FEMI BENUSSI, L’ATTRICE PIÙ SPOGLIATA DEL CINEMA

Femi Benussisi è conquistata il titolo di attrice più spogliata del cinema italiana perché la naturalezza con la quale si è sempre mostrata nuda e protagonista di audaci scene erotiche (etero e pure lesbo) non ha avuto uguali.Difficile è stato vederla protagonista assoluta di una pellicola, il suo ruolo era quello della comprimaria, della spalla nuda dell’attrice principale. Un destino simile a quello di Orchidea De Santis (anche lei una che si spogliava con naturalezza), che ha condiviso con la Benussi il ruolo di reginetta deldecamerotico. Eufemia “Femi” Benussi, italo-jugoslava, nasce a Rovigno d’Istria il 4 marzo del 1945, si diploma e si iscrive all’Università dove vuole laurearsi in lettere e filosofia per fare l’insegnante, nel contempo recita a teatro. Una delusione d’amore la fa scappare a Roma, da una zia, ed è qui che viene introdotta nel cinema.La sua bellezza mediterranea non poteva passare inosservata: capelli lunghi e neri, sguardo malizioso, occhi azzurro intenso, corpo da maggiorata. Femi Benussi era proprio il tipo di attrice che serviva al cinema di fine anni sessanta. “Se vogliamo lavorare, dobbiamo accettare le proposte dei produttori. Ci vogliono svestite e disponibili, se una donna è bella le chiedono soltanto quello”, diceva all’inizio. Lei comunque lo sapeva fare con grande naturalezza, unendo alla bellezza una notevole capacità recitativa fatta di ironia e sensualità.“Sono per il cinema di stato”, affermava,“non è giusto che poche persone guadagnino somme favolose mentre la maggior parte degli attori e cineasti tirano la carretta”.All’apice del successo con la commedia erotica aveva cambiato idea sul ruolo della donna o nel cinema:“Più la donna è oggetto, più è arbitra del suo destino. Più è oggetto e più riesce a vincere la sua battaglia nei confronti dell’uomo, a sottometterlo e ad aprirsi qualsiasi strada nella vita”. Il debutto di Femi Benussi avviene a diciannove anni, con una particina neIl boia scarlattodi Massimo Pupillo (1964) che per l’occasione si fa chiamare Max Hunter. Un film dove tutti gli attori e il cast tecnico al completo sfornano pseudonimi anglofoni per darsi un tono. A parte il protagonista Mickey Hargitay, che è davvero americano, gli altri sono: Walter Brandi, Luisa Baratto, Alfredo Rizzo, Roberto Messina e via dicendo.Femi Benussi, trasformata in Femi Martin, recita accanto alla starlet hawaiana Moa-Thai, una meteora nel firmamento della celluloide, e alla pessima Rita Klein, la quale recitava così male da costringere il regista a torturarla davvero per farle esprimere paura. Il film racconta una storia sadica sullo stile delle opere del marchese De Sade: c’è del sesso appena sfumato e molte bizzarrie improvvisate.Mickey Hargitay, il sadico protagonista che pensa di essere la reincarnazione del Boia Scarlatto, compie ogni genere di torture nel suo castello massacrando una troupe di giornalisti. La recitazione è la vera palla al piede di questo film che definiretrashnon rende bene l’idea. La sola attrice che se la cava è proprio la debuttante Femi Benussi. Pasquale Festa Campanile la nota e la vuole nel cast diUna vergineper il principe(1965), film in costume ambientato nel 1585 con Vittorio Gassman, Virna Lisi, Philippe Leroy, Vittorio Caprioli, Maria Grazia Buccella, Mario Scaccia, Paola Borboni, Tino Buazzelli e Anna Maria Guarneri. Ovvio che il ruolo femminile principale è per la Buccella, verosex simbolanni Sessanta, la quale contende la scena a Virna Lisi, ma la Benussi non manca di farsi notare in una parte di supporto. Nel 1966 Femi Benussi viene inserita nel cast diUccellacci euccellinidi Pier Paolo Pasolini, unica sua incursione nel cinema d’autore. Femi recita accanto al grande Totò e a Ninetto Davoli, che passeggiano lungo la campagna romana per portare a termine il loro incarico di sfrattare la gente che non paga l’affitto. Il film di Pasolini, girato in un fantastico bianco e nero, è uno dei capolavori del cinema italiano. La trovata surreale del corvo parlante che ragiona come un intellettuale marxista è memorabile.Nel film Femi Benussi è una presenza femminile