GENE COLAN DISEGNA BATMAN

Dopo quasi vent’anni in cui aveva lavorato praticamente solo per la Marvel, diventandone uno dei disegnatori di punta, Gene Colan nel 1981 passa alla Dc Comics. Colan ha sostenuto in varie interviste che Jim Shooter, l’allora direttore generale della Marvel, lo odiava e gli rendeva la vita impossibile costringendolo a lasciare. Shooter da parte sua sostiene che Colan, per pura pigrizia, spesso non rispettava le sceneggiature evitando di disegnare tutto quello che gli avrebbe portato via del tempo.
Fatto sta che Gene Colan arrivò alla Dc preceduto dalla sua fama, tanto che gli venne subito affidato il personaggio più importante: Batman. Colan rimase alla Dc per sette anni, tornando alla Marvel nel 1988.
Anche se “il decano”, così lo soprannominava Stan Lee, non riuscì mai a realizzare prove all’altezza dei suoi giorni migliori alla Marvel, si tratta pur sempre di un periodo importante nella parabola artistica di questo disegnatore nato in una famiglia ebraica del Bronx (che aveva come cognome originario Cohen).
Fu un periodo durante il quale, oltre a dedicarsi ad alcuni dei personaggi storici della Dc, cercò vie alternative disegnando nuove serie.
BATMAN
Coadiuvato da altri transfughi Marvel, come Roy Thomas e Gerry Conway che scrissero i testi, Gene Colan illustrò Batman con il suo tratto cupo, ombroso e contrassegnato da suggestivi giochi d’ombra, perfetto per la rappresentazione di situazioni narrative angosciose e tenebrose che caratterizzavano le storie noir e mystery del Cavaliere Oscuro.
Molte delle trame del personaggio non erano tanto dissimili da quelle di Devil del periodo classico, che proponevano gli stilemi del thriller e del poliziesco insieme a elementi horror, più che indicati per la perizia artistica di Colan.

Contrariamente alle aspettative, la run di Colan su Batman non risulta indimenticabile, schiacciata come è tra i capolavori di Neal Adams e il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Nonostante l’apporto di Klaus Janson alle chine, le tavole danno l’impressione di qualcuno che si limita a svolgere il compitino senza aggiungere nulla di più.
La figura di Batman appare un po’ ingessata rispetto alle dinamiche evoluzioni di Devil e il risultato generale non appare all’altezza di uno dei migliori disegnatori della Silver Age.
Forse la saga che si ricorda di più è quella in cui Batman si traforma in un vampiro…
WONDER WOMAN
In coppia con Roy Thomas, Gene Colan si dedica anche all’ennesimo rilancio dell’iconica eroina della Dc. Wonder Woman è però un’eroina molto particolare, dopo i suoi creatori William Moulton Marston e Harry H. Peters, nessuno è riuscito a entrare nello spirito del personaggio in modo efficace.
Per anni alla Dc nessun autore importante ha voluto scrivere o disegnare le avventure di Diana Prince. Thomas e Colan accettano la sfida. Ma bisognerà attendere l’arrivo di George Perez per vedere qualcosa di veramente nuovo. L’apporto più significativo di Colan è stato il cambio permanente del costume.

Nel fumetto si svolge così. I rappresentanti di un ente di beneficenza avvicinano Wonder Woman per chiederle di appoggiare la loro organizzazione, la Wonder Woman Foundation, e di prendere in considerazione l’idea di indossare un nuovo costume con una doppia W stilizzata sul petto al posto dell’aquila.
Diana è riluttante, ma dopo aver discusso l’idea con sua madre, la regina amazzone, accetta di indossare il nuovo costume pensando che la doppia ‘W’ non significherà solo ‘Wonder Woman’, ma anche world women, le donne di tutto il mondo.
THE NIGHT FORCE
Insieme all’altro fuoriuscito Marvel, Marv Wolfman, Gene Colan realizza una nuova serie intitolata The Night Force. La serie fu lanciata nell’agosto del 1982 nel bel mezzo del crollo del mercato dei fumetti horror, con la maggior parte dei titoli del genere cancellati o sull’orlo della cancellazione.
Nonostante ciò, lo sceneggiatore Marv Wolfman era sicuro che Night Force sarebbe stato un successo. Lui e Colan si impegnarono molto in fase di progettazione, con Wolfman che tracciò il profilo di ogni personaggio e Colan che realizzò diverse bozze di preparazione.

Ne uscì un prodotto di buona qualità dove la facevano da padrone le atmosfere misteriose e le tematiche legate al soprannaturale, in cui Colan era un maestro riconosciuto. Dopo soli 14 numeri, Night Force fu cancellato a causa di una sottovalutazione delle vendite della serie. La Dc tenne conto solo dei dati provenienti dalle vendite nelle fumetterie, che erano basse, e chiuse il titolo in base a quelle.
Solo dopo la cessazione delle pubblicazioni arrivarono i dati delle vendite nelle edicole, che invece risultarono buoni. Anche se evidentemente non erano abbastanza buoni da far ripartire la serie, cancellata malgrado la sua qualità come era successo al capolavoro dei due autori realizzato precedentemente per la Marvel: Tomb of Dracula, dal quale riprendevano le atmosfere.
NATHANIEL DUSK
Nathaniel Dusk nasce da un idea di Don McGregor, uno sceneggiatore sperimentale appassionato di gialli hard boiled poco amato dai lettori per la sua prolissità. Dusk è un investigatore privato ricalcato sul modello dei grandi personaggi degli anni trenta come Philippe Marlowe e Sam Spade.
McGregor aveva già lavorato con Gene Colan alla Marvel ed aveva avuto modo di apprezzare la maestria del decano nella resa delle atmosfere e delle emozioni. In particolare andava pazzo per le sue matite altamente evocative e per le sue tavole non ancora inchiostrate, caratterizzate da un’infinità di variazioni tonali, che si esprimevano in una quantità incredibile di gradazioni di grigio.

