DOTTOR STRANGE DI STEVE DITKO

DOTTOR STRANGE DI STEVE DITKO

All’inizio degli anni sessanta, mentre una cultura giovanile emergente sfidava gli ideali dei genitori, l’industria dei fumetti continuava a basarsi sui valori di un tempo. Ma gran parte del pubblico era alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Questo pubblico aveva seguito con partecipazione e trepidazione la rocambolesca vicenda del Dalai Lama che nel 1959 aveva abbandonato il Tibet ed era fuggito in India, in segno di opposizione all’invasione cinese. La vicenda contribuì a promuovere il diffondersi tra i giovani americani di un forte interesse per le culture orientali.

Sì, i tempi erano maturi per l’introduzione da parte della Marvel del Dottor Strange, un “differente tipo di supereroe” che apparve senza clamore sulle pagine di Strange Tales n. 110 nel luglio del 1963. Stan Lee, intervistato da una fanzine, aveva detto: “Beh, abbiamo un nuovo personaggio in lavorazione per Strange Tales, solo un riempitivo di 5 pagine chiamato Dottor Strange. Steve Ditko lo disegnerà. È basato sul tema della magia nera. La prima storia non è niente di eccezionale, ma il personaggio promette bene. È stata un’idea di Steve”.

L’idea di Steve Ditko si concretizzerà in un inedito miscuglio di horror, magia e filosofia orientale che entusiasmerà il pubblico, anche quello degli studenti universitari. Forse più dell’Uomo Ragno, dove nonostante tutto emerge l’apporto di Stan Lee, il Dottor Strange è il personaggio dove Steve Ditko ha messo più di sé stesso. È anche il personaggio dove la sua maestria grafica ha potuto sbizzarrirsi in modo totale, regalandoci uno dei fumetti più inquietanti e visivamente unici mai apparsi in edicola.

Analizziamo brevemente uno per uno tutti i 35 numeri realizzati da Steve Ditko.

Dottor Strange maestro delle arti mistiche (Strange Tales n. 110)

La prima storia del Dottor Strange è un vero e proprio gioiello di tecnica fumettistica. In sole cinque pagine ci viene presentata una storia compiuta e nello stesso tempo vengono fornite varie informazioni che servono a definire il mondo di questo nuovo personaggio.

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Vengono presentati l’Antico, il maestro orientale del protagonista che vive sull’Himalaya, e Incubo, il suo primo nemico. Ci viene inoltre mostrata nei dettagli la capacità di Strange di separare il suo “corpo astrale” (disegnato come una sorta di fantasma) da quello fisico.

Faccia a faccia con il Barone Mordo (Strange Tales n. 111)

In questo numero facciamo la conoscenza con l’arcinemico del Dottor Strange, il Barone Mordo. Nella sua forma astrale costringe Wong, il servitore dell’Antico, a mettere una droga velenosa nel cibo del suo padrone. Mordo spera di ottenere i segreti mistici dall’Antico minacciandolo con il veleno, che gradualmente lo ucciderà.

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Ma arriva il Dottor Strange, che ingaggia una battaglia di corpi astrali con Mordo. In questo numero Strange utilizza con maggior cognizione i mistici poteri dell’amuleto che tiene al collo, riuscendo alla fine a salvare l’antico. 

Il ritorno dell’onnipotente Barone Mordo (Strange Tales n. 114)

Il Dottor Strange torna sulle pagine di Strange Tales dopo due mesi di assenza, durante i quali Stan Lee ha valutato l’accoglienza dei lettori al nuovo personaggio attraverso le lettere alla redazione. Siccome i commenti sono entusiasti, ecco il terzo episodio.

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In questo numero ritorna il Barone Mordo e per la prima volta il Dottor Strange indossa un mantello. A differenza dei due numeri precedenti, Steve Ditko non si inchiostra da solo ma affida le matite alle chine di George Roussos, con risultati modesti.

