COME DISTRICARSI NELLA TRILOGIA ROBOTICA DI GO NAGAI

In Italia tutti gli appassionati di cartoni animati giapponesi, o anche solo di cultura pop, individuano senza indugi il contesto quando si parla diGoldrake Generation, dal nome del robottone diGo Nagaitrasmesso in Italia da Rai Due nel 1978. Chi scrive, come molti suoi coetanei, l’ha vissuta sulla sua pelle e ne ha ancora vivo il ricordo. Chi ha vissuto quei momenti magici davanti alla tv da bambini, sa qual è la differenza tra la storia autentica e l’universo parallelo tutto italiano che si cela dietro questo fenomeno culturale degli anni settanta e ottanta? “Goldrake – Atlas Ufo Robot”: già dal titolo c’è da rilevare la differenza tra l’originale serie nipponica e la trasposizione sugli schermi televisivi italiani. In Giappone il nome della serie (e del gigantesco robot protagonista) è “Ufo Robot Grendaizer”, ma questo particolare gli affezionati fan italiani lo avrebbero scoperto soltanto diversi anni dopo. La serie, che in Italia detiene la primogenitura di quelle robotiche apparse sui teleschermi, in Giappone non era stata la prima con un robot gigante da protagonista. Il suo autore, Go Nagai, aveva già in repertorio altre due serie robotiche. Sì, perché Ufo Robot Grendizer altro non è stato che il terzo capitolo di una lunga saga, come in Italia avremo scoperto soltanto in seguito. Le altre due serie appariranno a seguire sulle reti italiane tra alterne vicende, in ordine esattamente inverso a quello originale. Cerchiamo di riassumere in che cosa consisteva l’autentica trilogia robotica di Go Nagai, in modo da comprendere come fu stravolta nelle prime trasposizioni televisive in Italia. I protagonisti robotici della trilogia di Go Nagai L’universo in cui si muovono i personaggi della trilogia è sempre lo stesso, anche se ruotano i protagonisti delle serie e pure gli antagonisti cambiano.La presenza costante in tutte e tre le serie è quella di almeno uno dei componenti dellafamiglia Kabuto. Ecco la sequenza originale delle serie. Mazinga Z, 92 episodi trasmessi in Giappone dal 2 ottobre 1972 al settembre 1974. Protagonista la famiglia Kabuto quasi al completo: ilprofessorJuzo Kabutoe i suoi due nipotiKojieShiro, apparentemente orfani del padre. Gli antagonisti sono ilDottor Hell, collega di studi in gioventù del professor Kabuto, che, in preda a un delirio di onnipotenza, crea un esercito di zombie dall’estinta antica civiltà micenea per conquistare il mondo. A cavallo tra l’ultima puntata di Mazinga Z e la prima de Il Grande Mazinga viene realizzato da Go Nagai per la Toei il mediometraggio di 44 minutiMazinga Z contro il Generale Nero, che raccorda le due serie. In questa storia, subito dopo la morte del Dottor Inferno e l’apparente sconfitta della rediviva civiltà micenea, risorgono dal sottosuolo le sette armate infernali dell’Impero delle Tenebre, con in testa ilGenerale Neroche, ricondotte in superficie le sue truppe micenee, con l’aiuto del sopravvissutoDuca Gorgonsconfigge Mazinga Z ed è a un passo dalla conquista della Terra. Proprio quando tutto sembra perduto, un misterioso altro gigante d’acciaio interviene a salvare la situazione: èil Grande Mazinga, progettato e costruito daKenzo Kabuto, padre di Koji e Shiro e figlio di Juzo, creduto morto ma vivo nel corpo di un androide. Arriva dunque il turno deIl Grande Mazinga, 56 episodi dall’8 settembre 1974 al 28 settembre 1975, in cui il padre di Koji e Shiro,Kenzo Kabuto,redivivo grazie a un non meglio precisato intervento che lo ha reso un androide, fronteggia servendosi del giovaneTetzuya Tzurugi, da lui adottato ed addestrato, l’Impero delle Tenebre, l’oscuro e misterioso Stato sotterraneo guidato dalGrande Imperatore. Ufo Robot Grendizer, 74 episodi dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977, che vedonoKoji Kabutotornare in Giappone dopo un periodo di studi negli Stati Uniti con un disco volante di sua invenzione, ilTfo (Terrestrial Flying Object), per proseguire le sue attività scientifiche nel Centro di Ricerche delProfessor Umon, che ha adottato il giovaneDaisuke: il cui vero nome èDuke Fleed, un alieno fuggito sulla Terra, in seguito all’invasione del suo pianeta d’origineFleed, di cui era il principe ereditario. Daisuke si trova a dover combattere contro la minaccia aliena che incombe sulla terra da parte dell’esercito diRe Vega(il tiranno che ha già conquistato il pianeta Fleed). Vediamo adesso cosa accadde nella trasposizione italiana di queste tre serie a partire dal 1978. La terza e ultima serie della trilogia Go Nagai fu, nel paese d’origine, quella che riscosse meno successo. Sorte ben diversa