I PRIMI CENTO NUMERI DEI VENDICATORI

I PRIMI CENTO NUMERI DEI VENDICATORI

Parliamo dei Vendicatori (The Avengers), “gli eroi più potenti della Terra”.
Nel corso degli anni, dal 1963 a oggi, più di cento personaggi hanno fatto parte della squadra, con una ventina di membri onorari e quasi 50 che hanno avuto o hanno tuttora una propria testata personale.

Dopo i successi del Marvel cinematic universe, i Vendicatori sono il gruppo di supereroi più famoso di sempre.
La loro è una storia fatta di intuizioni geniali e ripensamenti, di unioni e abbandoni, di litigi e di amori.
Una storia le cui fondamenta vengono gettate nel settembre 1963, uno degli anni più creativi della Casa delle idee.

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L’idea di partenza era quella di ispirarsi a quello che aveva fatto la Dc Comics con la Justice League: mettere insieme gli eroi della casa editrice (che allora erano ancora pochi) in un supergruppo stellare.
Per l’editore Martin Goodman e il suo direttore Stan Lee c’erano ragioni di marketing per compiere questa scelta. Gli eroi Marvel erano stati appena lanciati: Hulk nel maggio 1962, Thor nell’agosto 1962, Ant-Man era stato creato nel settembre del 1962; Iron Man debutta nel marzo 1963, Wasp addirittura nel giugno 1963… Occorreva consolidare il concetto di supereroi Marvel, magari facendoli combattere uniti.

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Una sorta di mega crossover che invece di durare lo spazio di un numero prenderà i tempi lunghi di un’intera serie. Mettere insieme questi eroi, ciascuno dotato di una propria forte personalità, era per Stan Lee una sfida dal punto di vista della narrazione.
Occorre diversificare il carattere dei personaggi, in modo da mantenere l’individualità di ogni membro senza perdere di vista il senso di unità della squadra.

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In sostanza, bisognava creare un gruppo dove l’equilibrio tra le spinte individuali e quelle unitarie sarebbe diventato il motore delle storie.

Le basi della grandezza del gruppo vennero gettate nei primi cento numeri grazie al contributo di diversi sceneggiatori e disegnatori, attraverso drastici cambi di formazione e storie che sono diventate leggenda.
Ripercorriamo insieme questo esaltante periodo, cominciando con il presentare gli autori e i personaggi.

 

Stan Lee

Stan Lee ha sempre letto con molto interesse la posta dei lettori, da cui ha preso molti spunti per storie e nuove idee. Nel 1963 si accorse che una delle cose che piacevano di più ai fan era le apparizioni da ospiti che gli eroi Marvel facevano all’interno di altri titoli.
I lettori apprezzavano quando Hulk compariva in un’avventura dei Fantastici Quattro, o quando Iron Man incontrava l’Uomo Ragno mentre penzolava da una ragnatela.

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Perché non creare una squadra in cui un certo numero di loro potesse unire le forze ogni mese? Questa era soprattutto la richiesta dell’editore Martin Goodman, che già due anni prima aveva chiesto una risposta alla Jusctice League, ottenendo qualcosa di solo vagamente simile con i Fantastici Quattro.

La scelta più singolare del gruppo fu l’introduzione di Hulk, nel ruolo di componente imprevedibile. Essendolo però un po’ troppo, venne tolto dal gruppo già nel secondo numero.

 

Jack Kirby

Quando Jack Kirby inizia a disegnare i vendicatori, nel 1963, ha 46 anni, ed è all’inizio del suo periodo di massima creatività. I singoli personaggi dei primi Vendicatori sono, del resto, stati tutti creati da lui, insieme a Lee.
Sono stati esclusi l’Uomo Ragno e il Dottor Strange probabilmente perché Kirby non se la sentiva di riprendere anche i personaggi disegnati dall’amico Steve Ditko. Poi Lee giustificò questa esclusione con l’eccessivo individualismo dei due eroi.