importante, accanto a Rossana Di Rocco, Rosina Moroni e Lena Lin Solaro, pure se le donne nel cinema di Pasolini non rivestono quasi mai ruoli preponderanti. Con gli altri due film del 1966 la bella istriana torna alla normalità interpretando un mediocre film di spionaggio comeUn brivido sulla pelledi Amasi Damiani (si fa chiamare A. Van Dyke). Però Femi Benussi è attrice principale in un cast con Gianni Medici, Maria Virginia Onorato, Ivan Scratuglia e Luciano Pigozzi, tutti come d’abitudine con pseudonimo anglofono. Femi Benussi, che si fa chiamare Susy Martin, è diretta da un regista alla sua seconda prova che con un budget ridicolo mette insieme una buffa storia di spie ambientata in una centrale nucleare. Ancora più sconosciuto e introvabile è l’ultimo film del 1966:00 Ciak – operazione mondodi Marino Marzano. Femi Benussi è l’attrice principale accanto a Massimo Serato. La pellicola, classificata come documentario, racconta le vicissitudini di uno scrittore che si fa aiutare da una ragazza per recuperare materiale da utilizzare per un libro. In pratica è unmondo movieche realizza una carrellata su spettacolini di varietà, numeri comici e canzoni, una cosa un po’ alla Jacopetti ma meno truce. Marzano era un buon documentarista e fu soprattutto un suo film d’inchiesta sull’Africa (Stregoni in tight, 1965) a dargli una certa popolarità. Nel 1967 Femi Benussi è impegnata sul set di tre film modesti comeTre pistole controCesaredi Enzo Peri,A suon di luparadi Luigi Petrini eIl tempodegli avvoltoidi Nando Cicero.Tre pistole controCesareè un curioso western girato dal produttore e distributore Pieri che vede interprete Enrico Maria Salerno (Giulio Cesare Fuller) in lotta contro tre fratellastri buoni che vogliono l’oro della miniera ereditata dalla madre. Nel cast c’erano anche Delia Boccardo, Ferruccio De Cesare e Umberto D’Orsi.A suon di luparavede la Benussi protagonista di una drammatica storia di mafia accanto a Isabella Incontrera, Lang Jeffries e Luciana Paoli.Il tempo degliavvoltoiè ancora un western diretto da Nando Cicero, il migliore dei tre che il regista ha realizzato nella lunga carriera. Si tratta anche del film più interessante girato da Femi Benussi nel 1967. Ci sono George Hilton, Pamela Tudor, Femi Benussi, Eduardo Fajardo e molti bravi caratteristi che danno vita a un dignitosospaghetti-western. Tra l’altro, il film era vietato ai minori di diciotto anni perché Cicero si scatena da par suo sul fronte del sesso e del sadismo più violento. Da questo film comincia la leggenda di Femi Benussi come attrice più nuda del cinema italiano. Ed è anche vero che per il periodo storico sia lei che la Tudor si spogliano parecchio e si fanno vedere più volte nude sotto la doccia. Tutti i personaggi sono antipatici, cattivi, brutali, violentatori e torturatori di donne. Logico che in un film come questo non è previsto il lieto fine. Da rivedere e rivalutare. Il 1968 è un anno importante per Femi Benussi che lavora molto e in pellicole di diverso genere.Samoa, regina della giungladi Guido Malatesta è un erotico-esotico legato al gusto del tempo conEdwige Fenech.L’uomo venuto peruccideredi Leon Klimovsky è unospaghetti-westernpoco conosciuto che vede Femi Benussi accanto a William Spolt e Richard Wyler.Requiem per un gringodi José Luis Merino la vede ancora protagonista di un western prodotto in Italia con finta ambientazione messicana. Non poteva mancare Fernando Sancho.Vacanze sulla Costa Smeraldadi Ruggero Deodato, un comico musicale abbastanza modesto.Susanna e i suoi dolci vizi allacorte del redi Françoise Legrand ha Edwige Fenech come co-protagonista.Il 1968 di Femi Benussi si conclude conEl Zorrodi Guido Zurli, regista toscano che non ha avuto grande popolarità. Di questo film è quasi impossibile reperire notizie. Apre il 1969 di Femi Benussi il film erotico-storicoLe calde notti di Poppeadi Guido Malatesta, che si fa chiamare come consuetudine James Reed, il quale aveva già diretto la bella attrice nel suo primo esotico-erotico.Femi Benussi non è Poppea, forse era troppo giovane e non aveva ancora il fisico, ma in seguito interpreterà Poppea con Alfonso Brescia