COMPRARE CALCIATORI FABBRICATI DAL QATAR

Mescolano sacro e profano, non badano a spese e, soprattutto, sono pieni zeppi di bigliettoni verdi. Sono i ricchi, ricchissimi, sceicchi del Qatar che vogliono vincere i Mondiali di calcio del 2022. Per farlo hanno le idee molto chiare. Che rispondono a una logica universale: con il denaro nulla è impossibile. Molti sono i giocatori convinti, con la moneta sonante, a rivestire la maglia del Qatar. Un’operazione non nuova, già diffusa nel vicino Bahrein, ma che in Qatar assume connotazioni ingegneristiche. Consapevole di non avere una tradizione calcistica all’altezza dei paesi occidentali, questo emirato ha deciso di puntare sugli stranieri, creando una vera e propria fabbrica dei campioni situata nel cuore dell’Europa: Eupen è l’anonima cittadina belga dove si sta forse scrivendo il destino del calcio. Nell’Aspire Academy, struttura polivalente fondata nel 2004, il Qatar coltiva le proprie promesse e magari anche quelle degli altri, con la speranza che in futuro cambino casacca. Un vero e proprio laboratorio calcistico, una fucina di giocatori che accoglie i visitatori con una frase di Aristotele:“L’eccellenza è un’arte che si apprende con l’esercizio e l’abitudine”. Per rafforzare il concetto, dietro la massima del filosofo campeggia la gigantografia di Diego Armando Maradona. Qui bisogna diventare dei fuoriclasse, punto e basta. Gli scout del programma Aspire hanno visionato 3,5 milioni ragazzi in tutto il mondo, in particolare in Africa, Sud America e Asia. I migliori della fascia d’età di 13 anni sbarcano a Eupen, dove vengono seguiti in un ambiente ovattato e avveniristico. Oltre agli allenamenti tradizionali e alle partitelle amichevoli (150mila quelle disputate fino a oggi), si adottano tecnologie pioneristiche per migliorare le prestazioni dei baby campioni. Come il Footballnaut, un cubo di 14 metri quadrati con otto sparapalloni, che bersagliano da ogni angolazione il giocatore chiamato a stoppare e tirare la palla in uno dei 72 quadrati che di volta in volta si illuminano. Non mancano le lezioni dei grandi nomi del calcio, invitati a spiegare come si diventa “numeri uno”. Il commissario tecnico della Nazionale azzurra è avvisato: tra non molto a impensierire la panchina italiana, oltre alle solite Germania, Brasile e Inghilterra, ci saranno i giocatori di un piccolo Paese arabo che promette di fare scacco matto.