I MISTERI DELL’EDITORIALE CORNO

I MISTERI DELL’EDITORIALE CORNO

Chi sentendo il nome dellaEditoriale Cornoha qualche turbamento sa bene che ci sono momenti, nella vita degli appassionati di fumetti, che segnano un’epoca. Nella prima metà del Novecento, certamente fu una rivoluzione l’arrivo in Italia deL’Avventuroso: sul settimanale dell’editore Nerbini migliaia di ragazzi impararono a sognare con le grandi avventure dei comics d’oltreoceano, a partire daFlash Gordon. Fu un imprinting che segnò una generazione. Altrettanto forte fu la delusione quando il giornale, all’inizio della Seconda guerra mondiale, dovette eliminare i fumetti americani. Più recentemente, a segnare una generazione nazionale fu l’arrivo dei fumetti Marvel e la loro pubblicazione ad opera dell’Editoriale Corno. Grande fu il successo, l’affetto dei lettori e le nostalgie suscitate dall’improvvisachiusura della casa editrice, nel 1984, dopo molti anni di attività. Nonostante il proliferare di articoli, siti internet e pagine facebook dedicate allaMarvel-Corno, non è mai stata pubblicata una cronaca completa delle vicende della casa editrice, né è facile avventurarsi in una simile impresa, anche per mancanza di testimoni che possano raccontare dall’interno ciò che avveniva nelle segrete stanze dell’editore. L’editore Andrea Corno MortoAndrea Corno, l’editore. MortoLorenzo Guerriero, che fu per alcuni anni il direttore di produzione. MortoMagnus, il disegnatore dei grandi successi extra-Marvel dell’editore. MortaMaria Grazia Perini, redattrice e, per un certo periodo, direttrice della rivista di bandieraEureka. Rimane saldamente in attivitàLuciano Secchi, che della casa editrice fu per anni il volto pubblico e, secondo molti, l’artefice principale del suo successo. Ma fu anche colui che nel 1982 abbandonò la casa editrice per fondarne una propria. Un uomo tanto geniale nel campo dei comics quanto intransigente in certe prese di posizione pubbliche. In un suo intervento su internet si legge una affermazione molto chiara:“Non scriverò mai la storia dell’Editoriale Corno. Io sono riservato per natura e non mi va di soddisfare la curiosità di gente in malafede, di maleducati e insolenti, sempre pronti a seminare zizzania. Io non dialogo con questa suburra. Credano a quello che a loro piace di più credere, stando attenti perché ci sono dei paletti precisi da rispettare e che esiste una legge che vale su tutto il territorio italiano, internet compreso”. Se il principale testimone di quell’epopea non intende soddisfare la curiosità dei lettori e degli studiosi, e se anzi sembra partire dal presupposto che si tratti di curiositàinsana, i cui esiti possono essere perseguiti per legge, che cosa resta da fare? Qui proviamo ad accennare qualche preambolo, qualche prolegomeno a una futura storia sperando di rispettare la legge che vale su tutto il territorio italiano. “Nell’estate del 1968, mentre ero in vacanza in Versilia, comperai in una edicola robustamente fornita di albi americani una copia di Spiderman, il numero uno … Raccolsi sempre dalla stessa edicola, unica ad avere una fiorente fornitura d’albi d’oltre oceano, quanti più albi potevo non solo di Spiderman, ma anche dei Fantastic Four, Hulk, e altri eroi della Marvel. Dopo una attenta analisi mi fu chiaro che quella Marvel Comics stava producendo qualcosa di nuovo, qualcosa di elettrizzante e che conveniva acquistarne i diritti per una trasposizione in lingua italiana. Trovai l’agente a Milano che aveva dato l’opzione alla Mondadori … e alla rinuncia della casa editrice di fare valere l’opzione presi subito i diritti”. Così Luciano Secchi ha raccontato in varie occasioni, attribuendosene il merito, la scoperta dei supereroi-con-superproblemi. Un racconto ripreso varie volte in articoli e interviste (la versione qui riportata è suBhangn. 1 del 1990, ma si veda ancheSette–Corriere della Seran. 38/2011 e la rivista on lineSbam Comicsn. 