormontabile, il gigantesco Serpente di Midgard.
Simonson decise che il modo migliore per tradurre l’enorme dimensione del serpente era fare l’intero albo come una serie di splash page. Il risultato è un fumetto che non assomiglia a tutto ciò che usciva all’epoca e che ha fatto da precursore ai roboanti archi narrativi degli anni novanta.

Hulk (111 numeri)

Nel 1975 Sal Buscema comincia a disegnare l’incredibile Hulk, è l’inizio di una storia che durerà dieci anni. L’artista di origine italiana si rivelerà nel tempo uno dei più ricordati disegnatori del gigante verde assieme a Herb Trimpe.
Proprio sulle pagine di Hulk si compirà il distacco dallo stile del fratello, con il raggiungimento di un segno personale. Il suo stile maturo non è né realistico né cartoonistico, ma veloce, dinamico e narrativo. Il tratto si fa più spigoloso, tagliente. I volti e le figure risentono di un certo appiattimento, ma ormai nessuno lo può più confondere con il fratello.

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In questi numeri le figure si muovono con grande e rara fluidità e le pagine sono costruite con una grande varietà di layout. Eccelle soprattutto quando deve mostrare la rabbia irrefrenabile che caratterizza il personaggio. Come avviene nei numeri dal 297-300, quando un’entità demoniaca possiede Hulk trasformandolo in un selvaggio per le strade di New York. Di conseguenza, i membri dei Vendicatori e altri supereroi sono costretti a intervenire per tentare di bloccare il loro sconvolto collega.

 

Nova (12 numeri)

Nova, lanciato nel 1976 nella omonima serie, apparentemente aveva tutto per diventare un blockbuster.
Lo sceneggiatore Marv Wolfman voleva far rivivere le emozioni forti che aveva provato da ragazzino nel leggere le avventure dell’Uomo Ragno di Stan Lee e Steve Ditko.
Insomma, Nova è una riedizione moderna del Tessiragnatele. È uno studente-supereroe con più di un problema, un cast di comprimari dalle interessanti potenzialità, l’identità segreta da custodire, l’ambientazione urbana, un gruppo di villain creati per l’occasione, un costume dai colori sgargianti.


La serie, illustrata da John Buscema e poi dal fratello Sal, funzionò per i primi 14 numeri, nei quali sembrò porre le premesse per un futuro radioso. Quando Sal Buscema cedette i disegni dal numero 15 a Carmine Infantino, il titolo declinò rapidamente e la chiusura della collana sopraggiunse con il numero 25.
Peccato perché i disegni di Sal Buscema, soprattutto quando inchiostrati da Frank Giacoia o da Tom Palmer, erano davvero piacevoli.

Peter Parker the Spectacular Spider-Man (123 numeri)

The Spectacular Spider-Man è stato il primo fratellino nell’affollato franchise del Ragno. Sebbene abbia sempre svolto un ruolo di supporto alla testata principale, su questa testata sono apparse alcune storie davvero importanti.
La Marvel aveva deciso che lo sceneggiatore Gerry Conway e Sal Buscema dovevano fare coppia sulla serie satellite mentre quella principale, The Amazing Spide-Man, andava nelle mani di Len Wein e Ross Andru. Entrambe le accoppiate erano discutibili per un personaggio così importante. Ma forse per i dieci anni che vanno dalla metà degli anni settanta alla metà degli anni ottanta, “Spectacular” si è dimostrato più vitale di “Amazing”.


Spectacular è anche la testata alla quale Sal Buscema ha maggiormente legato il proprio nome, arrivando a disegnarne ben 123 numeri. Tra questi ci sono alcune delle storie più originali dell’Uomo Ragno, dove il suo stile raggiunge l’apice.
Come non citare, per esempio, “Il bambino dentro”, toccante capolavoro scritto da De Matteis sui numeri 178-184 della serie, che riunisce tre tormentati personaggi come l’Uomo Ragno, Goblin e Vermin e li mette a confronto con la loro difficile infanzia.

