History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. I fumetti americani di guerra hanno un loro primo sviluppo durante laGolden Ageparallelamente all’avvicinarsi della discesa in campo degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale, soprattutto dopo cheCapitan AmericadiJoe SimoneJack Kirbydella Timely-Marvel ha preso Adolf Hitler a pugni in faccia sulla iconica copertina del numero uno. Ma con la fine della guerra l’interesse per questo genere va scemando insieme ai supereroi e altri generi emergono proponendosi all’interesse dei lettori degli albi a fumetti. Nel 1947 debutta il generepoliziesco, nel 1948 il generesentimentalee ilwestern,nel 1949 l’horror. Il 25 giugno del 1950, con il sostegno delle confinanti Cina e Unione Sovietica, i comunisti coreani cercano di assumere il potere in Corea, da pochi anni liberata dai giapponesi. Gli Stati Uniti, preoccupati per il dilagare del pericolo comunista, entrano in guerra per respingerli sotto le insegne dell’Onu. Martin Goodman, alla guida della casa editrice che ancora si chiamava Timely (cambierà il nome inAtlasl’anno dopo) chiede aStan Leee al team redazionale di mettersi al lavoro per la realizzazione di fumetti di guerra e nel settembre 1950 esce War Comics n. 1 (datato dicembre perché un tempo la data di copertina degli albi a fumetti era sempre tre mesi avanti per motivi distributivi). Il genere ebbe subito successo tanto che già nel 1952 la Atlas pubblicava ben 17 serie mensili o bimestrali per un totale di 125 numeri all’anno. Nel 1953 la guerra in Corea terminò con un compromesso che divideva il Paese in due Stati, ma la fortuna degli albi Atlas non accennò a diminuire. Tutto continuò fino al 1957, quando Martin Goodman il suo distributore fallì e fu costretto a ridimensionarsi chiudendo decine di testate. Questo perché il vecchio distributore accettava di trattare anche gli albi venduti poco, come erano la maggior parte di quelli della Atlas (che si rifaceva sull’esorbitante numero delle testate), che nessuno degli altri distributori accettava. Gli albi a fumetti di guerra sopravvissuti con il nuovo distributore erano solo tre:Battle,Marines in BattleeNavy Combat, e dopo il 1958 rimase solo il primo. Battle terminò la sua corsa nel giugno 1960 con il n. 70, mettendo così la parola fine alla più consistente linea di fumetti di guerra che si fosse vista sul mercato americano. Durante tutti gli anni cinquanta, in tempi diversi, la Atlas produsse in tutto 34 testate di guerra per un totale di 533 albi. Con una media di 4/6 episodi per numero abbiamo un totale di circa 2700 storie, prodotte grazie al lavoro di 121 disegnatori. Ma non bisogna pensare che la Atlas per raggiungere questi numeri abbia messo da parte la qualità. Era l’epoca dei disegnatori bravi e veloci: a titolo di esempio, da questa immensa produzione abbiamo selezionato 10 storie tra quelle realizzate dai migliori disegnatori che lavorarono su queste pubblicazioni. È difficile immaginare che qualcuno potesse rivaleggiare conJoe Kubertnel disegnare il genere del Sgt. Rock, ma Russ Heath ci riusciva. Figure perfette e splendidamente rese, sfondi completi e ben delineati, totale padronanza dell’illuminazione hanno reso Russ Heath il più importante disegnatore americano di fumetti di guerra. Heath è passato alla storia per i suoi fumetti bellici improntati al massimo realismo, pieni di dettagli architettonici e meccanici, ma anche intrisi di toccanti risvolti umani e popolati di personaggi di grande risonanza emotiva.Nonostante tra i disegnatori di questa carrellata ci siano nomi altisonanti, quando si parla di questo genere lui è indubbiamente una spanna sopra a tutti gli altri. Anche se aveva solo 26 anni quando disegnò questo piccolo gioiellino, la qualità della sua arte era già pienamente evidente.Si tratta di una storia ambientata di notte, dove un pugno di soldati americani asserragliati in una trincea cerca di respingere gli assalti dei nemici. I nemici sono una presenza quasi metafisica, Heath li mostra solo di sfuggita. Quei pochi uomini combattono una battaglia epica che ha come posta la loro vita.Alcune vignette sorprendono ancora oggi per l’abilità compositiva e la qualità dei dettagli. In un’intervista del 1987, Russ Heath disse:“Penso che il fatto che la Seconda guerra mondiale fosse in corso quando ero un adolescente mi abbia influenzato molto. Guardavo alle attrezzature militari con l’occhio del disegnatore. So ancora disegnare a memoria tutti i bombardieri, gli aerei e le armi leggere della maggior parte delle forze armate delle maggiori potenze belligeranti”. Joe Maneely, il creatore del primo Cavaliere Nero, di Ringo Kid, di Yellow Claw e Jimmy Woo, fu il partner di Stan Lee alla Atlas negli anni cinquanta. Tra i due c’era una profonda amicizia e per entrambi era un piacere lavorare insieme. Quando morì in un incidente ferroviario, a soli 32 anni, lasciò un enorme vuoto. A distanza di