Le origini del Dottor Strange (Strange Tales n. 115)

La crescente importanza del personaggio si traduce nell’aumento delle pagine che l’editore gli mette a disposizione: dalle cinque dei primi tre episodi si passa alle otto di questo numero, dove viene raccontata la storia di Stephen Strange, neurochirurgo tanto abile quanto arrogante.

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Elegante ed essenziale, questa storia prende molto in prestito da “Orizzonte perduto”, un libro del 1933 scritto da James Hilton. Romanzo che nel 1937 ebbe una versione cinematografica diretta da Frank Capra con protagonista l’attore Ronald Colman, alle cui fattezze Ditko si era ispirato per il volto di Strange.

Incubo (Strange Tales n. 116)

Le storie del dottor Strange fino al n. 121 non sono molto diverse dai brevi episodi “mystery” senza personaggio fisso che apparivano sempre sulle pagine di Strange Tales fin dagli anni cinquanta. Ma qui il protagonista è sempre lo stesso e la qualità è superiore.

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Ritroviamo Incubo impegnato a catturare gli esseri umani durante il sonno e a portarli nel suo regno onirico. Steve Ditko comincia a dare una forma grafica definita a quello strano mondo psichedelico che diventerà il sottofondo indimenticabile delle avventure del mistico dottore.

Le molte trappole del Barone Mordo (Strange Tales n. 117)

In questo ennesimo duello mistico contro il Barone Mordo, abbiamo la conferma che quello che colpì maggiormente i lettori del Dottor Strange furono le folli illustrazioni di Steve Ditko, che presentavano uno stile grafico in netto contrasto con quello sintetico e “pop” di Jack Kirby.

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Ditko amplifica ulteriormente il suo look visionario e onirico, che finisce per donare alla serie un’atmosfera surreale strizzando (forse inconsapevolmente) l’occhio alla controcultura degli anni sessanta e sembra anticipare l’interesse per il misticismo orientale.

Indemoniati (Strange Tales n. 118)

L’episodio mescola senza grossi risultati le atmosfere magiche del Dottor Strange all’ossessione per gli extraterrestri tipica del periodo. Fa la sua comparsa la Sfera di Agamotto, uno dei manufatti più iconici tra quelli in possesso del mistico dottore.

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Custodita nella Camera delle Ombre del ‎‎Sanctum Sanctorum‎‎ del Doctor Strange, normalmente la Sfera è contenuta in una vetrina con tre gambe curve. Quando viene evocata, levita dopo l’innalzamento del rivestimento di vetro.

Il velo violetto (Strange Tales n. 119)

Le storie in questa fase sono piuttosto deboli e mostrano che ancora non si è pensata una direzione precisa al personaggio. Dopo l’introduzione di due riuscitissimi nemici come Incubo e il Barone Mordo la tensione sembra calata e si continua a insistere con la minaccia aliena.

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Strange salva due ladri che erano rimasti imprigionati in una dimensione parallela dopo un’estenuante battaglia con “l’onnipotente” Aggamon.

La casa delle ombre (Strange Tales n. 120)

Un intraprendente giornalista in diretta televisiva entra in una “casa infestata” e improvvisamente il segnale televisivo cade. Dottor Strange interviene e nella sua forma astrale penetra dentro la casa scoprendo con sorpresa che l’edificio… è vivo.

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Con questo numero le pagine aumentano da otto a nove. Se non fosse per il protagonista fisso, questo episodio sembrerebbe uno dei tanti racconti di mistero della Atlas. Le idee di Stan Lee appaiono superate. Ci penserà Steve Ditko a introdurre qualcosa di nuovo.

Incantesimo al museo delle cere (Strange Tales n. 121)

La storia si incentra su uno dei poteri più caratteristici del Dottor Strange: la capacità di allontanarsi dal proprio corpo. Strange viene indotto dal Barone Mordo con un inganno ad abbandonare il corpo fisico per viaggiare più velocemente tramite il suo corpo astrale.

