FUGA DA ABSOLOM E DALLA LOGICA, MA CI STA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. No Escape, da noi e in altri Paesi distribuito e conosciuto comeFuga da Absolom, è un film difficile da mettere a fuoco.Fuga da Absolomè, in sé, un mischione di robe schiaffate assieme senza un vero e proprio senso. È difficile capire se il film funziona davvero oppure se è la miscellanea di suggestioni a tenerlo, in qualche modo, in piedi. Facciamo un passo indietro, perché la storia dietro il film è quasi più interessante del film stesso. Allora,Victor A. Kaufman, ex presidente dellaColumbia Picturese fondatore dellaTriStar, nel 1992 fondò laSavoy Pictures Entertainment. Era un piccolo studio cinematografico indipendente, il cui obiettivo era collocarsi nella fascia di produzione medio-bassa, al massimo tra i dodici e i venti milioni di dollari per film.Fascia in cui già si davano battagliaMiramaxeNew Line Cinema. Senza farla più lunga del necessario, nel 1993 uscì la prima produzione Savoy:Bronx(A Bronx Tale) di e conRobert De Niro. Il film andò bene e le cose stavano ingranando. Seguirono un paio di filmetti e poi nel 1994, uscìLa signora ammazzatutti(Serial Mom). È una commedia nera molto carina diJohn Waters, conKathleen Turnernel ruolo di una casalinga serial killer. Ecco, questi due, e giusto un altro paio di film al massimo, sono stati gli unici successi della Savoy. Nel 1994 fece il passo più lungo della gamba schiantandosi a terra di faccia: volevano fare il blockbuster super-mega-wow. Così, ingaggiaronoSylvester Stallonemettendogli in mano venti milioni di dollari. Indovina per cosa? Niente. Un progetto in studio che, alla fine, non venne mai realizzato. Venti milioni andati via, così. Alé. Essenzialmente fu questa cosa dei venti milioni dati in amicizia a Stallone che portò aFuga da Absolom. Un ripiego nato da un progetto fallito. Nonostante tutto l’idea di piazzare un film di genere era ancora lì. A causa delle perdite, però, la Savoy si occupò solo della distribuzione diFuga da Absolom. A metterci ildinerofu laPacific Western Productions, società fondata dalla storica produttriceGale Anne Hurd. Tra una cosa e l’altra riuscirono a ingaggiareRay Liotta. Attore famoso e di sicuro più abbordabile rispetto a Stallone & company, che da soli si ciucciavano mezzo budget. Ray Liotta all’epoca era conosciuto principalmente per i ruoli da cattivo, tipoHenry HillinQuei bravi ragazzie il maniaco psicotico inAbuso di potere. In realtà pure per luiFuga da Absolomera una specie di ripiego. Accettò la parte per la possibilità di staccarsi dall’immagine del cattivo che lo avrebbe fatto finire come un caratterista. Magari sarà stata tutta questa storia di compromessi e accomodature il motivo per cuiFuga da Absolompare una cosa, come dire… raffazzonata. A ogni modo, il film è basato suThe Penal Colony, un romanzo diRichard Herleypubblicato nel 1987. Se il film sia uguale al romanzo, oppure tragga solo vagamente ispirazione per il soggetto, vallo a sapere. Sarebbe interessante saperlo, però. Il film diFuga da Absolomè uscito nel 1994 e ambientato nel 2022. In questo futuro (quasigiorni di un futuro passato, ormai) la società ha deciso che la scelta migliore è costruire gigantesche colonie carcerarie. Su carta lo scopo è sfruttare gli ergastolani come forza lavoro a costo zero. Benissimo. In questo scenario, l’ex capitano dei marinesJ.T. Robbins(Ray Liotta) dopo aver ucciso un superiore viene condannato all’ergastolo e portato aLeviticus, un super-mega-carcere di super-mega-massima sicurezza. Tra parentesi, il Leviticus più che un carcere pare una vera e propria città. Le cui megalitiche torri svettano per centinaia di metri in mezzo al deserto che lo circonda. Addirittura, Robbins viene trasportato con la monorotaia di aereo-super-fantascienza della prigione. Tutto molto bello, certo, ma non è questo il punto: il film si chiamaFuga da Absolome nonFuga da Leviticus, no?Viene fuori che Robbins è troppo tosto e il super-mega-carcere troppo morbido. Perciò, il direttore (Michael Lerner) decide di sbattere Robbins ad Absolom. Ci sarebbe da chiedersi quale sia il rapporto costi-benefici di tutto questo. Quanti prigionieri, per esempio, dovrebbero essere trasportati ogni giorno solo per giustificare la monorotaia.Devi pure sforzarti, veramente tanto, per credere che:A)per il suo comportamento, Robbins non venga ucciso subito;B)che Absolom sia una punizione più dura del super-fanta-carcere. Absolom è una lussureggiante isola