La creatività di Kirby si esprimerà sia dal punto di vista grafico, attraverso un disegno sempre più stilizzato, sia dal punto di vista dello storytelling, dove ormai Kirby viaggia liberamente sviluppando a modo suo le esili tracce di partenza fornitegli da Lee.

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Poiché Lee si trova a dover mettere i dialoghi su storie di cui sa poco o niente, Jack Kirby scrive alcune note a margine delle tavole, dove illustra la situazione e suggerisce le parole da inserire nei balloon.

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Pare che Jack Kirby abbia usato questo metodo dal quarto numero dei Vendicatori. Era un episodio che Kirby sentiva molto perché riesumava un personaggio a lui caro, il suo primo grande successo creato insieme allo sceneggiatore Joe Simon: Capitan America.

La storia è tutta percorsa da un filo di sottile emozione che la rende indimenticabile. Purtroppo la frenetica attività di quel periodo gli permise di dedicarsi ai Vendicatori soltanto fino al n. 8. La sua uscita di scena svantaggiò la serie rispetto ai Fantastici Quattro, che curava e seguiva di più.

 

Iron Man

Jack Kirby conosceva bene il personaggio di Iron Man. Qualche mese prima aveva realizzato la copertina della prima avventura apparsa su Tales of Suspense n. 39. Aveva contribuito alla creazione del personaggio disegnandone l’armatura e ideando il dispositivo circolare sulla piastra del torace che diventerà uno dei segni distintivi del vendicatore.
Del primo numero aveva inoltre disegnato la splash page iniziale e alcuni layout interni per Don Heck. Eppure nei Vendicatori troviamo un Iron Man diverso.

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Non c’è più traccia del fragile, immaturo playboy costantemente impegnato a commiserarsi per le condizioni del proprio cuore che Stan Lee, fedele alla filosofia dei supereroi con superproblemi, stava modellando su Tales of Suspense.
Qui abbiamo a che fare con un ricco genio consapevole della propria superiorità intellettuale, che fin dai primi numeri si pone come elemento mediatore tra i conflitti che insorgono tra i membri. Il primo leader dei vendicatori.

 

Thor

La prima storia di Thor apparsa su Journey into the Mistery n. 83 non è firmata, anche se risulta evidente che l’autore dei disegni è Jack Kirby. La seconda riporta la firma Kirby-Ayers come tanti racconti di mostri di fine anni cinquanta. Solo dalla quarta storia cominciano ad apparire i nomi degli autori.
A Stan Lee è attribuito il soggetto e a suo fratello Larry Lieber le sceneggiature. Lieber continuerà a occuparsi delle sceneggiature insieme a Robert Bernstein per circa un anno, mentre i disegni venivano affidati di volta in volta a disegnatori diversi.

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Quando nel 1963 le vendite di Journey into the Mistery passano da 132mila copie al mese a 187mila, Lee e Kirby riprendono in mano il loro eroe.
Il dio del tuono che entra a far parte dei Vendicatori è un personaggio ancora acerbo e opera per lo più sulla Terra, contrapponendosi spesso ai regimi comunisti. L’ingresso nel supergruppo gli apre orizzonti più vasti.

 

Hulk

Hulk fu il secondo eroe creato da Stan Lee e Jack Kirby, dopo i Fantastici Quattro. Un personaggio che non ha niente a che fare con i supereroi in costume.
Secondo Kirby, l’idea di Hulk gli venne quando vide una donna sollevare la parte posteriore di una macchina per liberare suo figlio rimasto intrappolato sotto di essa. “Improvvisamente mi è venuto in mente che nella disperazione tutti noi possiamo farlo: possiamo abbattere muri, possiamo impazzire e diventare invincibili”.