Tarzan Lord of the Jungle (10 numeri)

Purtroppo per i disegnatori che negli anni settanta si cimentarono con il personaggio di Tarzan c’era l’inevitabile confronto con il lavoro stupendo che Russ Manning ha svolto sulle strisce giornaliere e sulle tavole a colori dei quotidiani.
Anche per questo due grandissimi fallirono: prima Joe Kubert alla Dc Comics e poi John Buscema alla Marvel.


La serie della Marvel iniziò nel 1977 ribattezzata “Tarzan il signore della giungla”: non andò oltre il numero 29. Ci furono da subito problemi con gli editori stranieri. Loro non volevano adattamenti dai romanzi di Burroughs, già pubblicati numerose volte negli anni precedenti, mentre Roy Thomas insisteva per farli.
Loro avrebbero voluto uno stile sulla falsariga di quello di Manning mentre sia John che Sal, inchiostrati dal filippino Rudy Nebres, si ispiravano di più al selvaggio Tarzan di Kubert.

 

Rom the Space Knight (65 numeri)

Rom the Space Knight è un giocattolo creato da Scott Dankman, Richard C. Levy, and Bryan L. McCoy per la Parker Brothers. Per aumentare l’interesse attorno al giocattolo, la Parker Brothers lo concesse in licenza alla Marvel per farne un fumetto. Ironia della sorte, il fumetto sopravvisse al giocattolo per il quale era stato creato continuando a uscire per 75 numeri, pubblicati dal dicembre 1979 al febbraio 1986.


Il fumetto è scritto da Bill Mantlo e, a parte gli ultimi dieci numeri, illustrato da Sal Buscema. Il quale ha dichiarato in un’intervista del 2010: “Mi è piaciuto il personaggio. E mi è piaciuto quello che ci hanno fatto. Ho pensato che il concetto fosse abbastanza buono. Era unico. Mi piaceva disegnarlo. Quasi odio dirlo, ma era anche abbastanza facile da disegnare”.

New Mutans (14 numeri)

Il gruppo è apparso per la prima volta nell’albo gigante The New Mutants (settembre 1982) di Chris Claremont e del disegnatore Bob McLeod, che faceva parte della linea Marvel Graphic Novel, a cui è seguita una serie nel formato regolare che è andata avanti dal 1983 al 1991.
Come la testata madre degli X-Men, anch’essa scritto di Claremont, The New Mutants presentava un cast corale, con storie spesso incentrate sulle relazioni interpersonali e sulle aspettative derivanti dalla crescita, mescolando dramma adolescenziale con azione e avventura.

Era un concetto abbastanza nuovo, una nuova Marvel che stava nascendo e che sarebbe esplosa negli anni a venire. Dopo i primi tre numeri disegnati da McLeod l’albo viene affidato a Sal Buscema. Lo stile che Buscema mette in mostra su New Mutans è forse troppo legato agli anni settanta, non si è ancora evoluto come succederà di li a poco su Hulk e su Spectacular Spider-Man, e fa fatica ad adattarsi ai toni cupi che Claremont sta introducendo nella serie: solo con l’arrivo di Bill Sienkiewicz verranno valorizzati.

Eternals (12 numeri)

Dopo essere stati una delle ultime produzioni del grande Jack Kirby, gli Eterni avrebbero avuto una seconda occasione nel 1985, quando la squadra tornò per una miniserie di dodici numeri scritta da Peter B. Gillis e disegnata da Sal Buscema. Questa serie ha ampliato la mitologia degli eroi e ha anche introdotto nuovi personaggi, come il costruttore di armi Festo.

La storia, insieme ad altre dell’epoca, integra ulteriormente questi personaggi nella mitologia principale della Marvel, alla quale Kirby li aveva tenuti distanti. I Celestiali, i potenti esseri cosmici che stanno dietro la creazione degli Eterni, alla fine si sarebbero rivelati responsabili della maggior parte dei superpoteri duffusi nell’universo Marvel.
Qui Sal Buscema gioca a fare “il Kirby” con splash page piene di apparecchiature tecnologiche e visioni cosmiche.