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Una volta ritornato a casa, Strange scopre che Mordo ha preso il suo corpo fisico per nasconderlo chissà dove. Comincia una lotta contro il tempo, con Strange che ha soltanto ventiquattro ore per ritrovare il proprio corpo: altrimenti morirà.

Il mondo al di là (Strange Tales n. 122)

Il Dottor Strange si addormenta senza recitare i suoi incantesimi di protezione e viene intrappolato nella dimensione onirica di Incubo. Senza poteri magici, sconfigge l’avversario usando “il più semplice dei trucchi”: l’ipnotismo.

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Questa storia dimostra come “funziona” il Dottor Strange, qualcosa che gli autori successivi hanno quasi sempre dimenticato. Strange è un eroe con alcuni poteri e con alcuni oggetti molto potenti, ma le sue storie più riuscite sono quelle dove utilizza l’astuzia per sconfiggere nemici superiori a lui. È un eroe “imbroglione”, non un distaccato eroe “cosmico” come molti sceneggiatori hanno poi amato ritrarlo.

La sfida di Loki (Strange Tales n. 123)

Nel suo primo crossover all’interno dell’universo Marvel, il Dottor Strange fa la conoscenza del malvagio Loki, il dio norreno della menzogna, che lo convince a utilizzare un incantesimo per sottrarre il martello del suo nemico Thor. Il Dottor Strange, appena si rende conto delle intenzioni del malvagio dio, lo affronta in una battaglia apparentemente senza speranza. Strange è sopraffatto da Loki per tutto il tempo, se la cava solo perché Thor compare nel finale. Nonostante l’inchiostrazione approssimativa di George Bell, l’episodio si fa ricordare per la fantastica battaglia mistico-psichedelica disegnata da Ditko.

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Nella prima pagina Stan Lee si scusa con i lettori perché “Il potente Thor è disegnato da Ditko in uno stile un po’ diverso dal solito”. Se da un lato è interessante che l’aspetto dei personaggi fosse così ben definito dai loro disegnatori regolari, le scuse di Lee appaiono comunque fuori luogo se pensiamo che l’arte di Ditko è a questo punto della sua carriera talmente innovativa da non avere niente da invidiare a quella di Kirby.

Il mistero della donna venuta dal nulla (Strange Tales n. 124)

Il Dottor Strange incontra una misteriosa donna velata che sembra essere sotto l’influsso di un incantesimo. L’Antico, il suo maestro, gli dice che se vorrà liberare la donna dall’incantesimo deve viaggiare nel passato, ma dovrà tornare nel presente prima dello spegnimento di una candela.

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Andando nel passato, il nostro mistico eroe affronta lo stregone Zota, responsabile dell’incantesimo alla donna che si rivela essere Cleopatra. Il disegno di Ditko, sempre più potente, in alcuni momenti vira verso l’astrazione donando una suggestione particolare a queste pagine. 

Mordo (Strange Tales n. 125)

A partire da questo numero le pagine aumentano ulteriormente, da nove a dieci. Tre seguaci del Barone Mordo attaccano Strange nel suo Sanctorum, così viene chiamato l’antico edificio nel quartiere di Greenwich Village a New York nel quale vive. Il signore delle arti mistiche riesce a disperderli, ma si accorge che l’Antico è stato rapito.

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Naturalmente il responsabile di tutto è il solito Mordo, con cui Strange ingaggia una battaglia astrale senza esclusione di colpi. La disfida dà modo a Ditko di mettere in mostra una serie di mirabolanti invenzioni grafiche mai viste prima. 

Un mondo sospeso a metà  (Strange Tales n. 126)

Il Dottor Strange viene convocato dal suo maestro, l’Antico. Il quale lo avverte che il terribile Dormammu ha intenzione di lasciare la dimensione del suo regno per invadere la Terra. Sarà invece Strange a recarsi nella Dimensione Oscura per fermare Dormammu. Visto che i continui scontri con Mordo stavano diventando ripetitivi e rischiavano di annoiare i lettori, Ditko crea uno dei cattivi più riusciti della Marvel.