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Le vendite furono piuttosto basse e dopo sei numeri la testata dovette chiudere. Quando entra a far parte dei Vendicatori, Hulk non possiede più una testata personale. Però Lee e Kirby credono nel personaggio e lo inseriscono in varie comparsate negli altri titoli Marvel.
Nei primi numeri dei Vendicatori è una scheggia impazzita che con la sua imprevedibilità funge come motore delle storie, prima come membro del gruppo e poi come nemico.

 

Ant-Man / Giant-Man e Wasp

Nel primo numero dei Vendicatori compare Ant-Man ovvero Hank Pym in versione rimpicciolita. Nello stesso mese del primo numero dei Vendicatori, però, era apparso su Tales to Astonish n. 49 in versione gigante come Giant-Man. In questa veste si presenterà nel successivo episodio dei Vendicatori.

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Accanto a lui c’è Wasp, che appare dal n. 44 di Tales to Astonish del giugno 1963 nelle pagine di Ant-Man.
Pym è un po’ il Reed Richards dei Vendicatori, colui che risolve i problemi con l’infallibile intelligenza quando la forza non basta.

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Per quanto riguarda Wasp, all’inizio, come tutti i personaggi femminili di Stan Lee, sembrava poco più della frizzante compagna di Hank Pym.
La si ricorda soprattutto perché dà il nome al gruppo: “Dovrebbe essere qualcosa di vivace e drammatico come… i Vendicatori o …”.

Con l’arrivo ai testi di Roy Thomas, autore più attento alla psicologia femminile, Wasp inizierà ad avere importanza all’interno della squadra, oscurando il marito e fornendo un esempio di forte personaggio femminile in un periodo in cui non ce ne erano tanti.

 

The Avengers n. 1, l’esordio dei Vendicatori

Jack Kirby inizia a disegnare il primo numero dei Vendicatori intuendo forse che sta realizzando qualcosa di importante. La prima pagina con il volto di Loki di profilo solcato da grandi ombre conferisce un’epica solennità all’episodio.
La storia procede a incastri successivi, prima Loki vede Hulk e pensa di usarlo per scovare Thor, ma oltre che al dio del tuono il segnale di allarme dato dal giovane Rick Jones arriva anche ad Iron Man e Ant-Man e Wasp.

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Ant-Man e Wasp scovano Hulk in un circo mentre, in un’immagine dal sapore surreale, il gigante verde viene mostrato mentre si esibisce come giocoliere utilizzando animali al posto dei birilli.
Thor intanto vola su Asgard per affrontare Loki. Nel finale i cinque eroi sconfiggono Loki e decidono di formare un gruppo.

 

Capitan America

Il Capitan America degli anni quaranta che fece il suo ritorno nel mondo dei fumetti nel 1964 sulle pagine di The Avengers n. 4 era molto diverso dall’originario eroe tutto d’un pezzo di Joe Simon e Jack Kirby.
Era diventato anche lui un supereroe con super problemi. Era un anacronismo vivente, un uomo fuori dal proprio tempo. Schiacciato dal senso di colpa per il destino della sua ex spalla, Bucky.
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Il redivivo Capitan America era un uomo integro come in passato, ma ora era anche incline alla malinconia, e confuso su quanto era successo al suo paese. Cap scelse un momento particolarmente sconvolgente per ritornare.
Avengers n. 4 era ancora in fase di realizzazione quando, il 22 novembre del 1963, arrivò la notizia che avevano sparato al presidente John Kennedy.

“Stavamo rientrando da pranzo e la gente ascoltava la radio nelle auto con le portiere aperte”, avrebbe ricordato Flo Steinberg, mitica segretaria di direzione alla Marvel. “Non avevamo la televisione in ufficio, quindi ci ritrovammo tutti in una grande stanza e stavamo seduti ad ascoltare la radio fino a quando non annunciarono che era morto. Allora ce ne andammo tutti quanti… così, senza una meta precisa”.

Tutti tranne Stan Lee. “Lui stava ancora lavorando ai fumetti come se fossero la cosa più importante del mondo”, racconta lo scrittore Mario Puzo, in seguito autore del Padrino, che a quei tempi lavorava per le riviste per adulti di Martin Goodman.

