I 10 MIGLIORI FILM DI FANTASCIENZA DISTOPICA
La fantascienza distopica immagina un luogo o un futuro dove tutto, per un motivo o l’altro, è andato a putt…storto. Spesso e volentieri le storie distopiche ci presentano un fin troppo probabile percorso che il nostro mondo potrebbe imboccare. Cercare di riassumere la fantascienza distopica in soli dieci film è pressoché impossibile, ma chi mi legge da tempo sa che non faccio classifiche. Quindi questi dieci film non sono i migliori in assoluto e tantomeno sono in ordine d’importanza. Si tratta solo di una lista di dieci film rappresentativi, almeno secondo me, della fantascienza distopica nelle sue varie sfaccettature. Regia: Cornel Wilde Sceneggiatura: Sean Forestal, Jefferson Pascal Data di uscita: 23 ottobre 1970 Direi che il punto migliore da cui iniziare siaNo Blade of Grass. Un film bello pesante, arrivato da noi con il titolo2000: la fine dell’uomo. Questo film diCornel Wildeè un adattamento del romanzo diJohn Christopher,Death of Grass, pubblicato nel 1956.Si racconta di un misterioso virus sviluppatosi all’improvviso in tutto il mondo. Il quale pare abbia cancellato ogni forma di vita vegetale, dall’erba (da qui il titolo originale) al grano. Va da sé che le conseguenze sono devastanti anche per l’uomo. La carestia provoca il panico. Dal panico si passa all’anarchia, e da lì in un crescendo di violenza sempre più estrema si arriva persino al cannibalismo. La storia prosegue con il tentativo della famiglia diJohn Custance(Nigel Davenport) di raggiungere, da Londra, la fattoria del fratello a nord. No Blade of Grass è un film provocatorio. Cupo e deprimente, mostra con fredda e lucida chiarezza lo sfacelo verso cui la società, nel suo fragile equilibrio, potrebbe piombare in un attimo. Questo concetto nel film di Wilde è sottolineato da molte scene violente. Magari non eccessive se viste oggi, ma danno al tutto un tono disturbante e inquietante. Regia: Peter Watkins Sceneggiatura: Peter Watkins Data di uscita: 1 Gennaio 1971 Altra bella mazzata, in linea con il cupo disfattismo degli anni settanta arriva pochi mesi dopo No Blade of Grass:Punishment ParkdiPeter Watkins. Uno dei primissimi esempi dimockumentarydel cinema. La trama è ambientata al tempo del film, nel 1971. Il presidente degli Stati UnitiRichard Nixon, a fronte dei sempre maggiori e più insistenti movimenti contro la guerra in Vietnam, decreta lo stato di emergenza dando l’ordine di arrestare chiunque ritenuto essere un “rischio per la sicurezza interna”. Ovvero appartenenti al movimento dei diritti civili, femministe, obiettori di coscienza e gli studenti universitari della Contestazione giovanile. Dato che le carceri hanno superato i limiti di capacità, gli arrestati vengono messi di fronte a una scelta: marcire in prigione, scontando tutta la pena, oppure tentare il Punishment Park: una corsa di tre giorni attraverso il deserto, senza viveri, inseguiti dalla guardia nazionale. I partecipanti raggiunti dai soldati vengono giustiziati seduta stante, se invece raggiungono la bandiera americana alla fine del percorso vengono perdonati e rimessi in libertà. Punishment Park di Watkins fa paura perché tutto questo, agli occhi dello spettatore, è raccontato da un troupe televisiva inglese. L’intero film è girato come un documentario. Un effetto molto suggestivo e riuscito, accentuato anche dal fatto che Watkins per il cast si avvalse di attori non professionisti. I quali hanno improvvisato la maggior parte dei dialoghi. Regia: Michael Campus Sceneggiatura: Frank De Felitta, Max Ehrlich Data di uscita: 1972 Dando per buono l’assioma riguardo ai film che riflettono il contesto sociopolitico del loro periodo, altro esempio di come è un attimo che le cose possano andare all’aceto èUn mondo maledetto fatto di bambole. Titolo italiano abbastanza discutibile diZ.P.G., che sta perZero Population Growth(Popolazione a crescita zero). Il film altro non è che l’ennesimo catastrofico manifesto, tipoSoylent Green(1973) eLa Fuga di Logan(1976), sui temi del disastro ambientale e della sovrappopolazione. Nel futuro immaginato dal film di Campus, la Terra è totalmente inquinata. Gli animali sono del tutto estinti e al di fuori dellesafety zone, c’è bisogno di apposite maschere antigas per respirare. Per di più, l’eccessiva sovrappopolazione mette a