McGregor ritiene che con l’inchiostrazione vada perso molto del fascino delle matite di Gene Colan e pensa che ormai la tecnologia sia abbastanza progredita per stampare direttamente le matite senza passare per l’inchiostrazione. Dick Giordano, numero due della Dc, accetta la proposta convinto che le ombre evocative delle matite di Colan si adattino perfettamente alla rappresentazione delle tipiche atmosfere hard boiled.
Purtroppo il risultato finale non rese giustizia all’arte di Colan, molti dettagli andarono persi in fase di stampa e il lettore si trovò di fronte a pagine sbiadite e senza forza. La prima miniserie si compone di quattro albi.
JEMM SON OF SATURN
Jemm Son of Saturn fu il tentativo di andare oltre il tirare pugni, gli effetti sonori e i costumi colorati che caratterizzavano la maggior parte dei supereroi in quel periodo. Lo sceneggiatore Greg Porter puntava sui punti di forza e le debolezze dei personaggi, voleva che il lettore si identificasse con le loro paure e i loro obiettivi e che partecipasse ai loro conflitti e alle loro decisioni, in modo da ottenerne il massimo coinvolgimento. Jemm è un fumetto che riguarda la crescita e il fatto che l’età ha poco a che fare con la velocità con cui si cresce.

Come Et di Steven Spielberg, l’alieno Jemm è uno straniero in terra straniera, spaventato dai terrestri quanto i terrestri lo sono di lui. Riguardo alla parte grafica, le chine di Klaus Janson non rendono così bene su Colan come su Miller. Su Devil le chine impressionistiche di Janson aggiungono un pizzico di imprevedibilità al segno squadrato e preciso di Miller. Colan è però già impressionistico e imprevedibile di suo e alla fine Janson toglie più che aggiungere. Ne vennero pubblicati dodici numeri.
THE SPECTRE
Lo Spettro è un personaggio creato da Jerry Siegel, il creatore di Superman, durante la Golden Age. Il detective Jim Corrigan dopo essere stato ucciso dalla malavita ritorna sulla terra nei panni dello Spettro, un entità dai grandi poteri che utilizza per mantenere l’equilibrio tra il bene e il male.
Lo Spettro ebbe un ulteriore incarnazione durante la Silver Age a opera di Gardner Fox e Murphy Anderson, seguiti da altri autori. Il suo ritorno nel 1987 fa parte della complessa operazione di rilancio ideata dalla direttrice generale Jenette Kahn, che attraverso il rinnovamento di personaggi storici come Batman, Superman, Wonder Woman e altri riportò la Dc sugli altari dopo “l’implosione” del 1978.

Gene Colan si sente particolarmente portato verso questo personaggio, che interpreta un po’ come aveva fatto con il Dottor Strange alla Marvel, immergendolo in atmosfere soprannaturali e arcane che riesce a rendere magnificamente con il suo tratto emozionale ed evocativo.
Steve Mitchell è il primo inchiostratore alla Dc Comics che riesce a rendere giustizia al disegno intricato e complesso di Colan, il quale nelle avventure dello Spettro tocca uno dei suoi apici. Ne vennero pubblicati 31 episodi, ma solo i primi sei sono disegnati da Colan.
SILVERBLADE
Nel 1987, dopo il successo della maxiserie in 12 numeri Camelot 3000, la Dc decise di lasciare carta bianca allo sceneggiatore Cary Bates per ideare un altra maxiserie di 12 episodi altrettanto “fuori dagli schemi”.
L’accoppiata tra il non ancora quarantenne Bates e l’ultrasessantenne Colan sembrava promettere bene per una serie che avrebbe attinto dall’età dell’oro di Hollywood, molto amata da entrambi. Il risultato è stato Silverblade, che è un fumetto assolutamente folle.

Inizia come un melanconico tributo all’età d’oro di Hollywood poiché il protagonista, Jonathan Lord, è un attore che vive una vita solitaria recluso nella sua megavilla di Los Angeles, rivivendo la sua gloria passata di protagonista di oltre 100 film negli anni 1935-1964. Quindi si trasforma in una storia di supereroi, e successivamente diventa una fantasia New Age basata su yin e yang, la dualità dell’esistenza e sul potere dell’amore.
Anche se i numeri iniziali della serie sono i più interessanti, vale la pena di leggere fino all’ultimo albo proprio perché la storia diventa sempre più folle. Finalmente Klaus Janson prende le misure alla matite di Gene Colan e riesce a dare vita a pagine innovative e godibilissime.
Bell’articolo sul Decano. Il suo lavoro in DC non è stato completamente pubblicato e l’articolo risulta esaustivo ed interessante