inPoppea una prostituta al servizio dell’impero(1972).Nel film del 1969, invece, Femi Benussi è calata nella parte di Livia, mentre Popea è Olinka Berova, bomba sexy del tempo, contornata da attori modesti come Renato Rossini, Brad Harris, Gia Sandri, Daniele Vargas e i caratteristi Nello Pazzafini. Insomma, Malatesta realizza un peplum erotico con protagonista il culturista Brad Harris e un po’ di belle ragazze discinte. Homo eroticusdi Marco Vicafrio (1969) è un classico Buzzanca-movie, il film che consacra il personaggio del meridionale geloso e sciupafemmine rendendo famoso l’attore siciliano. Il cast è davvero stellare: Rossana Podestà, Luciano Salce, Adriana Asti, Bernard Blier, Sylva Koscina, Ira Fürstemberg, Angela Luce, Piero Chiara (addirittura!), Nanni Svampa, Lino Patruno e Paola Tedesco.Femi Benussi recita una parte di secondo piano nelle vesti di un’antiquaria. Il film è tutto basato sul personaggio eccessivo interpretato da Lando Buzzanca, un cameriere superdotato e con tre palle! Un film divertente abbastanza spinto che andrebbe riscoperto: un Buzzanca scatenato, ben diretto da Vicario, spoglia l’intero cast femminile. Femi Benussi nelle succinte vesti di Tarzana Tarzana sesso selvaggiodi Guido Maltesta (1969) vede ancora insieme Edwige Fenech e Femi Benussi.Quintanadi Vincenzo Musolini (1969) è un western poverissimo che si ricorda perché segna la data di morte di un regista alla sua seconda esperienza. Che fanno i nostri superman tra le vergini della giungla?di Adalberto (Bitto) Albertini (1970) è un film di Amendola e Moncada che fa parte della serie dei tre fantastici superman, un tipo di film seriale che andava in quel periodo. La bella di turno è Femi Benussi nella parte della scatenata regina di una tribù di amazzoni che si fanno chiamare “selvagge bianche”. Questi film non erano dei capolavori e io ricordo ancora quando li vedevo al cinema di terza visione della mia città, cose per ragazzi divertenti che facevano passare in allegria il pomeriggio della domenica. Questa libertà di avere le ali bagnatedi Alessandro Santini (1970) risente della sceneggiatura e delle idee di un autore fuori dalle righe come Renato Polselli. Non per niente nel cast c’è Rita Calderoni, attrice feticcio del regista romano, ma pure Femi Benussi fa la sua parte.Il protagonista di questo dramma erotico è Mark Dammon nei panni di uno scrittore che escogita ogni sistema pur di pubblicare il suo libro. Santini è al debutto e Polselli lo aiuta. Il rosso segno della folliadi Mario Bava (1970), noto anche comeUn’accetta per la luna di miele, è tratto da un soggetto di Santiago Moncada. Femi Benussi recita in questo ottimo thriller a fianco di Dagmar Lassander (al secondo film italiano), Laura Betti e Steve Forsyth. Bava è un maestro per questo genere di film sulle gesta di un serial killer che elimina le donne a colpi di accetta. Ti darò un posto all’infernodi Paolo Bianchini (1970) è un film modesto che si può ricondurre al genere esotico, dato che è ambientato in Sri Lanka. Femi Benussi, unica presenza femminile, indossa i panni di una bella cingalese accanto a Gordon Mitchell e George Nader. Il tema è quello della rivolta di un minatore e dei suoi compagni contro un duro proprietario. Se ti incontro t’ammazzodi Gianni Crea (1971) è un buonwestern-spaghetticon Donald O’Brien, Gordon Mitchell e Maria Pia Giancaro. Femi Benussi è la ragazza del saloon, una bellezza che fa da sfondo al tema della vendetta. Femi Benussi ne “Le caldi notti del Decameron” Il 1972 è l’anno deidecamerotici, film di ambientazione medievale sulla spinta del successo dei film erotici di Pasolini che in questi anni vengono sfornati a ripetizione. Come abbiamo detto, Femi Benussi eOrchidea De Santissono i due volti, e soprattutto due corpi, tipici del sottogenere.Tra i film di questo tipo interpretati dalla Benussi nel 1972 ricordiamoDecameron n. 3(noto anche comeL’ultimo Decameron –Le più belle donne del Boccaccio) di Italo Alfaro,Canterbury proibitodi Italo Alfaro,Le calde notti delDecamerondi Gian Paolo Callegari,I giochi proibiti dell’AretinoPietrodi Piero Regnoli,Metti lo diavolo tuo ne lo mio infernodi