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Un nemico dai poteri quasi assoluti, una specie di Galactus ante litteram. Grandioso anche dal punto di vista grafico con la sua testa fumante, che verrà graficamente meglio definita in seguito, Dormammu fa fare alle avventure del signore delle arti mistiche un ulteriore salto di qualità. In questo numero incontriamo per la prima volta anche la bella Clea, la “ragazza dai capelli d’argento” che conquisterà il cuore di Strange. Significativamente si tratta della prima storia non conclusiva della serie.

I senzamente (Strange Tales n. 127)

Facciamo la conoscenza dei senzamente, una specie zombie senza cervello esiliati da Dormammu ai confini del suo regno, i quali passano il loro tempo cercando di rientrarvi. Mentre Dormammu e Strange si stanno scontrando, i senzamente riescono a oltrepassare le barriere e a entrare nel territorio di Dormammu.


Quest’ultimo ha bisogno dell’aiuto di Strange, il suo avversario, per respingerli. Dormammu, pur infuriato per essere debitore a un umano, si trova costretto a promettere di non metter piede sulla Terra. Il Dottor Strange al suo ritorno riceve dall’Antico la rossa cappa della lievitazione e l’Occhio di Agamotto per affrontare le future minacce.

Il dilemma del discepolo del demonio (Strange Tales n. 128)

Dopo un dittico di grande impatto arriva una storia minore, anche se di grande suggestione visiva. Strange riceve la disperata richiesta di aiuto da un uomo che si definisce il discepolo di un pericoloso personaggio chiamato Demonio.


Indimenticabile la scena in cui l’uomo sparisce nel nulla davanti agli occhi del Dottor Strange, lasciando solo i suoi vestiti. Molto efficace come sempre la battaglia mistica tra Strange e il suo antagonista, con trovate grafiche che rasentano l’astrazione.

Tiboro! Il tiranno della sesta dimensione (Strange Tales n. 129)

Si tratta di una storiella riempitiva affidata per l’occasione allo sceneggiatore di origini italiane Don Rico, creatore di Vedova Nera sulla pagine di Iron Man. L’episodio risulta sottotono anche dal punto di vista visivo, con un Ditko che non appare molto ispirato dallo scontro tra Strange e il comunque iconico Tiboro, tiranno della sesta dimensione.


La cosa più bella dell’albo è la splash page iniziale, con la splendida mano sinistra di Strange che lancia l’incantesimo “facendo le corna” (un gesto che in America è privo di significato), nello stesso identico modo in cui l’Uomo Ragno lancia la ragnatela.

La sconfitta del Dottor Strange (Strange Tales n. 130)

Può essere sorprendente il fatto che di tutti i colorati eroi di quella che Stan Lee aveva chiamato “l’era Marvel dei comics” toccò proprio al Dottor Strange, il più atipico tra loro, a essere il primo protagonista di una saga in più puntate.


Inizia infatti in questo numero la cosiddetta “Saga di Dormammu”, una delle storie più belle del periodo classico della Marvel, dove Strange si trova a combattere quella che apparentemente sembra una battaglia senza speranza contro le forze combinate di Dormammu e del suo scagnozzo Mordo, ma in realtà si tratta di un lungo viaggio iniziatico alla ricerca di se stessi. 

Il cacciato e il cacciatore (Strange Tales n. 131)

Il Dottor Strange continua la sua fuga per le esotiche strade di Hong Kong, costantemente inseguito dai seguaci del Barone Mordo e dagli spiriti di Dormammu.


Steve Ditko riesce a rendere alla perfezione l’atmosfera paranoica e claustrofobica di questo inseguimento senza tregua, dove Strange sembra infilarsi in una situazione senza via d’uscita. Come al solito le trovate visive abbondano, su tutte l’incantesimo che moltiplica le copie di Strange per ingannare gli inseguitori. 