 

Don Heck

Con il n. 9 dei Vendicatori, Don Heck prende il posto di Kirby alle matite. Siamo nel 1964 e alla Marvel ci sono essenzialmente tre disegnatori: Jack Kirby, Steve Ditko e, appunto, Don Heck.
Heck, che si era fatto notare negli anni cinquanta come disegnatore da un tratto duro e particolarmente bravo con le figure femminili, non si è mai trovato a suo agio con i supereroi.

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Riuscì a ritagliarsi uno spazio all’interno della Casa delle idee dando un contributo nei primi anni sessanta, anche se non era molto apprezzato dai lettori.
Ha creato personaggi femminili sexy come Pepper Potts, la segretaria di Iron Man; l’allora spia russa Vedova Nera; e Lorna Dane, sulle pagine degli X-Men.
Durante la run sui Vendicatori, che dura fino al n. 40, creò personaggi come Wonder Man e lo Spadaccino.

 

Occhio di Falco

Occhio di Falco appare per la prima volta come “nemico” in un episodio di Iron Man pubblicato su Tales of Suspense n. 57, del settembre 1964.
Nella storia scritta da Stan Lee e disegnata da Don Heck, l’arciere della Marvel mostra subito caratteristiche nuove rispetto agli altri criminali. Innanzitutto è di bell’aspetto, il che nella concezione lombrosiana della fisiognomica che vigeva alla Marvel in quegli anni è piuttosto strano per un “cattivo”.

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Inoltre a livello caratteriale si presenta subito come un “Rebels without a cause” insofferente della autorità. Quando entra a far parte dei Vendicatori nel 1965, negli Stati Uniti soffia ormai da un anno il vento della contestazione giovanile. I suoi continui litigi e battibecchi con Capitan America appaiono una metafora del clima infuocato che si respirava nelle università.

 

Quicksilver e Scarlet

Nel 1963, Stan Lee aveva utilizzato i raggi cosmici, i morsi di ragno e la bomba gamma per spiegare l’origine dei poteri dei suoi supereroi. Ebbe così l’idea di non inventarsi niente per spiegare i poteri del suo nuovo supergruppo: gli X-Men.

Loro semplicemente nascevano già con i superpoteri perché erano mutanti.
Come antagonisti degli X-Men venne creata la Confraternita dei mutanti malvagi, gruppo guidato da Magneto, che fece la sua prima apparizione nel 1964. Ne facevano parte anche Wanda Maximoff, alias Scarlet (Scarlet Witch) e suo fratello Pietro, detto Quicksilver.

Quando i due entrarono a far parte dei Vendicatori, nel 1965, costituirono da subito una efficace coppia composta da individui dai caratteri quasi opposti: timida e pacata lei, impulsivo e polemico il fratello.
Con il passare del tempo il personaggio di Wanda acquisterà spessore, diventando sempre più importante all’interno del gruppo, fino alla folle storia d’amore tra lei e l’androide Visione, capace di sfidare ogni convenzione.

 

Golia

Il dottor Henry “Hank” Pym non può essere considerato uno dei supereroi meglio riusciti della premiata ditta Lee & Kirby.
Serializzato nel 1962 in seguito alla buona accoglienza tra i lettori di una storia nata come autoconclusiva, a Jack Kirby non piaceva proprio disegnare le storie di un personaggio piccolo come una formica. Nel 1963, dopo il potere del rimpicciolimento, arriva allora il potere dell’ingrandimento ed ecco Giant-Man.

Nemmeno questa versione ebbe successo e le pubblicazioni della sua serie cessarono nel luglio del 1965. Visto che nel maggio del 1965 lui e Wasp erano usciti dai Vendicatori, per un anno i due personaggi scomparirono dalle pubblicazioni Marvel.
Nel maggio del 1966, Hank Pym si ripresenta nei Vendicatori con il nome di Golia. Per l’occasione il dottor Pym sfoggia, oltre al cambio di nome, l’ennesimo cambio di costume (più azzeccato dei precedenti), senza però cambiare nulla di sostanziale nel personaggio.

