COME E PERCHÉ SONO NATI I SELFIE

Anche i personaggi più importanti, non solo gli attori, si fanno immortalare nei selfie. È una moda che dilaga perché il piacere dello scatto è accresciuto dalla sua immediata pubblicazione su internet. Mister Bean e l’ossessione dei selfie L’abitudine di farsi un autoscatto con la macchina fotografica digitale risale all’inizio degli anni duemila. Non era più necessario scannerizzare la foto dal cartaceo, bastava scaricarla sul computer. In seguito le foto cominciarono a essere riversate su internet perché alcuni siti chiedevano agli iscritti di pubblicare un autoscatto per farsi riconoscere. Con la comparsa dell’Iphone 4 della Apple, nel 2010, fu possibile mandare immediatamente su Internet il proprio selfie. In seguito, tutti i cellulari si dotarono della stessa tecnologia. A quel punto la moda dilagò davvero. Il selfie è l’autoritratto di una singola persona o di un gruppo a opera di uno dei membri del gruppo. Petrus Christus, ritratto di fanciulla I pittori fiamminghi sono stati i maestri del ritratto, che all’epoca si dipingeva su una tela o su una tavola di legno. Mettevano le figure di tre quarti su uno sfondo scuro. I volti erano molto dignitosi. Il ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck Le pose erano statiche. L’ambiente dava l’idea di una grande ricchezza unita a una serena e prospera vita familiare. Antonello da Messina, ritratto d’uomo (forse autoritratto) Antonello da Messina conosceva le opere dei fiamminghi. In lui però c’è una maggiore attenzione al carattere della persona rappresentata. Questo è un suo probabile autoritratto. Francesco Hayez, ritratto di Alessandro Manzoni Tuttavia solo i pittori, i parenti dei pittori e i committenti importanti (re, regine, nobili e ricchi borghesi) potevano permettersi un ritratto dipinto. I ritratti servivano per essere mostrati ai probabili fidanzati perché vedessero, almeno in effige, la fidanzata o il fidanzato proposto per un matrimonio combinato come si usava all’epoca. Venivano lasciati in eredità agli eredi per far conoscere l’aspetto del loro antenato. Erano uno status symbol. Non si poteva essere di una famiglia importante se non si possedeva una galleria degli antenati. Autoritratto di Robert Cornelius, 1839 Nella prima metà dell’ottocento fu inventata lafotografia. Questo autoritratto fotografico risale al 1839. La fotografia, benché all’epoca lo sviluppo e la stampa fossero costosi, era infinitamente più a buon mercato di un dipinto. Così, anche i meno ricchi potevano farsela fare in particolari occasioni come battesimi, fidanzamenti, matrimoni, partenze per il servizio militare eccetera. Le pose erano sempre dignitose. Il fotografo era un professionista, perché le macchine fotografiche erano molto care e non facili da usare. Regina Vittoria Ecco una fotografia della regina Vittoria realizzata verso la fine dell’ottocento. Le fotografie erano ritratti più facili da realizzare dei dipinti, perché occorreva meno tempo e potevano essere stampate all’infinito. Gigi Sciutto, ritratto dell’attrice Irma Grammatica, 1910 Rodolfo Valentino prima del 1926 Dall’inizio del novecento i ritratti fotografici si moltiplicarono. Con l’invenzione del cinema compaiono ritratti meno distanti. Gli attori vogliono piacere. “Le cattive ragazze del 1930”. Parigi, bordello di rue Jean Baptiste Pigalle 75 fra il 1925 e il 1935 I bordelli, che nella maggior parte dei Paesi erano legalizzati, produssero fotografie pornografiche che avevano un fiorente mercato. Ritraggono le prostitute in pose esplicite e prive di veli. Il fotografo andava a fotografarle nei casini. “Le cattive ragazze del 1930”. Parigi bordello di rue Jean Baptiste Pigalle 75 fra il 1925 e il 1935 Erano ragazze di campagna che andavano in città per guadagnare quattro soldi, che erano comunque dieci volte quello che poteva guadagnare un’operaia. Esercitavano mediamente per tre anni. Dorothea Lange: madre migrante, 1936 Un intenso ritratto di Florence Owens Thompson, una madre californiana di origine indiana che sta abbandonando il suo campo di piselli con i figli. Dorothea Lange fece questo scatto nel 1936 e fa parte di una raccolta che testimonia la Grande Depressione. La madre non cerca di piacere e non sorride. È tutta concentrata su se stessa, e sulla sua triste situazione. Marilyn Monroe fotografata da Elliott Erwitt, 1956 Questa è un’istantanea. Elliott Erwitt non credeva alle foto in posa: gli apparivano statiche e false. Metteva la modella a suo agio e continuava a scattare finché riusciva a cogliere un attimo particolare di verità e di intensità. Fotografia di Helmut Newton Helmut Newton è stato un fotografo attivo dalla fine della Seconda guerra mondiale alla sua morte, avvenuta nel 2004. Irriverente e scandaloso unisce, con una tecnica eccellente, l’alto e il basso, il nudo femminile con le pose eleganti. Charlotte Rampling fotografata da Newton ad Arles nel 1973 Ecco un nudo femminile che non si nasconde, ma neppure si esibisce, non sembra essersi messo in posa. L’attrice è colta mentre sta per alzare il bicchiere come fosse in un’istantanea. David Bowie fotografato a Montecarlo nel 1983 da Newton David Bowie corrucciato, atletico, con i celebri zigomi messi in evidenza da un leggero fard. Sa di piacere ma non si compiace, si lascia guardare. Helmut Newton ,1976, dalla serie “Notti senza sonno” In questo ritratto la ragazza nuda si contempla in uno specchio che le rimanda la sua immagine. Sullo sfondo la città vista dall’alto, chiaramente da un grattacielo. La modella appare perfetta, con il corpo sottile e levigato. Indossa scarpe con tacchi a spillo, le gambe sono snelle e muscolose. L’inquadratura sottostante richiama la città, vista dall’alto, della fotografia precedente. La modella è vestita e porta i lunghi capelli sciolti. Viki Odintcova si appende all’esterno della torre Cayan a Dubai Fare un selfie ci regala l’illusione di essere visibili se non per tutto il mondo almeno per i nostri amici che ci seguono su internet. Quanto più i selfie sono estremi e corriamo dei rischi nel farli, tanto più pensiamo di riuscire a stupire e a diventare famosi. Questo grattacielo è alto 300 metri. Una ragazza di 17 anni su un ponte per farsi un selfie: pochi istanti dopo è caduta Come i giovani che negli anni cinquanta si uccidevano andando in auto a folle velocità, questa ragazza era sicura che non sarebbe potuto succederle nulla di male. Credeva di essere immortale. Uno dei vezzi di chi si fa un selfie è quello di sporgere le labbra all’infuori come per baciare l’osservatore. La persona fotografata vuole piacere, desidera essere ammirata e apparire seducente come le attrici e le modelle. Le pose dignitose sono passate di moda. Kim Kardashian Vitino da vespa, grande sedere marmoreo, braccia sottili, sguardo e sorriso invitante. Chi potrebbe competere? A ogni nuovo selfie delle celebrity cresce il complesso di inferiorità di molte donne. Kim Kardashian al mare, immagine non fotoshoppata