rischio la sopravvivenza del genere umano. Pertanto il governo mondiale emette una legge secondo la quale per trent’anni (almeno) non dovranno esserci nascite. Chiunque infranga tale disposizione verrà giustiziato, neonato compreso. Giusto come contentino, le persone in età fertile che desiderano avere figli possono andare aBaby-land. Una struttura che fornisce agli aspiranti genitori degli androidi (bambolotti insomma) a forma di bambino. Quando ne parlo con amici o conoscenti mi fa strano che quasi nessuno conosca questo film, nonostante sia intrigante e piuttosto avanti per i suoi tempi. Un mondo maledetto fatto di bambole è un film che trasuda disperazione da tutti i pori. Un ritrattopesante, di una società totalitaria che controlla ogni aspetto della vita quotidiana. Che pone, inoltre, una questione abbastanza spinosa: esiste un sacrificio troppo grande per salvare il pianeta? Regia: Richard Fleischer Sceneggiatura: Stanley R. Greenberg Data di uscita: 19 aprile 1973 Presumo sia ormai chiaro a tutti quanto fosse allegro il periodo pre-Star Wars.Soylent Green, intitolato da noi2022: i sopravvissuti, al pari di Z.P.G. con giovialità e leggerezza dice la sua sulla questione del sovrappopolamento. Basato sul romanzo del 1966Largo! Largo!(Make Room! Make Room!) diHarry Harrison, Soylent Green ne riprende giusto il corpus centrale: nell’anno 2022 il nostro mondo è al collasso a causa della sovrappopolazione e dell’inquinamento. Inutile sottolineare la forbice sociale che separa ricchi e poveri, unico comun denominatore è laSoylent Corporation. Dato che il cibo è diventato un bene più unico che raro tutti dipendono dal Soylent Green. Sullo sfondo, il detectiveFrank Thorn(Charlton Heston) viene incaricato di indagare sull’omicidio di un ricco industriale, membro del consiglio della Soylent Corporation. Forse 2022: i sopravvissuti è magari invecchiato un tantino maluccio, ciò non toglie che il suo sia ancora un messaggio potente. Tanto per dire, il Soylent viene presentato come una specie di cracker fatto di alghe e plancton, mentre la realtà è ben diversa. E no, non è fatto con l’olio di palma. Regia: L. Q. Jones Sceneggiatura: L. Q. Jones Data di uscita: 14 Novembre 1975 Voglio concludere la carrellata suigioiosissimianni settanta con il filmUn ragazzo, un cane, due inseparabili amici, conosciuto anche comeApocalypse 2024. Prendendo un attimo le distanze, visionando queste opere è facile capire l’enorme sfiducia e paura di quanti vivevano in piena guerra fredda. I quali, nel caso fossero autori, non facevano altro che trasporre su carta le paranoie di dell’epoca. Questo è proprio il caso diA boy and His Dog. Film del 1975 basato su un romanzo breve diHarlan Ellisonpubblicato nel 1969. La diegesi che costituisce l’ossatura della fantascienza post apocalittica c’è tutta: il terzo conflitto mondiale, la paura del nucleare nonché tutti gli orrori annessi e connessi che devastano la Terra. Da questo contesto sopravvivono in pochi, e il nuovo ordine sociale che viene alla ribalta dai cocci è la violenza. Si lotta per sopravvivere e per soddisfare bisogni primari, come nutrirsi e fare sesso. Le donne, ormai, sono più rare del ghiaccio nel deserto. Sullo sfondo ci sono il quindicenneVic(Don Johnson) e il suo cane frutto di esperimenti, il telepaticoBlood. La storia è di quelle brutte. Brutte e disturbanti che ti lasciano quel gusto amaro in bocca per quello che accade. Non essendoci più moralità, il distorto concetto di “amore” di un ragazzino cresciuto in un contesto simile viene a galla con prepotenza riguardo una scelta che si troverà a dover compiere. Regia: Luc Besson Sceneggiatura: Luc Besson, Pierre Jolivet Data di uscita: 6 aprile 1983 Con il passaggio al decennio successivo, gli anni ottanta, è piuttosto evidente il cambiamento avvenuto nella fantascienza. Grazie a film comeGuerre Stellari(1977),Mad Max(1979),Flash Gordon(1980),I banditi del tempo(1981),1997: Fuga da New York(1981),Tron(1982) la componenteactioninizia a occupare una posizione di maggior rilievo all’interno del genere. In questo periodo, un giovaneLuc Bessonse ne uscì con il suo primo lavoro da regista:Le Dernier Combat. Un film decisamente insolito, arrivato nel mercato statunitense con il titolo diThe Last Battle. Tirato su con quattro spicci, Le Dernier Combat è girato in bianco e