Finalmente faccia a faccia con il Barone Mordo (Strange Tales n. 132)

Il Dottor Strange e il Barone Mordo si affrontano in un epico duello senza esclusione di colpi. Combattendo, Strange si accorge che il potere di Mordo si è molto accresciuto rispetto ai loro precedenti incontri.


Ben presto capisce che c’è qualcun altro dietro Mordo, qualcuno molto più potente: il terribile Dormammu, il signore della Dimensione Oscura. Il finale è mozzafiato: appena Strange si rende conto della presenza di Dormammu, sparisce improvvisamente lasciando il tenebroso barone con un palmo di naso. 

Terra senza nome, tempo senza tempo (Strange Tales n. 133)

Sfuggito per un pelo all’attacco combinato del Barone Mordo e del potente Dormammu, il Dottor Strange viene proiettato attraverso il “flusso dimensionale” in uno strano mondo governato da una donna tiranno chiamata Shazana.


Mentre, nella Dimensione Oscura, Clea è preoccupata per la sorte di Strange, il Barone Mordo, convinto di aver eliminato il suo nemico, viene a sapere da Dormammu che la sua preda e riuscita a fuggire. In un periodo in cui Jack Kirby è costretto a pensare più alla quantità che alla qualità, Steve Ditko brilla per la cura che mette nei suoi lavori. 

La Terra sia il mio campo di battaglia (Strange Tales n. 134)

La saga prosegue senza un attimo di tregua. I titoli di Stan Lee diventano sempre più altisonanti e i disegni di Ditko sempre più suggestivi. In questo episodio l’Antico entra in coma pronunciando ossessivamente una sola parola: “Eternità!“. Il Barone Mordo intanto insegue Strange, forte dell’aiuto di Dormammu.


Nella Dimensione Oscura, però, Clea riesce a liberare i senzamente costringendo Dormammu a rivolgere ancora la propria attenzione verso quelle creature e, in questo modo, a togliere lo straordinario potere che ha infuso a Mordo. Strange, per fuggire all’attacco di Mordo vola nello spazio fino ad avvicinarsi al sole, costringendo il suo nemico ad abbandonare l’inseguimento. Visivamente straordinaria la rappresentazione della battaglia che si svolge tra gli atomi che si fondono tra loro all’interno del sole.

 

Il richiamo di Eternità (Strange Tales n. 135)

Da questo numero i credit riconoscono a Steve Ditko il ruolo di soggettista, anche se probabilmente è dall’inizio della saga di Dormammu che il talentuoso disegnatore si occupa completamente delle storie. Anzi, probabilmente dal primo episodio, dato che Stan Lee faceva fare le sceneggiature ai disegnatori. Il Dottor Strange, alla ricerca di notizie su Eternità, la misteriosa entità evocata dall’Antico, giunge in una Londra brumosa che Ditko dipinge con tinte gotiche.


Nella Dimensione Oscura, Dormammu, scoperto che è stata Clea a liberare i senzamente, medita vendetta contro la ragazza. Solo alla fine il Dottor Strange scopre che dietro l’accresciuto potere di Mordo c’è il terribile Dormammu.

Cosa si cela sotto la maschera? (Strange Tales n. 136)

Numero interlocutorio che prolunga la sottotrama della ricerca di Eternità. Stavolta Strange va da Genghis, un anziano mistico che, insieme all’Antico, è l’unico a conoscere il segreto della misteriosa entità.


Intanto Dormammu cattura la giovane Clea, assicurandole che sarà testimone della sconfitta del suo amico mago. Siccome la ricerca si rivela ancora una volta infruttuosa, Dottor Strange capisce che se vuole conoscere il segreto di Eternità dovrà entrare nella mente dell’Antico.

