I TRE UOMINI CHE FECERO GRANDE TOPOLINO

Le domenicali di Mickey Mouse, con l’irresistibile storia di Saltarello, scompaiono dalla prima pagina e vengono sostituite da una storia “naturalistica” di fantascienza con un curioso titolo,SK1, opera diGuido Moroni Celsi. Ma non basta. Sul numero 152, Topolino è scalzato anche dall’ultima pagina, e al suo posto ci sono le domenicali diAudax, a colori. A cosa punta questa rivoluzione? Siamo alla fine del 1935, e in questi mesiL’Avventurosodi Nerbini è lanciato nella sua parabola ascendente di popolarità, convendite stratosferiche. Se davvero èAntonio Rubinoa decidere la “linea” di Topolino, allora è singolare davvero che questo esperimento sia opera di chi, nel 1908, contribuì all’ostracismo delle “nuvolette” sul Corriere dei Piccoli. Insomma, nel novembre 1935 Topolino si presenta nelle edicole come un clone de L’Avventuroso, compresa un’imitazione casereccia (ma niente affatto disprezzabile, per quanto ingenua) diFlash Gordon, con il trio scienziato-figlia in pericolo-prestante eroe. SK1è un fumetto oggi irrimediabilmente datato, con ritmi ben diversi da quelli frenetici diAlex RaymondeDon Moore. Resta però la sua grande suggestione grafica, quasi “ottocentesca” nel segno ma già padrona del linguaggio deicomic: cosa non comune, tra gli autori italiani di questi primissimi anni, che a volte non recepiscono nemmeno le regole basilari della narrativa disegnata, equivocando tra illustrazione e fumetto. Le ingenuità cui accennavo, come alcuni “effetti sonori” francamente risibili, non minano il valore (relativo, per la storia del fumetto italiano, ma anche assoluto) di SK1. Guido Moroni Celsirealizza un fumetto di importanza epocale suI tre Porcelliniproprio in questo 1935, il proto-westernUlceda. Tutto si accomoda il 15 dicembre, con il numero 155: ognuno riprende il suo posto canonico, e Topolino, com’è naturale, torna in prima pagina con l’epica lotta tra canguro e gorilla. L’esperimento, se l’intento era testare la possibilità di aumentare in modo significativo la tiratura del settimanale, evidentemente non ha dato i risultati sperati. Mondadori, comunque, non abbandona l’idea di un settimanale tutto “avventuroso”: saranno uomini nuovi, quattro anni dopo, a realizzarlo conL’Audace, nel momento di maggior crisi dell’invincibile rivale fiorentino. D’altronde il 1935 è l’anno in cui il tono (e il livello artistico) delledailiesdi Mickey Mouse si alza di colpo: a partire almeno dalla storiaIl misterioso “S” flagello dei mari, conosciuta in seguito comeTopolino e il pirata Orango, non manca davvero l’avventura sulle pagine del settimanale mondadoriano. Ultima novità del 1935 èIl romanzo della signorina Milli, ovveroLittle Miss MuffetdellacartooniststatunitenseFanny Young Cory, illustratrice dei libri di L. Frank Baum (Il mago di Oz), che pur non potendo essere paragonata aElla Parella(Ella Cinders) è un fumetto raffinato e piacevole: Certo è singolare che con tutti questi “cloni” dellaLittle Orphan Anniedi Harold Gray (abbiamo visto, parlando delTopolinoNerbini, ancheThe Big SisterdiForgrave, ovvero la prima incarnazione diBetta) nessuno abbia mai stampato la capostipite negli anni trenta, e neppure ben oltre. Alla fine del 1935, per rilanciare il settimanale, la redazione allestisce unconcorso a premifra i lettori,il primo di una lunga serie. Il 1935 è l’anno successivo all’epocale successo della raccolta di figurine deiQuattro Moschettieri, disegnate daAngelo Bioletto, collegate alla omonima trasmissione radiofonica diNizzaeMorbellisponsorizzata dalla Perugina: la prima, in Italia, di grande successo popolare. Le figurine, che comprendono l’introvabileFeroce Saladino, sono state un autentico “caso” di costume. Topolino punta dunque proprio sui magici cartoncini colorati, in una variante “povera”: si tratta infatti di figurine da ritagliare, coloratissime immaginette riciclate da chissà quale fonte (L’Enciclopedia dei ragazzi?) definite “francobolli educativi”. Lo sforzo redazionale per fidelizzare i lettori non si concretizza solo nel concorso a premi, che verrà replicato nel 1936 con molto più impegno e gran battage pubblicitario, grazie a un accordo con la ditta Elah. Il 1935 è anche l’anno del primissimo club di Topolino (se escludiamo gli arcaici “filomussini” dei primi numeri nerbiniani): sono gliAmici di Topolino, con tanto ditesserasociale. Al giornale viene allegato anche uno spartanoalbum, quattro pagine inserite sia in Topolino sia nei Tre Porcellini. Il regolamento, con l’elenco dei premi (10mila lire in titoli di Stato!) è pubblicato sul numero 155. L’annata 1935 si conclude con un giornale diretto in modo evidentemente accorto, con una decisa linea editoriale e fumetti extra-Disney di notevole livello. Sono le premesse che porteranno, tre anni dopo, alla straordinaria fioritura “industriale” di Topolino.