ebbe in Italia. Il cast di Goldrake al completo Nel 1978 in Giappone la serie si era già conclusa da un anno, quando fu trasmessa per la prima volta alle 18:45 del 4 aprile 1978 sulla seconda rete, all’interno del contenitore seraleBuonasera con…, intitolato in quell’occasioneBuonasera con… Superman – Atlas Ufo Robot, presentata da Maria Giovanna Elmi, la più celebre “signorina buonasera”. La Rai acquistò i diritti della serie dalla francesePictural Film, la quale aveva realizzato un “manuale” contenente le specifiche del programma chiamatoAtlas(“atlante”). Il titolo originale giapponese “Ufo Robot Grendizer” fu inoltre contratto dalla francese Pictural Film in “Ufo Robot”, ragione per cui sul suddetto manuale campeggiava il titoloAtlas Ufo Robot. Ispirata dal termine“Atlas”, la produzione ritenne che fosse più accattivante del nome originale del disco volante di Goldrake (Spacer). Se nella versione francese il nome del robot protagonista fu cambiato da Grendeizer in Godrak, in Italia la serie fu battezzataGoldrake, Atlas Ufo Robot. Nella trasposizione italiana dei vari episodi i nomi dei personaggi mutuarono quelli francesi, stravolti rispetto alla versione originale. Ecco che Koji (Kabuto) divenne Alcor, il prof. Umon divenne Procton, Daisuke divenne Actarus ecc. Riportiamo in una tabella la trasposizione dei nomi dei personaggi: Forse ispirati dal nome del sovrano e tiranno alienoVega, che è anche il nome della stella più brillante della costellazione della Lira, i nomi europei di altri personaggi chiave della serie furono mutuati da astri celesti. Venusia, per esempio, oltre a essere un chiaro riferimento al pianeta Venere, è anche il nome di un asteroide scoperto ed osservato nel 1902, battezzato “499 Venusia”. AlcoreMizarsono due stelle della costellazione dell’Orsa Maggiore, mentreRigelè una stella della costellazione di Orione. L’inizio della prima puntata mostra già un dettaglio che avrebbe dovuto incuriosire (ma anche in una certa misura confondere) noi piccoli telespettatori. Uno dei protagonisti,Alcor(cioèKoji Kabuto, che nella serie capostipite della trilogia, Mazinga Z, era il pilota del robot), appena giunto sui cieli del Giappone con il suo Tfo, si perde nei ricordi delle sue trascorse battaglie con il gigantesco Mazinga Z, di cui appaiono alcune sequenze. Il riferimento alla prima delle tre serie della trilogia è evidente, ma per i telespettatori italiani è un passo oscuro. Riportiamo la sequenza: Al 0:27 del video con il primo episodio di Goldrake c’è il riferimento a Mazinga Z Come vedremo più avanti, la confusione aumenterà quando, sulla scia del successo delle serie televisive, verranno proposti nelle sale cinematografiche italiane i mediometraggi di Go Nagai della trilogia, dei veri e propri crossover di cui il pubblico, complice il rimontaggio e le traduzioni del tutto arbitrarie, non capirà assolutamente il senso. A conti fatti, comunque, trattandosi dell’ultimo dei tre tronconi della trilogia, la trasposizione italiana di Goldrake manterrà una certa coerenza e fedeltà all’originale, e troverà una conclusione (la sconfitta di Re Vega, la salvezza del pianeta Terra e il ritorno sul pianeta Fleed degli eredi al trono Duke Fleed e Grace Mary Fleed) perfettamente comprensibile. Particolare rilievo, riguardo a questa serie, va dato a due aspetti entrati di prepotenza nella cultura pop del nostro Paese: la colonna sonora e il doppiaggio Per quanto riguarda la colonna sonora, il singolo pubblicato nel 1978 in vinile, 45 giri,Ufo Robot (lato A) / Shooting Star (lato B), del gruppoActarus, le cui due facce rappresentavano rispettivamente la sigla iniziale e quella finale degli episodi italiani della serie, fu pubblicato nel 1978. Sigla iniziale (Ufo Robot – lato A) Sigla finale (Shooting Star – lato B) Il brano Ufo Robot è stato scritto daLuigi Albertellisu musica e arrangiamento diVince TemperaeAres Tavolazzi. Il successo del disco fu enorme, tanto da ottenere il Disco d’oro per il superamento del milione di copie vendute, toccando la quarta posizione della classifica dei singoli e risultando il diciottesimo singolo più venduto in Italia nel 1978. Il team creativo pubblicò un Lp (Long Playing) in vinile, 33 giri, prodotto da Fonit Cetra, che contava 10 tracce comprendenti anche le due del singolo, sempre accreditato al misterioso gruppo degliActarus. Dietro lo pseudonimo Actarus si nascondeva un ensemble di musicisti diretti daVince Temperaalle tastiere,Massimo Lucaalle chitarre acustiche ed elettriche,Ares Tavolazzi, ex membro degliArea, eJulius Farmeral basso,Ellade Bandinialla batteria eRenè Mantegnaalle percussioni. Le