 

Il nuovo inizio dei Vendicatori

Il numero 16 è stato un numero fondamentale. Era la prima volta che un supergruppo cambiava quasi completamente i suoi componenti. Per l’occasione fu richiamato Kirby alle matite.
Era il 1965, Lee aveva ormai un intero universo narrativo da dirigere. Faceva grande attenzione affinché vi fosse una continuity costante tra tutti i titoli. Per esempio, quando Hulk venne fatto prigioniero su Tales to Astonish, in Fantastic Four Annual Reed Richards si chiedeva che fine avesse fatto.

Quando Iron Man scomparve dalle pagine di Tales of Suspense, non vi fu traccia di lui neppure nel numero seguente di The Avengers. Alla fine, pare che tale sistema di rimandi incrociati divenne così complesso da spingere Lee a togliere Thor, Iron Man, Giant-Man e Wasp da The Avengers.
Li sostituì con Occhio di Falco, un ex nemico di Iron Man, e con Quicksilver e Scarlet, già nemesi degli X-Men.
Capitan America rimase un membro degli Avengers perché le storie che apparivano su Tales of Suspense erano ambientate soprattutto durante la Seconda guerra mondiale, pertanto non ponevano particolari problemi di continuity.

 

Roy Thomas

Con il n. 35, alla fine del 1966, Lee passò l’onere di scrivere le storie dei Vendicatori a Roy Thomas, il nuovo collaboratore che aveva assunto per dargli una mano con le sceneggiature.

La run di Thomas sugli Avengers si caratterizza per un mix tra drammi personali e grandi avventure. Si passa dal matrimonio tra Hank Pym e Wasp, alla epica guerra tra i popoli alieni dei kree e degli skrull.

Molte delle storie di questi Vendicatori sono stravaganti, fantasiose, illogiche al punto da sfiorare l’assurdo, e in genere si fanno amare proprio per questo.
Quando cerchiamo di capire cosa c’è di sbagliato nei cupi fumetti dei moderni supereroi la risposta è che il senso di libertà e divertimento che caratterizzava le splendide storie degli anni sessanta si è perso da tempo.

Thomas inizia a insinuare nelle storie alcuni temi tratti dalle problematiche sociali dell’epoca, che troveranno pieno sviluppo solo nel decennio successivo.

 

John Buscema

Dal n. 41 dei Vendicatori le matite passano a John Buscema, che era da poco tornato alla Marvel, dopo che ci aveva lavorato negli anni cinquanta, quando si chiamava Atlas.
Il disegnatore di origini italiane all’inizio mette in mostra uno stile che manca del dramma e della dinamicità tipica della Marvel del periodo.

Ma in breve tempo, grazie all’influenza catalizzatrice di Jack Kirby, Buscema trasforma il proprio stile acquisendo una capacità narrativa, di costruzione della singola vignetta, di composizione, di messa in scena, di realizzazione di scene d’azione tale da non dover sentirsi secondo a nessuno nella Casa delle idee.

All’incirca in coincidenza con l’arrivo dell’inchiostratore George Klein, su Avengers n. 55, l’arte di “Big” John entra in un periodo straordinario.
L’iconica copertina di Avengers n. 57, con la Visione in posa statuaria che sovrasta gli altri Vendicatori, è stata omaggiata nel corso degli anni da numerosi disegnatori, a cominciare proprio da quelli di casa Marvel.


Molto suggestiva anche la pagina di apertura dello stesso numero, con l’incedere enigmatico della Visione nel buio della notte sotto la fitta pioggia.

E la pagina d’apertura di Avengers n. 58, con il titolo dell’episodio (“Even an android can cry”) scritto “alla Will Eisner” sulla parete dell’edificio dove si arrampica l’agile figura di Pantera Nera.