anni Lee, ricordando le sue grandi capacità, disse:“Per me Joe Maneely avrebbe potuto diventare un altro Jack Kirby. Anche lui come Jack era capace di disegnare qualsiasi cosa, e ogni cosa sapeva rendere eccitante e penso che fosse ancora più veloce di Jack”. L’episodio che presentiamo qui è esemplificativa della sua arte. Si tratta di 6 pagine tutte ambientate sotto una pioggia incessante. Le invenzioni grafiche si sprecano a partire dalla pioggia che cola copiosa in mille rivoli dagli elmetti dei soldati.Tutte le pagine sono realizzate nello stile vibrante e ricco di dettagli che lo ha reso famoso. Quello che affascina di più nelle sue tavole è il ripasso a china molto naturale, di cui si occupava egli stesso. Il disegnatore Herb Trimpe, che lo vide all’opera, ci svela il suo segreto.“Le sue matite erano molto grezze, quasi inesistenti, sarebbe più appropriato chiamarle schizzi. Il segno era molto leggero, c’erano ovali, bastoncini e cose del genere, nessun lineamento sui volti. Praticamente disegnava inchiostrando, con una sicurezza che aveva dell’incredibile!”. Non per niente Stan Lee lo aveva soprannominato “il decano”. Versatile all’estremo,Gene Colanriusciva ad adattare il proprio stile a una varietà di soggetti e a uscirne sempre vincitore. Così fu anche per i fumetti di guerra, che pure non erano molto nelle sue corde.Guardando queste pagine capiamo di trovarci di fronte a un grande disegnatore capace di creare atmosfere di grande tensione. Inoltre, Colan non disdegnava alcune sperimentazioni grafiche, soprattutto nel campo delle ombre. John Romita Senior ricorda:“Mi avevano stupito soprattutto alcune sue storie di guerra ambientate nel Pacifico meridionale con i piloti. Ne ricordo una in particolare: fece una vignetta che rappresentava un aereo che cadeva in mare ripreso dall’alto. Fece tutto nero con solo un piccolo schizzo. Io non avrei mai avuto il coraggio di fare una cosa del genere!”. Certamente si tratta di un Gene Colan ancora stilisticamente acerbo, che si lascia prendere dall’entusiasmo e appesantisce il disegno con troppi dettagli. Risulta evidente che non ha ancora trovato una sua maniera personale e che metta insieme le tavole scopiazzando un po’ da tutti.Eppure c’è una energia nascosta in queste pagine che chiede solo di essere lasciata libera di fluire, come avverrà nella decade successiva quando inizierà a disegnare supereroi. Forse più di qualunque altro autore di comic book dell’epocaBernard Krigsteinè riuscito, grazie al suo background di illustratore e di pittore, a portare nel fumetto la sensibilità di un artista raffinato. Al fumetto ha dato molto. Con ogni lavoro nella sua carriera relativamente breve Krigstein ha provato qualcosa di nuovo, non solo visivamente, ma anche “filosoficamente”.Ha compreso che il settore, in cui era entrato solo per esigenze di sostentamento, stava producendo espressioni artistiche autonome. Pertanto si è impegnato ogni giorno per trasformare ogni sceneggiatura, anche la più banale, in qualcosa che valesse la pena leggere. Krigstein fu“un pensatore, un provocatore, un radicale, un uomo di cultura che amava l’arte in tutte le sue forme, inclusa quella umile dei fumetti”, così lo definì il critico del fumetto Paul Gravett.Ne dà una prova anche in questo breve racconto di guerra dove il paesaggio, trattato in modo quasi astratto, di fatto ha la stessa importanza delle figure umane stabilendo da solo la cifra emotiva della storia stessa. Il suo stile prevede un’alternanza tra zone fatte di grandi macchie nere informi e zone bianche, dove abbondano le linee sottili e intricate. In questo modo tutte le vignette hanno un equilibrio spettacolare. Jack Davis ha realizzato una quantità incredibile di immagini che sono entrate di diritto nella cultura popolare. Sebbene il grande pubblico americano non ne conosca l’autore, ha certamente visto le sue illustrazioni commerciali per Time, Tv Guide, Raid e innumerevoli altri periodici. Conosciuto come uno dei migliori caricaturisti e umoristi della rivistaMad, Jack Davis ha anche disegnato alcune delle più belle storie dell’orrore dellaEc Comics. Naturalmente non potevano mancare nel suo curriculum i fumetti di guerra. In questo episodio Davis, affronta il genere con il suo stile ruvido e graffiante, adattissimo a rappresentare le divise sudicie e spiegazzate, le barbe incolte e gli occhi stralunati dei combattenti. Il disegnatore dà il meglio di sé quando può rappresentare scene di caos, confusione, scoppi, esplosioni e disegnare ambienti degradati. I suoi personaggi sono nervosi, sembrano sempre attanagliati da un’insanabile tensione interna. I suoi disegni hanno un’energia e una vitalità tremende, persino quando ritrae due soldati seduti che stanno parlando.La leggendaria rapidità gli permetteva di essere sempre in linea con le scadenze. Si diceva che fosse in grado di tirare fuori disegni eccellenti anche mentre era seduto nelle sale d’attesa.