Quando le mistiche menti si incontrano (Strange Tales n. 137)

Messa da parte ogni remora, Dottor Strange decide di tentare il tutto per tutto sondando la mente dell’Antico, che continua a giacere in uno stato di coma. L’episodio è una lunga battaglia tra due menti superiori, una che vuole arrivare a tutti i costi a scoprire il segreto dì Eternità e l’altra che cerca di impedirglielo erigendo una barriera mentale dopo l’altra.


Come una storia dove non succede praticamente niente possa risultare così emozionante è tutto merito dell’inarrivabile verve crativa dei suoi autori. Alla fine Strange riesce a recuperare le informazioni necessarie per aprire un portale dimensionale che lo porterà al cospetto di Eternità. 

Se Eternità fallisse (Strange Tales n. 138)

Con questo numero raggiungiamo uno degli apici del fumetto degli anni sessanta. Raramente si era visto prima una tale esibizione di qualità artistica per testi e disegni. Qui Ditko lancia una sfida alle possibilità rappresentative del fumetto. Tutta la saga del Dottor Strange è una lotta tra la forma e l’indistinto, che trova la sua sintesi nella rappresentazione dì Eternità.


Davanti a Strange appare qualcosa di singolare: un cosmo intero che dal caos primordiale si ricompone e prende forma. “È un intero universo… in un microcosmo! Un mondo dentro un mondo!”. Le parole di Lee descrivono alla perfezione quello che Ditko mostra sul piano grafico. Il caos organizzato. “Sta assumendo una forma!”, dice Strange. Eternità è dunque una sagoma umana che contiene un intero universo. L’episodio è pieno di concetti parafilosofici. Quando Strange chiede a Eternità un aiuto, questi glielo nega: ”Possiedi già i mezzi per sconfiggere i tuoi nemici! Il potere non è l’unica risposta! La chiave è la saggezza!”.



Attento… Dormammu ti osserva! (Strange Tales n. 139)

In questo numero i crediti per la storia tornano a essere attribuiti per intero a Stan Lee. Si tratta di un episodio interlocutorio prima del gran finale. Strange e Mordo si sfidano un’ennesima volta alla ricerca della vittoria definitiva.


Prima che l’epica battaglia inizi, sulla scorta di quanto detto da Eternità, l’Antico consiglia il suo discepolo: “Dove loro impiegheranno il potere tu dovrai affidarti alla saggezza”. Alla fine della battaglia Mordo, nonostante il grande potere conferitogli da Dormammu, viene sconfitto dal Dottor Strange. Furente e minaccioso, Dormammu decide di sfidare personalmente Strange.

La morsa del potere (Strange Tales n. 140)

Lo scontro finale ha inizio. Dormammu trasferisce l’Antico, il Barone Mordo e il Dottor Strange in una dimensione neutrale e, in presenza dei rappresentanti delle dimensioni parallele, sfida Strange in un combattimento al termine del quale il vincitore otterrà il dominio della Terra.


Le regole del duello impediscono ai contendenti di utilizzare i loro poteri magici, sarà uno scontro soltanto mentale che avverrà utilizzando “le morse del potere”, particolari strumenti inseriti nei polsi dei combattenti capaci di concentrare la forza della loro mente. A un certo punto della battaglia, Strange prende il sopravvento e Dormammu sembra sul punto di piegarsi, allora Barone Mordo colpisce alle spalle il Dottor Strange.

Vittoria sia (Strange Tales n. 141)

Con questo numero Steve Ditko torna a essere accreditato per il soggetto. Dormammu, infuriato con Mordo per essere intervenuto nella battaglia con il Dottor Strange, lo spedisce nella dimensione dei demoni. Poi il combattimento riprende e si conclude con la vittoria di Strange.

Tornato a casa, Strange viene contattato da Dormammu: adirato per la sconfitta, gli dice che a causa sua Clea verrà esiliata in una dimensione sconosciuta.

Coloro che vorrebbero distruggermi! (Strange Tales n. 142)

L’episodio dopo la saga di Dormammu assomiglia a quelli dell’Uomo Ragno dopo la trilogia del Coordinatore. Ditko sembra avere dato tutto in queste due indimenticabili pietre miliari, e il fuoco che aveva messo nei suoi capolavori sembra ormai spento.


