GLI SQUALLOR, L’ARTE TRA GIOCO E SATIRA

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Amburgo, 1960. In un momento storico di grandi sperimentazioni musicali, gli esordienti Beatles stanno formando il loro sound nei locali del quartiere Reeperbahn. Per inight clubdella città tedesca si esibisce anche un gruppo di italiani che cattura l’attenzione dei ragazzi di Liverpool[1]. Si tratta del quartetto diMarino Marinigià noto a Paul McCartney che in Inghilterra ha avuto modo di apprezzarne il chitarrista[2], un ventiduenne napoletano di nomeGaetano Savio. Anche Savio è agli esordi come musicista e presto diventerà una figura importante nel settore discografico italiano. Alcuni lo ricorderanno come l’autore diCuore mattoe diMaledetta primavera, per altri invece resterà nella memoria come ilcantante degli Squallor. Ebbene sì, Paul McCartney ha tratto ispirazione[3] anche da quel musicista che nel 1981 canteràCurnutone.Del resto non c’è da stupirsi, poiché la dissacrante band delle«male parole»era composta da autentici pezzi da novanta dell’industria musicale: parolieri, compositori, produttori, personaggi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Autentici professionisti del settore discografico che un po’ per sfida, un po’ per noia, animati da un’irrefrenabile goliardia, decisero un bel giorno di infrangere le regole e divertirsi insieme per sfidare l’oppressiva censura e ridere di vizi e costumi di un intero paese.Sbeffeggiando in una pungente satira la società italiana, a cominciare dai protagonisti dell’amato/odiato ambiente discografico:«Siccome noi frequentavamo i cantanti, che sono i peggiori scassacazzi mondiali, quando facevamo gli Squallor ci sfogavamo contro i cantanti, quelli seri»(Alfredo Cerruti)[4]. Il complesso nasce a Milano nel 1969 e anche se a prevalere è una certa napoletanità è sostanzialmente errata l’etichetta di“gruppo napoletano”che talvolta viene affibbiata agliSquallor. La band è composta da un milanese, un fiorentino e due napoletani. «Ma chi erano questi qua?!».Ricordiamoli velocemente uno per uno: Daniele PaceMilanese, classe 1935. Entra nel mondo della musica negli anni cinquanta come cantante e chitarrista del gruppoI Marcellini.Dopo l’esperienza da musicista sulle navi da crociera (dove ha modo di cantare anche conSilvio Berlusconi) inizia la sua fortunata carriera di compositore e paroliere, scrivendo per tantissimi cantanti. Tra i suoi brani più noti ricordiamo:E la luna bussò,Nessuno mi può giudicare,Sarà perché ti amo,A far l’amore comincia tu,La pioggia.Negli anni ottanta vince ilGrammy Music Awardper aver superato il milione di passaggi in radio con la famosissima canzoneLove Me Tonightinterpretata daTom Jones. Giancarlo BigazziFiorentino, classe 1940. È noto nell’ambiente discografico italiano come uno dei parolieri più prolifici e apprezzati di sempre. Scrive canzoni fin da giovanissimo. Tra le sue opere più conosciute ricordiamoRose Rosse,Lisa dagli occhi blu,Eternità,Si può dare di più,Montagne verdi,Erba di casa mia,Gloria,Notte rosa,Cosa resterà degli anni ’80,Gli uomini non cambiano,Non amarmi,Perché lo fai,Bella stronza. Come discografico ha prodotto i lavori deI Califfi,Il giardino dei semplici,Raf,Marco Masini,Umberto Tozzie tanti altri. Come musicista ha anche realizzato le colonne sonore per i film diMarco Risi:Mery per SempreeRagazzi Fuori. Alfredo CerrutiNapoletano, classe 1942. Entra nel settore discografico negli anni sessanta e ne raggiunge i vertici nei primi anni settanta diventando direttore artistico dellaCbs,dellaCgde infine dellaRicordi. Dotato di grande intuito per i potenziali successi, ha prodotto i più importanti artisti della musica italiana. È noto al gossip come fidanzato della cantanteMinae grande amico diRenzo Arbore.