In definitiva Sal Buscema è un disegnatore che ha lavorato molto su diversi personaggi Marvel senza mai tradirne lo spirito originario, anche se il pubblico si è diviso nettamente tra ammiratori e detrattori.


7 commenti

  1. sal buscema è così bravo che avete scelto un disegno di rich buckler come copertina…

  2. Tante teste tante sentenze, ma a mio avviso Sal Our Pal Buscema è al top quando l’inchiostratore si limita a ripassare il suo tratto come Dan Green sui Defenders. Io sono un fan di Sal e mi spiace che le sue matite siano state rifinite da Colletta (Captain America nella versione Marvel del Watergate). Meglio ha fatto Joe Staton su Hulk. Inchiostratori con forte personalità – e che sono anche matitisti – come Ernie Chua/Chan o Klaus Janson arrichiscono sicuramente il tratto di Sal di atmosfera, ma non lo “rispettano” come Frank McLaughlin, per esempio. Per quel che vale segnalo che Alan Moore – secondo Veitch nella prefaz di On Writing – ha imparato a memoria il Rom di Mantlo/Sal B. e che non credo sia stato Infantino a provocare il flop di Nova quanto la direzione inedita – i guai giudiziari del papà di Nova, la rivelazione in famiglia della sua identità segreta, le Star Wars in cui il personaggio è stato inserito, l’inserimento di un super-eroe Golden Age per citare i due Flash di Carmine – ad allontare il pubblico, ma era necessario provare per allontanarlo dall’essere un clone di Spidey con le stesse origini di Lanterna Verde/Hal Jordan. Io ero un bimbo negli anni settanta e credo che Andru e Kane – con il loro segno nervoso e cinetico – fossero la scelta giusta per Spider-man. Mi spiace che Andru abbia disegnato solo tre numeri dei Fantastic Four. Mi spiace che Kane abbia disegnato poche volte Daredevil, ma il suo segno cupo ha ispirato FM & Janson. Il “mio” Sal che trascende il tempo è quello che porta Cap & Falcon a scontrarsi con Artiglio Giallo, i Difensori contro la Squadra Distruttrice e Spidey, Vsione, Scarlet, Deathlok e Killraven in una storia da Marvel Team Up in cui compare anche il Cotton Mather della Caccia allle streghe di Salem. Non sono così convinto che se avesse disegnato meno, avrebbe disegnato meglio. Metti sottio pressione uno come Sal (ma anche altri) e ti darà il meglio. Non a caso una sua bio che ho visto da qualche parte si intitola Fast and Furious. Ciao ciao

  3. Dire che Kubert ha fallito rispetto a Manning è come dire che Caravaggio ha fallito rispetto ad Arcimboldo.

    • Bel paragone; per entrambi i Buscema serviva un inchiostratore come Alfredo Alcala e Tony DeZuniga per ottenere delle buone tavole per Tarzan!

  4. Ho sempre trovato “pesante ed irritante” lo stile di disegno di Sal Buscema (cosa che si evidenzia quando è lui stesso ad inchiostrarsi); se si fosse limitato ad inchistrare da solo le copertine e gli fosse stato imposto un “valido inchiostratore” (come Klaus Janson su Defenders e Gerry Talaoc su Incredible Hulk) ne avrebbe tratto vantaggio, invece di “disgustare” numerosi appassionati (su Spectacular Spider-Man Talaoc sarebbe stato il massimo,e le storie di Dematteis ne avrebbero guadagnato moltissimo).

  5. Ho sempre trovato “pesante ed irritante” lo stile di disegno di Sal Buscema (cosa che si evidenzia quando è lui stesso ad inchiostrarsi); se si fosse limitato “realizzare” da solo le copertine e gli fosse stato imposto un “valido inchiostratore” (come Klaus Janson su Defenders e Gerry Talaoc su Incredible Hulk) ne avrebbe tratto vantaggio, invece di “disgustare” numerosi appassionati (su Spectacular Spider-Man Talaoc sarebbe stato il massimo, e le storie di Dematteis ne avrebbero guadagnato moltissimo).

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