Infine la pagina conclusiva dello stesso albo, con la Visione che si commuove e piange, dopo aver capito che i Vendicatori sono pronti a trattarlo come un essere umano e non come una fredda macchina.

 

Ercole

Nato sulle pagine di Thor, Ercole è un personaggio mitologico noto per la sua arroganza. Esercita il mestiere dell’eroe per la gloria, più che per aiutare gli altri. È anche noto per non prendere nulla sul serio.


Un eroe di questo genere entra in un gruppo così alternativo come i Vendicatori in un momento in cui serve un apporto di forza bruta dopo l’abbandono di Thor.
Ercole si unisce ai Vendicatori nel n. 45, ma le sue apparizioni non rimangono impresse alla memoria e il personaggio non riuscirà a entrare nel cuore dei lettori.

 

Black Panther

Dopo il debutto in Fantastic Four n. 52 e 53 (luglio e agosto 1966) e la successiva apparizione come ospite in Fantastic Four Annual n. 5 (1967), e con Captain America in Tales of Suspense n. 97-99 fino a Captain America n. 100 (gennaio – aprile 1968), Pantera Nera si unisce ai Vendicatori a partire dal n. 52.

Black Panther entra nei Vendicatori con l’intenzione di spiare il supergruppo americano, ma presto arriva a considerarli fedeli alleati.


Da quel momento, T’Challa avrebbe diviso il suo tempo tra Wakanda e Stati Uniti, combattendo con i Vendicatori personaggi come M’Baku l’uomo scimmia, il leader ribelle Eric Killmonger, il Ku Klux Klan e altri, per difendere la patria africana e il mondo in generale.

 

Visione

Nel n. 57 fa la sua prima apparizione il primo personaggio creato all’interno delle pagine dei Vendicatori: Visione. Roy Thomas era un appassionato di fumetti della Golden Age, così quando Lee gli chiese di aggiungere un nuovo membro alla squadra, pensò di recuperare un vecchio personaggio della Timely, Visione, rimasto inutilizzato da quando lo aveva disegnato Jack Kirby negli anni quaranta.
Stan Lee ha voluto che questa nuova versione della Visione fosse un androide, un robot dalle fattezze umane.

Inoltre, all’interno di questa nuova Visione ci sarebbero stati dei circuiti contenenti gli “schemi cerebrali” di Wonder Man, un valoroso nemico dei vendicatori morto su The Avengers n. 9.
In questo modo, Thomas riciclò due personaggi precedenti, trasformandoli in un “nuovo” membro degli Avengers.
A Stan Lee non piacque solo il colore rosso del volto.

 

Calabrone

Un’ennesima identità di Hank Pym compare nel n. 59 della saga, camuffato come il Calabrone.
Un supereroe arrogante di nome Calabrone (Yellowjacket) perseguita alcuni criminali, per poi cercare di unirsi ai Vendicatori.
La storia è un po’ contorta. Hank si sente così inadeguato da non riuscire a chiedere a Janet di sposarlo, quindi inventa una nuova personalità per se stesso, una persona sicura e vincente.

Thomas trasformò lo storytelling scanzonato della Marvel degli inizi in qualcosa di più adulto, approfondendo sempre di più la psicologia dei personaggi.
Nel Calabrone, Thomas potrebbe aver inserito alcuni dei suoi dilemmi personali, dato che finì di scriverla durante il suo viaggio di nozze.

 

Golia II

Hank Pym si trova talmente a proprio agio nella sua nuova identità di Calabrone che non ha alcun interesse a rivestire i panni di Golia. Rimane così vacante il ruolo di gigante del gruppo.

Roy Thomas non ama gli eroi con l’arco, a partire da Freccia Verde.
Così, cosa fa? Nel n. 63 fa trangugiare a Clint Barton, alias Occhio di Falco, il siero che ingigantisce creato da Hank Pym trasformandosi in Golia, con un nuovo costume confezionato da Wasp.

