IL MASSACRO DEI VALDESI IN CALABRIA

IL MASSACRO DEI VALDESI IN CALABRIA

Una colonia di “eretici”valdesisi stabilì inCalabrianel Duecento. Provenivano dal Piemonte e precisamente dalle valli a ridosso delle Alpi occidentali. Le valli dei valdesi: val Germanasca, val Chisone e val Pellice Venivano dalla valle Germanasca, dalla val Chisone e dalla val Pellice. I cristiani che si erano rifugiati sulle Alpi dicevano di ispirarsi alla vita di Cristo. Parlavanooccitano, detto anche lingua d’oc perché usava la parola oc per dire sì. Il Delfinato si estendeva fino ai sobborghi di Lione L’occitano si parlava nel Delfinato e nel sud della Francia. Il Delfinato si estendeva fino ai sobborghi di Lione. Alcuni cristiani volevano mettere in pratica l’autentico spirito evangelico, pretendevano di vivere da poveri amando gli altri poveri. Statua raffigurante Valdo ubicata a Worms (Germania) Entrarono in contatto con un ricco mercante lionese:Pietro Valdo. Valdo aveva incaricato un prete di tradurre dal latino in volgare un’ampia scelta di libri della Bibbia. Leggendoli e rileggendoli, Valdo li aveva imparati a memoria. Nel 1173 donò tutti i suoi averi ai poveri di Lione e domandò alla Chiesa di poter predicare la parola di Cristo. La richiesta di Valdo suscitò molte perplessità, perché le autorità religiose temevano di perdere il controllo sui fedeli. Assisi, Chiesa superiore di San Francesco, affresco di Giotto dipinto dal 1292 al 1296, Storie di San Francesco. Francesco rinuncia ai beni paterni I movimenti che volevano far tornare la chiesa alla povertà originaria furono molti nel medioevo. Anche San Francesco D’Assisi era figlio di un ricco mercante. Donò i suoi beni ai poveri circa un secolo dopo Valdo, poi si mise a mendicare e a predicare. Mattia Preti (attr.), Incontro tra San Francesco e San Domenico, olio su tela, XVII sec. Lagonegro, convento di Santa Maria degli Angeli Nel caso di Francesco e dei francescani, la Chiesa non li dichiarò eretici. Pensò di usarli proprio per combattere gli eretici. La Chiesa si servì anche dei domenicani di Domenico di Guzman con lo stesso scopo. Lione, la chiesa di Saint-Nizier in gotico fiammeggiante nel quartiere dove viveva Valdo Il movimento di Valdo si impose con il nome di “Poveri di Lione”. La Chiesa non era disposta a tollerare che i cristiani leggessero i vangeli senza la guida della chiesa, come avevano iniziato a fare i valdesi. I catari cacciati da Carcassone nel 1209 Verso la fine del 1200 anche i valdesi furono colpiti da scomunica, insieme ad altri movimenti come icatari. Infine, furono cacciati da Lione. L’aratro pesante in uso nel basso medioevo Dopo la scomunica e la cacciata da Lione, le comunità valdesi si spostarono nelle valli alpine piemontesi. Dopo l’anno mille il clima divenne particolarmente mite. Inoltre alcune nuove invenzioni come i mulini ad acqua e l’aratro pesante favorirono una maggiore produttività. La disponibilità di cibo favorì l’aumento della natalità e una minore mortalità. Tutta l’Europa subì un forte popolamento tra il 1200 e il 1300. Ma il terreno da coltivare scarseggiava. Alcuni valdesi decisero allora di intraprendere un viaggio fino in Calabria e in Puglia per trovare nuove terre da coltivare, e al contempo cercavano anche di allontanarsi dalle persecuzioni della Chiesa. Calabria, da Guardia piemontese a Fuscaldo, sugli antichi sentieri valdesi La prima ondata migratoria avvenne già nel XIII secolo. È quasi certa la presenza di comunità valdesi sotto il regno dell’Imperatore Carlo I d’Angiò (1266). I proprietari terrieri calabresi offrirono terre da coltivare ai valdesi in cambio di un affitto annuo. Diedero loro la possibilità di fondare delle comunità esonerate dagli obblighi feudali. I primi gruppi provenienti dal Piemonte si insediarono nella zona di Montalto Uffugo (provincia di Cosenza), creando il borgo degli Ultramontani e poi a San Vincenzo la Costa, Rose, San Sisto eGuardia Piemontese. Guardia piemontese con la torre di guardia per l’avvistamento dei pirati saraceni Il centro abitato di Guardia Piemontese fu fondato dai valdesi. Prima del loro arrivo la zona di Guardia ricadeva sotto il controllo dei marchesi Spinelli di Fuscaldo. Era presente solo un piccolo castello con una torre di guardia per avvistare le navi dei pirati saraceni. L’insediamento di queste prime comunità in Calabria favorì nei due secoli successivi l’arrivo di altri gruppi dal Piemonte. I valdesi continuarono ad arrivare sia per motivi economici sia per le persecuzioni subite in Piemonte. Evidentemente la Calabria era un luogo ancora poco controllato dalla Chiesa, dove poter stare in pace. I valdesi per alcuni secoli, fino all’adesione al protestantesimo nel 1532, vissero in tranquillità con le comunità cattoliche. Si dedicavano all’agricoltura, alla pastorizia, alla coltura della canapa e dei bachi da seta. Il Tribunale dell’Inquisizione 1312 –Una donna è messa al rogo a Pinerolo, in Piemonte, con l’accusa di “valdesìa”. 1333 –A Pinerolo sono processati quattro donne e un uomo per eresia valdese. 1380 circa –Prima attestazione di gruppi valdesi organizzati nella città di Pinerolo. Maestro di questi gruppi pinerolesi è Pietro di Belmonte, di Pragelato. 1387 –A Pinerolo è stabilito ilTribunale dell’Inquisizione. Il padre inquisitore Settimo da Savigliano cita a comparire diverse persone delle valli. Processi di Giovanni Faure di Sauze di Cesana, di Martera Terrat di Pragelato e di Lorenzo Baudoria del Tagliaretto di Torre Pellice. Gli abitanti della Val Perosa riescono peraltro a liberarsi dall’inquisizione versando ad Amedeo di Acaia, duca di Pinerolo, cinquecento fiorini. 1388 –L’epiteto “valdese” viene considerato ingiurioso. 1402 –Arriva a Pinerolo il mite domenicano Vincenzo Ferreri, che cerca di convertire i Valdesi di Angrogna solo con la parola. 1426-1428 –A Pinerolo operano gli inquisitori Giovanni Fiamma e Lodovico Soncino. 1430 –Negli Statuti di Amedeo VIII d’Acaia viene stabilita la “pena del fuoco” e la confisca dei beni contro gli eretici e i sortilegi. Gli inquisitori partecipano agli utili derivanti dalla confisca dei beni delle persone sottoposte a processo. Spesso il valdismo è associato alle pratiche di stregoneria, tanto che le parole “valdese” e “strega” e “stregone” diventano quasi sinonimi. 1440 –Il Consiglio comunale di Pinerolo prende provvedimenti per impedire che l’inquisitore Bertrando Pere eserciti il suo ufficio “contro giustizia”.