GLI INCREDIBILI VEICOLI DEI PERSONAGGI DEI FUMETTI

GLI INCREDIBILI VEICOLI DEI PERSONAGGI DEI FUMETTI

Come si muovono i personaggi dei fumetti? In mille modi diversi. Superman, per esempio, vola. Visto da lontano lo scambiano spesso per un uccello o un aeroplano. Tex praticamente abita in sella a un cavallo. Devil si aggira per la città a penzoloni attaccato a un cavo che fuoriesce dal suo bastone. Tarzan e Zagor ciondolano da una liana all’altra.

Tarzan disegnato da Burne Hogarth

Quando però questi personaggi usano un veicolo si stabilisce un legame particolare. Il mezzo di trasporto diventa una specie di ulteriore personaggio, una spalla fedelissima che accompagna il suo padrone attraverso mille avventure.

 

BATMOBILE

La batmobile è forse l’auto dei fumetti per eccellenza. La storica vettura di Batman compare per la prima volta nel 1940, nel n. 27 di Detective Comics.

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All’inizio è una semplice auto rossa che prende spunto dal modello 812 della Cord.
La Cord 812, uscita nel 1937, rappresenta l’evoluzione del modello 810, che tanto interesse aveva suscitato nei visitatori del salone dell’automobile di New York nel novembre 1936.

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La prima vera batmobile compare nel n. 48 del febbraio 1941, è un veicolo che non può passare inosservato. Un’auto nera, dalla linea aggressiva che ricorda una Ford Sedan two doors, resa fortemente aerodinamica da una enorme ala di pipistrello posizionata sul tetto dell’abitacolo e leggermente inquietante dalla testona di chirottero che occupa l’intero avantreno.

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L’auto subisce negli anni successivi restyling che modificano il design per stare al passo con i tempi.

L’evoluzione della batmobile avviene non solo all’interno dei fumetti ma, contemporaneamente, anche nei film e nelle serie televisive. Tutti i modelli hanno in comune l’aggressività e il mistero, che sono in un certo senso un prolungamento della personalità del Cavaliere oscuro sulle quattro ruote.

 

 

FANTASTI-CAR

La fantasti-car è un veicolo che non ha avuto altrettanto successo, vuoi per la sua asetticità vuoi perché, a differenza di Batman, i Fantastici Quattro puntano sui propri superpoteri (e peraltro la Torcia Umana sa volare). La macchina volante viene creata da Jack Kirby senza grossi voli di fantasia. Con voluto minimalismo, assomiglia pericolosamente a una vasca da bagno.

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La troviamo per la prima volta su The Fantastic Four n. 3, del marzo 1962, nell’avventura contro l’Uomo dei Miracoli. Aveva la possibilità di dividersi in quattro moduli autonomi, uno per ciascun componente del gruppo.

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Forse perché giudicata troppo anonima (per quanto un certo qual fascino lo avesse), Kirby crea una seconda versione su The Fantastic Four n, 12 del marzo 1963. Il nuovo modello è più fantasioso, ma manca di carisma e il bianco, anche se fa Nasa, non è certo un colore vivace.

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L’ultima versione della fantasti-car risale al 2014.

SPIDER-MOBILE

Una casa di produzione di giocattoli chiese a Stan Lee se poteva dotare i supereroi di alcuni oggetti che loro avrebbero prodotto e commercializzato. Il Sorridente convocò Gerry Conway e gli disse: “L’uomo ragno ha bisogno di una macchina”. Lo sceneggiatore rispose sì per prendere tempo, ma fece di tutto per mandare a monte il progetto, essendo un veicolo del tutto inutile per il Tessiragnatele (oltre che ingestibile nel traffico di New York).

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In Spider-Man n. 126 del novembre 1973, Spidey viene contattato da Carter & Lombardo, due soci interessati alla costruzione di un’auto dotata di un motore non inquinante.

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Nel numero successivo Petey inizia l’assemblaggio aiutato dall’amico Johnny Storm, alias la Torcia Umana.

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Con il numero 130 del marzo 1974 l’auto è finalmente pronta e fa bella mostra di sè in copertina. Il veicolo si vedrà poco per poi essere restituito nel n. 160 del settembre 1976 a Carter & Lombardo.

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La macchinina, comunque, era già stata messa in commercio.

 

 

LA JAGUAR DI DIABOLIK

Ladro efferato, criminale senza scrupoli, spietato pluriomicida, l’inafferrabile Diabolik ha una fedeltà incrollabile per le cose che ama: l’algida Eva Kant e la mitica Jaguar E-type.

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Enzo Ferrari, il Drake, uno che se ne intendeva, definì questo veicolo “l’auto più bella mai costruita”. Nera come una pantera e dotata di una linea sinuosa e affascinante, diventa fin dal suo apparire un oggetto del desiderio.

 

La prima Jaguar viene irreparabilmente distrutta finendo contro un albero durante un inseguimento. Alcuni ricorderanno il memorabile finale, con Diabolik che si finge uno spaventapasseri e rimane immobile benché colpito dai proiettili di Ginko. Ferito e sanguinante, ma libero.

Le altre auto che si sono succedute nel tempo sono diversi esemplari dello stesso modello. Sempre più brillanti nelle prestazioni, sempre più complicate nella meccanica, sempre più accessoriate di improbabili marchingegni, ma sostanzialmente uguali. Il nostro antieroe la usa ancora oggi.
Viaggiare su una E-type, se poteva apparire quasi normale negli anni sessanta, in storie che hanno una ambientazione contemporanea non rappresenta certo il modo migliore per passare inosservati.

LA ISOTTA FRASCHINI DI BILLY BIS

Per chi se lo ricorda, Billy Bis era un personaggio creato nel 1966 per il settimanale antologico Intrepido. Una specie di James Bond pseudohippy, antipatico, sfrontato, irresistibile, pacchiano e faccia da schiaffi.

Creatura fortunata di Antonino Mancuso e Loredano Ugolini ha avuto l’onore di essere disegnato anche (per le copertine di una serie “a solo”) dal grande Walter Molino.

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Il suo rapporto con le donne lo rese un’icona per i lettori, ma quello che faceva davvero scattare l’immaginazione era la sua auto: una mitica Isotta Fraschini tipo A.

Auto di re e papi, sceicchi e poeti, divi e divine, sinonimo in tutto il mondo di lusso, stile ed eleganza, simbolo dell’età del jazz. La creazione dei quattro fratelli Fraschini, milanesi di via Monterosa, era spinta da un motore a otto cilindri in linea da 7370 cm³ di cilindrata, che erogava una potenza compresa tra 115 CV e 160 CV.
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All’epoca questo propulsore era l’otto cilindri in linea, montato su una vettura di serie, più potente del mondo. La meravigliosa quattro ruote veniva venduta al prezzo di 125mila lire per il solo autotelaio. Nel 1926, tale importo corrispondeva al prezzo di dieci Fiat 509 Torpedo o a 30 volte il reddito annuo di un italiano medio. Solo Rolls-Royce, Hispano-Suiza e Bugatti potevano proporre modelli simili.

 

 

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