voci soliste sono quelle di un giovaneFabio Concato,Michel Tadini,Dominique RegazzonieGianpiero Scussel, diretti daPaola Orlandiassieme al suo coro, mentre autore dei testi èLuigi Albertelli. Romano Malaspina, che ebbe l’incarico di doppiare Actarus/Duke Fleed, divenne negli anni a seguire un idolo per una intera generazione di fan di cartoni animati giapponesi.Romano Malaspina, gentiluomo d’altri tempi, racconta sé e la sua verità sul mondo del doppiaggio in una lunga intervista a cura di Andrea Razza che, per chi ha voglia di ascoltarla a questolink, è estremamente interessante.Grazie alla professionalità e all’indiscussa energia con cui dava voce ai personaggi, Malaspina divenne il doppiatore negli anni a seguire di diversi protagonisti, antagonisti e personaggi di primo piano di serie robotiche e non (Hyroshi/Jeeg Robot D’acciaio, Ryo/Getter Robot, Sanshiro/Gaiking, Colonnello M’Qve/Gundam, Generale De Jarjayes/Lady Oscar, solo per citarne alcuni). Rilievo non trascurabile ebbe il merchandising, che affiancò la prima messa in onda di Goldrake in tv.I prodotti furono tantissimi, alcuni importati dal Giappone come gli ottimi modellini giocattolo dellaShogun: la versione grande del robot era alta circa 50 cm, quella piccola era solidissima con il corpo in metallo, di fattura spettacolare se le contestualizziamo nell’epoca in cui furono prodotte. Il Godrake “gigante” della Shogun Goldrake “piccolo” della Shogun con il suo disco volante Altri furono prodotti direttamente in Italia, come le Action Figure di Alcor e Actarus o i modellini in plastica flessibile in blister con protagonisti e antagonisti (Goldrake, Alcor, Actarus, Hydargos, Gandal e Vega) della padovana Fabianplastica di Monselice. Actarus ed Alcor della Fabianplastica L’editore Edierre, di proprietà della Rai, pubblicò due album di figurine (Goldrake fu mandato in onda in due fasi diverse, ciascuna delle quali fu associata ad un album) e diversi libri e fumetti prodotti in Italia o rimontando immagini del cartone animato, oppure ancora disegnando da zero nuovi episodi dai contenuti di qualità piuttosto scadente. La filiale italiana della Mattel dedicò a Goldrake persino un gioco da tavolo. L’album di figurine della Edierre associato alla “seconda” serie di Goldrake Il gioco da tavolo Mattel di Goldrake La serie centrale della trilogia,Great Mazinger, fu trasposta in Italia con il titolo deIl Grande Mazinga: delle tre versioni italiane è forse la più fedele. Il grande Mazinga I 56 episodi che compongono la serie sono stati trasmessi da varie Tv locali Italiane a partire dal 1979, dopo la prima messa in onda suGbril 19 maggio di quell’anno. La storia parte dal passaggio del testimone diKoji Kabutoalla guida diMazinga Zal nuovo Robot Gigante progettato dal professorKenzo Kabuto, suo redivivo padre-androide,il Grande Mazinga, pilotato dal giovanteTetzuya Tzurugi. Sebbene Dottor Inferno sia stato sconfitto da Mazinga Z sul finire della serie precedente, che in Italia non era ancora apparsa, in questo secondo capitolo occorre fronteggiare la nuova minaccia dell’Impero delle Tenebre, l’antica civiltà micenea riemersa dal sottosuolo, dove era stata relegata per secoli, alla testa del quale ilGenerale Nero, al servizio dell’Imperatore delle Tenebre, combatte con il suo esercito di sette armate mostri meccanici, ciascuna delle quali è comandata da un generale incaricato (Yuri Caesarper i mostri umani,Lord Ryganper gli altri mammiferi,Drayatoper i rettili,Vardallahper gli uccelli,Scarabethper gli insetti,Anghorasper pesci e anfibi eHardiasper gli spiriti delle tenebre). Il Generale Nero si serve dell’unico superstite delle armate del Dottor Inferno, ilDuca Gorgon, per lo spionaggio e gli intrighi (più avanti quest’ultimo, sconfitto ed ucciso, verrà sostituito con laMarchesa Yanus) e quando lo stesso Generale Nero cadrà per mano di Tetzuya verrà sostituito da un redivivo Dottor Inferno, innestato su un corpo meccanico a costituire ilGran Maresciallo del Demonio. Ovviamente, pur essendo la trama di questa serie abbastanza fedele all’originale, al pubblico italiano mancarono i riferimenti con il primo capitolo, Mazinga Z, che andrà in onda su Rai Due soltanto un anno dopo. A ciò si aggiunga che questa serie fu l’unica in cui in effetti il nome diKoji, nei momenti in cui viene citato, principalmente dal fratellino Shiro e dal padre Kenzo, rimase quello originale (così come tutti gli altri, del resto), ma pronunciato male, ovvero “koi” con la “j” muta, rendendone ancora più difficile l’identificazione. Il doppiaggio fu affidato alla C.D. Cooperativa Doppiatori sotto la direzione di Enrico Bomba.