15 del 2014). I comic book americani negli anni sessanta venivano distribuiti in alcune località turistiche, come Viareggio, e nelle grandi città (a Milano li vendeva l’edicola Algani in piazza Scala) È stato già evidenziato, tra l’altro da Paolo Interdonato nel libro “Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco” e da Alberto Brambilla sul sitoFumettologica(“1945 – 1970: la vita sotterranea della Marvel in Italia”), che i fumetti Marvel erano già arrivati prima della Corno. Tralasciando alcune fugaci apparizione negli anni quaranta e cinquanta, e limitando l’attenzione alla nuova ondata nata negli Usa a partire daFantastic Fourn. 1 (1961), c’erano state almeno due precedenti “scoperte”: quella della rivistaLinus, che aveva pubblicato, nel 1966 e 1967, sui propri supplementi, due episodi dei Fantastici Quattro; quella della casa editrice Le Maschere, che aveva scelto un personaggio della nuova era non supereroistico:Serg. Fury ed i suoi Commandos. L’editore Andrea Corno, intervistato nel 1999 dal sito internetFantascienza.com, si espresse così:“C’era un’agenzia giornalistica internazionale, credo la TransWorld, dalla quale acquistavamo già Guerra d’Eroi. Ci disse a più riprese che esistevano sul mercato americano anche i personaggi della Marvel e che valeva la pena importarli. Allora non c’era la concorrenza agguerrita che troviamo oggi in edicola, e così prendemmo al volo quella segnalazione. Le vendite andarono benone”. La stessa versione la diede Maria Grazia Perini, in un intervento anch’esso apparso su Internet, precisando che l’agenzia Transworld era gestita da Franca Lazzaro:“… che un giorno si presentò con gli albi originali dell’Uomo Ragno e degli altri supereroi chiedendo se ci potessero interessare. La risposta fu positiva da parte di tutti (Andrea Corno in primis)”. Sulla agenziaTransworlde su Franca Lazzaro non si reperiscono facilmente notizie, e dunque si possono solo fare delle ipotesi. La buona fede, per legge, deve essere presunta, è la mala fede che va dimostrata, dunque non si può a cuor leggero accusare Secchi di avere modificato la realtà. Le altre dichiarazioni, del resto, provengono da soggetti che, per un motivo o per l’altro, avevano motivi di astio. Il divorzio di Luciano Secchi con Andrea Corno si consumò nel momento più difficile della casa editrice, quando le testate dei supereroi chiudevano una dopo l’altra: “Max Bunker” portò via i propri personaggi per continuarli con una propria casa editrice, la MBP. Difficile anche stabilire quale fosse realmente il ruolo di Andrea Corno. Per tutti i lettori, il solo Secchi era il volto pubblico delle varie testate, sulle quali interveniva con i famosi “Messaggi alla nazione”. Secchi era anche lo sceneggiatore-ideatore degli altri personaggi che avevano, prima dell’arrivo dei supereroi, portato al successo la casa editrice:Kriminal, Satanik, Alan Ford. L’editore intervenne in pochissime occasioni pubbliche rilasciando pochissime interviste durante il periodo. Una si rinviene nel n. 1 della rivistaIf, datato gennaio 1973:“… è da notare”, dichiarò nell’occasione,“come sia Alan Ford che i super eroi parlino, sia pure in maniera diversa, lo stesso linguaggio: ovvero di una concezione più umana dell’individuo e una maggior considerazione dei valori dell’uomo anteposti ai beni cosiddetti di consumo”. Quanto a Maria Grazia Perini, per un periodo venne messa da Luciano Secchi alla direzione diEureka, la rivista “d’autore” della Editoriale Corno. Il calo di vendite indusse Secchi a ritornare alla direzione, inducendo la Perini a trasmigrare altrove. Eurekanacque per andare contro il modello della consorella, secondo quando ha affermato Secchi:“Quello che mi ha spinto a fare Eureka, detto tout court, è il fatto che mi aveva irritato la posizione di Giovanni Gandini, che insieme ad un gruppo di intellettuali di tutto rispetto, fra cui Oreste del Buono, aveva assunto il fumetto quasi come se fosse una loro paternità… Credo che all’inizio Linus fosse una cosa limitata a noi del settore, quasi una rivista amatoriale, a diffusione