Adalberto Albertini,Il prode Anselmo e il suo scudierodi Bruno Corbucci. Nel 1973 ildecameroticocontinua a incalzare, la Benussi è molto richiesta e compare sempre molto nuda inLeva lodiavolo tuo dal… conventodi Françoise Legrand eFinalmente le millee una nottedi Antonio Margheriti. Inutile fermarsi a commentare le pellicole che come clichédecameroticovedono sempre all’opera moglie vispe e baldanzose, mariti sciocchi e cornuti, frati peccaminosi e suore libidinose. Le storie si assomigliano molto tra loro, di solito la struttura è a episodi oppure c’è un elemento di raccordo che tiene insieme le varie parti del film. Tutto è sempre condito da umorismo e battute spesso di grana grossa, a volte divertenti e altre meno. I modelli di riferimento sono i tre lavori di Pier Paolo Pasolini:Il Decameron(1971),Il fiore delle mille e una notte(1974),I racconti di Canterbury(1972), ma per comodità il sottogenere è stato denominatodecamerotico.Il nudo certo non manca e l’erotismo è parte fondamentale delle storie che Femi Benussi interpreta senza veli e senza tanti pudori. Qualche parola in più la meritaFinalmente… le mille e una nottedi Antonio Margheriti (1973) che, firmandosi Anthony M. Dawson, realizza un decamerotico con molte pretese. Ci sono tanti attori della commedia sexy come Barbara Bouchet, Gastone Pescucci, Gigi Ballista, Barbara Marzano ed Esmeralda Barros. Come suo costume Margheriti gioca molto sul fantastico e accantona un po’ il lato erotico, interessante la figura del genio e tutti gli effetti speciali. Per il critico Teo Mora è un capolavoro. Femi Benussi in “Poppea, una prostituta al servizio dell’impero” A parte i decamerotici, nel 1972 Femi Benussi è la protagonista diPoppea, una prostituta al servizio dell’imperodiAlfonso Brescia, Nel film ci sono anche il cantante Don Backy, la bella Eva Czemerys, Linda Sini (Agrippina) e un grande Vittorio Caprioli nella parte di Nerone. Si ricorda la canzoncina trash:“Sei bella, sei bella, un pochino mignotta…”, e infatti la parte di Femi Benussi è proprio quella della mangiatrice di uomini mai soddisfatta. Le scene di nudo sono tutte per lei, che non si risparmia e si concede alla vista del suo pubblico senza remore. Poppea, seconda moglie di Nerone, fa il bagno nel latte Il film può essere definito un comico-romano, un tardo peplum tutto da ridere, recitato da attori che in quel periodo facevano soprattuttodecamerotici. I temi sono gli stessi deldecamerotico, vanno dalle corna ai mariti sciocchi e vanesi (Nerone), alle donne puttane ma furbe (Poppea), fino alle trame per impossessarsi dei posti di potere.Femi Benussi è al massimo della sua bellezza mediterranea, quando compare sulla scena con i riccioli neri, gli occhi d’un azzurro intenso e le forme abbondanti, si riesce a vedere soltanto lei. Una sequenza erotica memorabile è quando Poppea tradisce Nerone con Pomilio mostrandosi completamente nuda. Gli amanti si alternano al ritmo di uno all’ora in camera di Poppea, che li nasconde sotto il letto e negli armadi promettendo amore a tutti. Un’altra sequenza molto spinta è quella delle carezze tra Don Backy e Femi Benussi, con la macchina da presa che riprende dal basso verso l’alto.Non poteva mancare il bagno nel latte di Poppea, personaggio cucinato in tutte le salse dal cinema italiano, pure se questa Poppea così puttana interpretata da Femi Benussi è abbastanza credibile. La scena del bagno nel latte è molto lunga, girata alralentiprevede un altro bel rapporto erotico tra la Benussi e Don Backy.La cosa più bella di Femi Benussi è il volto, incorniciato da un sorriso malizioso e da stupendi occhi azzurri su capelli scuri. Una bellezza mediterranea che ha qualcosa di selvaggio e di campestre. La trama del film è solo un pretesto per mostrare siparietti comici e la bellezza di Femi Benussi nei pochi panni di Poppea.A un certo punto entra in scena anche Eva Czemerycs, un’affascinante sacerdotessa di Cappadocia profanata nella sua verginità. Il più bravo è Vittorio Caprioli, che costruisce da par suo la macchietta di un Nerone folle e poeta da strapazzo (mitica la poesia “Il gladiatore”). Nerone è pure un po’voyeurcome il pubblico