in mezzo all’Oceano Pacifico, dove i prigionieri vengono lasciati a loro stessi. Le razioni però arrivano puntualmente ogni mese. Comunque, qui si sono organizzati in due fazioni. Da un lato ci sono gliEsterni, feroci e cannibali guidati daMarek(Stuart Wilson). Dall’altro, gliInterni, guidati dalPadre(Lance Henriksen). Un gruppo civile e ordinato, organizzato tipo villaggio medievale. Cerchiamo di capirci un attimo. Metti che, forse, il romanzo originale da cui è trattoFuga da Absolomsia un tantino più approfondito. Magari, chiarisce e spiega meglio il perché di tante cose. Tipo, tutt’intorno all’isola ci sono le difese di fantascienza, i laserini che fannopew! pew!, i satelliti in orbita che monitorano la situazione… Eh, per quale motivo? Pure qui viene da chiedersi quale sia effettivamente il lavoro per cui i prigionieri dovrebbero essere sfruttati. Cioè, nessuno fa una beata mazza. Viene fatto uno sforzo enorme per tenere questi poveracci sull’isola e pure per tenere segreto quello che fanno lì. Cioè, non fanno niente. Chi finanzia tutto questo e a che pro? Quali sono i rapporti costi-benefici per tenere in piedi tutta la baracca? Fuga da Absolomè, fondamentalmente, unprison moviea cui hanno appiccicato ogni possibile idea fantascientifica vista nei precedenti trent’anni. C’è di tutto:Fuga da New York,2013 – La Fortezza,Sotto massima sorveglianza,Moon 44e via dicendo. Anche se, a guardarlo bene, presenta una fin troppo sospetta somiglianza conTerminal Island. Questo è un film d’exploitationdel 1973, in cui tutti gli assassini di primo grado vengono sbattuti su un’isola privata adibita a prigione. La protagonista si trova poi in mezzo a una guerra civile tra i prigionieri divisi in due fazioni. Un po’ troppo familiare, eh? Al di là di questo, forse nel romanzo originale ci sarà, non so, una riflessione di qualche tipo sui sistemi carcerari o qualcosa del genere. Nel film, sparsi qua e là ci sono alcuni dialoghi che vanno in questa direzione; ma sono superficiali e per lo più senza un particolare significato né intrinseco, né utile per l’economia della situazione.Fuga da Absolomci prova di tanto in tanto, ma ogni tentativo d’approfondimento di qualunque tema viene sbattuto al cesso, e mai più ripreso, in 3.8 secondi netti. Per non parlare dei personaggi. Robbins, il protagonista, anziché un eroe pare più uno che ha bisogno di un concreto aiuto psichiatrico. Entra in contatto con entrambe le fazioni, ma l’unica cosa che gli interessa è laFuga da Absolom. Ok, chiaro che questo è illeitmotivdel film, ma diamogli un minimo di contesto. Una motivazione, che vada giusto un tantino più in là del“devo scappare da qui”. In generale, questo è un problema che hanno in comune tutti i personaggi. Insomma, non è stato fatto proprio un gran lavoro di caratterizzazione. Sono per lo più stereotipi vagamente abbozzati che si limitano a qualche frasetta fra una battaglia e l’altra. A conti fatti,Fuga da Absolomè per il cervello l’equivalente di un blocco di cemento ai piedi di un nuotatore. La trama è riassumibile su unpost-itche non spiega mai niente. Ogni svolta narrativa non porta a nulla, se non a domande che il film non si prende la briga di rispondere. Perché Absolom doveva rimanere un segreto, perché alcuni prigionieri sono stati esiliati sull’isola? Addirittura, a un certo punto viene fuori che gli uomini di Marek attaccano gli Interni quattro-cinque volte l’anno. Sul serio? Eppure, nonostante tutto,Fuga da Absolomè un film incredibilmente divertente. Vero che la sceneggiatura è confusa. Ogni questione viene abbandonata subito, ma viene abbandonata a favore di sparatorie, torture, guerriglia e battaglie con la balestra. Cose, appunto, divertenti. Il ritmo è veloce e quasi mai ammorba. GuardandoFuga da Absolomè chiaro che tutti gli sforzi sono andati unilateralmente verso l’azione. Il livello tecnico è alto, si vede che è stato speso la maggior parte del budget (venti milioni, per dire) ed è veramente piacevole guardare set e costumi. Ovvio che le aspettative della Savoy fossero altre. Il flop del film al cinema è spiegabile per il fatto che tutto si limita a un collage di temi saccheggiati qua e là. Non è proprio proprio il massimo, questo no. Però, almeno, anni dopo ci rimane un B-movie che, per la sua semplicità e immediatezza, è sempre divertente da guardare. Forse pure un tanto così sopra la media. Oh, alla fine meglio di niente, no? Ebbene, detto questo credo sia tutto. Stay Tuned, ma soprattuttoStay Retro.