limitata. Così nasce il discorso Eureka”(dichiarazioni pubblicate suPersone di nuvola, il volume che Giuseppe Peruzzo ha dedicato nel 2003 alla storia delle riviste a fumetti).Il che potrebbe fare supporre che Secchi leggesseLinus, se non altro come appassionato di fumetti quale era, e quindi avesse visto le storie Marvel pubblicate nel 1966 e nel 1967, prima dell’incontro con gli albi originali nella Versilia del 1968. Luciano Secchi (Max Bunker) e Roberto Raviola (Magnus) Luciano Secchi è l’artefice, con Magnus, di tre fra i più grandi successi del fumetto italiano (Kriminal, Satanik e Alan Ford). Come direttore diEurekaha dimostrato un fiuto da talent scout, importando per la prima volta in Italia diversi personaggi. Talento che ha continuato a mostrare in seguito, anche sulla sfortunata rivistaBhang, dove per la prima volta pubblicò materiale della casa editrice Dark Horse. Se pur avendo comprato i comic book originali della Marvel in Versilia (dove effettivamente venivano venduti) non diede, in realtà, seguito alla loro edizione italiana, questo non toglierebbe i tanti meriti di Secchi. I supereroi all’epoca erano screditati. La casa editrice Mondadori, dopo il successo del settimanaleNembo Kidnegli anni cinquanta e nella prima metà degli anni sessanta, aveva fallito con il lancio delle testate diBatmaneSupermannella seconda metà degli anni sessanta.Linusnon aveva creduto nei personaggi che pure aveva scoperto. Certamente ci voleva coraggio per puntare su personaggi ignoti al lettore italiano, che solo poco alla volta avrebbero conquistato il grande pubblico. È il caso di ricordare che Secchi, in altre occasioni, sembra avere in qualche modo ridimensionato il proprio merito nella scoperta dei supereroi Marvel, preferendo accreditarsi come autore. In una intervista apparsa suAntepriman. 197 (2008), richiesto di spiegare se si attribuisse maggior merito per i personaggi ideati o per la scoperta dei supereroi Marvel, Secchi rispose così:“Oso sperare che sia per la prima opzione. La seconda è solo questione di casualità. Se non li portavo io i supereroi, l’avrebbe fatto qualcun altro, mentre ad esempio Alan Ford o io o nessuno!”. Crollò l’Impero romano, furono dimenticati re ed eroi, non si poteva pretendere che la Corno vivesse per sempre. Eppure i dubbi sul suo collasso restano. Certamente i fumetti hanno vissuto crisi cicliche, corsi e ricorsi storici, tra alti e bassi produttivi e distributivi, ma negli Usa la Timely-Atlas-Marvel, dal 1939 a oggi, pur attraversando varie sventure, non ha mai cessato le proprie attività. Anche in Italia la Marvel, dopo il collasso della Corno, non impiegò molto a riaffacciarsi in edicola, prima con la Labor Comic, poi con la Star Comics, la Play Press e altre etichette, fino all’avvento della Panini. Cosa causò veramente il crollo della Corno? La casa editrice si poteva salvare? E la scelta di Secchi di fondare la MBP fu un atto di “tradimento” che aggravò il dissesto o fu la giusta mossa per mettere in sicurezza un personaggio,Alan Ford, che da allora continua a uscire raggiungendo quasi 50 anni di presenza in edicola? Le fonti oggi sono incerte sulle ragioni giuridiche della cessazione delle pubblicazioni Corno. Chi parla di fallimento o bancarotta (una procedura che in certi casi determina responsabilità anche penali degli amministratori), chi genericamente di chiusura. E a distanza di tanti anni non è possibile reperire documentazione presso la Camera di Commercio o il Tribunale. Nel volume diLuca Mencaroni“L’era dei super eroi Corno”, vol. 1, la questione è liquidata in poche parole:“Nel 1982 dissapori tra l’editore e il direttore editoriale portarono alla migrazione di Luciano Secchi, con i suoi personaggi, in una nuova casa editrice da lui fondata, in cui presero posto anche i figli. Due anni dopo la gloriosa Editoriale Corno poneva fine a quella realtà che era iniziata esattamente da un quarto di secolo: alcuni character avrebbero continuato il loro cammino sotto l’egida di altri