I 10 PEGGIORI FILM ANNI OTTANTA SUI NINJA

Che belli i film sui ninja degli anni ottanta, eh? Le stellette che volano, gli urletti e le capriolettine. Come non ricordare poi le “mossette uattà”, che pare di vedere gente con la Sindrome di Tourette buttare le mani a casaccio prese dai tic. Oggi certe “perle” sono diventate piuttosto difficili da trovare, ma circa venticinque anni fa, negli orari più improponibili (dalle tre del pomeriggio alle allucinanti tre del mattino), se ti mettevi a fare zapping sulle reti regionali, tipoTele scusami-se-esistooRete 4 Sputi, potevi sfondarti a go go con queste zozzerie. Enter the Ninja (1981) Iniziamo da quello che è, diciamo l’archetipo, la base da dove si è partiti per trasformare la figura di un’altra cultura in stereotipo razziale della peggior specie a uso e consumo delle masse occidentali. Ovvero, partiamo da quello che è il primo capitolo di una (addirittura) trilogia:“Enter the Ninja”, arrivato qui da noi come“L’Invincibile Ninja”. Starring:Franco Nero. Ora, tutto si può dire tranne che il nostro Franco non sia un attore a tutto tondo. Dico io, Franco tu sei stato loDjango di Corbucci,Keoma di Castellari… che diavolo ci fai a lanciare le stellette e a fare le mossette di finto karate? Sei fuori luogo come presentarsi in spiaggia con le Timberland. Almeno dalla sua questo film ci prova a mettere in scena un pizzico di “serietà”, grazie aSho Kosugiche s’è occupato del coordinamento degli stunt. A parte questo, tutto il resto è buono solo per farsi due risate. “Revenge of the Ninja” (1983) Strano ma vero, grazie al successo di Enter the Ninja, due anni dopo, seppur senza il nostro Francone nazionale, nelle sale esce un seguito, cioè“Revenge of the Ninja”. Nel disperato tentativo di elaborare l’abbozzo di una parvenza di trama, il film parla di ‘sto tizio che torna a casa e senza motivo viene attaccato da un gruppo di ninja cattivi che gli massacrano amici e parenti, lui però è più ninja di tutti gli altri e gli fa il culo a capanna. Va a vendicarsi a mossette e urletti fino allo scontro col boss finale. Il tutto è di un infimo unico: montaggio, fotografia, regia… sarebbe inutile anche parlarne. Però c’è da dire che messo in relazione agli standard del genere il film lascia trasparire una certa “cura” per gli stunt e le sequenza di lotta. Nulla di eclatante, però un punto a favore glielo possiamo concedere. All’uscita il film incassòtredici milioni di dollari: inconcepibile! “Ninja 3: The Domination” (1984) Nel momento in cui da una cosa riesci a ricavarne anche pochi spicci, la “regola” è continuare a mani bassissime. In questo caso, produrre la stessa paccottiglia in continuazione. Tanto è vero che nel 1984 esce“Ninja 3: The Domination”, terzo e ultimo capitolo della sag(r)a dell’ignoranza, iniziata appena tre anni prima con Franco Nero. Se nei film precedenti bene o male si cercava di mantenere un pizzico di “sobrietà” nella messa in scena di tutto il companatico, cercando di unire le più improbabili trame da poliziottesco anni settanta con la nascente “moda” dei ninja, arriviamo a ‘sto punto in cui sembra che ogni porcata sia giustificata. Sceneggiatori e produttori, visti i “successi” in termini di incasso, si lasciano andare al delirio più totale. In due parole la trama è questa: una tizia che insegna aerobica viene posseduta dallo spirito di un ninja. L’unico modo che ‘sta tipa ha per sbarazzarsi della possessione è quella di portare a compimento la vendetta dello spirito uccidendo un altro ninja. In sostanza, le cose venivano fatte tanto per. “American Ninja” (1985) Gli anni passano, l’ignoranza sale a livelli vertiginosi e la moda dei ninja non accenna a diminuire. Il 1985 è l’anno d’oro: nelle sale escono una valanga di film, uno fotocopia e più stupido e ridicolo dell’altro. Su tutti spicca quello che diventerà il capostipite di un’altra saga (assurdamente) di successo:“American Ninja”, da noi arrivato con l’agghiacciante titolo di“Guerriero Americano”. In questo film l’atmosfera generale torna alla demenziale miscellanea di spionaggio, action e poliziottesco della peggior specie, buttate a casaccio e legate assieme alla meno peggio. Come mischiare cioccolata e maionese, insomma. Tanto per dare un’idea, fai un film sui ninja e il protagonista,Michael Dudikoff, manco è un artista delle arti marziali. Non era nemmeno un atleta, se vogliamo. Il nostro all’epoca dei fatti era uno psicologo infantile che, semplicemente, provò a lanciarsi nel mondo dello