È stato autore televisivo per trasmissioni comeChi tiriamo in ballo,Indietro tutta,Cocco,Stasera mi butto,Domenica Ine tante altre. Alfredo Cerruti con Mina Gaetano Savio(dettoTotò)Napoletano, classe 1937. Inizia la carriera di musicista a diciassette anni come chitarrista del celebre quartetto di Marino Marini, assieme al quale si esibisce in spettacoli dal vivo in giro per l’Europa. Nel 1961 inizia a incidere dischi da solista e si impegna nell’attività di compositore. Nel 1967 arriva il primo grande successo con il suo branoCuore Mattointerpretato daLittle Tony, ma Savio compone musiche anche per artisti del calibro diFranco Califano,Massimo Ranieri,Mario Tessuto,i Camaleonti, Michele Zarrillo, Loretta Goggie tantissimi altri.È anche l’autore della colonna sonora del filmLa patata bollente, di Steno,e del branoTango diverso,da lui cantato in una scena del film. Totò Savio Elio GariboldiNoto ad alcuni fans del gruppo come “il misterioso quinto Squallor”. È presente solo agli esordi, comparendo anche nella foto sul primo singolo della band, ma la sua partecipazione al progetto con i quattro amici termina nel 1973 a causa di impegni lavorativi. Discografico ed editore della Sugar a Monaco di Baviera, nei primi anni sessanta è stato produttore del complesso musicale deiTrappersnei quali figurano personaggi come Mario Lavezzi e Bruno Longhi[5]. La storia discografica degliSquallorha ufficialmente inizio nel 1971 con il 45 giri38 Luglio, Raccontala giusta, ma di fatto il gruppo nasce nel 1969. L’idea viene adAlfredo Cerruti, in quegli anni grande esperto di scherzi telefonici. Durante la visione di un film di Stanley Donen,Il mio amico il diavolo, il discografico napoletano resta colpito dalla voce dell’attorePeter Cook(il diavolo) mentre parla in un monologo con un suggestivo brano in sottofondo.Cerruti pensa che gli piacerebbe fare lo stesso: del resto, pur non essendo un cantante, ha una voce davvero notevole. Nel tempio della musica italiana, in mezzo a grandi amici compositori e parolieri, per testi e basi musicali c’è solo l’imbarazzo della scelta. Agli altri l’idea piace e Alfredo diventa il narratore ufficiale del progetto accanto alla voce cantata di Savio. Illeitmotivprincipale non può che essere la goliardia, del resto la risata è da sempre l’elemento cardine che anima la vita lavorativa di ogni membro del gruppo. L’esperimento del 1971 sembra funzionare. I due brani, assieme agli altri due del successivo singolo (Ti ho conosciuto in un clubs,La risata triste) vengono inseriti nel primo LP della band. È il 1973 e la Cbs pubblicaTroia. Il disco è molto lontano da quell’estetica degli eccessi che caratterizzerà la successiva produzione degli Squallor. L’album non contiene volgarità esplicite né parolacce, è interamente basato sulla poetica dell’assurdo e sui doppi sensi, a cominciare dal titolo del disco che sembra alludere alla mitica città dell’Asia minore, come suggerisce ironicamente un cavalluccio a dondolo in mezzo alle fiamme nell’efficace illustrazione in copertina. «Elena, un solo nome tu hai, è Troia… la mia città!», recita la voce di Cerruti nell’omonimo brano. Il disco non ha un grandissimo riscontro commerciale, ma gli Squallor si fanno notare e spiazzano il pubblico con il lavoro successivo ben più redditizio:Palle, del 1974. Senza Gariboldi sono rimasti in quattro.Ai microfoni la voce diDaniele Paceinizia ad affiancare quella di Cerruti e Savio e per la prima volta fa la sua comparsa anche il turpiloquio che diventerà un elemento imprescindibile sia neglisketchche nelle canzoni. La produzione degli Squallor avrà lungo seguito anche negli anni a venire vendendo oltre due milioni di copie e raggiungendo laTop 10dellaHit Paradein tre occasioni. La loro discografia proseguirà con gli albumVacca(1977),Pompa(1977),Cappelle(1978),Tromba(1980),Mutando(1981),Scoraggiando(1982),Arrapaho(1983),Uccelli d’Italia(1984),Tocca