editori, mentre altri sarebbero sopravvissuti nella memoria dei lettori di quel tempo”. Nel secondo volume dell’opera,Gianno Bonoparla di“improvvisa bancarotta che portò, nell’estate del 1984, alla repentina chiusura della casa editrice”, ma senza indicare delle cause specifiche, a parte l’abbandono di Secchi, della Perini e di Luigi Corteggi (che però era passato alla Bonelli molto prima, nel 1975).Alfredo Castelli, che con Silver tentò il rilancio diEureka, ammiraglia della casa editrice, attribuisce la colpa al settimanaleAdamo Pop(poi semplicementeAdamo):“il classico passo più lungo della gamba il cui insuccesso ha dato inizio al lento e immeritato declino del gruppo”. Il settimanaleAdamo Pop, lanciato nel formato e nello stile di rivistine comeIl MonelloeIntrepido, uscì dal maggio 1981 all’aprile 1982, quando già avevano chiuso quasi tutte le testate storiche dei supereroi:Capitan Americacon il n. 128 del marzo 1978,Thor e i Vendicatoricon il n. 243 dell’agosto 1980,i Fantastici Quattrocol n. 259 eL’Uomo Ragnocon il n. 283, entrambi del marzo 1981. Il settimanale L’Uomo Ragno ebbe scarsa fortuna per il suo formato tascabile e per la periodicità, che creava ancora più problemi di quella quattordicinale nella pubblicazione delle varie serie Si tentarono vari rilanci, con nuove serie dell’Uomo Ragno, con ristampe, riedizioni, raccolte e ricopertinati, ma il tutto fu fatto in malo modo, senza una adeguata spiegazione ai lettori e senza più un Secchi ad illustrare la situazione. Gli ultimi albi indicavano come direttore responsabile una tal Laura Raspino, di cui ben poco si sa. Tristissimo il congedo affidato all’ultimo numero, il 254, diEureka:“Cari Amici, come già vi è stato preannunciato dai nostri Silver e Castelli, Eureka con questo numero sospende la sua pubblicazione. I mesi estivi che ci attendono saranno per noi preziosi. Serviranno a rinvigorire le nostre forze, affinare le nostre intenzioni, sviluppare alcuni progetti. Vi diamo quindi appuntamento a fine estate, con la certezza di ritrovarvi tutti quanti fedeli e appassionati lettori come fin qui lo siete stati. Grazie per averci seguito con tanta stima e attenzione, a tutti dunque un arrivederci. L’Editore”. Pietosa bugia. È vero che Andrea Corno, come tanti imprenditori, riuscì a rinascere dalle proprie ceneri con l’Editoriale Garden. Ed è vero che quest’ultima riuscì a proseguire alcune testate della gestione precedente, come i fumetti diGuerra d’Eroi(che però, dopo 784 numeri della Corno, iniziò una nuova numerazione, proseguendo sino al n. 163) o i romanzi polizieschi deIl racconto giallo.Ma è altrettanto vero che la Corno, dopo la chiusura di Eureka, non lanciò più nulla. Nella cronologia del già citato Mencaroni, l’ultima pubblicazione risulta un fascicolo (non a fumetti) sul cantante Michael Jackson, datato agosto 1984. Il settimanale Guerra d’Eroi pubblicava fumetti bellici inglesi Luciano Secchi, in più interviste, ha attribuito il crollo della Corno alla crisi dei supereroi, anche se, in realtà, questa riguardava la fine degli anni settanta, dato che nei primi anni ottanta c’è stata la grande ripresa Marvel grazie alla gestione diJim Shooter(è mancato un curatore dei fumetti Marvel pubblicati in Italia nella seconda metà degli anni settanta, in grado di affrontare, per esempio, la contraddizione provocata dalla periodicità degli albi, quattordicinali quelli della Corno e mensili della Marvel, dopo il raggiungimento cronologico delle uscite americane – NdR). I primi anni ottanta videro anche il boom dei cartoni animati giapponesi (iniziato alla fine degli anni settanta conGoldrake), l’arrivo delle videocassette, l’affermarsi dei primi giochi elettronici. Comprensibile, dunque, che la lettura degli albi a fumetti divenisse un hobby sempre meno attraente per giovani e giovanissimi. Del resto, la Corno aveva tenuto duro, con i supereroi in edicola, dal 1970 al 1984, molto più di quanto, nello stesso periodo, avevano resistito altri editori. Basti pensare che i