IL GRANDE LEBOWSKI È UN MODO DI ESSERE

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History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Il grande Lebowski(1998) è una commedia, unacrime story, un poliziesconoir, un’assurda specie ditrip moviedove il mezzo è l’uomo e la strada l’indole umana. IlDrugoè un personaggio grande così che, in vestaglia e mutande, scioltezza e disinvoltura, giganteggia sullo schermo nella sua allucinante complessità.PerchéIl grande Lebowskinon è una storia, ma un atteggiamento.Il grande Lebowskiè un modo di essere. E sì, finanche una religione. Il grande Lebowskiè raccontato daLo Straniero(Sam Elliott), il cui ruolo è quello delnarratore onnisciente.Mentre sullo schermo scorrono le panoramiche della città di Los Angeles, Lo Straniero parla di come“nel lontano Ovest”conobbeJeffrey“Drugo”Lebowski(Jeff Bridges). Un trasandatissimo, pigro,“forse il più pigro di tutta la contea di Los Angeles”, ma incredibilmenteinteressantetizio. La storia comincia nel mezzo del cammin della vita di Drugo, quando appena tornato a casa dal minimarket viene aggredito da due scagnozzi.Lo aspettavano per ficcargli la testa nel cesso e avvertirlo che sua moglie deve un sacco di soldi al ricco magnate dell’industria pornograficaJackie Treehorn(Ben Gazzara). Come se non bastasse uno degli scagnozzi, mentre il collega è impegnato a spiegare a Drugo i motivi della visita, molto elegantemente piscia sul tappeto.Con il suo solito aplomb, Lebowski fa presente ai due che non solo, come si può palesemente notare, non è un miliardario, ma che per di più non è neanche sposato.Resosi conto dell’errore, i due rintronati picchiatori se ne vanno. La sera dopo l’aggressione, Drugo si ritrova al bowling con i suoi due amici,Walter(John Goodman) eDonny(Steve Buscemi), a cui racconta ciò che è successo.A Drugo non interessa di essere stato scambiato per il suo omonimoJeffrey Lebowski(David Huddleston), filantropo miliardario. No, a lui interessa solo che ci ha perso il tappeto. Così Walter, un tizio rimasto traumatizzato dall’esperienza in Vietnam, gli dice che dovrebbe presentarsi da questo“grande Lebowski”e chiedergli il risarcimento del tappeto. In fondo, Drugo si è preso le botte al posto suo. Detto fatto, il giorno dopo Drugo va a casa di Lebowski. Il quale è uno scontroso vecchio paraplegico che se ne infischia altamente e dà il benservito al“piccolo Lebowski”.Mentre va via, il piccolo Lebowski dice aBrandt(Philip Seymour Hoffman), l’assistente personale del vecchio, che ha il permesso di prendersi un tappeto a sua scelta. Inoltre, all’uscita fa la conoscenza diBunny(Tara Reid), la moglie-trofeo del grande Lebowski, una giovane ex pornodiva ninfomane, stralunata e con il vizio di spendere a vagonate.A Drugo Lebowski frega poco: un tappeto l’ha recuperato e può di nuovo dare un tono all’ambiente di casa. Per lui la storia è finita lì. Un paio di giorni dopo, Brandt chiama a raffica Drugo chiedendogli di presentarsi al più presto alla proprietà del vecchio, assicurandogli di non preoccuparsi, perché la visita non ha nulla a che fare con il tappeto rubato.I due Lebowski si incontrano di nuovo. Stavolta, il grande Lebowski ha bisogno dell’aiuto del piccolo Lebowski. A quanto pare, Bunny è stata rapita e i rapitori chiedono un riscatto di un milione di dollari. Giacché Drugo era stato aggredito da quelli che potrebbero essere gli autori del sequestro, dovrebbe occuparsi lui dello scambio, perché così potrebbe riconoscerli, essendo l’unico ad averli visti.Mosso da buone intenzioni, ma soprattutto dalla promessa di un compenso di ventimila dollari, Drugo accetta. Raccontata la cosa agli amici al bowling, Walter, da bravo fanatico qual è, si offre di accompagnare Drugo allo scambio con i criminali. Così i due si mettono in macchina e, nel tragitto, Walter espone a Drugo il suo brillante piano per fregare i rapitori. Infatti, Walter si è portato una“valigettafac-simile”piena di mutande. L’idea è quella di utilizzarla per far credere ai rapitori che accettano di pagarli, poi pestarli per bene e farsi portare dove si trova Bunny. Così, una volta presa la ragazza, lui e Drugo potranno intascarsi il milione di dollari del riscatto. Tutta questa bella fantasia a Walter gli è salita in testa perché Drugo, avendo inquadrato Bunny, aveva detto che, forse, la ragazza aveva inscenato tutto per fregare i soldi al vecchio Lebowski.Alla fine riesce a fare una cagnara assurda ficcando Drugo in una situazione ancora peggiore. Da qui in poi, le cose