HEAVY METAL, TORNANO LE RIVISTE DI FUMETTI?

HEAVY METAL, TORNANO LE RIVISTE DI FUMETTI?

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Dopo una stagione di entusiasmi e un moderato successo di vendite intorno agli anni ottanta, le riviste di fumetti e sui fumetti sono praticamente sparite dalle edicole italiane. Uniche a resistere la decanaLinus, passata più volte d’editore, e l’ex fanzineFumo di China, che ha recentemente tagliato il traguardo dei trent’anni e dei 350 numeri.  Con qualche traversia, resiste da molti anni ancheScuola di Fumettopassata da Coniglio a Comic Out, a Nicola Pesce e infine tornata di nuovo alla casa editrice di Laura Scarpa, ma abbandonando l’edicola. In questi ultimi mesi, d’improvviso, questo formato editoriale è ricomparso nei chioschi mostrando una vivacità e una convinzione che hanno colto di sorpresa vecchi e nuovi lettori. La prima a riaffacciarsi nelle rivendite di tutta Italia è stataNippon Shockdell’omonimo editore che unisce in un solo contenitore le due tipologie suddette, i fumetti (nella fattispecie, i manga) e l’informazione sugli stessi, presentando anche due copertine contrapposte per l’una e per l’altra. Come ho già scritto altrove, sono un lettore decisamente sporadico di fumetti giapponesi, e dunque ho acquistato per curiosità il primo numero ma non sono andato oltre: non ho interesse per gli articoli e non amo i racconti brevi (anche se, professionalmente, ne ho scritti e disegnati alcuni), unico genere invece presente almeno nel numero d’esordio. Ancora meno sono attratto daAnime Cult, una delle due riviste vendute in edicola a fine ottobre dall’editore Sprea, che ospita solo informazione. Di questa, come dell’altra di cui parlerò subito sotto, ho ricevuto i pdf dalla redazione che a quanto pare per i miei non rari interventi online mi reputa quasi uninfluencerdel settore. In realtà non lo sono, e non avendo un tablet mi risulta anche abbastanza scomodo leggere i magazine sul computer, cosa che ho fatto solo per amicizia verso i responsabili. Sulla pubblicazione dedicata a“immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante”vi darò dunque solo un succinto sommario. Nelle 116 pagine di grande formato tutte a colori si va dal “Come eravamo: 1978-1981, arrivano i giapponesi” a un’intervista al doppiatore Fabrizio Mazzotta, da un servizio sulla Granata Press a uno su “La clinica dell’amore” per concludere con un ampio inserto dedicato a Go Nagai. In appendice, una carrellata di recensioni di anime e manga. La grafica è bella e ordinata, coloratissima e ricca di illustrazioni. Per gli appassionati è sicuramente una pubblicazione da seguire, come il citato Nippon Shock. Tornando in Occidente, veniamo a quella che si presenta come“la rivista Usa di fumetti più prestigiosa al mondo”,Heavy Metal. Anche qui un rapido elenco dei contenuti, prima di un’analisi delle scelte editoriali e di un (personalissimo) giudizio. Il magazine in realtà ospita molto più che fumetti (uno strillo in copertina ce ne segnala 8, all’interno). Tanto per cominciare c’è “Multipli”, un racconto  fantascientifico in prosa di Robert Silverberg servito dalle illustrazioni di Giuseppe Palumbo; poi  un servizio di geopolitica sulla Terza guerra mondiale, un’intervista a Tolkien, una a Tinto Brass e una ricostruzione della vita della pubblicazione originale statunitense, “figlia” della francese Metal Hurlant. Venendo ai fumetti, si tratta anche qui di racconti brevi autoconclusivi: “Something for your M.I.N.D.” di Kennedy/Vecchio, “Confessa” di Forte/Momoko, “La casa da tè” di Lopez/Lem, “Dafina” di Lopez/Aguado, “Breve incontro” di Nizzoli, “The key” di Frezzato, “Familiaris” di Reppion/Hitchcock e “String theory” di Orlando/Bostelmann. I disegni sono molto curati e colorati efficacemente, mentre i testi sovrabbondano di didascalie di tipo narrativo che fanno sembrare quasi tutte le brevi storie più opere letterarie illustrate che veri e propri fumetti, e vi si respira un’atmosfera da anni sessanta e settanta. Nell’insieme, il prodotto sembra replicare tutti i difetti di tante pubblicazioni da edicola del secolo scorso. In che senso? Nel senso che, da lettore di fumetti, in un giornale che me ne promette, io mi aspetto di trovare SOLO quelli (uno dei motivi per cui i prodotti bonelliani hanno resistito mentre i vari CorrierBOY nel medio termine sono naufragati?), con al massimo un editoriale e una o due paginette di servizi correlati snelli e corredati da immagini non invadenti. Purtroppo, già dagli anni sessanta, con l’arrivo della tivù nella maggior parte delle case italiane, sentendo mordere la concorrenza del nuovo tipo di intrattenimento, anche settimanali comeIntrepidoe Il Monello cominciarono a dar sempre più spazio a articoli su sport e divi del cinema o della canzone, di fatto abdicando alla propria peculiarità e consegnandosi all’avversaria. Nel caso di Heavy Metal, se voglio leggere un racconto di fantascienza mi compro un numero antologico di Urania, e se mi interessa sapere cosa pensa Tinto Brass (!) prendo un newsmagazine o un giornale di gossip. Otto raccontini a fumetti annegati in una serie di servizi e novelle di FS non giustificano, a mio parere, la spesa di quasi sette euro. Piuttosto mi compro un Lanciostory che ospita solo fumetti, magari non tutti di eccelso livello, ma alcuni di ampio respiro in più puntate, di maggior soddisfazione, e a un prezzo decisamente più basso. A margine, aggiungo cheSprea Editorista immettendo sul mercato anche tutta una serie di volumi, quelli sì completamente a fumetti, ai quali, ciascuno secondo il proprio gusto, vale la pena di dare un’occhiata e decidere caso per caso l’acquisto.