DRUILLET NEL PIANETA SADOMASO

DRUILLET NEL PIANETA SADOMASO

Malgrado i suoi limiti di disegnatore (come sceneggiatore manco lo prendo in considerazione), Druillet riuscì ad affinare il proprio stile caratterizzato da figure elaborate e spropositate. Anche più spropositata di questa. Ecco, adesso ci capiamo meglio. Pazzesco, vero? Per rimediare ai testi disastrosi, probabilmente lo stesso René Goscinny, direttore di “Pilote”, impose a Druillet uno sceneggiatore professionista per il terzo episodio di Lone Sloane. La scelta cadde su Jacques Lob (1932-1990), conosciuto in Italia soprattutto per avere scritto l’Ulysse disegnato da Georges Pichard. Eccolo qui, tratto dal primo numero di “Alterlinus” del 1974. Una interessante versione fantascientifica dell’Odissea, quella di Lob e Pichard, che magari un giorno esamineremo bene. Pubblicandolo a puntate nei numeri 651-666 di “Pilote” del 1972, Lob e Druillet realizzarono il loro capolavoro assoluto: Delirius. Lo lessi nelle pagine de “Il Mago”, una rivista di fumetti dal formato gigantesco che la Mondadori aveva fatto uscire nel 1972 in risposta a “Linus”. Delirius uscì a puntate negli ultimi numeri del 1974 e nei primi dell’anno successivo, quando, da gennaio, “Il Mago” assunse il triste formato magazine, meno dispendioso per la casa editrice. E fu così che ci fottemmo una grande rivista, in tutti i sensi Delirius dimostra, tra le tante cose, quanto il fumetto dell’epoca fosse avanti rispetto al cinema (oggi si limita a inseguirlo). “Blade Runner”, il film del 1982 di Ridley Scott, per me è inferiore all’altrettanto distopico fumetto che Lob e Druillet hanno realizzato dieci anni prima. Per analizzare Delirius abbiamo la necessità di mostrare alcune pagine del fumetto: userò l’edizione spagnola, così poi andrete a comprare la versione italiana per leggerlo. La seconda edizione italiana di Delirius, dopo quella realizzata in bianco e nero da “Il Mago”, è stata presentata in volume nel 2003 da Grifo Edizioni/Vertige. La Magic Press ha pubblicato una nuova edizione nel 2013, purtroppo in un formato troppo piccolo per poter apprezzare appieno l’arte di Druillet.