l’albicocca(1985),Manzo(1986),Cielo Duro(1988),Cambia mento(1994), oltre ad una lunga serie di raccolte e compilation. Nel 1984 il produttore cinematograficoCiro Ippolito, già regista diB-moviescomeAlien 2 sulla terraeLacrime napulitane, trasporta Arrapaho sul piano cinematografico mentre l’anno successivo è la volta diUccelli d’Italia, due filmultra-demenzialiche rappresentano l’apoteosi del trash cinematografico degli anni ottanta.Qualche mese dopo il secondo film, la formazione subisce una gravissima perdita con la scomparsa di Daniele Pace, stroncato da un infarto all’età di 50 anni. Da Manzo in poi, gli Squallor saranno in tre e nell’ultimo album (Cambia mento), a seguito di un’operazione alla gola, Savio si limiterà a comporre le musiche affidando l’interpretazione canora al collaboratoreGigi Sabani.Ma cosa hanno rappresentato gli Squallor in 25 anni di attività? Analizzando l’opera omnia della band è possibile individuarne tre aspetti fondamentali, tre diversi volti di un’unica entità: illudico, ilsatiricoe l’artistico.Il primo è l’aspetto provocatorio che ne ha decretato il successo: gli Squallor come puro e irriverente divertimento, come sfogo, goliardia e volgarità (apparentemente) gratuita.Il secondo è un aspetto forse meno visibile in superficie, ma comunque facilmente intercettabile: la pungente critica alla società italiana.Il terzo, quello più “esoterico”, è rappresentato da sporadici momenti di pura genialità che hanno sublimato alcuni brani in raffinate opere d’arte. Non a caso, il criticoAchille Bonito Olivaha definito gli Squallor«dei dadaisti»[6]. Sul primo aspetto non intendiamo soffermarci poiché non necessita di ulteriori approfondimenti. Quanto al secondo ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta sui brani da prendere in esame e per motivi di spazio possiamo solo citarne alcuni. Politica, musica, religione, istituzioni, sessualità, amore: gli Squallor hanno sbeffeggiato senza remore ogni aspetto del costume italico, della classe dirigente e delle correnti ideologiche di quegli anni. Emblematica è la saga diPierpaolo, che inizia nel 1977, con il branoFamiglia Cristiana, proseguendo per altri nove capitoli fino al 1994. Quella di Pierpaolo è l’alta società dell’era democristiana: il protagonista è un ricco ragazzino viziato (voce camuffata di Cerruti) sempre in giro per il mondo, che ad ogni episodio telefona al papà industriale per estorcergli grossi quantitativi di denaro, talvolta in cambio del silenzio sui loschi giri d’affari del padre tra politica e alta finanza. Nei vari capitoli, Pierpaolo segue le mode del momento, diventando anche«rivoluzionario»e«filo-sovietico». Ma gli Squallor mettono in scena la corruzione politica anche in brani comeConfucio(1978), un comizio elettorale che degenera in rissa e turpiloquio eCarceri d’oro(1988), la storia di un evasore fiscale chiuso in una cella dorata con alcuni ministri. I quattro non si esimono dal denunciare a loro modo la mala sanità italiana (Crosta Center Hospital,del 1978) e l’autorità ecclesiastica non sfugge al ludibrio squalloresco. Nel branoUnisex(1977), in un maccheronico spagnolo improvvisato, un omosessuale definito“los culatones”racconta la sua esperienza di adescamento in un cinema e il rapporto omoerotico che ne consegue con un uomo barbuto. Alla fine del brano, il gay dichiara le sue generalità e si scopre che si tratta del“cardinale Alfonso Fava”. Nel 1980 conGennarino Primopuntano ancora più in alto nella gerarchia proponendo la caricaturale elezione del primo papa napoletano della storia, il cardinale Vincenzo Esposito che afferma di essersi “grattato” in modo scaramantico alla notizia di essere stato eletto poiché«oggi come oggi i Papa hanno poca decorrenza». Ma gli Squallor non risparmiano nessuno, neppure gli ecologisti (Terrestri,del 1977 eVota verdi, del 