 

Cavaliere Nero

Il primo Cavaliere Nero di Stan Lee apparve in epoca Atlas, su Black Knight n. 1 del maggio 1955. Le storie, ambientate nel medioevo, sono disegnate da Joe Maneely.
Il nome del personaggio viene ripescato otto anni dopo nell’albo Tales to Astonish n. 52 del febbraio 1963, come nemico di Giant-Man e Wasp.
Apparirà successivamente come nemico dei Vendicatori e di Iron Man.

Ferito a morte nel n. 48 degli Avengers, si trascina a stento nel castello di famiglia e racconta tutto al nipote Dane Withman chiedendogli di riscattare il nome del Cavaliere Nero. Dane Whitman, però, è orientato verso il bene e arriverà addirittura a unirsi ai Vendicatori nel n. 71.

 

L’arrivo di Visione, il “signor Spock” dei Vendicatori

La storia dei Vendicatori con l’esordio della Visione è una saga in due parti: gli eventi del numero 57 proseguono e si concludono in Avengers 58, nel quale vengono narrate le origini del personaggio. Si tratta di un fumetto tra i più ricercati dai collezionisti.


Roy Thomas stesso ha dichiarato di considerarlo la cosa migliore da lui scritta su Avengers.

Nell’oscurità della notte, sotto una pioggia battente, si vede per la prima volta la sagoma, quasi spettrale, della Visione. L’androide si libra in volo e penetra nell’appartamento di Janet Van Dyne, terrorizzandola. Sopraggiunge Henry Pym, ma prima ancora del suo arrivo la Visione collassa a terra.

Una storia che ci riporta un po’ alle atmosfere “peace and love” del 1968, dove sembra di sentire riecheggiare la beatlesiana “All you need is love”. Il dilemma al centro della saga è lo stesso che Lee e Kirby posero negli albi dei Fantastici Quattro dove compare Silver Surfer: qual è il significato del termine “umanità” e perché ne hanno di più coloro che non sono umani?

 

Neal Adams

Con la chiusura degli X-Men, nel n. 93 del novembre 1971 Neal Adams passa ai Vendicatori subentrando a Sal Buscema, fratello di John, in uno degli archi narrativi ancora oggi più amati dai fan: la guerra tra i kree e gli skrull.


Nei quattro numeri che ha disegnato, Adams adotta uno stile cinematografico dispiegato in una serie di meravigliose sequenze, molte delle quali sono passate alla storia del fumetto.
Ad esempio quella intrisa di psichedelia che ci mostra il famoso viaggio di Ant-Man all’interno del corpo robotico di Visione. O quella epica che illustra la dinamica battaglia tra i Vendicatori e gli skrull che impersonano i Fantastici Quattro.

Oppure quella esplosiva e deflagrante che ci trascina nel mezzo della lotta tra Avengers e Inumani. Infine, quella spaziale e cosmica che porta dritti alla guerra Kree- skrull.

C’è poco da dire, in questa run Neal Adams dà il meglio di sé, raggiungendo vertici espressivi accessibili a pochissimi, surclassando persino John Buscema.

 

La guerra kree-skrull, il capolavoro dei Vendicatori

È triste constatare come ancora oggi un arco narrativo fondamentale nell’universo Marvel come la guerra kree-skrull sia oggetto di dispute per la paternità.
Sia Neal Adams sia Roy Thomas affermano di avere ideato e scritto la saga. Neal Adams, dice: “Quando presi le redini di The Avengers, mi ritrovai a dover continuare una storia che non sembrava avere una direzione precisa”, su questo è difficile dargli torto.


“Dissi a Roy che avrei voluto fare una storia molto lunga, forse dieci o dodici numeri, che conducevano tutti i personaggi Marvel a una guerra tra Kree e Skrull, completamente concentrata sull’inutilizzato Rick Jones”. Anche su questo, ripensando allo sviluppo della storia. Adams sembra credibile.

