I PRIMI NUMERI DI TOPOLINO DEGLI ANNI TRENTA

Letavole domenicalidiMickey Mouseappaiono finalmente sul numero 7 diTopolino, che in un certo senso è il vero primo numero del settimanale.Il ritratto di Minnieè dunque la prima storia a fumetti “originale” di Topolino pubblicata in Italia. È forse lo stesso direttore Paolo Lorenzini a confezionare delle strofette in rima, sullo stile del Corriere dei Piccoli. Per fortuna, si decide di non modificare le tavole originali, lasciando al loro posto iballoons: si rivelerà una mossa vincente e di enorme portata storica. Non si tratta infatti di “nuvolette” residue, come dimenticate (era già accaduto altrove, perfino suJumbo), ma anzi viene rispettato illinguaggio per immaginioriginale, e sono le didascalie ad apparire inutili, anche al lettore d’epoca. Notate come il nomeMinniesia stato lasciato nella versione originale dellettering. Chissà chi erano iltraduttoree soprattutto l’abilecalligrafo… In attesa che arrivino altre tavole e strisce dagli Stati Uniti (per nave, ovviamente), Nerbini commissiona ad alcuni autori italiani altre tavole apocrife, ma stavolta autorizzate da Walt Disney. SonoBurikoeVitellii primiDisney Italianiin piena regola, con tanto di… certificato Doc. Da notare che l’autorizzazione formale proviene ancora dal King Features Syndicate, che rimarrà il distributore delle strisce e delle tavole Disney. Lino il Toponon è il solo…mutantedisneyano ospitato nei quattro numeri del settimanale che precedono l’arrivo trionfale del “vero” Mickey Mouse. Abbiamo, affidati a diversi disegnatori,Rodilardo e TopinettaeSorcettino(compare di Pisellino). Ed è irresistibile ilSorci JazzdiGiove Toppi, sul numero nove. Iljazz, altra grande moda degli anni venti e trenta, sinonimo di novità, di libertà, di America e di aria frizzante (di contro alle cupezze di adunate oceaniche e di sabati fascisti) è presente spesso, in questi anni, su Topolino e altrove. Ecco ancoraSorcettinodiVitelli. È anche l’epoca del primo jazz italiano. La foto che segue me l’ha dataAnna Maria Pivato, titolare della straordinaria etichettaRiviera Jazz Records, che ha salvato, letteralmente, tesori musicali straordinari, e ritrae la leggendaria orchestraBlue StardiPippo BarzizzaalGrand Italiandi Genova. Si sarà capito che il jazz è il mio secondo amore. Topo Lino,Sorcettinoe compagni, naturalmente, impallidiscono di fronte algeniodisneyano e aFloyd Gottfredson,Al Taliaferroe collaboratori. Quella che segue è la prima apparizione diPippo(Dippy Dawg, poiGoofy). Nonostante l’epocale novità delle strisce e delle tavole americane, il settimanale non muta rotta e mantiene l’impostazione un po’ raffazzonata dei primi numeri. Evidentemente, nonostante Gottfredson e collaboratori, con fumetti che sono trent’anni avanti rispetto agli inglesi di Jumbo, le vendite non premiano affatto il nuovo settimanale. Sul mercato collezionistico, i primi sei numeri sono davvero introvabili, ma anche quelli successivi, ancora fino a gennaio 1934, restano di difficilissima reperibilità: segno che erano molto poco diffusi. Nel n. 2 di Topolino abbiamo vistoPisellino, un personaggio diBuriko(aliasAngelo– oAntonio–Burattini). Mi piacerebbe fornire qualche dato biografico su questo autore, ma sembra davvero impossibile trovare qualcosa. Molte altre tavole diPisellinovengono pubblicate nel corso del 1933, e anche in seguito. Sono cose ovviamente lontanissime, sotto ogni aspetto, dagli stimolanticomicsdi Gottfredson, ma niente affatto disprezzabili, a volte perfino con un vago accenno diricerca formale. Fra l’altro Pisellino sarà il protagonista di uno dei primissimi “albi” di Nerbini, ovvero i leggendari fascicoli aperiodici che raccoglieranno le storie pubblicate a puntate sui settimanali.Pisellino, nel 1933, fatte le debite proporzioni, è un po’ la seconda star del giornale. Nel 1939 avrà addirittura l’onore di un settimanale intitolato a lui, dalla vita travagliata. Per ora è il primofunny animalitaliano, più o meno contemporaneo delFormichinodiRoberto Sgrilli, pubblicato sulCorriere dei Piccoli. Ma rispetto a quello, Pisellino sarà il protagonista di autentiche e lunghe (ancorché molto ingenue) storie avventurose, ispirate ai classici disneyani ma originali per stile e per le atmosfere provinciali, quasi strapaesane.