supereroi della Dc Comics la Mondadori aveva smesso di editarli nel 1970, la Williams li propose dal 1971 al 1973 e la Cenisio dal 1976 al 1984. Ma i diritti dei supereroi Marvel non rimasero sfitti a lungo. Tra la chiusura della Corno, nel 1984, e l’apparizione sul mercato dell’editore Labor Comics, passò poco più di un anno. La Labor editò varie serie, comeAlieneMach, poi chiuse a loro volta. Dalle ceneri di quell’esperienza, Cesare Bovini e Sergio Cavallerin fondarono la Star Comics, che nel 1987 riportò in edicola la testata dell’Uomo Ragnocon una nuova numerazione. Insomma, il bacino di lettori di supereroi Marvel esisteva ancora. Ci si può chiedere cosa sarebbe successo se la Corno non li avesse bistrattati negli ultimi anni della sua esistenza, non avesse chiuso e quindi non vi fosse stata, per i lettori italiani, una cesura tanto traumatica. Per molti bambini, che avevano iniziato a leggere i supereroi Marvel dal loro apparire nel 1970, la chiusura della Corno coincise con la fine dell’adolescenza e l’abbandono “naturale” dei fumetti. Ma per tanti altri, che magari si erano aggregati in corso d’opera, la chiusura delle testate avvenne nel vivo dell’interesse, lasciando a metà saghe che avevano scavato un solco nell’immaginario. Per costoro la chiusura della Corno assunse appunto una dimensione da crollo dell’Impero romano. Di una simile situazione emerge traccia in tante lettere inviate da quegli stessi lettori, ormai adulti, sulle testate che, negli anni novanta, cavalcarono un nuovo boom dei supereroi. Di questo nuovo inizio non fece parte Andrea Corno, sebbene ancora nel 1999 egli annunciasse nuovi progetti nel campo della narrativa di fantascienza(non aveva i mezzi economici necessari e la fiducia di stampatori e distributori dopo la chiusura della sua precedente casa editrice – NdR). Invece Luciano Secchi, grazie ai proventi di Alan Ford e delle sue ristampe, poté pubblicare alcuni fumetti della Marvel sulle sue rivisteBhangeSuperComics, rievocando, nei redazionali e nel dialogo con i lettori, i vecchi tempi della Corno. Più che un mistero, questo è un vecchio dubbio, un oggetto di dibattito. La questione può porsi in questi termini: la storia della Editoriale Corno si può ricondurre solo al grande successo dei supereroi Marvel? Analoga importanza hanno avuto i personaggi della coppia Magnus & Bunker, o il cast internazionale diEureka? Qual è, in definitiva, l’eredità che ci lasciano i circa 25 anni di vita della casa? Certamente la circostanza che i supereroi facessero parte della stessa scuderia rispetto ad altri personaggi, ha consentito a molti lettori, grazie anche alle pagine pubblicitarie, di passare tranquillamente da un genere all’altro. Questo non è vero tanto perKriminaleSatanik, testate chiuse nel 1974, e che dunque si sovrapposero ai supereroi relativamente per poco tempo. Ma è vero certamente perAlan Ford, poiché moltissimi lettori dei supereroi scoprirono anche l’umorismo particolare di Bunker e la sintesi grafica di Magnus, e restarono legati ad entrambi i mondi narrativi. Un contributo alla storia del fumetto italiano lo diede anche la rivistaEureka, che abbiamo già citato più volte. Una rivista che, come le molte altre con cui si confrontò nel tempo (Linus, Il Magoe in seguitoComic Art),riuscì a far conoscere ai lettori italiani numerosi artisti del fumetto internazionale. Luciano Secchi/Max Bunker vi pubblicò numerosi racconti brevi, alcuni dei quali disegnati da Magnus, che restano dei capolavori. Lo stesso Magnus vi esordì come autore completo (con la storia breve “I merli”, nel n. 39 del 1970), preparandosi alla carriera solista che avrebbe contraddistinto la sua vita post-Corno. Il fumetto italiano fu ben rappresentato da due serie che, sebbene nate altrove, trovarono suEurekauna consacrazione e assicurarono continuità lavorativa ai loto autori:Sturmtruppendi Bonvi eLupo Albertodel suo allievo Silver. Comics-Box era un trimestrale che pubblicava le strisce presentate in precedenza da Eureka