spettacolo. Uscì fuori un posto libero per l’ennesima vaccata sui ninja ezac!Hai la faccia, il ruolo è tuo! Infatti, la legnosità dei suoi movimenti è qualcosa di fenomenale. Per non parlare della recitazione. “Ninja Terminator” (1985) Nello stesso anno di “Guerriero Americano”, viene fuori un altro pellicolone di caratura non indifferente:“Ninja Terminator”diGodrefy Ho. E arrivati a ‘sto punto, veramente non c’è più religione. Perché Ninja Terminator è un “film di montaggio”, ovvero, un prodotto realizzato mettendo insieme spezzoni di film diversi. Nel primo “segmento” c’èRichard Harrisoncon ‘sto completino ninja dalla deliziosa tinta camouflage e dall’aspetto di un pornodivo anni settanta. Si mette a tira’ calcetti manco i più agguerriti anziani in pantofole e, tra ‘na frasca e l’altra, deve recuperare tipo una statuetta del potere divisa in vari pezzi, o comunque n’idiozia simile. Nel secondo segmento, invece, si riprende sempre la cazzata della statuetta ma il cattivo è ‘sto tipo qui: Ora non voglio dire, eh, ma quanto è temibile quest’uomo? Parrucca della Carrà e fisico scolpito da lanciatore di molliche di pane ai piccioni. Chi non sarebbe spaventato? Diciamo che le immagini si commentano da sole. “Ninja Thunderbolt” (1986) Incredibile ma vero, l’irriducibile Godfrey Ho ritorna, insieme a Richard Harrison, in un altro pezzentissimo film di montaggio, con ‘sto“Ninja Thunderbolt”. Anche se naturalmente il tutto va per frasche, il nostro Ho stavolta tenta qualche espediente in più per cercare di rendere meno evidente le discrepanze fra le cose con cui fa il copia e incolla. Inutile dirlo, il risultato è ignobile. La trama restaboh!Ma una delle scene clou è l’inseguimento dell’ape car cinese coi ninja sui pattini. Uno spettacolo che da solo vale tutto il film “American Ninja 2” (1987) Dei seguiti uno più acetoso e rintronato dell’altro di “American Ninja/Guerriero Americano” è inutile cercare di approfondire, tanto sono addirittura peggio del primo: si piombano in una parabola discendente che va sempre peggio. Li segno giusto perché sono più o meno le uscite di “caratura maggiore” dell’anno. Inutile perdersi a parlarne. “Ninja Academy” (1988) Siccome le pellicole sui ninja ormai spopolano in robe sempre più assurde e deliranti, a qualcuno gli sale la brillantata di unire l’ingrediente commedia ai film con i calcetti volanti. Ebbene, ecco una porcata che addirittura cerca di scimmiottare“Scuola di Polizia”. Una baracconata che vede la solita cricca di tizi, uno più stereotipato dell’altro, iscriversi a questo dojo per imparare le (finte) arti marziali che piace vedere agli occidentali. I cattivi però vogliono vendetta sul suddetto dojo e i protagonisti devono impedirlo. Le uniche, tristi e desolanti risate che riesce a strappare sono quelle in cui si ha l’impressione che gli attori si facciano male sul serio in alcune scene. “American Ninja 3” (1989) “American Ninja 3: si avvicina il salto dello squalo”. Unica nota di rilievo è il cambio di protagonista: Dudikoff passa la staffa a David Bradley, il quale sempre è un’indecenza ma almeno, e finalmente direi, è un vero artista marziale. Ergo, un tanto così più credibile nelle scene di lotta. “American Ninja 4” (1990) Infine,“American Ninja 4: salto dello squalo e di tutta la banchina”. Siamo agli inizi del nuovo decennio e le stellette iniziano a smussarsi. Per tentare di “vivacizzare” un po’ le cose chi caccia il soldo pensa che una buona idea sia quella di esaltare il protagonista originale della serie affiancandolo al nuovo eroe. Sì, tutto molto bello. Peccato solo per quel piccolo dettaglio che l’intero companatico sia una chiavica senza eguali. “American Samurai” (1992) Concludiamo la carrellata della pezzenteria con quello che ha rischiato seriamente di essere la genia di una nuova saga:“American Samurai”,spin-offapocrifo di “American Ninja”. Difatti, il protagonista è appunto quello stessoDavid Bradleydi cui parlavamo poco sopra. Fortunatamente, però, il pubblico e i relativi gusti stavano (più o meno) cambiando: grazie sopratutto a gente come Van Damme e Steven Segal, che in quel periodo iniziavano a muovere i primi passi delle loro carriere. Questa nuova generazione d’attori stava portando i film sulle arti marziali a nuovi vertici, più elaborati e curati se vogliamo. E il “filone ninja”, con tutte quelle ridicole e improbabili baracconate tirate su alla cazzomannaggia, stava andando finalmente esaurendosi per lasciare spazio a questo tipo di produzioni.