sono sempre più al limite del grottesco e del paradossale, con Drugo invischiato in unpantheondi personaggi sempre più bizzarri e allucinanti.TipoMaude Lebowski(Julianne Moore), la figlia artista-femminista-progressista del vecchio Lebowski. Oppure il gruppo di nichilisti tedeschi o, ancora, l’assurdissimoJesus Quintana(John Turturro), il nemico giurato di Drugo al bowling. A conti fatti,Il grande Lebowskiè un concentrato di estro creativo, inventiva e ispirata intelligenza come pochi. Effettivamente, l’abilità deifratelli Coennel gestire, intrecciare, raccontare e mostrare dei generi tanto opposti tra loro, ha dell’incredibile.Se c’è una cosa, tra le tante, che veramente mi piace dei Coen è il loro voler mostrare la vita per quella che potrebbe essere realmente e non come dovrebbe essere idealmente. Come inFargo, oppure inNon è un paese per vecchi. Per esempio, in quest’ultimo film, tramite un dialogo dello sceriffo Bell (Tommy Lee Jones), si può capire come la società sia diventataasettica. “Ecco, la settimana scorsa hanno scoperto una coppia in California che affittava camere ai vecchietti, poi li ammazzava, li seppelliva in giardino e intascava le loro pensioni. Ah, e prima li torturava, non so perché, forse il televisore si era guastato. E la cosa è andata avanti finché, testuali parole,«i vicini si sono allarmati quando hanno visto un uomo scappare con indosso solo un collare per cani». È impossibile inventarsi una notizia così, provaci, non ci riesci. Questo c’è voluto per attirare l’attenzione di qualcuno: lo scavo di fosse in giardino era passato inosservato”. NeIl grande Lebowskiquesto tipo pungente sarcasmo è all’apogeo. Drugo Lebowski (in originaleThe Dude, “Il Tipo”) è un personaggio eccezionale. Uno che è andato a Woodstock e non è mai tornato. Un reduce della propria giovinezza, di ciò che lo animava e che continua imperterrito a “vivere semplice”. Disoccupato, sfaccendato, pigro. Una vita portata avanti in linea di massima senza nessuna preoccupazione. Vero e proprio emblema dellaeasy life, delprendila come viene.Sul serio, si potrebbe stare ore a parlare di Drugo. Di come la psicologia sua e degli altri personaggi che appaiono nella storia sia così finemente tratteggiata. Tra l’altro, non a caso è nata una religione basata sul pensiero del Drugo: ilDudeismo. Al di là di tutto, la cosa che più colpisce è questa storia all’apparenza semplice, ma che in realtà nasconde un incassamento a più strati di complessità.Come spettatore, vieni introdotto in quello che è un semplice framezzo della vita di un uomo, in cui una serie di coincidenze fortuite lo fanno ritrovare invischiato in una tela di avvenimenti sempre più assurdi. Questo è il bello: Drugo non è l’eroe che parte all’avventura, unico e solo in grado di risolvere una situazione straordinaria.No, Drugo rappresenta la coincidenza, le cosiddette casualità della vita. Tanti piccoli avvenimenti tutt’altro che eccezionali, che messi insieme portano a circostanze insolite e singolari. Tra l’altro, l’assurdità delle situazioni innescate da un apparenteMacGuffinnon trascende quella che potrebbe essere benissimo la realtà.Anzi. Volendo, si potrebbero formulare svariate ipotesi. Tipo che gli eventi hanno portato il tranquillo Drugo a vestire i panni dell’action-man. Oppure ancora, la trama, assurdamentehardboilede chiaramente ispirata aIl grande sonnodiRaymond Chandler, potrebbe portare a pensare che il Drugo si stiasvegliando dalla buia notte dell’anima nella decadente città degli angeli.C’è anche da considere cheIl Grande Lebowskiè una forte critica alla società americana. Una satira acre che dopo la risata ti lascia quel retrogusto amaro. Vedi Walter, per esempio: reduce del Vietnam ossessionato da“i suoi compagni morti con la faccia nel fango”. Oppure Donny, lospettatore occasionale, il tipo passivo che assiste senza prendere mai parte a niente. O ancora il magnate pornografo e strozzino Treehorn. Lo stesso dualismo tra gli omonimi “Drugo” Lebowski e il vecchio miliardario “Big” Lebowski, che porta a interconnetterli. Ma forse tutto questo è solo una mia pippa mentale.Magari tutto quello che accade neIl grande Lebowskiè solo un pacchetto di cose messo assieme furbamente dai Coen, giusto per asserire e sfruttare le emozioni del pubblico. Dopotutto, ho sentito i pareri più diversi suIl grande Leboswki. O forseIl grande Leboswkiè proprio quel che è: la vita vista come una pista da bowling, un percorso all’apparenza dritto e forse semplice, ma in cui può capitare di tutto.