di questo film e spia la moglie che amoreggia sul letto nuziale in una delle tante scene nelle quali si vede la Benussi in nudi integrali.Quando Nerone dà fuoco a Roma c’è appena il tempo di vedere un bel primo piano sul culo di Femi Benussi che si arrossa e piano piano brucia pure lui. Per fortuna Don Backy la salva e se la porta a letto. Roma brucia, Poppea scopa e Nerone medita di incolpare i democristiani. Tutto molto trash. La mala ordinadi Fernando Di Leo (1972) è uno deipoliziotteschipiù belli del cinema italiano e merita una trattazione accurata.Il film, scritto e sceneggiato da Di Leo, Augusto Finocchi e Ingo Hermes, si avvale delle suggestive musiche di Armando Trovajoli e soprattutto di una regia ispirata.Gli attori sono molto bravi, soprattutto Mario Adorf nei panni del perseguitato Luca Canali, ma anche Adolfo Celi come capo mafia, Henry Silva, Wood Strode, Sylva Koscina e Francesca Romana Coluzzi. Femi Benussi è Anna la mignotta, che scarica Canali quando è in pericolo perché ha paura. Si tratta di uno dei film preferiti da Quentin Tarantino, che lo apprezza soprattutto per il clima di violenza e di angoscia che Di Leo sa creare. Due killer americani (Silva e Strode) vengono mandati a Milano per uccidere il magnaccia Luca Canali (Adorf), accusato ingiustamente di avere rubato una partita di droga. Il boss mafioso milanese (Celi) è il vero colpevole e vuole far fuori Adorf prima che gli americani lo prendano e possano capire la verità. Adorf diventa una belva quando gli vengono uccise barbaramente moglie (Koscina) e figlia (una piccola Lara Wendel) in una scena davvero sconvolgente da quanto è ben girata. La vendetta di Adorf si abbatte su Celi e i suoi uomini e infine si sbarazza pure dei due americani che lo inseguono in una discarica. Luca Canali era “un uomo di casino”, dicevano con disprezzo i malavitosi, ma questo magnaccia dimostra più coraggio e fegato di tutti e davanti ai dolori che la vita gli pone davanti tira fuori una grande dignità.Un film davvero bello che si ispira a un romanzo di Scerbanenco, l’unico vero scrittore di noir che abbiamo avuto in Italia. Femi Benussi la vediamo in una parte breve di donna del magnaccia, procace e provocante in tutta la sua sensualità. La vediamo a seno nudo, poi a letto con il sedere al vento, come sempre nuda e disponibile. Femi Benussi è doppiata in napoletano, il suo fisico prosperoso è da donna del Sud che indossa minigonne provocanti nere e rosse.Tra l’altro è protagonista passiva di una scena molto violenta dove gli uomini del boss la malmenano per farsi dire dove è andato il suo protettore. Sullo sfondo si sentono le note dolci e suadenti di “Un’ora sola ti vorrei” mentre i due uomini picchiano la donna, le strizzano forte un capezzolo con due dita. Adorf è molto bravo, l’attore migliore del film, ma pure Celi e la Benussi non sono da meno. La scena dell’investimento omicida di sua moglie e della figlia è la più dura di tutta la pellicola, subito dopo segue un inseguimento disperato da uomo distrutto da dolore che fa fuori il killer senza alcuna pietà. Le scene dell’inseguimento tra auto e furgone sono davvero spettacolari e ben girate: qui Di Leo mostra tutta la sua bravura.Adorf alla fine si attacca al furgone, spacca il vetro, a cazzotti e fa uscire fuori l’assassino, dopo una scazzottata violenta lo inchioda a un camion con una lama infissa nel colo. Tutto molto crudo ma anche molto ben fatto. Inizia la serie di uccisioni e la vendetta di Adorf si scatena sui picciotti e su Adolfo Celi. La sfida finale con i due americani è notevole, un gioiello delpoliziottescoviolento con particolari, primi piani e soggettive girate in modo maestrale. La fine di Silva è davvero terribile: Adorf lo uccide tirandogli addosso una macchina sfasciata con il gancio della gru. Il magnaccia si è vendicato di tutti e adesso può tornare a vivere, pure se adesso è un uomo ancora più solo. Femi Benussi e Malisa Longo in “Adolescenza perversa” Rivelazioni di unmaniaco sessuale al capo della squadra mobiledi Roberto Bianchi Montero (1972) è noto anche comeLa morte viene dalbuio, che forse come titolo è meno cervellotico e più di