Strange viene catturato da tre adepti del malvagio barone e bloccato in modo che non possa compiere nessun incantesimo, oltreché privato della sua cappa di levitazione e del suo mistico amuleto.

Nessuno dietro di me (Strange Tales n. 143)

Il periodo epico del Dottor Strange è già alle spalle, da questo numero la responsabilità delle storie passa al giovane Roy Thomas, qui in uno dei suoi primi incarichi Marvel, anche se a Ditko continua a essere riconosciuta l’ideazione del soggetto.


Strange continua la sua battaglia contro gli adepti di Mordo, tra i quali brilla la bella Adria, che il signore delle arti mistiche riesce a sconfiggere grazie all’aiuto del suo amuleto e della sua cappa. 

Dove l’uomo mai si è avventurato (Strange Tales n. 144)

Visto lo scarso interesse suscitato dalle due storie precedenti, in redazione decidono di rispolverare in fretta e furia il buon vecchio Dormammu, potentissimo signore della Dimensione Oscura.

Strange parte alla ricerca della bella Clea, imprigionata da Dormammu in una dimensione sconosciuta. Durante il viaggio finisce in un regno alieno governato dal despota Tazza, con il quale finisce per scontrarsi.

Per catturare uno stregone (Strange Tales n. 145)

Dopo il dittico di Roy Thomas esordisce su questo numero un Denny O’Neill alle prime armi, che per il momento scrive fumetti per arrotondare il suo stipendio da giornalista. A Ditko continuano a essere accreditati i soggetti.


Chiunque dei due abbia inventato il personaggio di Mr. Rasputin, un malvagio stregone discendente dell’illustre omonimo monaco russo, deve ricevere il premio per il nemico più improbabile dell’intera saga.

 

Finalmente… la fine (Strage Tales n. 146)

L’ultimo numero disegnato da Steve Ditko ha un titolo che sembra evocare la conclusione del suo rapporto con la Marvel. Per l’occasione rinuncia ad attribuirsi la paternità del plot e lascia tutti i meriti a Denny O’Neill. Visivamente è un addio con i fuochi d’artificio. Per l’occasione ritornano Dormammu, Clea ed Eternità. Dormammu, incapace di contenere la sua rabbia vendicativa nei confronti del Dottor Strange, trascina il mago supremo in un’altra dimensione per sfidarlo nuovamente. Ma nel bel mezzo della battaglia arriva Eternità, che costringe i due contendenti a porre fine alla loro disfida.

Accecato dall’odio, il signore della Dimensione Oscura rivolge uno sconsiderato attacco a Eternità. Dallo scontro tra i due si produce un cataclisma di proporzioni galattiche che schiaccia Dormammu tra due pianeti e scaraventa Dottor Strange in un varco dimensionale. Come conseguenza della scomparsa di Dormammu, Strange ritrova finalmente Clea, la ragazza dai capelli d’argento… i due diverranno fidanzati, ma non sarà più Steve Ditko a disegnare le loro storie.
Piantando anche l’Uomo Ragno, l’altra sua creatura, Ditko lascia la Marvel.



3 commenti

  1. Un Ditko fantastico con i suoi disegni che tracciano mondi favolosi e immaginifici. Un capolavoro della nona arte

  2. Ditko su Spiderman non mi è mai piaciuto ma su Strange dove il personaggio si muove in mondi immaginari il suo estro grafico ha potuto esprimersi liberamente creando così un capolavoro psichedelico che ( parere mio personale) nessuno a più eguagliato su quella testata.

  3. Perfettamente d’accordo con Diego, Dikto su D.S. era visivamente qualche cosa di spettacolare. Mi sarebbe piaciuto vedere Steranko cosa avrebbe potuto creare ma purtroppo non si è mai avverato

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