“Dopo soli quattro numeri, che avevano incontrato il favore dei lettori, la storia mi fu sottratta e fu fatta concludere in fretta e furia da John Buscema”. Anche questo, se si analizza il n. 97, appare plausibile.

Roy Thomas, da parte sua, afferma che l’intera idea della guerra viene da lui. Che la intera storia fu concordata con Adams durante una serie di pranzi informali in una caffetteria vicino agli uffici della Marvel. E che la decisione di troncare con Adams fu presa insieme al responsabile della produzione John Verpoorten, dopo che lui aveva completamente oltrepassato ogni data di scadenza.

Probabilmente ha ragione Thomas nel dire che l’idea generale fu sua, ma Adams, in virtù del cosiddetto “metodo Marvel” vigente allora, era l’autore della sceneggiatura, nei quali poi Thomas inseriva i dialoghi. Quanto ai ritardi di consegna di Adams, erano proverbiali.

Nel numero 100 dei Vendicatori, uscito nel giugno 1972, si apre una nuova fase dei Vendicatori disegnata da Barry Windsor-Smith, in seguito ricordato per il lavoro sui primi numeri di Conan il barbaro.
Ma ormai siamo fuori dall’epoca classica del gruppo degli “eroi più potenti della Terra”…

 

 

2 commenti

  1. Bellissima rievocazione del primo periodo dei VENDICATORI…. meravigliosa anche la selezione delle illustrazioni, ormai leggendarie, che corredano l’articolo.
    Spero vivamente in un suo seguito….

  2. Se ” lo scattante ” Donnie Heck avesse sempre disegnato ed inchiostrato come nei nn. 32-40 la critica lo avrebbe celebrato come artista pop anticipatore di mode e modi e Dan Brereton – che sul segno di Heck modella tutte le sue girls – non avrebbe omesso di citarlo tra le sue muse. Tratto puntuto, nervoso. Non la roba classica ed addomesticata dei numeri precedenti. Resta sempre il fatto che Donnie non capiva la cinetica di quei picchiatelli in costume che zompano di qua e di là. Non tutti sono King Kirby. Personalmente credo sia anche un peccato che Gene ” il decano ” Colan abbia disegnato solo tre dei primi cento numeri ( tornerà agli Avengers ogni tanto negli anni a venire, non così bravo e tamarro in vignette mediamente + piccole che lo mortificano ), ma pazienza. Sospetto che Roy Thomas abbia poi creato Red Sonja ( ispirandosi comunque ad un personaggio di Bob Howard non delle storie di Conan) per far dimenticare la parodia del movimento femminista del n. 83 ( prima apparizione di una Valchiria che è però Amora, l’Incantatrice, sotto mentite spoglie). Non ci crederà nessuno, ma quando oltre 43 anni fa lessi per la prima volta nella storia di Avengers n. 100 la constatazione che in quel bosco si stavano incontrando tutti gli uomini, mutanti, dei ed androidi che erano stati Vendicatori, la cosa aveva sedimentato in me al punto che alla fine degli anni ottanta, quando la Star Comics e la Play Press tradussero uno zilione di testate X , tutte in qualche modo legate al Claremont pensiero, andavo meditando sul fatto che era assurdo che le testare vendicative vendessero molto meno di quelle mutanti. Erano gli anni della convenzionale run di Stern con i disegni privi di energia di John Buscema e Tom Palmer ( ombra della run prima del cento con Arkon, Cornelius Van Lunt, Red Wolf ). Gli eoi + potenti della Terra recuperarono qualche punto solo negli anni novanta con Harras/Epting/Palmer in storie che seguivano il solco claremontiano, ma era tutto già lì in quelle prime paginette di Barry ( non ancora Windsor ) Smith con Hulk che arriva disboscando, Cap passando di ramo in ramo, altri volando appesi ad un martello o a bordo del quinjet…

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