impatto.Si tratta di un thriller erotico che Marco Giusti su “Stracult” definisce porno anche se non è vero. Un maniaco in guanti neri uccide un po’ di donne infedeli e fin qui c’è poco di originale, ma il cast femminile è notevole: Sylva Koscina, Annabella Incontrera, Femi Benussi (nel ruolo di Serena) e Susan Scott (alias Nieves Navarro). Il tuo piacere è il miodi Claudio Racca (1972), dove Femi Benussi è “la regina dei peccati di Spagna”.Bruna, formosa cerca superdotatodi Alberto Cardone (1973) è una commedia erotica di poco peso che si ricorda come ultimo film di un regista, di cui il cinema italiano non sentirà la mancanza. Tony Kendall (Luciano Stella) è un Don Giovanni di provincia che incontra a Milano Femi Benussi, una bella e sconosciuta inserzionista. C’è anche Erika Blanc.Paolo il caldodi Marco Vicario (1973) invece è un bel film tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati. Il cast femminile è di tutto rispetto:Ornella Muti, Enrica Bonaccorti, Rossana Podestà, Adriana Asti, Barbara Bach, Orchidea De Santis e chi più ne ha più ne metta.Il film è un erotico molto raffinato dove la Benussi e la De Santis sono due mignotte al mare.Quando l’amore è sensualitàdi Vittorio De Sisti (1973) è un altro film erotico di buona fattura con Agostina Belli, Gianni Macchia ed Ewa Aulin. Ne abbiamo già parlato.La ragazza di via Condottidi A. De Mendoza (German Lorente) conclude il 1973 ed è un thriller modesto dove la Benussi è l’attrice principale. Nel 1974 le interpretazioni di Femi Benussi si caratterizzano per un’accelerazione verso l’erotico spinto che comincia a farsi evidente conAdolescenza perversadi José Benazeraf, dove troviamo pure la bella Malisa Longo.Un dramma erotico alla Imperioli che racconta le peripezie sessuali di una professoressa di matematica divorziata che odia gli uomini ma si innamora di un allievo.Carnalitàdi Alfredo Rizzo è sulla stessa falsariga, pure se vorrebbe essere un giallo ma che scade spesso nel pecoreccio anche per merito di Erna Schurer eSonia Viviani, che al tempo aveva solo quindici anni.Il domesticodi Luigi Filippo D’Amico (1974) è un Buzzancamovieche vede anche Martine Brochard, Arnoldo Foà, Silvia Monti, Luciano Salce ed Eleonora Fani.Il cast è interminabile, ci sono attori davvero di grande livello per uno dei migliori film di Lando Buzzanca che si scatena nella sua tipica comicità fatta di erotismo e doppi sensi. Femi Benussi fa la mondina un po’ mignotta, ma nella finzione è un’attrice di teatro.Là dove non batte il soledi Antonio Margheriti è un film atipico nel 1974 di Femi Benussi perchè si tratta di un film western contaminato dalkung-fucon Lee Van Cleef e gli Shaw Brothers. Il richiamo sessuale è dato dalla singolare pianta del tesoro dipinta sui sederi di quattro prostitute di diverse nazionalità. Femi Benussi è la puttana italiana, Erika Blanc è l’americana e Patty Shepard la russa.I sette magnifici cornutidi Luigi Russo è un pessimo film a episodi che conclude il 1974 con un nuovo film dedicato al sesso. Femi Benussi dà il meglio di sé anche se le storie sono stiracchiate e bruttine. Ricordiamo anche Didi Perego, Oreste Lionello e Carlo Dalle Piane. L’assassino è costretto a uccidere ancoradi Luigi Cozzi (1975) è un discreto thriller argentiano girato in poco tempo e costato solo quaranta milioni di lire.Daniele Del Giudice scrive soggetto e sceneggiatura insieme al regista per raccontarci la storia di un killer (Michel Antoine) pagato per ammazzare la moglie di George Hilton. Femi Benussi recita da bionda e prima di venire uccisa, tanto per cambiare, scopa alla grande e mostrandosi come mamma l’ha fatta. Femi Benussi torna al cinema erotico puro conLa collegialedi Gianni Martucci (1975), un film visto e rivisto che racconta la solita storia della ragazzina che torna dal collegio in preda ai bollenti spiriti e si fa tutta la famiglia.Il cast femminile è notevole: Martha Katherin,Sofia Dionisioe Femi Benussi che non è la protagonista ma ha il ruolo di una ninfomane in una clinica. Nino Castelnuovo è il protagonista maschile di un film che è l’opera prima di Martucci.La commessadi Riccardo Garrone (1975) è un pessimo