nero. In tutto il film vengono dette, o meglio sussurrate, solo due parole. Il protagonista, semplicemente accreditato come“L’Uomo”(Pierre Jolivet), si muove in un criptico e desolante futuro: a causa di un evento sconosciuto, il mondo è diventato un ambiente arido e desertico. Sempre a seguito di ciò, gli esseri umani hanno perso la capacità di parlare. Nel suo tentativo di mettere insieme i pezzi per costruire un piccolo aeroplano, L’Uomo incontra“Il Dottore”(Jean Bouise) e poi“Il Bruto”(Jean Reno), un tizio violento che più volte cercherà di ucciderlo. Oggi Luc Besson è conosciuto per film comeNikita,LéoneIl Quinto Elemento. Tutti successi largamente apprezzati, certo. Tuttavia, per quel che mi riguarda, il suo lavoro migliore resta questo Le Dernier Combat. Oltre al fatto che sia alquanto palese una certa influenzaKammerspiel,stile e forma si accordano perfettamente con il contenuto del film. Il che magari sarà una questione di povertà di mezzi. Probabile. Cionondimeno, tutte queste particolarità rendono il film di Besson estremamente caratteristico. Regia: Juliusz Machulski Sceneggiatura: Juliusz Machulski, Pavel Hajny, Jolanta Hartwig Data di uscita: 14 maggio 1984 EffettivamenteSexmission, traduzione inglese dell’originaleSeksmisja, come titolo è abbastanza equivoco, però lo considero uno dei film più brillanti che abbia mai visto. Il perfetto esempio di satira verso qualunque tipo di regime totalitarista e il fanatismo. Uscito in Polonia nel 1984, quindi in pieno periodo comunista, è diventato subito un film di culto. In pratica, lo scienziatoAlbert Starski(Olgierd Łukaszewicz) e il divorziatoMaximilian Paradys(Jerzy Stuhr) si offrono volontari per un esperimento. Sarebbero dovuti restare in sospensione criogenica per tre anni, invece, a causa di un errore, restano ibernati per cinquantatré. Si risvegliano in un mondo in cui gli uomini si sono estinti a causa di un conflitto nucleare. Le donne, rifugiatesi sottoterra, governano il mondo tramite un regime femminista totalitario. Sono quasi sicuro che, fra le fonti d’ispirazione di questo Sexmission, ci sia sicuramenteIl DormiglionediWoody Allen(1973). Altro fantastico esempio di quando la fantascienza e la commedia si uniscono. Al di là delle similitudini di fondo (uomini ibernati che si risvegliano in un futuro distopico), entrambi i film dimostrano la potenza della satira. Per quanto serio sia il tema trattato, il significato di uguaglianza nella società contemporanea, con intelligenza e ironia Sexmission dimostra che prendere in giro è il modo migliore per criticare. Regia: Michael Radford Sceneggiatura: Michael Radford Data di uscita: 10 ottobre 1984 1984è l’opera più conosciuta diGeorge Orwell, diventata quasi eponimo della fantascienza distopica. Voglio dire che se a me dicifantascienza distopicala prima associazione mentale che faccio è con 1984. Del romanzo di Orwell esiste una precedente trasposizione cinematografica risalente al 1956: diretta daMichael Anderson, è arrivata da noi con il titoloNel 2000 non sorge il sole. Per quanto mi piaccia, preferisco il più recenteOrwell 1984(titolo italiano di Nineteen Eighty-Four) di Radford. La trama immagino sia ampiamente conosciuta. Dopo una devastante guerra nucleare, il mondo è diviso in tre superpotenze continentali:Oceania,EurasiaedEstasia. Il protagonista,Winston Smith(John Hurt), vive nella Londra del 1984, capoluogo diPista Uno. Ovvero il territorio un tempo conosciuto come Gran Bretagna, ora appartenente all’Oceania. Smith è un piccolo burocrate che lavora per ilMinistero della Verità, il suo compito è quello di riscrivere costantemente la Storia secondo le direttive delPartito. Regime totalitario-dittatoriale il cui leader indiscusso èIl Grande Fratello. In un mondo dove il libero pensiero è proibito e tutti sono sotto costante sorveglianza, Winston commette due gravissimi reati:delitto di eterodossia, scrivendo un diario coi suoi pensieri, e innamorarsi diJulia, un altro membro del Partito. Il film di Radford mi piace perché resta fedele al materiale d’origine riuscendo bene a sottolineare il grigio e spaventoso mondo immaginato da Orwell. Trasmette perfettamente la totale mancanza di umanità e l’opprimente, costante, presenza del Partito. John Hurt è assolutamente credibile nell’interpretare un personaggio tormentato come Smith.