1985), gli intellettuali di sinistra (Sfogo,del1978) e i sessantottini:«Domani compio quarant’anni e la cambiale dei ricordi mi riporta al ’68, quando ero amico di Capanna e avevo dato quattro esami con la media del 18.Il mio paese era lontano in un pezzetto di provincia e non me lo ricordo mica, la nostra meta era Milano, spinti da una fame antica di notti luci e un po’ di fica» (Mi ha rovinato il ’68,del 1988). La politica italiana è sbeffeggiata tanto a destra quanto al centro e a sinistra. Gli amori omosessuali vengono palesemente ridicolizzati, ma la stessa sorte tocca anche alle relazioni etero. La Chiesa è presa di mira in diverse occasioni, ma non mancano caricature dell’Islam o di Confucio. Insomma, un dissacrante anarco-nichilismo prende di mira un’intera società deridendo chiunque, a cominciare da loro stessi: gli autoironici Squallor. La totale dissacrazione del concetto di artista, la disintegrazione dei valori, la rinuncia assoluta a ogni logica e raziocinio, l’assenza di regole, il rifiuto del linguaggio logico-consequenziale, l’assurdo. Tutti questi elementi caratterizzano fin dagli esordi la poetica degli Squallor e ci riconducono all’aspettodadaistaa cui abbiamo accennato. Ma quando è che la demenzialità si fa arte? Quando è capace di colpire sovrastrutture e schemi della mente, penetrando al di là di ogni barriera logica per creare un varco capace di aprire la strada a sensibili mutazioni nell’animo dell’ascoltatore. Anche lo shock estetico può essere in tal senso uno strumento. Il linguaggio anti-aristotelico di una narrazione«a-semantica»del primo periodo degli Squallor è riconducibile a quel novero diperformancesdell’assurdo che hanno caratterizzato più momenti nelle avanguardie artistiche del XX° secolo. Emblematico in tal senso è il brano sperimentaleMarcia Longa(1974) che rappresenta forse l’apoteosi dell’avanguardismo squalloresco. Un’opera di per sé psichedelica ma che trascende il concetto stesso di psichedelia sfuggendo a ogni tentativo di categorizzazione.Marcia Longaè«teatro psichico»,«flusso di coscienza»,«terrorismo poetico». È la straniante messa in scena delnonsensein uno spettacolo sonoro a due canali stereo. Le voci dello stesso narratore (Alfredo Cerruti) si sovrappongono nella bizzarra radiocronaca di due eventi separati:«dalla Clinica di Sant’Eusebio»e«da un paese torrido come l’Africa e freddo come il Polo nord». La base musicale di Savio scandisce tempi e atmosfere mentre i due monologhi si intrecciano in un unico delirio anti-narrativo senza soluzione di continuità. La stimolazione immaginifica che ne consegue trasporta l’ascoltatore in una catarsi onirica dove la proiezione dell’assurdo si fa immagine visibile e straniante. Di minore intensità psichica, ma sulla stessa lunghezza d’onda, è il preludio di simili esperimenti con autentiche poesie dell’irrazionale comeTi ho conosciuto in un clubs,Indiani a Worlocke38 Luglio. Uno studio a 360 gradi del fenomeno Squallor richiederebbe molto più di un semplice articolo, poiché i brani meritevoli di analisi sono tantissimi. Di sicuro il quartetto Savio/Bigazzi/Cerruti/Pace è stato anche frivola goliardia e volgarità a buon mercato, ma una seria ricerca scevra da preconcetti potrebbe condurre verso radiosi momenti di insensata bellezza. NOTE:[1] Manuela Caretta,Triplo Touche! Un batterista in giro per l’Europa tra gli anni ’60 e ’70, Streetlib, [2] Jacqueline Schweitzer, intervista di Pino Strabioli dalla trasmissioneCominciamo Bene Prima, 1° marzo 2007, [3] Walter Everett, The Beatles as Musicians, Oxford University Press, 2001, [4] Citato in Carla Rinaldi e Michele Rossi, Gli Squallor, Compagnia Nuove Indye, 2013, [5]http://www.carlocasale.it/elio-gariboldi-discografico.php, [6] Citato in Carla Rinaldi e Michele Rossi, Gli Squallor, Compagnia Nuove Indye, 2013. (DaSpazio70).