erotico comico che si ricorda come primo film di un attore interessante che dopo girerà ancheLa mafia mi fa un baffoe poi tornerà (meglio per noi) davanti alla macchina da presa.Protagonista è un Renato Cecilia che si scatena davanti alle grazie femminili di Femi Benussi e Yvonne Harlowe.Le dolci ziedi Mario Imperioli (1975) è un altro erotico che abbiamo già visto parlando di Orchidea De Santis.Una vergine in famigliadi Luca Degli Azzeri (alias Mario Siciliano) (1975) vede come protagonistaFranca Gonella, che dovrebbe passare per verginella in mezzo a una famiglia di maiali. La ragazza dopo poco si convince che è meglio farsi mezza famiglia e alla fine scappa con il padre del suo possibile fidanzato.Il film è costruito sulla bellezza giovanile e maliziosa di Franca Gonella, ma pure la Benussi fa la sua parte. Lezioni privatedi Vittorio De Sisti (1975) è un altro erotico che ha per protagonista Rosalino Cellammare (il popolare cantante Ron non ancora famoso). Ron studia al conservatorio e non se la cava bene con le donne. Viene svezzato eroticamente prima da una matura Carrol Baker, insegnante di piano, poi dalla servetta Femi Benussi e infine dalla compagna di scuola Eleonora Fani.La noviziadi Pier Giorgio Ferretti (1975) è un altro bel film erotico che vede protagonistaGloria Guida.Nude per l’assassinodi Andrea Bianchi (1975) è un film con Edwige Fenech protagonista.In questi due film Femi Benussi recita parti di secondo piano, ma sempre piuttosto erotiche e provocanti.I sette del gruppo selvaggiodi Gianni Crea è un film girato nel 1972 che vede la luce soltanto nel 1975, infatti pare fuori registro rispetto ai film che la Benussi interpreta in questo periodo. Si tratta di un modesto western.La sanguisuga conduce la danzadi Alfredo Rizzo (1975) è noto anche comeIl marchio di Satana, un thriller erotico che vede la Benussi protagonista indiscussa. La storia horror e si svolge in un castello, dove alcune donne vengono uccise. Nel film si alternano efferati delitti a lunghe scene di rapporti sessuali.Alla fine si scopre che l’assassina è proprio Femi Benussi, governante ninfomane. La cameriera neradi Mario Bianchi (1976) vede attrice principale Carla Brait che al suo arrivo nella casa dove deve lavorare spodesta Femi Benussi da idolo erotico del condominio.Notevole anche Ria De Simone, che tiene dietro alle performance nude delle due protagoniste.Campagnola belladi Mario Siciliano (1976) è un buon erotico-campagnolo che vede protagoniste femminili Franca Gonella (Letizia) e Femi Benussi (Feliceta). Un erotico-agreste girato sulla scia del successo deLa bolognese, sempre con la Gonella che mette in scena le solite situazioni di maschi allupati in un ambiente agricolo. Vediamo donne ai lavatoi con i seni scoperti, vecchi che toccano sederi e fuggono, improbabili elezioni di Miss Campagnola, donne che salgono sugli olivi con le cosce di fuori e contadine seminude. La trama è un pretesto e la comicità ruspante come l’erotismo è di una sensualità molto casereccia. Franca Gonella si esibisce in una singolare doccia agreste con una serva che le versa addosso l’acqua calda da una brocca di alluminio. Riccardo Garrone è un allupato contadino che ci prova con la Gonella e finisce in mezzo alle galline, ma pure il sindaco non è da meno e quando passa la bella campagnola tenta di toccarla un po’ ovunque. Femi Benussi è un po’ in secondo piano, interpreta la bella Feliceta che per campare fa la mignotta (“mai di domenica, però”, dice), ma un militare la scambia per un’affittacamere. Ottima la scena erotica tra l’esperta Benussi e il giovane militare che ci mostra la bella istriana completamente nuda e al massimo della sua bellezza. Il film prosegue con numerose situazioni piccanti girate nello stile diMalizia, soprattutto la scena della vestizione di Femi Benussi ricorda molto la sequenza in cui Laura Antonelli indossa il reggicalze. Da ricordare una mise bianca in slip e reggiseno e anche una bella parte onirica dove Femi sogna di essere sculacciata. Vera protagonista è però Franca Gonella che deve evitare le insidie di tutti, da Garrone ai militari, in un gioco di mani e di toccate e fughe che si snodano sotto il tavolo. Nel finale i soldati tornano alla campagna per sposare le due donne. Cara dolce nipotedi Andrea Bianchi (1976) non è un gran film: basta dire che il protagonista maschile è Lucio Flauto. Ma ci sono pure Francesco Parisi, Urusula Heinle e Femi Benussi.La storia di una nipote che va a fare visita allo zio albergatore e sconvolge la tranquilla vita dell’uomo. La somiglianza tra la nipote e la moglie morta è incredibile, sia lo zio che un vicino pilota (Lucio Flauto) resteranno irretiti dalla bellezza della ragazza. La parte della nipote è interpretata dalla inespressiva quanto sconosciuta Ursula Heinle, fisico mozzafiato ma sempre imbambolata e inadatta alla parte. Quando la Heinle gode dal piacere o si finge eccitata pare che rida e oltretutto viene pure doppiata male. La comicità è involontaria e a livello ditrashpuro.Lucio Flauto è un attore modesto e oggi pare strano il fatto che in un certo periodo godette anche di una certa popolarità. Francesco Parisi sembra un impiegato statale invece che un attore e la sua recitazione è a livelli indecenti. Risolleva un po’ la baracca la sola Femi Benussi che interpreta con la consueta simpatia il ruolo della cameriera veneta Marietta. Femi Benussi e Orchidea De Santis hanno rivestito spesso ruoli da domestica e da prostituta, il loro fisico prorompente si prestava bene per quei ruoli che recitavano con malizia e finta ingenuità. Andrea Bianchi e Piero Regnoli costruiscono un film quasi inguardabile, scontato e pretenzioso che passa da inquadrature ginecologiche stile cinema porno a discorsi sociali sul Sessantotto e sulla rivoluzione dei costumi. I dialoghi sono ridicoli e lunghe parti didascaliche inserite senza particolari motivi rallentano un ritmo già di per sé fiacco.Alcune sequenze sono però di buon contenuto erotico. Si può citare l’arrivo della nipote con la Heinle in autobus e un energumeno che le palpa il sedere, peccato che sia solo unremakedella ben più efficace sequenza interpretata da Gloria Guida inQuella etàmaliziosa. Subito dopo c’è Lucio Flauto che spia dalla finestra della sua camera la bella nipote completamente nuda e infine la stessa Heinle non ha molte remore a farsi inquadrare mentre si insapona in una lunga doccia. Bianchi era un regista di cinema hard e il tipo di inquadratura e di ritmo dato al film lo fa notare pesantemente, pure le scene più normali risentono di questa impostazione. Femi Benussi è poco utilizzata ma nelle scene che la vedono protagonista fa vedere come si interpreta una pellicola comico-erotica. La sequenza della caccia al topo ci mostra il sedere della Benussi e Francesco Parisi estasiato che si sente dire da lei:“Guardi che se si abbassa lo vede meglio”. Il film scade pesantemente nella parte centrale con zio e nipote che vagano per Milano e poi finiscono in una discoteca, dove la ragazza conosce un gruppo di anarchici. Bianchi e Regnoli si sforzano di fare un discorso politico su borghesia, consumismo, droga e amore libero, ma non ci riescono. Torna in scena la Benussi come lavandaia e si alza di nuovo il tono della pellicola quando Flauto le alza la gonna e la possiede. La sequenza è comica, ma c’è anche un po’ di malizia erotica e si cita la sequenza diEmmanuellesull’aereo nel film allora in gran voga. La scena è molto spinta anche perchè la Heinle spia il rapporto sessuale, l’unico limite è che Flauto come attore erotico è davvero ridicolo. Flauto interpreta un’altra parte erotica insieme alla Heinle: le sbottona la gonna mentre lei parla alla finestra con un marinaio che la corteggia, pare che la masturbi ma lo spettatore non vede niente, la scena è come mozzata. La Benussi scompare per tutta la seconda parte del film, che resta nelle mani della pessima Ursula Heinle, una bella presenza ma inconsapevolmente comica quando tenta di eccitare. La Benussi torna soltanto nel finale quando Flauto e Parisi si consolano per la partenza della bella nipote spiando la cameriera dalla serratura del bagno. Tipica scena sexy con il culo e le tette della Bernussi in primo piano in uno strip rubato che dimostra la bravura dell’attrice per questo tipo di ruolo.